MaM
Messaggio del 25 agosto 2004:Cari figli, vi invito alla conversione del cuore. Decidetevi, come nei primi giorni della mia venuta qui, al totale cambiamento della vostra vita. Così, figlioli, avrete la forza di inginocchiarvi e davanti a Dio aprire i vostri cuori. Dio sentirà le vostre preghiere e le esaudirà. Io davanti a Dio intercedo per ognuno di voi. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.

Commento al Messaggio del 25 settembre 1996

Commento del Messaggio del 25 settembre 1996

Cari figli! Oggi vi invito ad offrire le vostre croci e le vostre sofferenze per le mie intenzioni. Figlioli, io sono vostra madre e desidero aiutarvi chiedendo per voi la grazia presso Dio. Figlioli, offrite le vostre sofferenze come dono a Dio perché, diventino un bellissimo fiore di gioia. Perciò, figlioli, pregate per poter capire che la sofferenza può diventare gioia e la croce la via della gioia. Grazie per avere risposto alla mia chiamata!


Che la pace sia con tutti voi. Vi saluto tutti da Medjugorje. Cominciamo a ricordare il messaggio4e1 mese scorso. Ad agosto, Nostra Signora ci ha invitati ad ascoltare la parola di Dio. Ci ha chiesto di portare la parola di Dio nel nostro cuore, nei nostri pensieri, di riflettere e di pregare, così che Dio potrà nascere~nel nostro cuore. Ha anche ripetuto il desiderio che la Bibbia venga messa in un luogo visibile nelle nostre case. Ha cominciato il suo messaggio con la parola "ascoltate", una parola che ritroviamo nella Bibbia mille e quattrocento volte. Maria vuole quindi che la ascoltiamo e che portiamo ciò che ci dice nel cuore, nei pensieri, che meditiamo e preghiamo. Ed è proprio ciò che ha fatto lei nella sua vita,e desidera che noi facciamo altrettanto. Dobbiamo ricordare che l'ascolto ha delle condizioni. Un cuore ascolta solo quando è libero, quando ama, quando vive in pace e con umiltà.
La mancanza di pace, di amore, di libertà e l'orgoglio impediscono al nostro cuore di ascoltare. Vorrei quindi invitarvi ancora a pregare, a digiunare, a confessarvi e ad andare a Messa, còsì da chiedere che i nostri cuori possano diventare simili a quello di Maria. Così potremmo ascoltare la parola di Dio, sapremmo riflettere su quanto ci dice, e Dio potrebbe nascere nel nostro cuore, e noi potremmo vivere secondo la sua volontà e quindi le nostre parole potrebbero essere concepite, nascere ed essere pronunciate in libertà e in amore. E solo allora le nostre parole saranno simili a quelle di Dio. Così sia.

Le apparizioni continuano quotidianamente per quattro veggenti: Marija, Jakov, Ivan e Vicka. Sono già 15 anni e 3 mesi che la Madre di Dio appare a Medjugorje. Non sappiamo quanto dureranno queste apparizioni. In questo momento solo Vicka è a casa. All'inizio del mese Jakov e Annalisa hanno avuto il secondo figlio, che hanno chiamato David. Sono in Italia ma torneranno alla fine del mese. Anche Marija è in Italia con la famiglia e ci ha promesso di venire a ottobre per qualche settimana. Ivan e la sua famiglia, invece, sono negli Stati Uniti. Ma ricordiamo che la Madonna viene ai veggenti ovunque si trovino.

Al momento ci sono molti pellegrini e tutto il mese di settembre è stato molto affollato. C'è un afflusso costante di polacchi, cechi e slovacchi, ungheresi e talvolta anche dei rumeni. Ci sono molti pellegnnì di lingua inglese e francese che vengono da tutto il mondo, poi anche tedeschi, italiani, un gruppo messicano, uno australiano e uno brasiliano. Medjugorje è viva e non ha perso il suo potere d'attrazione e speriamo ardentemente che le cose continuino così. Abbiamo celebrato la festa della Croce sul Krizevac la domenica 15 settembre e molti sono venuti per l'occasione, 15 mila circa. Prima, la santa Messa era celebrata solo sulla montagna - una settimana dopo la nascita di Maria -ma recentemente ne abbiamo organizzata un'altra alla fine del Festival dei Giovani il 6 agosto, nella festa della Trasfigurazione di Gesù. È sempre bellissimo pregare sulla montagna, ma specialmente assistere alle messe.

