MaM
Messaggio del 25 novembre 1993:Cari figli, vi invito a preparavi in questo tempo, come mai prima d'ora per la venuta di Gesù. Che il piccolo Gesù regni nei vostri cuori e sarete felici solo quando Gesù è vostro amico. Non vi sarà difficile né pregare, né offrire sacrifici, né testimoniare la grandezza di Gesù nella vostra vita, perché lui vi darà la forza e la gioia in questo tempo. Io vi sono vicina con la mia intercessione e la preghiera. Vi amo e benedico tutti. Grazie per aver risposto alla mia chiamata!

Gennaio 1992: MARIA FA FALLIRE I PIANI DEI NAZISTI

30/06/2016    1922     Medjugorje: gli anni 90    Nazismo  Suor Emmanuel 
?
MESSAGGIO deI 25 Gennaio 1992 . "Cari figli, oggi v'invito a rinnovare la preghiera nelle vostre famiglie, perché ogni famiglia diventi gioia per mio Figlio Gesù. Perciò, cari figli, pregate e cercate più tempo per Gesù, e cosi sarete capaci di accettare tutto: le malattie, le croci anche le più pesanti. Io sono con voi e desidero prendervi nel mio cuore e proteggervi. Non vi siete, però, ancora decisi! Perciò, cari figli, vi chiedo di pregare perché, attraverso la preghiera, mi permettiate di aiutarvi. Cari figlioli miei. pregate perché la preghiera diventi il vostro cibo quotidiano. Grazie per aver risposto alla mia chiamata". 

Eravamo sei figli nella mia famiglia e oggi ognuno, a modo suo, è al servizio della Beata Vergine. Personalmente mi meraviglio ogni giorno, senza sosta, di essere stata messa qui come una sentinella a Medjugorje per collaborare con Lei ai suoi piani. Giungendo qui l'avevo avvertita: "Mi hai scelta? Mi conosci: è a tuo rischio e pericolo!". A dire il vero la mia gioia era profonda e lo è ancora, tanto più che posso constatare che dopo 8 anni mi tiene ancora qui! Ma so bene che le radici di queste predilezioni e di queste grazie mariane risalgono spesso a tempo addietro nelle famiglie. Il rosario in famiglia, che può sembrare pesante in un primo momento, è in realtà una fonte prodigiosamente feconda di benedizione e di protezione per la discendenza.

Come mio fratello Bruno sia scampato tante volte alla morte resta un mistero: gli altri sono scampati a trappole terribili, come per incanto, benché non senza sofferenze. Per quanto mi riguarda, se vi potessi raccontare tutto! Lasciatemi narrare ciò che è successo a mio padre. Era figlio unico e aveva già perso suo padre quando entrò nella Resistenza nel 1940. La sua cellula comprendeva 10 uomini che, in seguito all'aiuto prestato ad un aviatore inglese, furono tutti arrestati dalla Gestapo e trasferiti in Germania. Sua madre è dunque rimasta sola per tre anni senza avere sue notizie. Il regime dei campi di concentramento era inumano e lei lo sapeva; brillava per la sua immensa fiducia nella Madonna e recitava rosari su rosari perché suo figlio ritornasse sano e salvo.

Un giorno le S.S. avevano obbligato i prigionieri del Lager di Hinzert a trasportare dei grossi blocchi di pietra da una cava, per ingrandire il campo. Mio padre era così debole che si reggeva appena in piedi. Aveva scelto un masso piccolo; mentre lo sollevava, il Kapò si è avventato su di lui ingiuriandolo, e gli ha messo sulle spalle un masso enorme. Caduta e impossibilità di rialzarsi.... Mio padre ha compreso che era giunta la sua ultima ora: i cani si sarebbero avventati e le randellate si sarebbero abbattute su di lui... aveva visto tanti compagni morire così! Nella sua disperazione ha gridato, in un soffio, a Maria: "Aiutami!" Allora, come se la legge di gravita improvvisamente obbedisse ad un ordine invisibile, il suo masso di pietra è diventato senza peso! Sembrava un coriandolo! Mio padre ha avuto salva la vita. Un'altra volta, poco prima che gli americani venissero a liberare il lager di Flossenburg nel 1945, i tedeschi avevano deciso di uccidere i prigionieri prima di abbandonare il campo e volevano farlo in modo insolito; le guardie delle S.S. hanno dato ad ognuno un sacchettino d'avena per il viaggio e li hanno fatti partire in fila indiana.

Per strada cadevano dalla debolezza, venivano finiti e poi gettati nella fossa. Pochi sono stati gli scampati. Quando doveva partire con il suo sacchetto d'avena, mio padre si è rivolto di nuovo alla Madonna e ha visto arrivare un Kapò che chiedeva: "Dov'è il dottore?" Volevano averne uno sottomano in caso di necessità. Mio padre era medico: ha potuto cosi restare nella sua cella e poco dopo è stato liberato dagli americani. Della sua squadra fu l'unico sopravvissuto. Lo sento ancora parlare della Beata Vergine a tavola, a casa, quando ero bambina; aveva un dono incredibile per raccontare le storie e a volte dovevo far finta di andare in cucina a cercare qualche cosa, per non mostrare le lacrime che mi scendevano dagli occhi. Un'altra storia molto bella è quella dell'incontro di mio padre con mia madre, il suo primo giorno dopo il ritorno in Germania, grazie ad un nuovo tiro birbone della Madonna (mia madre aveva consacrato a Maria il suo futuro marito e pregava per lui senza conoscerlo!). Ora mio padre è entrato nell'eternità e quando mamma ricorda quel periodo dice: "Grazie Maria, Regina della Pace, per tutto ciò che è successo da quel momento in poi: Bruno, Emmanuelle, Vincenzo, Eric, Maria Pia, Pascal..." La Gospa? L’apostolo Giovanni non si era sbagliato a prenderla con sè!

Fonte: Suor Emmanuel