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Messaggio del 1 gennaio 2024:Grazie perché avete risposto alla mia chiamata e avete pregato per le mie intenzioni. Non vi pentirete né voi né i vostri figli, né i figli dei vostri figli.

Madonnina delle Lacrime di Civitavecchia: fatti connessi all’evento delle lacrimazioni

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FATTI CONNESSI ALL’EVENTO DELLE LACRIMAZIONI

Il fatto delle lacrimazioni suscita una serie di reazioni e di eventi che cerchiamo di esporre in maniera ordinata e sintetica. Il giorno immediatamente seguente la prima lacrimazione il parroco di S. Agostino, don Pablo Martín, informa dell’evento il Vescovo, e il giorno dopo (4 febbraio) gli consegna una lunga e dettagliata relazione.
Comincia un grande afflusso di curiosi e visitatori.
Una donna scalmanata tenta con violenza di levare con le dita il sangue della statua e di romperla; le viene impedito, ma di fronte a questa situazione si fanno intervenire le Forze dell’Ordine e si cerca di proteggere la statuina con un vetro. Il gesto di questa donna è come una premonizione di quanto accadrà in seguito. Da diverse parti si cercherà di distruggere la statuina, di negare la verità dell’evento, di perseguitare i protagonisti, di far tacere in qualche modo la portata spirituale del «segno».
Il 5 febbraio (domenica) sono presenti molti giornalisti. La notizia viene data anche dalla Radio e dalla Televisione. Le persone che accorrono per vedere l’evento ormai sono migliaia. Il Vescovo chiede a don Pablo di contattare qualche medico di fiducia per verificare se il liquido sia effettivamente sangue o altro. Viene contattato il Dott. Umberto Natalini, il quale con il Dott. Graziano Marsili, ematologo del Centro Diagnostico Europa, verso mezzogiorno, si reca in casa Gregori. Alla presenza delle Forze dell’Ordine viene effettuato un primo prelievo del rivolo più lungo sul petto e sul posto stesso si effettuano le prime analisi e controanalisi. Il risultato è: «Liquido biologico», cioè sangue. Durante queste operazioni i funzionari della Pubblica Sicurezza Giudiziaria redigono un verbale.
La mattina del 6 febbraio, all’alba, Fabio vuole portare la statuina in chiesa perché sostiene di aver udito una voce che gli diceva: «Portala in chiesa, vuole andare da suo figlio». Don Pablo in un primo tempo si oppone, perché accoglierla in chiesa sarebbe come dare un riconoscimento ufficiale che ancora non c’è, ma in un secondo momento accetta di prenderla e di tenerla in casa. Fabio prende la statuina e scortato dalla Polizia la porta a S.Agostino e la consegna a don Pablo.
Il Vescovo, avvertito, ordina al parroco di non tenere presso di sé la Madonnina e di restituirla ai proprietari. La statuina viene affidata a Gregori Enrico il quale accetta l’incarico di custodirla solo a patto che nessuno dei familiari venisse a conoscenza del fatto. La cosa rimase segreta fra il parroco ed Enrico che conservò la statuina prima nella soffitta della propria abitazione e poi in una carrozzina per bambini all’interno dello sgabuzzino di casa.
Il 7 febbraio, alle ore 18.00, i coniugi Fabio e Annamaria, insieme ad Enrico e Don Pablo, si recano dal Vescovo. Si parla di «analisi». I Gregori fanno presente che essendo la statuina di proprietà della famiglia, alle analisi doveva essere presente uno dei familiari e che avrebbero dovuto essere svolte da una Università laica.
Il 9 febbraio, nel pomeriggio, i Gregori consultano un legale per vedere che cosa fare, ma la sera Fabio sente ancora una voce misteriosa ed imperiosa che gli dice: «Mi stai tradendo, la devi portare in chiesa». Si reca tutto agitato dal parroco e gli dice: «Dobbiamo consegnarla al Vescovo, dobbiamo portarla alla Chiesa». Viene fissato un appuntamento con il Vescovo per l’indomani mattina.
Il 10 febbraio, alle ore 8,30, la statuina viene consegnata al Vescovo, il quale la sottopone ad un breve rito esorcistico accertando l’assenza di presenze demoniache. Nel pomeriggio mons. Grillo con il Dott. Marco Di Gennaro, Primario cardiologo dell’Ospedale di Civitavecchia, porta la statuina al Policlinico Gemelli di Roma per l’esame radiografico e il prelievo del sangue. In serata la Madonnina viene riportata a Civitavecchia nella casa del Vescovo.
L’11 febbraio, in mattinata, il Vescovo telefona a don Pablo per dirgli di comunicare che ai primi esami i Professori avevano escluso che vi fossero strumenti o marchingegni all’interno della statuina. Il liquido era veramente sangue umano e non poteva essere prodotto dal materiale della statua. Quindi sarebbero andati oltre con gli esami. Don Pablo comunica immediatamente la notizia ai Gregori.
Il 28 febbraio dai Professori Angelo Fiori e Giancarlo Umani Ronchi vengono consegnati a mons. Grillo i risultati delle analisi effettuate sul sangue della statuina. Dopo una descrizione minuziosa degli esami effettuati e delle tecniche usate vengono presentate le seguenti conclusioni:

