MaM
Messaggio del 2 gennaio 2006:Cari figli, mio Figlio è nato! Il vostro Salvatore è qui con voi! Cosa ostacola i vostri cuori dall’accettarlo? Cosa c’è di falso nei vostri cuori? Purificateli con il digiuno e la preghiera. Riconoscete e accettate mio Figlio. Solo Lui vi può dare il vero amore e la vera pace. La strada verso la vita eterna è Lui, mio Figlio. Vi ringrazio.

Paradiso: Visione beatifica di Dio (2)

13/09/2004    2536     Paradiso    Aldilà  Paradiso 
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Visione d’amore

In Paradiso noi vedremo Dio che riempie della sua maestà l’universo. Vedremo Dio Creatore e Signore di tutte e cose nella potenza della sua azione che permea e domina ogni atomo del creato. Vedremo Dio Sapienza, Verità, Santità infinita che irraggia tanti e tali fulgori da riempire in ammirazione eterna le supreme intelligenze angeliche. Vedremo Dio Bellezza infinita che non cessa mai dal costruire bellezze create per la gioia dei nostri sensi e del nostro spirito. Soprattutto vedremo Dio che si svela ai nostri sguardi avidi di conoscerlo finalmente nell’essenza propria della divina natura: L’Amore increato che unisce il Divin Padre con il Figlio nello Spirito Santo.
Quest’Amore Increato trabocca al di fuori di Dio e tende a espandersi. Vedremo che la colata dell’effusione portentosa dell’Amore Infinito incontra per prima il Cuore dell’Uomo-Dio Gesù Cristo, santuario perfetto della divinità, e lo riempie tutto fino all’orlo. Continuando a scorrere incontra e riempie un altro nobilissimo cuore, il Cuore Immacolato di Maria Santissima. Continuando a scorrere incontra poi altri miriadi di miriadi di Angeli e di Beati che stanno anelanti ad accoglierne la pienezza straripante.
Entrando in Paradiso, il Beato avrà la sorpresa di trovare finalmente quello che bramava, però infinitamente più bello e più delizioso di quanto l’immaginava. Il Paradiso è la visione di ciò che abbiamo creduto, il possesso di ciò che abbiamo sperato, il godimento di ciò che abbiamo amato, il raggiungimento pieno di ciò che Dio stesso ci ha solennemente annunziato e promesso.

Soltanto nell’amore l’uomo trova la sua completezza

Scrutare le profondità più intime della natura divina sarà così estasiante che non possiamo immaginare nulla di più delizioso. Per capire meglio questo, dobbiamo riferirci alle attività proprie dell’amore umano, perché anche in Paradiso noi ameremo Dio con il nostro cuore umano.
L’uomo, come ha l’istinto di conoscere, di godere, così ha quello di amare. Il primo oggetto del suo amore è se stesso, per cui istintivamente predilige se stesso. Dopo di sé è portato ad amare il suo simile più di qualunque altra cosa materiale. Non si può amare di amore veramente saziativo se non un’altra persona umana, con la quale si può avere uno scambio reciproco di affetto, poiché l’uomo da solo non è perfetto né autosufficiente.
La Sapienza del nostro Creatore ha preparato nell’amore il legame naturale, dolce e forte a un tempo, che deve stringere la società coniugale in vista della conservazione del genere umano. Per questo ha collocato in ciascuna creatura umana un’attrazione verso la persona di sesso diverso. Questa inclinazione naturale, come le altre, va sorvegliata e regolata affinché col peccato non si trasgredisca la legge stabilita da Dio. E legge di natura che l’uomo e la donna trovino, nella loro convivenza familiare legittima, la propria integrazione fisica e morale in una vita di affetti onesti e di soddisfazioni tranquille, di aiuti e assistenza fraterni.
Ora se sul piano semplicemente umano, la creatura umana difetta di una completezza che deve mendicare al di fuori di sé, questa esigenza di integrazione sarà molto più grande sul piano soprannaturale per una vita molto superiore all’umana. Se l’amore umano, a dispetto delle migliori intenzioni e disposizioni degli amanti, è sempre molto labile così da seminare su questa terra più lacrime che sorrisi, l’amore celeste, che dovrà costituire il premio eterno dei Beati, dovrà essere certamente di una tempra, di una resistenza e di una squisitezza immensamente maggiori. Il vincolo che salderà i Beati con Dio sarà l’amore più genuino e più ardente che si possa immaginare. Tale amore sarà costituito non solo dalle onde minuscole sollevate dai minuscoli battiti dei cuori umani verso Dio, ma specialmente dal flusso e riflusso dell’oceano dell’Amore infinito, che con le sue enormi ondate investirà in eterno i figli del suo cuore. Li investirà colmandoli di Se stesso e amandosi con il loro cuore.

