MaM
Messaggio del 2 settembre 2017:Cari figli, chi potrebbe parlarvi meglio di me dell’amore e del dolore di mio Figlio? Ho vissuto con lui, ho patito con lui. Vivendo la vita terrena, ho provato il dolore, perché ero una madre. Mio Figlio amava i progetti e le opere del Padre Celeste, il vero Dio; e, come mi diceva, era venuto per redimervi. Io nascondevo il mio dolore per mezzo dell’amore. Invece voi, figli miei, voi avete diverse domande: non comprendete il dolore, non comprendete che, per mezzo dell’amore di Dio, dovete accettare il dolore e sopportarlo. Ogni essere umano, in maggior o minor misura, ne farà esperienza. Ma, con la pace nell’anima e in stato di grazia, una speranza esiste: è mio Figlio, Dio generato da Dio. Le sue parole sono il seme della vita eterna: seminate nelle anime buone, esse portano diversi frutti. Mio Figlio ha portato il dolore perché ha preso su di sé i vostri peccati. Perciò voi, figli miei, apostoli del mio amore, voi che soffrite: sappiate che i vostri dolori diverranno luce e gloria. Figli miei, mentre patite un dolore, mentre soffrite, il Cielo entra in voi, e voi date a tutti attorno a voi un po’ di Cielo e molta speranza. Vi ringrazio.

Fatima, la via che porta al III millennio

14/02/2005    2307     Fatima    Cuore Immacolato di Maria  Fatima  Medjugorje  Santo Rosario 
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“Il tempo era maturo per svelare il terzo segreto” ha affermato il Papa, il 13 maggio scorso a Fatima, nel giorno della beatificazione dei due pastorelli, Giacinta e Francesco.
Il tempo era maturo: siamo nel giubileo e ci affacciamo, come da una finestra, al III millennio che si apre davanti a noi; ma è anche la posizione ideale per volgere lo sguardo sul secolo appena trascorso. Volutamente dunque il S. Padre c’invita ad alzare gli occhi da questa finestra. Volutamente ci riporta nel cuore del messaggio di Fatima e ci addita la santità dei due pastorelli e il terzo segreto. Perché, ci domandiamo? Perché Fatima è il segno dei tempi, la chiave di lettura per capire il XX° secolo. Perché Fatima è la spiritualità adatta a questi tempi di cui Medjugorje è il prolungamento e il compimento. Perché Fatima è la via spirituale che ci porta al terzo millennio. Cercheremo di fare luce su questa via spirituale tracciata dalla Madonna, affacciandoci da questa finestra sulla storia e le sue svolte; sul presente col segno vivo di Medjugorje e sul campo aperto del 2000 che saremo noi a coltivare se sapremo ascoltare e seguire la Madre del Salvatore. Chiedersi qual è, in ultima analisi, il nucleo di questa via spirituale equivale a chiedersi che cosa hanno vissuto i pastorelli che oggi ci vengono presentati dalla Chiesa come beati.
Ebbene i capisaldi della spiritualità indicata da N.S. di Fatima sono sostanzialmente tre: il Rosario, offrirsi per il mondo e il Cuore Immacolato. Sono cose semplici, ma in fondo nella beatificazione dei pastorelli, scorgiamo l’indicazione che questa nuova via è per i piccoli. Due certezze dunque: il terzo millennio sarà di Maria e dei piccoli, in senso evangelico naturalmente.

Il Rosario
“Voglio che recitiate il Rosario tutti i giorni per ottenere la pace nel mondo e la fine della guerra.” Sr. Lucia ha scritto, parlando dell’appello della Madonna al mondo da Fatima: “questo invito non vuole riempire le anime di paura, ma è solo urgente richiamo, perché da quando la Vergine Santissima ha dato grande efficacia al Santo Rosario, non c’è problema né materiale né spirituale, nazionale o internazionale che non si possa risolvere col Santo Rosario e con i nostri sacrifici. Recitato con amore e devozione, consolerà Maria, tergendo tante lacrime dal suo Cuore Immacolato.”

Offrirsi per il mondo
“Volete offrirvi a Dio, pronti a sopportare tutte le sofferenze che Egli vorrà mandarvi, in riparazione dei peccati con cui Egli è offeso, e per ottenere la conversione dei peccatori?” I bambini risposero di si. Prendiamo un esempio concreto per capire meglio il valore del Rosario e dell’offerta per il mondo: il Papa.
Il terzo segreto è stato pubblicato il 26 giugno con il commento del Card. Ratzinger, ma il Card. Sodano ne ha anticipato alcuni tratti fondamentali il 13 maggio a Fatima. Uno di questi è che i bambini videro un Vescovo vestito di bianco cadere sotto i colpi di arma da fuoco. Tutti i papi si erano astenuti da rivelarlo.
Accadde proprio il 13 maggio 1981 in Piazza S. Pietro. E qui si può intuire cosa significa offrirsi per il mondo. Il Papa aveva affermato: la nostra società ha bisogno del segno di un Papa sofferente. Adesso che è stata rivelata una parte del terzo segreto, tutto diventa più chiaro: Giovanni Paolo II, nella Via Crucis del ventesimo secolo è un segno per il mondo, la sua sofferenza è un po’ come quella dei due pastorelli. Sofferenza e preghiera, un binomio che per lui diventa sempre più stringente col passare degli anni. Ed il tempo dedicato alla preghiera è sempre più lungo. P. Tadeusz Styczen, il confidente del Papa, racconta: per lui pregare è come respirare, lo fa con naturalezza, ad ogni momento…è sempre molto affabile con la gente, s’intrattiene volentieri ma ad un certo punto impugna il rosario, lo stringe sorridendo come a far capire al suo interlocutore che deve ritirarsi a pregare.
E questo può bastare per illustrare i primi due capisaldi della spiritualità di Fatima. Il 3° punto è tuttavia il vero nucleo.

