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Messaggio del 18 marzo 1995:Cari figli! Come madre, già da tanti anni vi insegno la fede e l’amore di Dio. Voi non avete mostrato gratitudine al caro Padre nè gli avete dato gloria. Siete diventati vuoti e il vostro cuore è diventato duro e senza amore per il vostro prossimo che vive nella sofferenza. Io vi insegno l’amore e vi mostro quanto il caro Padre ha amato voi, ma voi non amate lui. Egli ha offerto in sacrificio il suo unigenito Figlio per la vostra salvezza, figli miei. Se non amate non riconoscerete l’amore che il Padre vostro ha per voi. Non conoscerete Dio perché Dio è amore. Amate e non abbiate paura, figli miei, perché nell’amore non c’è timore. Se i vostri cuori sono aperti al Padre e se sono pieni di amore per lui, perché aver paura di quello che accadrà? Hanno paura quelli che non amano perché aspettano il castigo sapendo quanto sono vuoti e duri. Figli miei, io vi invito all’amore verso il caro Padre. Io vi guido verso la vita eterna. La vita eterna è mio Figlio: accettatelo e avrete accettato l’amore!

I sogni di San Giovanni Bosco: «Non con le percosse...»

26/07/2004    3604     I sogni di San Giovanni Bosco     San Giovanni Bosco  Profezie 
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Alla tenera età di 9 anni Don Bosco ha il suo primo sogno. In esso Gesù e la Vergine gli preannunziano, sebbene in forma velata, la sua futura missione.
Gli parve di essere vicino a casa sua, in mezzo a una moltitudine di ragazzi che si divertivano in un grande cortile. Alcuni ridevano, altri giocavano, non pochi bestemmiavano. Al sentire le bestemmie, si slanciò in mezzo a loro, usando pugni e parole per farli tacere. Ed ecco apparirgli un Uomo venerando, nobilmente vestito, con una faccia così luminosa che Giovannino non riusciva a rimirarla. Lo chiamò per nome e gli ordinò di mettersi a capo di quei ragazzi aggiungendo:
— Non con le percosse, ma con la mansuetudine e la carità dovrai guadagnare questi tuoi amici. Fa dunque loro subito un’istruzione sulla bruttezza del peccato e sulla preziosità della virtù.
Giovannino, tutto confuso, risponde che è un povero ragazzo ignorante, incapace di fare questo.
In quel momento risa, schiamazzi e bestemmie cessarono e i ragazzi si raccolsero intorno a colui che parlava. Ma cediamo la parola a Don Bosco stesso: « Quasi senza sapere che cosa dicessi, gli domandai:
— Chi siete voi che mi comandate cose impossibili?
— Appunto perché è cosa che ti sembra impossibile, devi renderla possibile con l’ubbidienza e con l’acquisto della scienza.
— Dove, come acquisterò la scienza?
— Io ti darò la Maestra. Sotto la sua guida potrai divenire sapiente; senza di essa ogni sapienza diventa stoltezza.
— Ma chi siete voi che parlate così?
— Io sono il figlio di Colei che tua Madre t’insegnò a salutare tre volte al giorno.
— Mia madre mi dice di non associarmi, senza suo permesso, con chi non conosco. Perciò ditemi il vostro nome.
— Il mio nome domandalo a mia Madre.
In quel momento vidi accanto a lui una Donna di aspetto maestoso, vestita di un manto che splendeva da tutte le parti, come se ogni punto fosse una fulgidissima stella. Vedendomi sempre più confuso, mi accennò di avvicinarmi a lei, mi prese con bontà per mano e mi disse:
— Guarda.
Guardai e mi accorsi che quei ragazzi erano tutti scomparsi. Al loro posto c’era una moltitudine di capretti, cani, gatti, orsi e parecchi altri animali.
— Ecco il tuo campo — ripigliò quella Signora —, ecco dove devi lavorare. Renditi umile, forte e robusto, e ciò che ora vedrai succedere di questi animali tu dovrai farlo per i miei figli.
Volsi allora lo sguardo ed ecco che al posto di animali feroci, comparvero altrettanti agnelli mansueti, che saltellavano, corre vano, belavano come per far festa a quell’Uomo e a quella Signora.
Allora, sempre nel sogno, mi misi a piangere e pregai quella Signora che parlasse in modo da poter capire. Ella mi pose la mano sul capo dicendomi:
— A suo tempo, tutto comprenderai.
A questo punto un rumore mi svegliò e io rimasi sbalordito. Mi sembrava di aver le mani che mi facessero male per i pugni che avevo dato e che la faccia mi bruciasse per gli schiaffi ricevuti»