Il segreto avvincente della persona amata

Sulla terra noi sentiamo il bisogno di conoscere fino in fondo colui o colei che amiamo. L’uomo è più sensibile alla grazia del volto e delle maniere, alla bellezza, alla tenerezza e simpatizza facilmente con la capacità emotiva della donna. Questa invece è più attratta dalla forza, dal coraggio, dall’energia dell’uomo, dalla sua calma nelle decisioni. Quindi ciascuna delle due parti è spinta ad ammirare, stimare, contemplare le doti e le virtù tipiche dell’altra, e prova un piacere grande a sentirne la voce, a conversare insieme, ad apprendere dalla sua bocca le sue idee, le sue abitudini, i suoi gusti, la sua condotta, la sua maniera di pensare, ecc., perché ciascuna delle due parti cerca le virtù complementari che si desiderano. Ognuna delle due parti vorrebbe convincersi fino all’evidenza dell’affetto reciproco, verificarne la presenza nel cuore, sentire nel suo alito l’ardore dell’incendio interiore, e nella stretta del suo abbraccio misurare la tenacia del suo amore. Si vorrebbe convincersi, fino all’esclusione di qualunque dubbio, d’essere amati davvero col cuore e con la testa, con l’affetto e stima incondizionati; si vorrebbe essere sicuri che il cuore e l’animo della persona amata sono ormai regno incontrastato della nostra persona. Nel cuore di chi ci ama vogliamo un posto tutto e solo per noi!
Orbene, queste deliziose esigenze d’amore sono una pallidissima immagine di quelle dei Beati alle prese con l’Amore infinito, perché sulla terra queste delizie hanno un ardore immensamente più basso e imperfetto. Infatti che cosa di veramente estasiante possiamo illuderci di scoprire nella persona amata, anche se molto attraente, se non sempre una bellezza limitata, un affetto limitato, una generosità limitata, virtù e doti limitate?
Invece nella visione di Dio, infinitamente amabile e infinitamente amante, noi raggiungeremo l’oceano dell’Amore Divino senza sponde. Quale regione sconfinata di bontà, di bellezza, di amabilità sempre nuove ci rimane da esplorare in Dio per tutta l’eternità e senza stancarci mai! Lo potremo fissare in volto nella magnificenza delle sue bellezze increate, nello sfoggio delle sue perfezioni infinite, in uno sfavillio di splendori capaci di esaltare menti e cuori umani fino al parossismo della gioia. Alla vista di queste meraviglie infinite il nostro tripudio di ebbrezze non sarà più gioia umana, non sarà più amore umano, ma sarà, per così dire in termini attuali, una continua esplosione a catena di energie nucleari di amore, controllate e sfruttate dall’onnipotenza del Creatore per la felicità eterna dei suoi beati.

