MaM
Messaggio del 14 marzo 1985:Cari figli, nella vostra vita tutti avete sperimentato la luce e le tenebre. Dio concede a ogni uomo di conoscere il bene e il male. Io vi invito alla luce, che voi dovete portare agli uomini che vivono nelle tenebre. Ogni giorno nelle vostre case giungono persone che sono nelle tenebre. Cari figli, donate loro la luce. Grazie per aver risposto alla mia chiamata!

Intervista sulla Madonnina a Mons. Girolamo Grillo

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1. Eccellenza, lei parla di aver subìto un trauma al momento della lacrimazione della Madonnina tra le sue mani. Questo stato psichico particolare, quasi uno choc, si comprenderebbe meglio se ci parlasse della sua formazione filosofica, teologica e spirituale. Al momento delle lacrimazioni lei si considerava un razionalista o un mistico?
Ho studiato filosofia, teologia e spiritualità con i Padri Gesuiti, sia nel Seminario Pontificio di Reggio Calabria che alla Pontificia Università Gregoriana, dove, oltre gli studi di Scienze sociali, che allora facevano parte della Facoltà di Filosofia, ho avuto modo di frequentare i corsi del P. Dezza e di altri illustri docenti di livello internazionale. Ebbi modo di frequentare anche alcuni corsi di spiritualità, superando, quindi, la impostazione tradizionale di allora. Al momento delle lacrimazioni, come appare chiaramente dal mio Diario, pur non essendo un razionalista, venivo ritenuto tale in quanto per molti anni avevo lavorato accanto all’allora Sostituto della Segreteria di Stato mons. Giovanni Benelli. Seppi infatti che, in quei giorni, un mio amico Cardinale tuttora vivente, con il quale per anni avevo lavorato assieme, ebbe a commentare così:«Povera Madonnina, dove sei andata a piangere, proprio nelle mani di Grillo? Ma quello farà di tutto per nascondere ogni cosa!». Alla domanda specifica, se mi fossi mai considerato un «mistico», rispondo: assolutamente no, anche se consideravo la preghiera come un fatto, del quale nessuna anima consacrata può fare a meno se veramente, se desidera mantenersi fedele al Signore. Invidio i mistici, ma non ho mai avuto dal Signore questo dono.

2. Dalla sua testimonianza a 10 anni dell’evento di Civitavecchia risulta che lei ha un Diario, interessante anche dal punto di vista storico, dove annota giorno per giorno quanto le sembra notevole. Tale Diario sorge con le lacrimazioni o le precede? Quali sono le sue finalità e caratteristiche?
È vero: ho un Diario, che ho iniziato con il primo di gennaio 1994, cioè l’anno precedente le lacrimazioni. Prima di allora annotavo soltanto qualche pensiero in una specie di agendina che non ho conservato. Nel Diario avevo cominciato a scrivere ogni mattina, guardando alla mia giornata precedente meditando nella mia stanzetta e guardando il Crocifisso: quindi, praticamente mi fermavo a considerare alcuni avvenimenti importanti, attraverso la luce dello Spirito, trasformando ogni cosa in preghiera. Se vogliamo, si trattava, quindi, di un vero e proprio Diario spirituale, nulla di più. Non pensavo minimamente che l’anno successivo, avrei dovuto annotare fatti concernenti la Madonnina.

