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Messaggio del 6 gennaio 1989:Figli miei! In questi giorni di festa avete pregato molto, però le vostre mani spesso sono rimaste vuote. Voi pregavate per le vostre piccole cose, mentre Gesù voleva darvi se stesso. Desidero che questa sera ciascuno di voi si chieda: quando nella preghiera mi sono sentito vuoto?

Mons. Paolo Hnilica - Quel che dice onestamente un vescovo dell’est ai critici di Medjugorje

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“Una volta un personaggio della Chiesa, scettico su Medjugorje, mi disse: “La Madonna ha niente altro da fare di venire ogni giorno sulla terra?” Risposi: “Ha detto bene. Non ha niente di più importante da fare: per una Mamma la cosa più importante è la salvezza dei propri figli, a cominciare da quelli che ne hanno più bisogno.”

Da tanti colloqui o incontri vedo che il Santo Padre guarda a Medjugorje con occhio benigno e che lo vede come continuazione del messaggio di Fatima. Certo il Papa è rispettoso delle competenze locali: dell'episcopato iugoslavo e della Commissione che sta studiando quanto succede qui. Al gruppo dei medici dell’ARPA, ai quali sta a cuore la vita prenatale dei bambini e anche lo studio scientifico di questi fenomeni, il 1.8.89 il Papa ha detto: “Voi dovete rispettare il Vescovo del luogo; poi lui risponderà davanti al tribunale di Dio”. E aggiunse: “Oggi il mondo sta perdendo il senso del soprannaturale e la gente va a cercarlo e lo trova a Medjugorje. Attraverso la preghiera, la penitenza sacramentale, il digiuno... sta trovando Dio a Medjugorje”. Questa è a più bella testimonianza!

Dobbiamo certo aspettare con umiltà e obbedienza l’ultima parola dalla competente autorità della Chiesa, ma possiamo anche dire che tutti i fatti di Medjugorje avvenuti fino ad ora sono “de facto” approvati dalla Chiesa. Perché a Medjugorje sono passati in questi nove anni circa 20 milioni di pellegrini; solo l’anno scorso sono stati qui più di 22.000 sacerdoti, e finora circa 100 tra vescovi e cardinali, senza contare quelli venuti in incognito. Certo tutti costoro si sarebbero accorti se qualche cosa non andava. Questa è già ma grande testimonianza che qui non c’è niente contro la fede e la morale.

Se qui ci fosse qualcosa di pericoloso contro la fede o contro la morale, la Chiesa di Roma e anche la Chiesa di qui, i vescovi jugoslavi, avrebbero gridato: No! No! Non si può andare! Perché non possono lasciare nel pericolo milioni di fedeli e tanti suoi sacerdoti. Dovrebbe gridare, dovrebbe dare le più severe punizioni e sospensioni; invece la Chiesa tace! Lascia! Vuoi dire che acconsente... Allora vuoi dire che tutti possono venire tranquillamente e che non c’è niente di pericoloso...

Il più grande miracolo di Medjugorje sono le confessioni. In nessun posto dei mondo si confessa come qui”.

“Dai frutti si conosce l’albero”. E qui si hanno dei frutti ottimi, come forse non si trovano in nessun altro posto del mondo: preghiera, digiuno, che è la pratica sparita dal vocabolario e dall’insegnamento della Chiesa; poi la santa Confessione che, nel mondo occidentale è praticamente quasi sparita, mentre da noi in Cecoslovacchia, in Polonia.., si è continuato a confessare, prima di nascosto, adesso anche in pubblico. La Madonna qui vuole rinnovare la Chiesa e la Confessione, unita poi alla Comunione, è la medicina più adatta.

Una volta in Germania mi hanno chiesto se quanto avviene a Medjugorje non può essere opera di satana... Ho risposto che satana potrebbe sopportare tutto, ma non può sopportare la Confessione, perché la Confessione è una liberazione da satana e quindi non può essere satana a spingere milioni di persone a liberarsi di lui. Assurdo! Contro ogni logica. E qui si confessano in tanti, tanti. In nessun posto del mondo attualmente si confessano tanto come a Medjugorje. Tante volte ci sono 50 e più sacerdoti che confessano...

Una volta in Austria, quando il Santo Padre era in visita, un vescovo mi ha raccontato: “Sono stato a Medjugorje e mi sono messo a confessare per cinque ore perché c’erano molti che aspettavano. In quelle cinque ore sono arrivati tali penitenti come mai avevo sperimentato in 40 anni di vita come sacerdote e vescovo. Alcuni inginocchiandosi mi dicevano: “Mi aiuti, non so confessarmi... Sono venuto per curiosità, ma io sento che mi devo riconciliare con Dio, che devo cominciare una nuova vita... Mi aiuti... Cosa devo fare?” Sono confessioni come S. Paolo a Damasco: “Signore, cosa vuoi che io faccia?” Centinaia di sacerdoti mi hanno detto: “Per noi il più grande miracolo di Medjugorje sono le confessioni, sentire questi penitenti con quale sincerità e dolore profondo si confessano, si pentono e fanno propositi”.

Con quelli di Medjugorje ci si sente subito famiglia.

