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Messaggio del 2 maggio 2018:Cari figli, mio Figlio, che è luce d’amore, tutto ciò che ha fatto e fa, l’ha fatto e lo fa per amore. Così anche voi, figli miei, quando vivete nell’amore, amate il vostro prossimo e fate la volontà di mio Figlio. Apostoli del mio amore, fatevi piccoli! Aprite i vostri cuori puri a mio Figlio, affinché egli possa operare attraverso di voi. Con l’aiuto della fede, riempitevi d’amore. Però, figli miei, non dimenticate che è l’Eucaristia il cuore della fede: essa è mio Figlio che vi nutre col suo Corpo e vi fortifica col suo Sangue. Essa è il prodigio dell’amore: mio Figlio che viene sempre di nuovo vivente per vivificare le anime. Figli miei, vivendo nell’amore, voi fate la volontà di mio Figlio ed egli vive in voi. Figli miei, il mio desiderio materno è che lo amiate sempre più, poiché egli vi chiama col suo amore. Vi dona l’amore, in modo che voi lo diffondiate a tutti attorno a voi. Per mezzo del suo amore, come Madre sono con voi per dirvi parole d’amore e di speranza, per dirvi parole eterne e vittoriose sul tempo e sulla morte, per invitarvi ad essere miei apostoli d’amore. Vi ringrazio!

Don Gabriele Amorth: Maria, Madre e Mediatrice di Grazia

18/07/2005    1781     Don Gabriele Amorth    Don Gabriele Amorth  Madonna 
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Riferito alla Santa Vergine, il termine mediatrice ha il senso subordinato di partecipazione all'unica mediazione di Cristo; anche se questa parola acquista per lei un'estensione rispondente alla sua missione universale.

Nella fase ante preparatoria del Concilio Vaticano II, che si concluse nella primavera del 1960, quasi 500 tra Vescovi e Prelati avevano chiesto che venisse definito il dogma della Mediazione universale di Grazia di Maria; prevalse però il proposito di non promulgare nessun nuovo dogma.

Ma già nel 1921 il Card. belga Joseph Marcier aveva presentato a Papa Benedetto XV una richiesta in tal senso; e il Papa concesse a tutto il Belgio l'Ufficio e la Messa propria di Maria "Mediatrice di tutte le grazie". L'ultimo appello ufficiale fu presentato nel 1984, a nome del Capitolo dei Canonici, dal Card. Carlo Confalonieri, Arciprete di "Santa Maria Maggiore" in Roma. La risposta del Card. Joseph Ratzinger – il nostro Papa Benedetto XVI, allora Prefetto della 'Congregazione per la Dottrina della fede' – fu di non ritenere necessario un solenne pronunciamento [della Chiesa]; ma è interessante nella sua motivazione: "La dottrina sulla mediazione universale di Maria Santissima si trova già adeguatamente proposta nei diversi Documenti del Magistero della Chiesa". Come dire che è dottrina sicura e ufficialmente insegnata.

Con queste premesse, non si tratta qui di difendere una causa già vinta, ma solo di illustrare le ragioni di un titolo dato alla Vergine contro il quale si accaniscono i Protestanti, ancorandosi in modo non congruo all'affermazione di Paolo: "Uno solo è il mediatore tra Dio e gli uomini, l'uomo Cristo Gesù" [1 Tim 2, 6].

Il modo corretto di intendere la mediazione della Vergine

Il titolo di Mediatrice, dato a Maria, risale almeno al VI secolo e si diffuse soprattutto nel XII secolo. È noto l'insegnamento di San Bernardo: "Veneriamo Maria con tutto l'impeto del nostro cuore, dei nostri affetti, dei nostri desideri. Così vuole Colui che stabilì che noi ricevessimo tutto per mezzo di Maria". E Dante ha dato semplicemente veste poetica a queste parole nella sua famosa terzina:

"Donna, se' tanto grande e tanto vali,
che qual vuol grazia ed a te non ricorre,
sua disïanza vuol volar sanz'ali".



[Par XXXIII, 13-15]

Non c'è dubbio che l'unico Mediatore tra Dio e l'uomo è Gesù, e che "nessuno può andare al Padre se non per mezzo di lui" [Gv 14, 6]. Ma dobbiamo capire il senso esatto delle parole, per non farne dei feticci. Ora, ogni volta che usiamo un aggettivo attribuendolo a Dio o all'uomo, anche se il termine suona identico, esso viene usato con significato diverso. Così, per esempio, quando parliamo della santità di Dio e della santità di un uomo o di una donna.

Lo stesso concetto vale anche per l'attributo di mediatore riferito a Gesù [dove ha valore assoluto], o riferito a Maria [dove il termine mediatrice ha un senso relativo e subordinato, come partecipazione all'unica mediazione di Cristo]. Anche se, stante la missione universale di Maria, il termine acquista per lei un'estensione che non ha alcuna altra creatura umana.

Alla luce di questi concetti, non solo non esitiamo a chiamare la Vergine Maria "mediatrice di tutte le grazie", ma chiamiamo "mediatori" anche gli Apostoli, i Martiri e i Santi che sono presso Dio; come "mediatori" chiamiamo tutti coloro che esercitano una forma di testimonianza e di partecipazione del Vangelo della Salvezza: i Sacerdoti, i Catechisti, gli stessi genitori che educano i figli alla fede…

Questi sono concetti che il Concilio Vaticano II espone con chiarezza proprio a proposito di Maria, per cui si può dire che – anche se quel Concilio non ha proclamato il dogma della "Mediazione universale di Grazia" della Beata Vergine – ne ha espresso tutti i princìpi su cui si fonda: "L'unica mediazione del Redentore non esclude, ma suscita nelle creature una varia cooperazione partecipata da un'unica fonte. E questa funzione subordinata di Maria la Chiesa non dubita di riconoscerla apertamente, continuamente la sperimenta e raccomanda all'amore dei fedeli perché, sostenuti da questo materno aiuto, siano più intimamente congiunti col Mediatore e Salvatore" [Lumen gentium, 62].