3. Dalle sue dichiarazioni trapela una certa evoluzione nel suo giudizio circa la famiglia Gregori. Esistono fenomeni collaterali che antecedono e seguono le lacrimazioni? Perché la stampa li ignora, chiusa in una specie di cospirazione del silenzio?
Non conoscevo affatto la famiglia Gregori, neppure di nome. Me ne parlò dapprima il parroco quando venne a portarmi la relazione circa una Madonnina che avrebbe pianto lacrime di sangue, relazione che io, con il mio scetticismo innato verso queste strane forme di fenomeni, neppure volli leggere, cestinandola subito. Poi chiesi informazioni al Dottor Natalini, un medico mio amico, il quale era anche medico di quella famiglia. Questi, in verità, mi disse che si trattava di una famiglia di onesti lavoratori, dal comportamento morale ineccepibile. Ma, non fidandomi neppure del medico, affidai segretamente l’incarico al Vice Questore di allora Dott. Vignati, perché facesse un’opportuna indagine sia sulla famiglia che sull’ambiente in cui sarebbe accaduto il fenomeno. Il Dott. Vignati, mi informò su tutto, confermando quanto mi aveva detto già il Dott. Natalini. Successivamente conobbi il fratello di Fabio Gregori di nome Enrico, che mi divenne amico soltanto dopo il conflitto iniziale durato alcuni mesi! Fu proprio lui, credo, a volere che, accanto al Prof. Angelo Fiori del Policlinico Gemelli, ci fosse in contrapposizione a me un altro di uomo di scienza laico dell’Università La Sapienza, perché temeva che il Vescovo, servendosi di una Università Cattolica, tendesse ad occultare la verità. Non conosco quasi per niente l’altro fratello Gianni, se non per averci parlato qualche rara volta in maniera molto superficiale. Fabio Gregori parlò, soltanto dopo le lacrimazioni, di alcuni altri fenomeni che sarebbero accaduti a casa sua ed anche di un’altra Madonnina simile a quella che aveva lacrimato lacrime di sangue, la quale avrebbe cominciato fin da quel tempo ad essudare una specie di olio profumatissimo. Ma, io, con il mio solito scetticismo, ho sempre cercato per diversi anni di snobbare la cosa. Soltanto qualche anno addietro, trovandomi davanti alla piccola grotta dove era sita la Madonnina, vidi sull’altra statua questa essudazione; stranamente tutto gocciolava di questo liquido che sembrava olio: l’intera grotta, l’albero sovrastante e le rose che circondavano la grotta. Successivamente ne feci raccogliere una fialetta, per affidarne l’esame scientifico al Prof. Fiori, il quale, in un primo momento mi rispose che non valeva la pena di perdere altro tempo in questa cose. Tanto - commentò lo scienziato - il mondo non avrebbe creduto a nulla. Poi, lo stesso Prof. Fiori, mi mandò una relazione, in cui mi diceva di aver fatto gli esami,con questo risultato: non si tratta di olio, ma di un’essenza, il cui DNA non era né di natura umana, né di natura animale; probabilmente di natura vegetale, contenente moltissimi profumi. Non so francamente perché la stampa ignori questo fenomeno, anche se a Civitavecchia conoscono la cosa. Credo, però, che il fenomeno sia stato fatto conoscere dalla BBC, perché questa famosa emittente televisiva internazionale (erano tutti protestanti inglesi), riprendendo il luogo dove erano accadute le lacrimazioni, si vide davanti all’improvviso questa essudazione che letteralmente traumatizzò (così mi raccontarono) gli operatori, i quali non volevano credere ai loro occhi. Il fenomeno si verifica molto spesso, ma soprattutto nelle Feste del Figlio (Natale, Pasqua, ecc.) e nelle Feste di Maria (eccetto il giorno dell’Addolorata). Tutti sanno, ma nessuno ne parla; non so il perché di questa specie di «congiura del silenzio», come lei la chiama. Neppure io personalmente, a dir la verità, riesco a comprendere questa specie di mistero. Forse, non sarebbe male che qualche persona esperta in materia ci dicesse qualcosa. Come Vescovo, infatti, non avrei nessuna difficoltà a far accedere in loco qualche persona seria che volesse studiare il fenomeno.