L’amore umano sarà divinizzato

L’amore è la più veemente e la più deliziosa delle passioni umane. Se la vita ci permette di godere qualche gioia più intensa, è l’amore che ce la procura. Se la vita, perduta ogni altra attrattiva, si trasforma in un peso schiacciante, è soltanto un po’ d’amore a renderla ancora sopportabile. Se mente e cuore ritornano con nostalgia al passato, è per rievocare le ore trascorse in mezzo alle persone care: familiari, o amici, o genitori, o figli, o fidanzati, o sposi. Possiamo affermare benissimo che il movente più ordinario delle attività umane è l’amore sotto le forme più diverse. Purtroppo in questi ultimi tempi il termine «amore» viene del tutto profanato e falsato. Stampa e spettacoli ormai non ci proiettano altro che immagini di quell’amore carnale, passionale che abbiamo in comune con le bestie, nelle forme più illecite e libidinose. I demoni dell’impurità sono stati sguinzagliati in mezzo a noi per impedirci di elevarci, mediante la forza prodigiosa del vero amore, alle vette anche più alte del bene, e per degradarci nella idolatria del sesso. Ma l’amore nobile, quello degno dell’uomo, è quello che sa elevarsi al di sopra di ogni animalità, l’unico veramente degno di chiamarsi amore, non superficiale e passeggero come l’amore carnale e passionale, ma stabile e definitivo.
Per un cuore sensibile è istintivo il bisogno di amare puramente, perdutamente, senza restrizioni, senza rimorsi e soprattutto senza stancarsi mai. Per sfogarsi davvero gli occorre nientemeno che l’eternità; per saziarlo gli occorre l’infinito!
Come sono inebrianti le gioie dell’amore terreno con le sue effusioni anche fino al deliquio. Eppure tutto questo è amore soltanto naturale e l’intensità del suo godimento non può mai superare la capacità del godere umano. Invece il Beato nella visione beatifica sente tutte le sue capacità affettive di colpo potenziate e sollevate smisuratamente al disopra di quelle umane. Chi può calcolare l’ardore e la veemenza dei battiti del suo cuore, il godimento paradisiaco di tutto il suo essere nell’effusione del suo amore reso ormai del tutto sovrumano!
I cittadini del Paradiso gli sorrideranno tutti intorno con un mondo di affetti i più squisiti, trasformati anche essi in sovrumani. Nella bellezza incantevole dei loro volti il Beato leggerà l’amore più puro, più sincero, più ardente per la sua persona. Però quello che lo attirerà con forza irresistibile sarà il volto di Dio, infinitamente amabile e infinitamente amante, scoperto a lui e agli altri Beati in tutto il suo splendore e la sua bellezza.
Il Beato amerà con una intensità inconcepibile, perché sarà Dio stesso a dargli quella potenza indefinibile di amare, per cui nessuna stanchezza o languore di forze potrà sorprende rlo e farlo desistere. In Dio Padre amerà l’Amore gratuito che fin dall’eternità ha pensato a lui, lo ha amato e scelto per occupare un seggio in Paradiso. In Dio Figlio amerà l’Amore sacrificato che a costo di tanti dolori lo ha riscattato dalla maledizione del peccato. In Dio Spirito Santo amerà l’Amore santificante che lo rende partecipe della stessa vita divina.

Visione di amore perfetto

In terra siamo tenuti ad amare Dio con tutte le nostre forze. Ma le stesse anime più generose quanti ostacoli incontrano nel loro cammino! Le inclinazioni disordinate sono tante e così ribelli che non si riesce a tenerle a freno tutte e per sempre. D’altra parte necessità e impegni assorbono altrove tanta parte del nostro tempo e della nostra attenzione. I Santi, che sono i più generosi nell’amare Dio, sentono e si rattristano di non poterlo fare senza infedeltà, più o meno avvertite, e senza interruzioni, piùo meno frequenti. Bisognerebbe che l’anima nostra potesse rimanere sempre fissa in Dio, il che è impossibile su questa terra. Ma in Paradiso la nostra mente, assorbita nella visione beata di Dio, non ha la possibilità di distrarsi e d’interrompere l’intimo colloquio d’amore.
Amore perfetto vuol dire sempre in atto, altrimenti la felicità avrebbe delle pause. Quale beatitudine amare Dio continuamente senza stanchezza e senza esaurimento alcuno. I nostri innamoramenti terreni stancano ed esauriscono perché l’esercizio delle nostre potenze, anche spirituali, esige sempre su questa terra la collaborazione delle facoltà organiche, soggette all’esaurimento e al deperimento. Ma quando l’onnipotenza di Dio ci avrà rifatto un corpo di vitalità perfetta e immortale, nessun grado d’amore ci potrà esaurire. Ameremo Dio eternamente con la freschezza e l’intensità deliziosa del primo incontro in Cielo.