Pensiamo che la situazione politica si stia stabilizzando sempre più. Sono state tenute le prime elezioni e ci auguriamo che il processo di pace continui, anche se le ferite che rimangono aperte in molti di noi potrebbero spingere nuovamente all'odio e al desiderio di vendetta. Affinché la pace si affermi, dobbiamo ancora pregare e lavorare molto su ogni fronte.

Il messaggio di questo mese ci parla della croce e del rapporto che abbiamo con essa. In questo periodo celebriamo due feste che ci ricordano la Croce di Gesù: l'Esaltazione della Croce e la Festa della Madre Dolorosa. Non è la prima volta che Maria ci parla della Croce e mi riferirei a un messaggio in particolare. Una volta Maria ci disse di pregare di poter portare la croce con pazienza e con amore, come fece suo Figlio Gesù. Quel messaggio è stato davvero importante per me, perché credo che riguardi il nostro rapporto con Dio. Se abbiamo una croce o una sofferenza, generalmente ci rivolgiamo a Dio affinché ce ne liberi. Ma, Maria, non ci dice di pregare con questa intenzione, bensì di imparare a portare la croce come fece Gesù. Solo se seguiremo sinceramente e seriamente queste sue parole, potremo capire cosa significano.
Come Gesù, Maria non ci crea delle illusioni. Gesù non liberò il mondo dalle croci e dalle sofferenze, come gli ebrei speravano facesse, ma ci ha mostrato come portare la propria croce. E Maria ce lo ricorda quando ci chiede di pregare per poter portare la nostra croce. Maria è la Madre del Salvatore che ha sofferto e lei stessa soffrì molto, quindi non ha paura di parlarci della croce e di chiederci di accettarla. Si parla molto di sofferenza, visto che è qualcosa che colpisce tutti, tutte le generazioni e tutte le filosofie e le ideologie. Tutte devono infatti far fronte alla sofferenza del mondo. Molte filosofie hanno illuso l'uomo, promettendo una vita senza croci nè sofferenze.
Ma i veri profeti, tra cui Gesù stesso, non ci hanno promesso che non avremmo sofferto, bensì che tutte le sofferenze si trasformeranno in bene.
L'uomo non può essere privo di croci e non può nemmeno evitare di soffrire. Solo il fatto di essere creati è una croce. La croce spunta dove nasce il desiderio di essere amati e di amare. Nessuno sulla terra, però, è capace di amarci quanto e come lo vorremmo e nessuno di noi è in grado di amare qualcuno come vorrebbe. Quindi, il nostro desiderio di amore va oltre le nostre stesse forze. Ed èproprio lì che spunta la nostra prima croce. Nella vita pratica abbiamo solo due alternative. La prima è accettare la croce con l'aiuto dell'amore che Dio e Gesù ci hanno mostrato, soffrire e crescere portandola con amore. L'altra possibilità è cercare di sconfiggere e di eliminare le sofferenze di questa vita, ma così facendo ci si incammina verso il peccato. E peccando si causano solo altre sofferenze. San Pietro disse con molta semplicità: "E meglio amare da giusti che da peccatori". In altre parole, chi ama deve soffrire, ma la sua sofferenza volge al bene, sia per se stesso che per chi lo circonda. E l'odio causa la nostra e l'altrui sofferenza, ma persino la sofferenza che abbiamo causato peccando può volgere al bene e Maria ci mostra in che modo in questo suo messaggio.