4. Personaggio chiave, nonostante l’età infantile al tempo dell’evento (cinque anni), è Jessica Gregori, la prima ad accorgersi della lacrimazione della Madonnina. Che cosa pensa di poter dire di lei, senza svelare eventuali segreti o ferire la sua sensibilità?
Quanto a Jessica Gregori, la ragazza che, al tempo delle lacrimazioni, aveva appena cinque anni e mezzo, allora personalmente dapprima neppure la volli interrogare e perché ero scettico sul fenomeno ed anche perché ritenevo che ella ripetesse come un pappagallo una lezione imparata a memoria. Stranamente, però, ogni qualvolta mi parlava della «sua Madonnina» (così la chiamava) mi si stringeva al collo e piangeva a lungo. Questo atteggiamento sarebbe proseguito per parecchi anni.
Quello stesso anno venne da me altre quattro volte nei mesi di settembre, ottobre, novembre e dicembre. Il padre la portava con sé in braccio; poi, chiedeva al papà di lasciarla sola con me, pregandolo di allontanarsi fuori. Mi si avvicinava, dicendomi: «Chinati (io ero seduto), perché la Madonna ti manda un messaggio che soltanto tu devi sapere». Mi raccontava naturalmente di come vedeva la Madonna. Ricordo di averla trattata sempre in maniera piuttosto rude, dicendole: «Ma va’, chi ti ha detto di raccontarmi queste frottole?». La piccola, allora si metteva subito a piangere, dicendomi fra le lacrime: «Lo sapevo che non ci avresti creduto, ma quella “Ragazza” (così le sarebbe apparsa la Madonna), mi ha detto: devi dire al vescovo, allora, di scrivere le cose che gli racconti, altrimenti avrebbe potuto dimenticare». Io, a dire la verità, non scrissi mai nulla, in quel periodo, nel mio Diario; lo avrei fatto soltanto nel mese di gennaio del 1996, pensando ad uno degli ultimi messaggi che, riguardando la piccola stessa e me, mi fece riflettere. Oggi, posso affermare che il contenuto di quei messaggi, purtroppo, successivamente si sarebbe rivelato esatto. Ne parlai con qualcuno, ma per ora non posso dire con chi. La bambina di allora ricorda perfettamente il contenuto di quei messaggi, anche se non ne comprendeva il vero significato di alcune espressioni. Ovviamente ella, secondo la consegna ricevuta allora da quella Ragazza (che, secondo la piccola sarebbe stata la Madonna) è tenuta al segreto. Potrebbe dire soltanto, qualora fosse interrogata, che tra lei e il vescovo ci sono dei segreti, di cui lei, però, non può parlare.
Oggi, posso dire che Jessica mi sembra una ragazza molto semplice e sincera, ma che allora, pur avendo soltanto cinque anni e mezzo, parlava come una piccola donna; tanto è vero che, dentro di me, stento tuttora a credere che, a quell’età, abbia potuto dirmi certe cose. Posso aggiungere che ella non ha mai parlato di quei segreti, neppure con il suo confessore. Ella ricorda benissimo gli stessi segreti, come ho potuto constatare, interrogandola di recente.

5. Quali persone, laiche od ecclesiastiche, l’hanno aiutata a fare discernimento e a convincerla che l’evento era un fatto reale, umanamente inspiegabile?
Che fosse un fatto reale, umanamente inspiegabile, lo avrei compreso da solo, quando la Madonnina ha pianto fra le mie mani, pur sapendo dai risultati degli esami scientifici che la piccola statua non conteneva aggeggi di sorta che potessero farla piangere. Da me stesso certamente, non avrei mai accettato di rischiare di morire dallo schianto e di subire il tremendo choc che mi avrebbe lasciato quasi tramortito.
Sulla natura dell’evento, a fare discernimento, come lei dice, mi avrebbero indirettamente aiutato soltanto due persone che, forse, aspettavano già questo segno, ma di cui per ora non posso fare neppure il nome (chi vuol capire capisca; un giorno, però, parleranno i miei diari). Ciò non significa che tutto mi sia chiaro. Mi trovo, infatti, di fronte ad una specie di matassa che lentamente si dipana.

6. Che cosa pensa del comportamento della magistratura? Perché ha archiviato il processo?
Qualcosa di strano, a mio avviso (ma lo comprendo soltanto ora) ha indotto la Magistratura a commettere certi errori, come, ad esempio, il rifacimento di tutte le analisi precedentemente fatte anche alla loro presenza; l’aver voluto affidare alla Criminalpol l’esame di un DNA che, alla fine è risultato incompleto, perché scientificamente parlando in quei cinque «polimorfismi» da essa scoperti, ci saremmo rientrati tutti; il sequestro della piccola statua, che ha fatto gridare al mondo che la Madonnina era stata tratta in arresto; la «sentenza finale» in cui tutti i testimoni, pur essendo molti di loro personalità di primo piano ed anche «non credenti» o si sarebbero tutti ingannati oppure si potrebbe trattare di un fenomeno soprannaturale, in cui essa non è competente, ecc. In realtà il processo è stato archiviato, perché non sono emersi inganni da parte delle persone sospettate di «associazione a delinquere» e di ricorso alla «credulità popolare» a scopo di lucro. Personalmente non sono stato mai indagato ma non conosco la ragione. Forse, però, i miei telefoni sono stati tenuti sotto controllo per molto tempo.