Visione di Dio-Amore in premio

L’uomo ha tanto bisogno di amore. Come la pianta non si sviluppa, o si sviluppa male senza i baci del sole, così la vita dell’uomo non matura senza i baci dell’amore: amore di genitori, di fratelli, di parenti, di sposi, di amici. Quanto amore deve ricevere dai suoi simili per rendere sopportabile la vita mortale!
Ebbene per rendere la vita immortale del Paradiso pienamente felice, occorre al Beato non solo l’amore degli altri Beati, ma specialmente l’Amore infinito di Dio. Soltanto nel suo possesso, infinitamente saziativo, comprenderemo e sentiremo di essere giunti al nostro traguardo eterno, al fine ultimo per cui Dio ci ha creati.
Quale grande felicità rapisce due persone che si amano quando finalmente possono abbandonarsi l’una nelle braccia dell’altra! Ed allora quale sarà lo spasimo di felicità eterna quando saremo caduti nelle braccia di Colui che vuole essere lo Sposo dell’anima nostra. Chi può misurare quella inimmaginabile realtà? Per farci un’idea del Bene Assoluto, Dio, dobbiamo immaginare una luminosità infinita, una bellezza infinita, una gloria infinita, una verità infinita, una bontà infinita, ecc., e tanto necessariamente che se Gli mancasse anche una sola delle tante possibili perfezioni, o anche un solo grado di qualcuna di esse, non sarebbe più Dio. Quindi Egli è l’Essere perfettissimo, è il cumulo di tutte le perfezioni possibili e immaginabili riunite insieme in un vivente. Egli è tutto e solo perfezione nella misura massima possibile, molto al di là di quanto la nostra mente riesca a immaginare.
Però Dio è innanzi tutto e soprattutto Amore, perciò ai Beati si dà un premio espressamente come Dio-Amore! Noi uomini possiamo avere dell’amore però sempre limitato e troppo spesso ben poco autentico. Invece Dio «è» Amore, è costituito di Amore, come noi siamo fatti di anima e di corpo. Perciò l’agire di Dio è tutto una condotta di amore.
La nostra sbalordita meraviglia, nel varcare la porta del Paradiso, sarà di scoprire non tanto la vastità senza confini del divino Amore, quanto la felicità, la setnplicità, la spontaneità di vivere con un tale Dio cuore a cuore, nell’intimità più piena e più calda da poterGli dire: io sono tutto tuo, ma anche Tu sei tutto mio!
Se qualcuna delle perfezioni divine, appena intravista in visione dalla Beata Angela da Foligno, e soltanto in qualche suo grado compatibile colla debolezza umana, è stata sufficiente a causare in lei deliqui d’amore così eccessivi da mettere in pericolo la sua vita e produrre delle alterazioni fisiche, che cosa si scatenerà nei nostri cuori, potenziati dall’onnipotenza divina a sostenerlo quando potremo fissare tutte le perfezioni di Dio e possederle come proprie nel Dio-Amore?

Visione di Dio tutto cuore

Dio ci ha rivelato che l’essenza della sua natura è l’Amore, infatti San Giovanni ci dice (I Gv. 4,16): «Dio è Amore». — Le sue perfezioni sono infinite di numero e di intensità, ma tutte permeate di amore. Le sue perfezioni sono i vari aspetti di un’unica perfezione: l’Amore Increato. Orbene Dio ci ha creati dal nulla per immergerci nell’Amore che è Lui.
L’unico scopo delle opere di Dio è l’Amore, e quando finalmente dopo tante sue sollecitudini, tante sue grazie e aiuti a noi concessi, Dio sarà riuscito a farci raggiungere il Paradiso, con tenera effusione Egli ci getterà le braccia al collo come il padre del figliuol prodigo! Finalmente potrà dare sfogo al suo amore senza limiti, potrà assecondare la sua sconfinata generosità, lasciando traboccare su ciascuno dei suoi Beati la pienezza inesauribile del Suo Cuore!
Per purificare il nostro amore, per arricchirci di meriti, Dio, pur essendo tutta bontà e tenerezza, ha dovuto permettere, nella nostra vita terrena, che le prove, le tribolazioni, le croci d’ogni sorta incidessero, anche profondamente, la nostra carne e il nostro cuore. Ma ora in Paradiso al tempo della prova e della sofferenza è subentrata la ricompensa del godimento eterno. Mentre prima era anche giudice, ora è soltanto Padre e Sposo delle sue creature santificate e le colma di tante e tali attestazioni di affetto, che neppure il nostro linguaggio d’amore terreno possiede parole adeguate per esprimerlo. Egli sprofonda i suoi Beati nell’oceano infinito del suo amore e li tiene immersi per sempre senza più riserve e limiti, se non quelli imposti dalla incapacità della creatura di ricevere di più. Dio li ama con tutta la sua potenza di Dio, con tutta la sua bontà di Dio, con tutta la sua carità di Dio, con tutta la sua natura ed essenza di Dio. Li ama il Padre, li ama il Figlio, li ama lo Spirito Santo.
L’amore in terra si nutre di sacrifici, in Paradiso invece si nutre solo di dolcezze. Perciò Dio ricolma i suoi beati con l’intensità inconcepibile del suo affetto, con la suavità paradisiaca delle sue carezze e dei suoi baci, con le insaziabili ricchezze del suo amore, con l’unione intima fino alla immedesimazione scambievole. In questo è incluso ogni diletto possibile cosicché il Beato ne rimane inebriato in tutte le facoltà della sua anima e in tutte le potenze dei sensi del suo corpo.
La felicità del Beato è costituita dalla gioia di amare L’Amore infinito con tutto il suo essere, di essere riamato dall’Amore infinito da pari suo e di sentire in se stesso intensamente questa sua invidiabile sorte.
Le Tre Persone Divine sono infinitamente beate perché ciascuna è nello stesso tempo: infinitamente amabile, infinitamente amante, infinitamente amata. L’oceano-senza limiti della loro gioia è costituito appunto da queste tre dimensioni, che in loro si sono verificate sempre, si verificano a ogni istante e continueranno a verificarsi per sempre... Ebbene i Beati in Paradiso sono ammessi a saziare per sempre la loro fame di felicità a questo medesimo oceano di felicità l’unica che esiste.
Giunti anche noi coi ragionamento alla riva di questo oceano degli oceani, sentiamo una immensa difficoltà a proseguire oltre, però dobbiamo sforzarci, proseguendo anche a tastoni, di dire qualche cosa ancora per gustare meglio la gioia che ci aspetta in Paradiso.

