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Messaggio del 14 febbraio 1985:Ne ho abbastanza della vostra mancanza di serietà! Voglio che mi accettiate o mi rifiutiate. Voi sapete com’è mangiare un gelato tiepido: non è più solido come il ghiaccio, nè ha ancora una forma completamente liquida. Perciò non siate anche voi tiepidi, ma apritevi o chiudetevi! Non è bello accogliere qualcuno che vuole entrare nella vostra casa aprendogli la porta a metà. Allora, quando io busso al vostro cuore, apritemi completamente la porta e lasciatemi entrare!

I sogni di San Giovanni Bosco:Sogno premonitore

22/09/2004    1945     I sogni di San Giovanni Bosco     San Giovanni Bosco 
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Questo breve sogno contiene due profezie. La prima è la fontana, che ebbe acqua imbevibile per diversi anni, nel 1934 fu sostituita dall’acquedotto del Monferrato (l’acqua pagata).
L’altra profezia è che sull’altura su cui Mamma Margherita ha portato Don Bosco, dal 1940 domina il grande Istituto Bernardi Semeria; e dal 1965 il Tempio di Don Bosco, meta di frequenti pellegrinaggi e centro pastorale per molte parrocchie dei dintorni.
Anno 1860. Alle dieci perquisizioni fatte negli anni precedenti all’Oratorio di Don Bosco, sospettato di mene rivoluzionarie, il ministro Farmi ne aggiunse un’altra, ordinando al Questore di Torino di procedere a una nuova visita fiscale alla Casa di Don Bosco. Con tale perquisizione improvvisa negli ambienti dell’Oratorio si sperava di trovare qualche documento compromettente e così avere un pretesto per chiudere la Casa.
«L’Opera dell’Oratorio — scrive Don Lemoyne —, che nel corso di 19 anni era costata tante sollecitudini, tante fatiche e sudori a Don Bosco e ai suoi collaboratori, correva pericolo di essere distrutta come da un turbine. Rumoreggiava la minaccia di imprigionare colui che provvedeva il pane a tanti ricoverati e loro procacciava un avvenire onorato... E i timori crescevano per la chiusura in quei giorni di varie case di educazione, e per la prigionia di onesti personaggi dell’uno e dell’altro clero. Don Bosco, però, senza turbarsi attendeva l’intervento della Madonna».
Ed ecco che, tre giorni prima che avvenisse la perquisizione, Don Bosco, ancora ignaro della cosa, fece un sogno che gli tornò di grande vantaggio. Lo narra in questi termini: «Mi sembrò di vedere una schiera di malandrini entrare nella mia camera, impadronirsi della mia persona, rovistare nelle carte, in ogni forziere e mettere sossopra ogni scritto. In quel momento uno di loro con aspetto assai benevolo mi disse:
— Perché non avete allontanato il tale e tal altro scritto? Sareste contento che si trovassero quelle lettere dell’Arcivescovo che potrebbero essere causa di male a voi e al lui? E quelle lettere di Roma, quasi dimenticate, che sono poste qui — e indicava i luoghi — e quelle altre là? Se le aveste tolte, vi sareste liberato da ogni molestia. Fattosi giorno, scherzando ho raccontato il sogno come lavoro di fantasia; tuttavia ho messo in ordine parecchie cose, e alcuni scritti che potevano essere interpretati a mio danno li ho allontanati. Questi scritti erano alcune lettere confidenziali affatto estranee alla politica o a cose di governo. Poteva però essere considerata come delitto ogni istruzione ricevuta dal Papa o dall’Arcivescovo sul modo di regolarsi dei sacerdoti riguardo a certi dubbi di coscienza. Quando pertanto cominciarono le perquisizioni, io avevo trasportato altrove tutto ciò che poteva dare il minimo appiglio di relazioni o allusioni politiche nelle cose nostre» .