7. Come valuta il lavoro della Commissione teologica da lei istituita? La conclusione della sua indagine, al di là della legittima diversità di pareri, è stata positiva o negativa?
Circa la Commissione teologica per l’accertamento delle lacrimazioni, debbo dire anzitutto che essa è stata costituita dal sottoscritto certamente non «ad usum delfini»; l’aver fatto ricorso ad elementi quasi tutti non diocesani ed anche di ben noti docenti delle Università pontificie romane, sta a dimostrare che il vescovo non aveva alcun interesse a qualunque risultato. Nessuno dimentichi che quella Commissione ha fatto fuori me stesso ed altri due elementi (tra cui il Laurentin e l’allora parroco di S.Agostino Don Baldini, probabilmente perché dimostravano esternamente di credere alla soprannaturalità dell’evento). Personalmente, quando mi sono accorto dello scetticismo di quasi tutti i componenti, ne ho goduto perché, in fondo erano sulla mia linea.
La cosa più strana, però, ancora è la seguente: quando ho avuto tra le mani il risultato del lavoro fatto dalla Commissione (nessuno forse ci crederà) non ho letto per niente il contenuto, perché, essendo per molti mesi sotto lo choc subito, istintivamente tendevo a «rimuovere» ogni riferimento alla Madonnina. Per necessità di cose ho dovuto leggere ai giornalisti quel risultato, soffermandomi soltanto alla prima espressione. Ad esempio: «negativo, dubitativo, sospensivo, non contrario, affermativo » e basta. Successivamente, però, quando sono uscito lentamente dallo choc, mi sono accorto che sostanzialmente tutti avevano dato voto positivo in ordine alla mia domanda circa la verità delle lacrimazioni, ma anche l’unico voto negativo, avrei potuto sottoscriverlo anch’io, perché dice testualmente così: «Non ci sono argomenti per affermare che il fenomeno rivesta le caratteristiche di un intervento soprannaturale». Parimenti il voto sospensivo di un noto teologo: «Ritengo di non poter esprimere un parere positivo né in un senso né nell’altro» (circa la soprannaturalità). Cinque su dieci, invece, esprimono (non richiesti dal sottoscritto) parere positivo sulla soprannaturalità del fatto. Sempre, a mio avviso, mi domando tuttora: ma questi, allora, come hanno fatto ad esprimere un parere positivo addirittura sulla soprannaturalità dell’evento, quando è risaputo che su argomenti del genere è necessario sapere attendere, la cautela, ma soprattutto i frutti spirituali, secondo la ben nota espressione evangelica: «Dai loro frutti li riconoscerete» (Mt 7,16; Lc 6,44). Neppure i grandi mistici si pronunciano subito su queste questioni, anche perché essi stessi sottomettono sempre le loro rivelazioni al pensiero della Chiesa.
Probabilmente, anch’io sotto choc, forse non sono stato molto chiaro nel formulare ai membri della commissione la domanda iniziale, ma in tal caso, mi meraviglio come gli stessi membri della Commissione non mi abbiano aiutato a farmi comprendere che essi non avrebbero potuto esprimersi sulla soprannaturalità del fatto, senza prima attendere i frutti. Ma gli stessi membri probabilmente non avranno capito che il Vescovo era vittima di un profondo choc.
La conclusione della mia indagine, quindi, è stata più che positiva; ma, per arrivare a questa conclusione, ho impiegato molti anni.

