rnLe apparizioni della santa Vergine Maria a santa Caterina Labouré, si verificarono a Parigi, nel quartiere “Rue du Bac” nell?anno 1830. Questo periodo storico fu caratterizzato da molti eventi tragici e devastanti dal punto di vista culturale, in quanto contribuirono fortemente a scristianizzare dapprima la Francia e poi, in una nefasta catena progressiva, l?intero continente europeo; un tempo, quindi, di grandi pericoli anche per la Chiesa. Dalla Rivoluzione Francese (1789) in poi, infatti, una catena di cospirazioni, rivolte, guerre aveva sconvolto il nostro continente e si era concretizzato in una feroce persecuzione non solo al clero ma a tutta la Chiesa. Le rivoluzioni liberali tentavano di separare gli Stati dalla Chiesa per trasformarli in strumenti di guerra alla religione; tentavano di distruggere l?ordinamento della Cristianità per instaurare sulle sue rovine una società fondata non sul Decalogo ma su una sorta di “anti-Decalogo”, permettendo per legge ciò che Dio vieta come peccato e vietando per legge ciò che Dio prescrive come virtù. In verità, dopo anni di guerre e di rivoluzioni, nell?epoca in cui avvennero le apparizioni, la situazione Europea sembrava essersi calmata. Ma si trattava solo di una pausa: ben presto la situazione sarebbe precipitata. Alle follie di Napoleone e del suo Impero ed alle idee anticristiane di Cartesio, Rousseau e Voltaire, sarebbero ben presto succedute le ideologie totalitarie di Hegel e Marx che avrebbero dato origine, nel secolo successivo, alla duplice variante totalitarista del nazismo e del comunismo, con tutta la vera e propria carneficina (di anime e di corpi) ad essi conseguenti. Dunque le apparizioni della Madonna a santa Caterina si collocano alla fine del primo grande urto al mondo cristiano ed alla vigilia della nuova, terribile tempesta.rn
Scrive Caterina Labouré: “Alle ore 23,30 del 18 luglio 1830, mentre ero a letto addormentata, mi sento chiamare per nome: “Suor Labouré!” Svegliatami, guardo dalla parte da cui veniva la voce, (…) e vedo un fanciullino vestito di bianco, dai quattro ai cinque anni, il quale mi dice: “Venite in cappella, la Madonna vi aspetta”. Mi venne subito il pensiero: mi sentiranno! Ma quel fanciullino a rispondermi: “State tranquilla, sono le ventitré e trenta e tutti dormono profondamente. Venite che vi aspetto”. Vestitami in fretta, mi diressi verso quel fanciullino (…), o meglio, io seguii lui. (…) Erano accesi i lumi dappertutto dove noi passavamo, e questo mi sorprendeva molto. Assai più meravigliata, però, rimasi all’ingresso della cappella, quando l’uscio si aprì, appena il fanciullino l’ebbe toccato con la punta di un dito. La meraviglia poi crebbe nel vedere tutte le candele e tutte le torce accese come alla Messa di mezzanotte. Il fanciullino mi condusse nel presbiterio, accanto alla poltrona del Padre Direttore, dove io mi misi in ginocchio, (…) giunse il sospirato momento. Il fanciullino mi avverte dicendo: “Ecco la Madonna, eccola!”. Sento il rumore come il fruscio di una veste di seta. (…) Fu quello il momento più dolce della mia vita. Dire tutto ciò che provai mi sarebbe impossibile. “Figlia mia - mi disse la Madonna - Dio vuole affidarti una missione. Avrai molto da soffrire, ma soffrirai volentieri, pensando che si tratta della gloria di Dio. Avrai sempre la sua grazia: manifesta tutto quanto succede in te, con semplicità e confidenza. Vedrai certe cose, sarai ispirata nelle tue orazioni: rendine conto a che è incaricato della tua anima”.
Due uomini discutono serenamente tra loro, in una villa di Roma. L'uno è il barone De Bussières. L'altro è il giovane Alfonso Ratisbonne, ebreo. Siamo nel 1842. Ascoltiamo che cosa stanno dicendo.