Il Cuore Immacolato
“Non ti scoraggiare - disse la Madonna a Lucia- il mio Cuore Immacolato sarà il tuo rifugio e la via che ti condurrà a Dio.” Questa è la via proposta da Maria! E Maria ha indicato anche una meta: “Dio vuole stabilire nel mondo la devozione al mio Cuore Immacolato”.

Come sono state corrisposte le attese di Dio? Cosa possiamo fare oggi? E’ il momento di affacciarci alla nostra finestra aperta sulla storia.
Il Cuore Immacolato come rifugio e via a Dio: non è una spiritualità per il singolo - come una devozione - ma un’indicazione alla Chiesa universale, poiché la Vergine stessa chiese che il Papa consacrasse il mondo intero, e poi la Russia, al suo Cuore Immacolato. Pio XI non lo fece. Pio XII tentennò in un primo tempo ma poi, vedendo l’orrore della II guerra mondiale, inaspettatamente, il 31 ottobre 1942, in un radiomessaggio in portoghese attuò la richiesta con queste parole: Al Vostro Cuore Immacolato in quest’ora tragica della storia umana, affidiamo, consegniamo, consacriamo non solo la Santa Chiesa …ma anche tutto il mondo lacerato da funeste discordie.
Dopo neanche un mese, i tedeschi furono sconfitti nella storica battaglia di El- Alamein, in Africa del Nord, che aprì la porta dell’Europa agli americani. Dopo qualche mese con la sconfitta tedesca a Stalingrad, Churchill disse: “La ruota del destino si è girata”. Aveva ragione perché la II guerra mondiale si concluse in breve tempo. Quale ricchezza di grazia si nasconde dietro questo mistero della consacrazione al Cuore Immacolato, i fatti bastano de sé a spiegarlo. Pio XII ne fu così impressionato che in seguito, il 1/11/1950, ricorrendo alla sua infallibilità, definì l’Assunzione in cielo di Maria Dogma di fede, istituì numerose feste e anni mariani, e, infine, sul letto di morte lasciò come voto che ogni nazione, ogni diocesi, ogni parrocchia e famiglia si consacrasse al Cuore Immacolato di Maria.

Papa Pio XII aveva toccato con mano la potenza del cuore Immacolato sul Cuore di Suo Figlio. Questo è un segno dei tempi, cioè una necessità per il tempo difficile che viviamo, indicataci da Dio stesso attraverso la Madonna.
Anche Giovanni Paolo II ha colto questa necessità, perciò, l’8 ottobre prossimo, alla presenza dell’episcopato mondiale, riunito per il giubileo dei Vescovi, consacrerà il mondo e il terzo millennio al Cuore Immacolato. Ed è desiderio del Papa che questa consacrazione sia preparata prima nei cuori, nelle famiglie, nelle parrocchie, e poi nelle diocesi, proprio come voleva Papa Pio XII. Come possiamo noi, ora, nel tempo presente, concretizzare queste indicazioni con semplicità? La risposta ci viene dalla storia, anzi da un Papa semplice: Giovanni XXIII, che volle che l’Italia come nazione si preparasse alla solenne consacrazione al Cuore Immacolato attraverso un’iniziativa che egli stesso benedisse “Il pellegrinaggio delle meraviglie” come fu chiamato il percorso della Madonna pellegrina di Fatima per tutta l’Italia nel 1959.
A conclusione del pellegrinaggio, il 13 settembre, il Papa stesso consacrò l’Italia al Cuore Immacolato. Abbiamo dunque, dalla nostra finestra, gettato uno sguardo sui “timonieri” della Chiesa passata, presente e futura, con quest’iniziativa promossa dall’attuale Santo Padre.

In che senso Medjugorje è il compimento di Fatima?
Credo che Medjugorje sia stato già chiaramente annunciato dalla Madonna a Fatima. Ecco le parole di sr. Lucia in una lettera a P. Agostino Fuentes del 1958: “La Madonna mi ha ripetuto che i rimedi ultimi dati al mondo sono : il Santo Rosario e la devozione al Cuore Immacolato di Maria. Poi mi disse che, esauriti gli altri mezzi disprezzati dagli uomini, ci offre con tremore l’ultima ancora di salvezza: la SS. Vergine in persona, le sue numerose apparizioni, le sue lacrime, i messaggi dei veggenti sparsi in tutte le parti del mondo.”
Questa mi sembra la caratteristica fondamentale di Medjugorje: lì la SS. Vergine ha donato la sua persona; in questo senso è ultima àncora di salvezza. Da 19 anni, la Madonna discende ogni giorno sulla terra e la novità non sta tanto nelle sue parole quanto nell’efficacia della sua presenza: ogni giorno il suo cuore di Madre è lì aperto e tutti possono attingere, quasi “rubare”, le grazie come da un pozzo senza fondo. E cosa potremmo volere di più? Se abbiamo capito questo, allora abbiamo colto l’essenza del terzo segreto di Fatima, nonché il senso profondo delle apparizioni di Medjugorje e con esso anche il desiderio del cuore di nostra Madre che è il desiderio di Dio. Perciò non ci attardiamo, corriamo a quella fonte! Consacriamoci e portiamo gli assetati a questo “Cor Immacolatum”, “Vaso e ricettacolo di tutti i misteri.” (S. Gregorio taumaturgo). L’ultima parola è a Maria: “Alla fine, il mio Cuore Immacolato trionferà.