Pur non rientrando nei limiti e negli interessi di questo studio i
analisi dell'attività personale di Bruno Cornacchiola, e utile
accennare a quanto egli ha compiuto in relazione alla sua condizione
di veggente, ai fini di una più ampia comprensione del
fenomeno delle Tre Fontane.
Negli anni immediatamente successivi
all'apparizione, la sua presenza alla grotta era pressoché
costante, ma non risulta alcuna sua iniziativa relativa alla
promozione del culto alla Vergine della Rivelazione, in ossequio a
quanto ordinatogli dall’autorità ecclesiastica.
I
giornali lo avevano reso un personaggio molto popolare, sottolineando
il rovesciamento verificatosi nella sua esistenza ed esaltando il
contrasto fra la sua vita precedente e l’attuale, risultando
alla fine un meschino individuo immeritatamente fatto oggetto del
favore divino.
Indubbiamente la sua caratteristica più
deprecata era quella di aver fatto parte della «setta degli
avventisti» e di essere stato un «persecutore della
Chiesa».
Il fattorino dell'Atac, che ha abitato ancora per
molti anni in uno scantinato al quartiere Appio, si sentiva investito
di una missione da svolgere con l’irruenza del neofita. La sua
prima realizzazione è stata l’opera una associazione
catechistica che è andata modificando finalità e
strutture nel corso degli anni.
Così la descrive lo stesso
Cornacchiola al card. Traglia nel 1956:
Nel settembre del 1947,
cioè sei mesi dopo la mia conversione, ascoltai il discorso
che il Santo Padre fece agli uomini dell’A.C.I. e mi colpirono
alcune frasi che mi incoraggiarono a far quel che già pensavo
di fare, dopo l’apparizione, una organizzazione Catechistica,
per la conversione dei Comunisti e Protestanti. Difatti il 12 aprile
1948, con l’aiuto di Dio e della Vergine cara,formai lo Statuto
per l’organizzazione, che chiamai SACRI.
La sua
diffusione avvenne soprattutto in alcune borgate di Roma,
particolarmente in quella di Montesecco, agglomerato di recente
formazione e caratterizzato da una diffusa povertà e
analfabetismo. L’assistente ecclesiastico era mons. Castolo
Ghezzi, dell’Elemosineria Apostolica, la cui devozione alla
Madonna delle Tre Fontane non era gradita all’autorità
ecclesiastica. In effetti gli fu ingiunto più volte di non
recarsi alla grotta dell’apparizione e di non tenere alcun
rapporto col veggente e la S.A.C.R.I., pena la perdita della
cappellania di cui era titolare. Sono esempi significativi del
difficile rapporto tra Cornacchiola e le autorità ecclesiali,
le quali avrebbero preferito un suo maggior nascondimento,
inconciliabile del resto con l’impegno che aveva scelto. Di
diversa genesi era l’attività di testimone della propria
conversione, alla quale fu chiamato dai vescovi di numerose diocesi,
anche fuori d’Italia. È da ritenere che non fosse
contrario Pio XII, per quanto ciò non possa essere
documentato.
Evidentemente l’apparizione delle Tre Fontane
non era rimasta senza un diffuso consenso, soprattutto quando questo
poteva essere espresso senza impegnare direttamente il magistero
della Chiesa. Secondo ciò che il veggente raccontò
alcuni anni più tardi, in occasione della consegna del pugnale
a papa Pacelli, egli avrebbe ricevuto una solenne investitura
riguardo alla sua attività di apostolo itinerante del
cattolicesimo:
...Santità, domani andrò
nell’Emilia rossa. I Vescovi di lì mi hanno invitato a
fare un giro di propaganda religiosa. Devo parlare della misericordia
di Dio, che mi è stata manifestata attraverso la Santissima
Vergine. - Bene, bene! Sono contento! Và con la mia
benedizione nella piccola Russia italiana! -
Numerosi
dunque i vescovi che hanno creduto nell’apparizione occorsa
alle Tre Fontane ed anche nella capacità del fattorino romano
di giovare alla vita spirituale di coloro ai quali si rivolgeva con i
suoi discorsi.