Le tracce di apparenza ematica riscontrate sul volto e sul collo della statua della Madonna sottoposte al nostro esame sono risultate TRACCE DI SANGUE UMANO MASCHILE. L’esame macroscopico e radiologico della statua non ha evidenziato la presenza di anomalie all’infuori delle tracce ematiche.
I risultati importanti quindi sono due: prima di tutto per quanto riguarda il sangue si tratta di «sangue umano maschile (XY)»; in secondo luogo, circa l’esame radiologico della statuina non sono risultate al suo interno strutture o apparecchiature o cavità, pertanto viene escluso ogni trucco interno.
La Magistratura, che nel frattempo ha avviato un procedimento penale nei confronti di Fabio Gregori, non fidandosi dei risultati già acquisiti dai due scienziati di fama internazionale delle Università di Roma, affida le indagini alla Criminalpol, la quale, nella persona del Dott. Spinella, il giorno 28 marzo, effettua un prelievo del sangue sulla statuetta. È presente il Prof. Umani Ronchi, invece è assente Prof. Fiori che arriva in ritardo. La Magistratura incarica il Policlinico Gemelli di controllare la statua con la T.A.C., a completezza delle indagini radiologiche già effettuate.
Durante il prelievo di sangue il Prof. Umani Ronchi si accorge che la situazione del sangue sulla statuina era diversa da come l’aveva lasciata nel precedente prelievo e costringe quindi il Vescovo a raccontare il fatto della nuova lacrimazione avvenuta nella sua casa.
Si viene ben presto a conoscere che la Criminalpol conferma le precedenti analisi (sangue umano), mentre la T.A.C. effettuata al Gemelli conferma la non esistenza di alcun marchingegno all’interno della statua. La relazione asserisce che la statuetta raffigurante la Madonna trasportata da mons. Girolamo Grillo, Vescovo di Civitavecchia, è stata sottoposta ad un esame T.A.C. con n° 43 scansioni con il seguente risultato: La statua a tutti i livelli è risultata solida, priva di cavità centrale e analizzata in varie sezioni presenta alcune bolle irrilevanti conseguenza delle modalità utilizzate nella preparazione della stessa statua.

Il 5 aprile il Vescovo rivela al TG1 delle 20,00 che la statuetta ha «pianto nelle sue mani» il giorno 15 marzo alle ore 8,15. Annuncia anche che il Venerdì Santo, alle ore 15,00 si sarebbe svolta una processione per riportare la statuetta nella chiesa di S.Agostino. Il perché di questo annuncio si spiega dal fatto che il Vescovo era venuto a sapere che la Magistratura aveva deciso, inspiegabilmente, di sequestrare la statua. Per impedire che tutto questo avvenisse pensa che se avesse confermato pubblicamente la verità della lacrimazione nelle sue mani e anticipato la restituzione della statuetta al suo luogo naturale, avrebbe impedito il sequestro di un oggetto di culto.
Nonostante l’annuncio del Vescovo, il 6 aprile la Magistratura, con la scusa di procedere a ulteriori sofisticate indagini radiologiche (dalle quali non vengono riscontrate cavità o trucchi), non fidandosi neppure della T.A.C. del Gemelli, procede al sequestro della statuetta la quale viene chiusa in un armadio della casa del Vescovo e sigillata. L’impressione che questo gesto suscita nei fedeli e nel mondo è enorme. Una statuina di gesso fa «paura» e quindi va neutralizzata, arrestata, sottratta alla devozione dei fedeli. Ma il risultato è che l’immagine della Madonna viene esaltata e la Magistratura non ci fa certo una bella figura. Il Vescovo, profondamente addolorato per l’accaduto, invita la popolazione ad avere pazienza e ad attendere, nella preghiera e nel silenzio, con fiducia che tutto sarebbe stato chiarito nell’interesse della verità per il bene della Chiesa e del suo popolo.
Mentre la statuina delle lacrimazioni è tenuta sotto sequestro, il 10 aprile il Cardinale Andrej Maria Deskur, intimo amico del Papa Giovanni Paolo II, si reca a Civitavecchia, partecipa a una veglia di preghiera in cattedrale e, tramite don Pablo, regala alla famiglia Gregori una statuetta identica a quella delle lacrimazioni.
In seguito in questa nuova immagine della Madonna si verificheranno fenomeni non spiegabili naturalmente e testimoniati da centinaia di fedeli.
Finalmente, il 18 aprile viene dissequestrata la Madonnina; tolti i sigilli all’armadio ed effettuati i rilievi fotografici, la statua viene restituita al Vescovo16. Il dissequestro è avvenuto dopo che l’Avv. Forestieri aveva presentato, al Tribunale per la libertà, istanza di revoca del provvedimento di sequestro «perché ingiusto, palesemente illegittimo e lesivo dei diritti del sig. Gregori Fabio».
Il 17 giugno (sabato), la Madonnina, con una solenne processione, alla quale partecipa una grande folla di fedeli, viene portata nella Parrocchia di S.Agostino e posta in una nicchia appositamente preparata.
Da questo momento comincia un incessante afflusso di pellegrini. Si registrano molte conversioni, e vengono segnalate innumerevoli grazie ricevute per intercessione della Madonna.