MaM
Messaggio del 25 luglio 1995:Cari figli, anche oggi vi invito alla preghiera perché solamente nella preghiera potrete capire la mia venuta qui. Lo Spirito Santo vi illuminerà nella preghiera, affinché capiate, che dovete convertirvi. Figlioli, desidero fare di voi un bouquet molto bello preparato per l'eternità, ma voi non volete accettare la via della conversione, via di salvezza, che io vi offro tramite queste apparizioni. Figlioli, pregate, convertite i vostri cuori e avvicinatevi a me. Che il bene superi il male. Io vi amo e vi benedico. Grazie per aver risposto alla mia chiamata!

Padre Amorth:Miracoli, segni e carismi,promessi da Gesù, traboccano anche oggi dove c'è la fede.

03/08/2009    2760     Don Gabriele Amorth    Don Gabriele Amorth  Santo Rosario  Sacra Scrittura 
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In un'epoca come la nostra, “di morta fede ed empietà trionfante”, per dirla col Beato Bartolo Longo, Medjugorje è un segno di contraddizione. Il materialismo e il naturalismo hanno invaso anche il mondo ecclesiastico. Hanno cominciato certi biblisti, che hanno interpretato a modo loro gli eventi straordinari della S. Scrittura, togliendo ciò che usciva dall'ordinario; e così hanno falsato il Sacro Testo. Poi ne hanno seguito le orme i teologi con le “nuove teorie”. Infine tutto il campo pastorale ne è rimasto contagiato.

Da questo stato di cose comprendiamo ancora di più l'alto significato delle apparizioni mariane. A Lourdes la Madonna ha confuso l'illuminismo e il razionalismo e ha opposto al peccato la Sua Concezione Immacolata. A Fatima la Vergine ha preannunciato i grandi eventi di questo secolo, invitando alla conversione e alla preghiera per evitare il castigo della guerra; presentandosi come Madonna del Rosario ha opposto i misteri cristiani al materialismo che sarebbe stato sparso nel mondo dalla Russia. A Medjugorje sta rispondendo al naturalismo attuale, proprio con la sovrabbondanza di apparizioni, di messaggi, di segni, di miracoli; presentandosi poi come Regina della Pace ha indicato all'umanità la via della pace. Ma troppo pochi l'hanno ascoltata; i risultati li stiamo vivendo.

Se l'ultimo comunicato dei vescovi jugoslavi non ha detto nulla di particolare, è forse per la complessità dei fatti ancora in corso che si preferisce tenere sotto studio. Eppure sono passati ormai dieci anni; di esami sui veggenti e sui miracoli ne sono stati fatti tanti; Medjugorje è divenuto il Santuario dove più si confessa, dove più avvengono conversioni, dove più si prega e si irradiano centri di preghiera.

La gente semplice, la gente di fede (e pongo in questo numero anche i tantissimi vescovi e sacerdoti che hanno partecipato ai pellegrinaggi) non ha bisogno di aspettare per credere a ciò che ha visto, sperimentato, direttamente provato. In tutto il mondo sono sorti gruppi di preghiera organizzati dai pellegrini che hanno voluto prolungare nelle loro città l'esperienza vissuta in Jugoslavia. Nel mio piccolo, seguo a Roma un gruppo che si riunisce mensilmente, con una media di 700 partecipanti; è per me un dato molto significativo: questo trascorrere un pomeriggio in preghiera, con la perseveranza già di otto anni, non può provenire che dallo Spirito.

A questo punto dobbiamo chiederci il perché. Io ripeto: Medjugorje è la risposta al naturalismo di oggi. Se tale naturalismo ha preteso di fondarsi su false interpretazioni della Bibbia e della teologia —come in tutte le eresie del passato— è dalla Bibbia e dal Magistero supremo della Chiesa che dobbiamo cercare una risposta che ci illumini su questi fatti.

Per la Bibbia mi limito a due citazioni che certi teologi hanno dimenticato, ma che per i nostri lettori saranno di conforto. Quando il Cristo Risorto ha inviato gli apostoli a predicare a tutto il mondo (mi riferisco alla finale del Vangelo di Marco), ha fatto delle promesse precise: Questi sono i segni che accompagneranno i credenti (ossia coloro che crederanno in Me, in tutti i tempi): nel Mio Nome scacceranno i demoni, parleranno nuove lingue, prenderanno in mano i serpenti, e se avranno bevuto qualcosa di mortifero non nuocerà loro, imporranno le mani agli infermi e questi saranno risanati (Mc. 16,17—18).

Sono parole chiare. Può stupire se a Medjugorje, dove con tanta abbondanza viene predicata la Parola di Dio, avvengono liberazioni, guarigioni, segni straordinari? Ci si dovrebbe stupire se non avvenissero. E se non avvenissero bisognerebbe chiedere al Signore di farli accadere. Ecco infatti, ed è la seconda citazione biblica che riporto, come pregavano gli apostoli e i primi cristiani: “O Signore, concedi ai tuoi servi di proclamare con coraggio la Tua Parola, stendendo la Tua mano perché si compiano guarigioni, miracoli e prodigi, nel Nome del Tuo Santo Servo Gesù (At.4,29—30). Vorrei chiedere ai quasi 500000 lettori di questo splendido mensile, che giunge anche in tante nazioni, se possono segnalarmi una chiesa, mi accontento di una sola, in cui venga ripetuta questa preghiera dei primi cristiani. Non vi sembra invece che oggi ‘le guarigioni, i miracoli e prodigi” anziché richiesti facciano paura? Perché? Perché vanno contro al naturalismo imperante, senza il quale non si è “aggiornati”.

E passiamo al Magistero supremo della Chiesa, come è espresso nell'ultimo Concilio. Anche qui mi accontento di due citazioni. Tra i tanti temi trattati si è pure parlato di quei doni straordinari che sono i carismi, che lo Spirito Santo dona a chi vuole e quando vuole. Il Concilio ci dice: ‘Lo Spirito Santo dispensa pure tra i fedeli grazie speciali. Questi carismi straordinari, o anche i più semplici e comuni, si devono accogliere con gratitudine e devozione (LG. 12). Mi pare che non si osservi questo insegnamento quando i carismi vengono accolti non con gratitudine e devozione, ma con sospetto e fastidio.

Un'altra affermazione importante: ‘Dall'aver ricevuto questi carismi sorge per ogni credente il diritto e il dovere dì esercitarli”; e si precisa, poco dopo: “Spetta ai Pastori il compito di giudicare sulla loro genuinità e uso ordinato' (AA,3). Esiste quindi un diritto—dovere da parte di chi ha doni straordinari; e incombe un compito preciso ai Pastori, circa il discernimento e l'uso. Sarebbe difficile dire come queste direttive (già chiaramente espresse da San Paolo) siano attuate nelle singole diocesi. A me preme porre in luce come la chiesa non abbia paura dei fatti straordinari, purché vengano da Dio e ne sia regolato l'uso dalla legittima autorità.

Alla luce della Bibbia e del Magistero non appare strano ne eccessivo quanto accade a Medjugorje; ma appare sulla linea delle promesse che il Signore ha fatto ai suoi seguaci.