OGGI VI INVITO A OFFRIRE LE VOSTRE CROCI E LE VOSTRE SOFFERENZE PER LE MIE INTENZIONI
Con questo non ci viene certamente promesso che le croci e le sofferenze ci verranno risparmiate. Ma è anche importante sapere che se soffriamo, indipendentemente dalla causa, che sia per amore o per odio, e offriamo la nostra sofferenza a Maria, allora la nostra sofferenza avrà uno scopo. E quando c'è uno scopo, è più facile sopportare la sofferenza e quindi la stessa sofferenza cambia natura. E proprio qui che Maria ci dimostra quale vera madre sia per noi!

IO SONO VOSTRA MADRE E DESIDERO AIUTARVI CHIEDENDO PER VOI LA GRAZIA PRESSO DIO
Quando un bambino si fa male, ha paura o ha dei problemi e va a consolarsi dalla mamma, affidandole se stesso, la sua sofferenza cambia volto.
Anche se le ferite fisiche restano, qualcosa cambia nello spirito se si può affidare alla mamma. Lo stesso accade con Maria. Lei sa come trattare la sofferenza. E importante sapere che quando si sta male o si soffre per qualcosa di particolare, si può portare questa sofferenza, come qualsiasi altra preghiera, a Lei che è nostra madre. E sapere che qualcuno può aiutarci a sopportare il nostro dolore o la nostra croce è davvero importante, perché, come dice anche san Paolo, con le nostre croci e le nostre sofferenze noi aggiungiamo alla croce di Gesù una sofferenza di tipo nuovo. In pratica, dovremmo affidare a Maria le nostre sofferenze ogni giòrnò. E dovremmo dire: "Anche se non posso comprenderlo, credo che tu, che sei la madre di Gesù e hai vissuto l'esperienza della croce, possa fare qualcosa di buono con le mie sofferenze e le mie croci".
La croce e la sofferenza che Maria condivise con suo Figlio si sono trasformate nella Luce della Risurrezione e una delle aspirazioni più grandi della Madonna è proprio che noi, con tutto il cuore, crediamo che anche le nostre sofferenze e le nostre croci possano trasformarsi in qualcosa di positivo. In questo messaggio, Maria si mostra anche come nostro intercessore. Vuole aiutarci e chiede a Dio di darci la grazia. Per noi è fondamentale sapere che non siamo mai soli e che non siamo mai abbandonati, perché abbiamo una mamma così meravigliosa! A tutti riserva la sua intercessione presso Dio, e il fatto che Maria preghi per noi continuamente è certamente la grazia più grande di Medjugorje. Da questo si può capire la ragione per la quale Dio conceda tante grazie qui. Poi, Maria ci chiede ancora una volta...

FIGLIOLI, OFFRITE LE VÒSTRE SOFFERENZE COME DONO A DIO, PERCHÈ DIVENTINO UN BELLISSIMO FIORE DI GIOIA
Qui, per molti di noi, sta il centro di tutto! Riusciamo davvero a credere che offrendo a Dio la nostra sofferenza ne possiamo ricavare una gioia? La risposta a questa domanda giunge molto chiara da questo messaggio, come del resto dal Vangelo stesso. Sì, la mia sofferenza e la tua sofferenza possono tramutarsi in gioia, ma solo se la offriamo in dono a Dio. L'appello ad offrire la sofferenza a Dio implica anzitutto che non incolpiamo Dio perché Soffriamo. Dio non desidera la nostra sofferenza, ma se, comunque, noi soffriamo e la offriamo a Lui, Dio ci concederà ciò che ci ha promesso.
In secondo luogo, portare la nostra croce in dono a Dio significa che non dobbiamo amareggiarci, perdere la speranza o scoraggiarci, perché proprio con questo nostro gesto noi diamo uno scopo al nostro soffrire. E come quando offriamo un mazzo di fiori a qualcuno: allo stesso modo possiamo regalare la nostra sofferenza a Dio: Poi, Maria torna alle cose pratiche e concrete...

