MaM
Messaggio del 2 settembre 2015:Cari figli cari miei apostoli dell’amore, miei portatori di verità, vi invito nuovamente e vi raduno attorno a me affinché mi aiutiate, affinché aiutiate tutti i miei figli assetati d’amore e di verità, assetati di mio Figlio. Io sono una grazia del Padre Celeste, mandata per aiutarvi a vivere la parola di mio Figlio. Amatevi gli uni gli altri. Ho vissuto la vostra vita terrena. So che non è sempre facile ma, se vi amerete gli uni gli altri, pregherete col cuore, raggiungerete le altezze spirituali e vi si aprirà la via verso il paradiso. Là vi attendo io, vostra Madre, perché io sono là. Siate fedeli a mio Figlio ed insegnate agli altri la fedeltà. Sono con voi e vi aiuterò. Vi insegnerò la fede, perché sappiate trasmetterla agli altri nel modo giusto. Vi insegnerò la verità, perché sappiate discernere. Vi insegnerò l’amore, perché sappiate cos’è il vero amore. Figli miei, mio Figlio farà in modo di parlare attraverso le vostre parole e le vostre opere. Vi ringrazio.

Giugno 1997: UN FRANCESCANO AL PARCHEGGIO

01/07/2016    1550     Medjugorje: gli anni 90    Suor Emmanuel 
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MESSAGGIO del 25 giugno 1997. “Cari figli, oggi sono con voi in un modo speciale e vi porto la mia benedizione materna della pace. Io prego per voi ed intercedo per voi presso Dio, perché capiate che ognuno di voi è portatore di pace. Non potete avere la pace, se il vostro cuore non è in pace con Dio. Per questo, figlioli, pregate, pregate, pregate, perché la preghiera è il fondamento della vostra pace. Aprite il vostro cuore e date del tempo al Signore: che Lui sia il vostro amico. Quando si crea una vera amicizia con Dio, nessuna tempesta può distruggerla. Grazie per aver risposto alla mia chiamata". 

Si era in piena guerra alla fine del 1993. Tutta la regione di Medjugorje godeva di una relativa tranquillità, ma a meno di 100 chilometri da lì la Bosnia era ancora a ferro e fuoco. Non aspettatevi da me una spiegazione sulla situazione di quell'epoca, perché non troverete mai una persona più negata alla politica di me! Quel giorno ero andata alla casa canonica per portare una lettera, quando ho visto un francescano della regione. Stava raggiungendo la sua macchina al parcheggio e sembrava avesse fretta di ripartire. Lo chiamo: - Padre, che gioia vederti qui! Sei ancora vivo, sia lodato Gesù Cristo! - Sestra! Anche tu sei viva, grazie a Dio! - Ci si salutava proprio così fra Croati nel 92-93. "Uno sarà preso, l'altro lasciato..." dice il Vangelo (Mat. 24, 40) e questa guerra ci ricordava in modo drammatico che nessuno e eterno quaggiù. - Dove vai così di fretta? Non dirmi che appena arrivato parti subito! - Sono già in ritardo e devo fare una lunga strada... e anche molto difficile! - Certamente va in soccorso a dei rifugiati in una zona a rischio, mi sono detta preoccupata. ..... la strada dove ti porterà? - Un lungo silenzio pieno di significato fa eco alla mia domanda. - OK se non puoi dirmelo, pregherò per te senza sapere, ci sono abituata, nessun problema! – Il silenzio si prolunga, ma capisco dalle sue sopracciglia corrugate che esita, pesando il pro e il contro. -Ascolta... mi dice abbassando la voce. So che preghi, ti dirò dove vado ma promettimi di non dirlo a nessuno. Se ti chiedono dove sono, non lo sai. E se vedi che non torno... prega per me! - Parti per la Bosnia interna? - Non dimenticherò mai il suo sguardo in quel momento, né il suono della sua voce, né la determinazione di tutto il suo essere.

In poche sobrie parole mi ha rivelato il suo progetto che avrebbe potuto costargli la vita. - Vado a...(ho promesso e mantengo la promessa!) Ci sono già state centinaia di morti. Sono accerchiati da quasi un mese dai musulmani. Non si può più entrare né uscire, non hanno più niente e rischiano di essere sterminati. Sono senza preti, non si può lasciare la gente senza i sacramenti. Ho messo la mano nelle sue, o piuttosto le sue nelle mie. Dopo aver inghiottito parecchie volte, sono riuscita a dire con voce afona: - Come farai ad attraversare le linee nemiche? - Abbozza un sorriso. Avrei dovuto pensarci prima, tutti i francescani di qui sono lottatori in saio. - Sai, è il mio paese, sono nato in quelle terre... c'e' sempre un modo! - La Gospa sarà con te! - Su andiamo! Faccio il pieno e filo via! - Benedicimi prima di partire. - Ha posato le mani sulla mia testa e ha pronunciato la bella formula croata di benedizione che nomina la Regina della Pace, e senza aggiungere altro... è partito.

Ho rivisto questo fratello parecchi mesi più tardi, perché al suo ritorno è venuto a celebrare la Messa della sera a Medjugorje. Il Signore lo aveva protetto. Ha ripreso il suo ministero nella regione come se niente fosse, e ancora oggi capita che celebri i misteri di Dio per le folle di tutte le nazioni e lingue, che si affollano a Medjugorje. Tra quelle persone chi ha il sospetto che questo umile discepolo di Gesù, somigliante in tutto agli altri preti, abbia meritato la corona del martirio? Chi potrebbe mai immaginare, mentre riceve il Corpo di Cristo dalla sua mano, che per poco questo prete non è stato dato per disperso? E che domani se la gente ha bisogno del suo prete per assisterla, non si tirerà indietro anche a rischio della vita? Nessuno immagina che colui che proclama il vangelo dietro al microfono, con una tale sobrietà di intonazione e gesti, ha vissuto fino all'estremo la parola di Gesù: "Non c'è amore più grande che dare la vita per coloro che si amano." Questa è da secoli la tradizione dei miei fratelli francescani in questo paese, così fortemente radicata nella memoria del popolo croato, e oggi è una gioia per me renderle omaggio.

Fonte: Suor Emmanuel