Qualcuno di essi ha addirittura coltivato una certa
familiarità col Cornacchiola, legandosi a lui attraverso
piccoli, ma significativi gesti. Fra questi l’allora
Arcivescovo di Ravenna Giacomo Lercaro, che così scriveva al
veggente nell’aprile 1951:
Debbo ringraziarla ancora
tanto del piacere procura tomi di amministrare i due grandi
Sacramenti della Prima Comunione e della Cresima al piccolo
Gianfranco e della gioia che ebbi nel trovarmi con loro e soprattutto
nel portarmi con loro alla grotta dell’Apparizione. Dica a
Gianfranco che preghi tanto la Madonna per me: ormai egli ha con me
un debito grande, avendogli dato lo Spirito Santo .
Vi è
poi il vescovo di Ales Antonio Tedde, che è forse il religioso
che più manifestamente ha testimoniato la sua adesione
all’apparizione romana. Egli ha fatto erigere a San Gavino una
chiesa intitolata alla Vergine della Rivelazione, scrivendo una
lettera pastorale in occasione della sua inaugurazione nel 1967:
Con
profonda gioia e commozione di Padre e Pastore della Diocesi, Noi vi
comunichiamo che la nostra diletta Diocesi ha il privilegio di avere
la prima Chiesa dedicata alla Vergine Immacolata col titolo di «
Vergine della Rivelazione»
Spesso il Cornacchiola fu
invitato a parlare della sua conversione, capace di attirare
l’interesse e la curiosità della gente.
Le sue
confessioni pubbliche sono state alcune migliaia, svolte
prevalentemente in provincia e in occasione di festività
mariane. Il racconto dell’esperienza delle Tre Fontane, della
quale taceva il contenuto del messaggio, costituiva di per sé
un efficace richiamo per quanti erano indifferenti od ostili al
cattolicesimo, nonché la trasmissione di una esperienza
tangibile del sacro, che avrebbe dovuto rafforzare la fede dei
presenti:
Fratelli, io non vi ho detto questo per mettervi uno
contro l’altro; i fratelli separati cerchino di istruirsi
meglio e rientrino nella Chiesa [..]. Ve lo dico con tutto il cuore e
tenetelo a memoria quando vi parleranno, domandate se conoscono
questi tre punti bianchi, questi tre punti che uniscono il cielo e la
terra: l’Eucarestia, l’Immacolata e il Papa.
Nella
generale atmosfera di crociata a sostegno della civiltà
cristiana, le parole del veggente delle Tre Fontane dovevano
contribuire a serrare le file intorno alla Chiesa cattolica,
riparandola da quelli che erano considerati gli avversari del
momento: il comunismo ateo e la propaganda protestante:
La
conferenza del sig. Cornacchiola, sono certo, ha fatto del bene,
infatti il segretario del P. Comunista ha rinunciato al partito
consegnandomi la tessera e chiedendo di rientrare nelle file dei
buoni, da cui dieci anni prima si era allontanato... I discorsi
del veggente, che non era granché istruito, non risultavano
violenti, essendo concentrata la loro valenza pedagogica nel racconto
della sua vita:
Dalle ore 19 alle ore 20,30 di ieri in un’aula
delle suore Sacramentine, il tranviere Cornacchiola Bruno ha tenuto
una conferenza sul tema “La Verità”. L ‘oratore,
dopo aver rievocato il suo passato protestante, ha narrato
dell'apparizione della Madonna avvenuta tre anni or sono in località
Tre Fontane. Hanno partecipato 400 persone. Nessun
incidente.
Cornacchiola era invitato, come visto, anche da
istituti religiosi, ma la gran parte delle confessioni si teneva
nelle piazze dei paesi, essendogli stato proibito di parlare in
luoghi consacrati. Dall’analisi delle centinaia di lettere di
richiesta per una conferenza del veggente, emerge però che la
maggior parte delle motivazioni addotte riguardano il mero incremento
della devozione alla Madonna, di cui Cornacchiola era ritenuto un
apostolo. Fra i vescovi più preoccupati per la diffusione del
protestantesimo, si notano quelli delle diocesi di Trani, Ivrea,
Benevento, Teggiano, Sessa Aurunca, L’Aquila e Modigliana:
Tre
sono i luoghi ove bramerei facesse sentire la sua parola: qui a
Modigliana, dove fanno propaganda i Figli di Geova e gli Avventisti;
a Dovadola, dove da molti anni son famiglie Valdesi; e a Marradi,
centro nevralgico fra la Romagna e la Toscana, dove pure vi sono
stati tentativi di propaganda protestante.
Le relazioni
sui discorsi del veggente, che venivano puntualmente spedite al papa,
evidenziano spesso una ritenuta capacità del Cornacchiola di
produrre benefici spirituali negli uditori, come recuperi della fede
o acquisizioni di alcune virtù cristiane.