PREGATE PER POTER CAPIRE CHE LA SOFFERENZA PUÒ DIVENTARE GIOIA E LA CROCE LA VIA DELLA GIOIA
Questo è quanto dovremmo fare d'ora in poi. Solo con la preghiera e con il nostro incontro con Dio possiamo capire cosa significa.
Facciamo un esempio. Recentemente, uno dei ragazzi della comunità di suor Elvira che ha avuto una brutta èsperienza di droga in passato, si èespresso in questo modo: "Oggi riesco persino a ringraziare Dio per il periodo in cui mi drogavo. In realtà, è stato un periodo tremendo, in cui stavo distruggendo me stesso e la mia famiglia, spingendo tutti in un'enorme sofferenza. Ma quando ancora soffrivo sono riuscito a decidermi a venire in comunità per guarire e grazie alla sofferenza che arrecavo loro anche i miei genitori sono riusciti a ritrovare la fede in Dio. Per questo posso ringraziare Dio del periodo in cui mi drogavo". Certo, con questo non voglio dire che bisogna spingersi fino al punto di drogarsi per riportare i propri genitori a Dio, ma in queste parole possiamo capire perché san Paolo diceva: "Dove il peccato era grande" - e quindi anche la sofferenza era estrema - "anche le grazie divennero grandi". Ciò non significa "Fratelli, pecchiamo così che la nostra grazia sia grande". Gesù vuole dirci che non dobbiamo pensare mai che non valga la pena, bensì che vale SEMPRE la pena di ricominciare, perché Dio può trasformare QUALSIASI COSA - in bene. Uesperienza ci insegna che spesso le persone si comportano come dei bambini che, quando le cose vanno bene, non ascoltano la mamma che li chiama, ma che appena si fanno male, corrono dalla rnàmma senza bisogno che questa li chiami. La stessa cosa vale per la sofferenza: ci aiuta a cercare Dio. Naturalmente, in alcuni casi la sofferenza può allontanare da Dio, ma alla fine del cammino della sofferenza Dio, COMUNQUE, ci aspetta sempre e allora il nostro cuore si aprirà a Lui. E anche per questo dobbiamo pregare.

Dio, Padre nostro, Ti ringraziamo per Tuo Figlio Gesù Cristo, che Ti ha portato in dono la Sua Passione e la sua Croce per la nostra salvezza. Ti ringraziamo anche per Maria, la madre del Salvatore sofferente, che ha accettato ugualmente la sua croce e la sua sofferenza e che poi, come nostro intercessore, le ha offerte a Te. Ora, Ti preghiamo, secondo l'appello della Tua umile serva, di concederci la grazia di capire che la nostra sofferenza può mutarsi in gioia e' che la nostra croce può diventare un cammino verso la gioia. O Padre, ascolta la nostra preghiera, affinché mai, a causa delle nostre croci e delle nostre sofferenze, dubitiamo del Tuo amore e della Tua misericordia. Perdonaci, o Padre, per tutte le volte che abbiamo incolpato Te o gli altri o abbiamo sentito amarezza nel cuore. Perdonaci e facci provare che le croci e le sofferenze ci porteranno alla luce della risurrezione. Padre, ora ti preghiamo per tutti i genitori per i quali i figli sono diventati una croce e una sofferenza, affinché ogni cosa si trasformi in bene. Ti preghiamo ora per tutti gli uomini e le donne che sono diventati una croce e una sofferenza l'uno per l'altro, affinché possano essere guariti e attraverso la loro croce e la loro sofferenza possano pervenire a un'unione e a un amore più profondi. Noi Ti offriamo le croci dei giovani, così che nessuno si disperi sul cammino, ma che attraverso la loro sofferenza possano trovare la via che conduce a Te. Noi Ti offriamo le sofferenze di questo mondo, tutte le croci dei popoli in guerra, cosi che possano portarle a Te e ogni cosa possa trasformarsi in bene e che chi è spaventato ritrovi la fiducia in Te. Dona a loro di provare che l'amore è sempre possibile. Dona a chi è intrappolato nella rete della droga e dell'alcol di provare che la liberta è sempre possibile. Guariscili, così che la sofferenza li conduca alla gioia. Benediscici tutti e dona a tutti noi la Tua pace attraverso Gesù Cristo, nostro Signore. Amen.
Medjugorje, 28 settembre 1996