Poi una caratteristica proprio Medjugorjana è questa familiarità. Si formano i gruppi e si sentono subito in famiglia. Anch’io posso dire, nella mia esperienza di 69 anni... ho girato il mondo.., ma se incontro un sacerdote o anche un laico che è passato a Medjugorje, io mi sento di avere con lui più cose soprannaturali in comune che non con i miei stessi connazionali di Cecoslovacchia sia sacerdoti, sia laici o con i miei stessi confratelli gesuiti.
Veramente sento subito che ci unisce tutto il mondo soprannaturale, tutto il Vangelo, la fedeltà al Papa, la devozione alla Madonna... e siamo amici, ovunque avvenga l’incontro. Questo mi è capitato in tutti i paesi del mondo dove ho girato, trovando un gruppo o una persona legata a Medjugorje: siamo subito amici e ci si aiuta.

Ormai Medjugorje è già riconosciuto di fatto come santuario”.

Questo mi ha detto anche il Cardinal Siri di Genova, che era una autorità grande in campo teologico e anche morale. Sono stato più volte nella diocesi a parlare ai gruppi di Medjugorje. Ero suo ospite e mi diceva questo: “Io sto osservando che questi gruppi di Medjugorje stanno rinnovando le parrocchie e così la diocesi. All’inizio era andato a Medjugorje un piccolo gruppo, forse per curiosità; poi tornano, cominciano a pregare insieme, il gruppo si allarga e ritornano a Medjugorje sempre più numerosi. Si incontrano almeno una volta la settimana anche per tre ore davanti al Santissimo, in preghiera, poi la S. Messa, con qualche discorso... Stanno rinnovando le parrocchie e così la Chiesa”.
Del resto anche il Cardinal Groher, arcivescovo di Vienna, ha aperto un centro per Medjugorje e mi ha invitato per benedire e seguire questo centro, anche perché da li possiamo già da qualche anno penetrare in Cecoslovacchia, ecc. E ogni settimana, al giovedì, fanno un incontro dalle 19 alle 22 o 23: vengono a migliaia. Pregano il S. Rosario intero davanti al Santissimo, S. Messa con predica... L’ha iniziato lui stesso, il Cardinale, poi anche tutti i vescovi ausiliari. Io ho parlato a loro già tre volte e anche giovedì scorso, tornando dalla Cecoslovacchia. Anche il Cardinal Frantisek Tomasek, arcivescovo di Praga, è entusiasta e mi ha chiesto tante volte di Medjugorje. Io lo informavo quando veniva a Roma. Poi si e fatto informare dai pellegrini che venivano qui e li davano belle testimonianze e anche dall’attuale metropolita di Cecoslovacchia, l’arcivescovo di Trnava, che e venuto diverse volte a Medjugorje come sacerdote. Mi telefonava a Roma e ci incontravamo qui... Ora ho saputo che il veggente Ivan Dragicevié è stato da lui a Trnava; l’arcivescovo era molto contento e gli ha permesso di parlare in diverse chiese della sua diocesi.

Papa e vescovi: se ci fosse pericolo per la fede interverrebbero. Invece permettono e tacciono. Ai vescovi un po’ scettici e a tutti io dico: venite e vedete. Anche per me la prima volta è stata così. Sono venuto perché alcuni dalla Cecoslovacchia e in particolare lo stesso Card. Tomasek mi chiedevano: “Cos’è questo Medjugorje?” Allora sono venuto proprio per conoscere la verità. E questo è doveroso per ogni cristiano, davanti ad un fenomeno di tale importanza. Andare a fondo. Perché se è da Dio, dobbiamo inginocchiarci e ascoltare.

Certo Dio ci ha detto tutto attraverso il Vangelo... Mi ricordo che andando a Fatima sia con Paolo VI, sia con l’attuale Papa, tutti e due in un certo qual modo cercavano di giustificare il perché andavano in quel luogo. E tutti e due, più o meno con le stesse parole hanno detto: “Perché qui la Madonna ci fa conoscere l’essenza del Vangelo, ce lo attualizza, prende dal Vangelo il rimedio per oggi, sottolinea quelle verità che sono attuali oggi’. Sicuramente anche Medjugorje è così.

Il Papa qui non è venuto, ma certo si tiene informato, perché lui è responsabile se ci fossero dei pericoli: “Conferma i tuoi fratelli” Questo è il compito che ha ricevuto da Cristo. Se il Papa tace, vuoi dire che nel cuor suo è convinto che non c’è qui pericolo per la fede o per i costumi. Se ci fosse qualche pericolo, in forza del suo ufficio, dovrebbe impedirlo. Certamente penso che Egli si faccia informare di tutti i “pro” e dei “contro”, per valutare tutto. Se lui non interviene e non fa intervenire le autorità competenti, che in questo caso sarebbe la Congregazione per la Dottrina della fede o la Conferenza Episcopale jugoslava, vuol dire che lui, in forza del suo ufficio di sorvegliare sulla fede, e tranquillo.

Ho parlato anche con alcuni vescovi croati. Dicono: se vedessimo qualche pericolo, impediremmo ai nostri fedeli di venire qui. Essi permettono e tacciono. Essi vedono più immediatamente di altri vescovi gli effetti di coloro che vengono a Medjugorje e vedo che sono tranquilli e li lasciano venire tranquillamente. Perciò, come dicevo, “de facto” Medjugorje è già riconosciuto come “Santuario”

Fonte: Medjugorje, 25 giugno ‘90 - Registrazione di Alberto Bonifacio, Lecco, trasmessa anche da Radio Maria