Nell’amore genuino si attua il meglio di noi

Il più grande dei valori umani è l’amore. Nell’esercizio dell’amore è tutto il nostro essere che entra in azione, sia lo spirituale che il fisico. Nell’amore si attua il meglio di noi. Più un individuo è perfetto, più ama. In Paradiso ameremo tanto più, quanto più alto sarà il grado di perfezione raggiunto.
Dio è Amore, la sua vita intima è Amore, la relazione tra Padre e Figlio è l’Amore Personificato e Sostanziale che si chiama Spirito Santo. Con un atto d’amore Dio ha creato il mondo spirituale e materiale. Per amore si è unito alla natura umana, riscattandola coi suoi dolori dalla condanna eterna. Per amore invita l’uomo alla festa perenne del Paradiso. Tutta la morale cristiana si esprime in termini di amore: amare Dio sopra ogni cosa con tutte le forze e amare il prossimo come se stessi. Il Cristianesimo è il clima e il mondo dell’amore così nel tempo come nell’eternità, così sulla terra come in Paradiso.
L’amore è una ricchezza da godersi almeno in due. Non è possibile una felicità del tutto solitaria e l’amore senza comparte non è felicità vera. La gioia di coloro che si amano è il risultato del dare e ricevere: amare ed essere amato. Nelle anime più sensibili si sente il bisogno imperioso di intimità, perché senza pienezza di amore non si è felici, e senza pienezza di intimità non si ama davvero.
Così sarà in Paradiso. I Beati ameranno e saranno amati da Dio nell’intimità più assoluta, nella familiarità più semplice, più spontanea, più deliziosa. Ce ne darà il diritto il sentirci in armonia perfetta di pensieri, di desideri, di sentimenti, di affetti con Dio, senza più nulla che possa dispiacere minimamente ai suoi occhi infinitamente puri e santi. Ci ameremo semplicemente in tutta l’estensione e la portata della parola, senza più nulla che si opponga minimamente, senza interruzione o distrazione dall’amore, senza ombra di sospetto che, da una parte o dall’altra, possa far cessare o anche diminuire l’ardore affettivo, senza che possa intervenire nulla che possa disturbare o infastidire l’idillio eterno. Mons. Gay (Elev. 52) domanda: «O Dio qualunque gioia e qualunque bene noi possiamo trovare nell’amore e nell’intimità degli essere creati, il cuore che Tu ci hai dato è sempre troppo vasto per essere colmato da loro. E possibile allora che tra noi e Te si stabilisca e sussista una tale intimità d’amore capace di riempirlo? Sì, con Te è possibile la nostra più completa intimità. Tu non solo ce la permetti, ma la desideri e Ti degni di offrircela».
Com’è possibile credere. sperare, meditare tutto questo mondo, finora insospettato. di ebbrezze divine che ci aspettiamo in Paradiso, senza fin d’ora sentirei infiammare d’amore?