8. È vero che il clero di Civitavecchia-Tarquinia ha chiesto di affidarsi ufficialmente a Maria? Quali sono state le motivazioni?
È vero: il clero di Civitavecchia, nella sua quasi totalità, ha chiesto di fare un «atto di affidamento alla Madonnina». La cosa è avvenuta alla conclusione del Grande Giubileo del Duemila, che per necessità di cose si è svolta nel grande tendone di S.Agostino. Alla fine della Concelebrazione Eucaristica, cui partecipava tutto il clero della diocesi, tre sacerdoti, dopo la Comunione, sono venuti a dirmi: «Le chiediamo di fare atto di affidamento alla Madonnina»; al che io risposi: «alla Madonna?». No, essi ribatterono, «alla Madonnina». Quali siano state le motivazioni, tuttora non lo so o meglio non lo posso dire, perché neanche essi lo sanno.

9. Certamente in questi 10 anni non le sono mancati dolori ed incomprensioni. Qual è stata la sua sofferenza più acuta?
Non posso negare che ci siano stati dolori e incomprensioni, ma di questo argomento ritengo opportuno non parlare. La sofferenza più acuta è stata la quasi completa emarginazione da parte dei miei confratelli vescovi; molti di essi, infatti, neppure mi rivolgevano più il saluto; forse mi ritenevano non più sano di mente e comunque mi trattavano come un ammalato, dal quale tenersi lontano. Non tutti ovviamente; c’erano, infatti, anche di quelli che si avvicinavano all’orecchio per chiedermi di pregare per loro la Madonnina.
Sta di fatto, ad esempio, che eccetto i primi tempi (allorché ero sotto choc) sentivo il bisogno di scaricare la tensione, accettando anche di parlare alla televisione, ma ripetendo sempre come una specie di filastrocca, senza mai tradirmi sulle cose più importanti. Soltanto in quel periodo di choc ho accettato di rispondere ad una intervista, da cui è stato tratto qualche libro, di cui ho avuto in omaggio un centinaio di copie, regalandole alla parrocchia di S.Agostino e non accettando mai un soldo. Devolvevo, infatti, tutto al parroco di S.Agostino, il quale è stato sempre controllato da un’apposita Commissione diocesana, composta di elementi della Curia vescovile e da due laici di quella parrocchia. Con i soldi ricavati complessivamente dalla parrocchia (oboli vari) è stato costruito il grande tendone e retribuiti i sacerdoti confessori.

10. La sua più grande gioia?
Le gioie sono un fatto dell’anima, derivanti soprattutto dalla tranquillità della mia coscienza e dallo sforzo continuo di essere fedele al Signore e al mio sacerdozio.

11. Dal punto di vista pastorale, quale compito ha svolto e svolge la Madonnina di Pantano?
«Pantano» (si chiama così dove ha lacrimato la Madonnina) è diventato un vero e proprio luogo di evangelizzazione. Passato il clamore iniziale ed il tentativo di strumentalizzare l’evento da parte di sacerdoti e laici, oggi la gente accorre, in maniera composta e più che devota, da ogni parte del mondo. È gente che viene anche dalle più lontane isole del Pacifico e dall’Oceano Indiano, dai Paesi più poveri dell’America Latina e di ogni Continente unicamente per piangere i propri peccati, per confessarsi, per ritrovare la fede perduta, per domandare qualche grazia. Attualmente ci sono cinque confessori che, quasi ogni giorno, alternandosi, ascoltano le confessioni dalle ore 10 alle ore 13-14 del mattino e dalle ore 16 alle ore 20 del pomeriggio. Il tutto è condito, quasi ogni giorno da Ore Eucaristiche tradizionali o silenziose. Questi sono i frutti del pianto della Madonnina di Civitavecchia, lasciando da parte i vari pellegrinaggi cui partecipano migliaia di civitavecchiesi, i quali utilizzano questo luogo anche per la loro confessione sacramentale.

12. Quali sono le sue speranze per l’accoglienza del messaggio delle lacrime di sangue della Madonnina nel futuro?
A questa domanda, purtroppo, non so rispondere. Non conosco affatto i futuribili. E, poi, non è meglio affidarsi soltanto alla volontà di Dio, convinto come sono che i tempi di Dio e della Madonna non corrispondono alle nostre vedute? Essi non hanno l’orologio come noi e non hanno mai la fretta come noi, sapendo aspettare i momenti più opportuni. Una cosa è certa che la Madonna, come suo Figlio, vuole tanto bene all’umanità. Non mi sento di aggiungere altre considerazioni, che rimangono in gran parte nel mio cuore e nel mio Diario.