Un giovane, ad
esempio, recatosi alle Tre Fontane dopo aver ricevuto la cresima,
scrive sull’Albo d’Oro della sua conversione «dal
materialismo ateo, per intercessione della Vergine della Rivelazione
e attraverso la parola Catechistica dell’apostolo Mariano Bruno
Cornacchiola».
L’attività del veggente veniva
talvolta ripresa dai giornali, soprattutto quelli locali, che ne
parlavano positivamente. Un cappuccino tedesco pubblica in Germania
una confessione del veggente tenuta ad Assisi nel dicembre 1955,
dipingendo il tranviere come un acceso comunista tornato alla
verità:
Es ist sein innigster Wunsch, dab an seinem
Bekenntnis vielen die Augen iber die wirklichen Ziele un die
ungeheuere Gefahr des Kommunismus, dem er selber lange Jahre
fanatisch ergeben war, aufgehen miichten. Alle aber sollen “den
Anruf der heiligsten Jungfrau und den letzten Ruf der Barmherzigkeit
Gottes hòren.
Quella di testimone itinerante è
stata un’attività nella quale il veggente delle Tre
Fontane ha impegnato il resto della sua esistenza, un’opera
defatigante e mai remunerativa, ma condotta con l’onestà
di chi è stato prossimo al Cielo.
Da ultimo, bisogna
considerare l’elezione del fattorino dell’Atac a
consigliere comunale nelle elezioni amministrative di Roma del 1952,
cosa che sembra in contrasto con una certa iconografia del veggente,
che lo vorrebbe estraneo alle faccende temporali.
In base a quanto
riferito da Bruno Cornacchiola, sarebbe stato l’avvocato
Giuseppe Sales, presidente dell’azienda tranviaria e segretario
politico della d.c. romana, a proporgli l’avventura
elettorale.
Fu chiesto al pontefice se convenisse «mettere
nella lista dei candidati [...] il sig. Bruno Cornacchiola» e
Pio XII rispondeva «d’interrogare in proposito il p.
Rotondi, che evidentemente non fu contrario. Sono note le
preoccupazioni di padre Lombardi e dello stesso papa, circa la
concreta possibilità di avere un sindaco comunista a Roma, ed
il ricorso a questa candidatura non tecnica, doveva servire a
raccogliere le preferenze dei devoti delle Tre Fontane, più
che a garantire la presenza di un cristiano in Campidoglio.
Da
alcuni rapporti di polizia risulta che il fattorino dell’Atac
fece alcuni comizi insieme al più noto Enrico Medi:
Oggi
si è tenuto un comizio al Largo Massimo da parte della D.C.
alla presenza di 8000 persone, oratore on.le Medi e sig. Cornacchiola
Bruno.
Sul «Popolo» del 16 maggio veniva così
presentato agli elettori:
...Fattorino dell’Atac, dove
entrò in qualità di pulitore manovale nel 1939. Ebbe
una gioventù assai tormentata, avverso alla religione
cattolica, nel 1942 abbracciò il Protestantesimo, che lo
nominò Direttore della Gioventù Missionaria. Forte
della esperienza negativa in questo campo d’attività,
maturò man mano i fermenti interiori, che lo portarono
decisamente ad abbracciare il cattolicesimo, di cui divenne un
militante devoto e appassionato. La sua parola è desiderata in
molte parti d’italia ed egli la prodiga con costante dedizione
e generosità. In Campidoglio rappresenterà degnamente
le migliaia di lavoratori dell'Atac.
Cornacchiola risultò
alla fine sedicesimo fra i candidati democristiani, ben al di sotto
dell’ex giocatore della Roma Amadei:
Amadei risultò
secondo, con 17231 preferenze, cioè subito dopo il sindaco
Rebecchini, che ne raccolse 59987; Cornacchiola fu invece sedicesimo
con soli 5383 voti di preferenza, a conferma che, tutto sommato e per
fortuna, in questo campo contano più i furori sportivi che
quelli religiosi di popolo. Naturalmente i due consiglieri
comunalifurono come due meteore nel cielo politico amministrativo di
Roma. [...] Cornacchiola tornò a sedersi al suo posto di
fattorino dell’Atac....
Ed è tornato anche
alla sua attività di testimone dei fatti delle Tre Fontane e
alla associazione catechista S.A.C.R.I., che nel 1972 è stata
eretta in ente morale.
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