MaM
Messaggio del 25 novembre 1997:Cari figli,Oggi vi invito, a comprendere la vostra vocazione cristiana. Figlioli, io vi ho guidato e vi sto guidando in questo tempo di grazia, affinché diventiate coscienti della vostra vocazione cristiana. I santi martiri morivano testimoniando: Io sono cristiano ed amo Dio sopra ogni cosa. Figlioli, anche oggi vi invito a gioire e a diventare cristiani gioiosi, responsabili e coscienti che Dio vi ha invitati in modo speciale a diventare mani gioiosamente estese verso coloro che non credono e che con l'esempio della vostra vita ricevano fede ed amore per Dio. Perciò pregate, pregate, pregate affinché il vostro cuore si apra e sia sensibile per la parola di Dio. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.

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Don Gabriele Amorth

La Cenerentola del rituale

Dalla fine del Concilio Vaticano II ad oggi di anni ne sono passati parecchi; le varie parti del Rituale sono state rivedute secondo le direttive conciliari; l'unica parte che ancora è sigillata con la scritta "Lavori in corso" è la parte che riguarda gli esorcismi. È vero che c'è tutta la dottrina della Sacra Scrittura, della teologia, del magistero della Chiesa; abbiamo riportato in altra parte alcuni testi del Vaticano II; non sto qui a riportare i tre discorsi di Paolo VI e i diciotto di Giovanni Paolo II. Cito almeno una frase di Paolo VI, tratta dal discorso del 15 novembre 1972: "Esce dal quadro dell'insegnamento biblico ed ecclesiastico chi si rifiuta di riconoscerla esistente la realtà demoniaca; ovvero chi ne fa un principio a sé stante, non avente, essa pure come ogni creatura, origine da Dio; oppure la spiega come una pseudorealtà, una personificazione concettuale e fantastica delle cause ignote dei nostri malanni". E più oltre aggiunge: "Sarebbe questo, sul demonio e sull'influsso che egli può esercitare sulle singole persone, come su comunità, su intere società o su avvenimenti, un capitolo molto importante della dottrina cattolica da ristudiare; mentre oggi poco lo è".

Chi può cacciare i demoni?

Ci sembra di aver detto con abbastanza chiarezza che Gesù ha dato il potere di scacciare i demoni a tutti coloro che credono in lui e agiscono con la forza del suo nome. In questi casi si tratta di preghiere private, che possiamo tutte indicare con il nome di "preghiere di liberazione".

Qualcosa di più sulla magia

È un argomento vastissimo, trattato in tanti volumi da occupare una biblioteca e la cui pratica si trova in tutta la storia umana e presso tutti i popoli. Pure oggi sono molti quelli che cadono nei tranelli della magia. Anche tanti sacerdoti ne sottovalutano i pericoli: fiduciosi, giustamente, nella potenza salvifica di Cristo che si è sacrificato per liberarci dai lacci di Satana, non tengono in considerazione che mai il Signore ci ha detto di sottovalutarne la potenza, mai ha detto di sfidare il demonio o di cessare di combatterlo. Ha dato invece il potere di cacciarlo e ha parlato della lotta incessante con esso, che ci passa al vaglio Gesù stesso si è sottoposto alle tentazioni del maligno; ci ha detto chiaro che non si può servire due padroni.

Il maleficio

Già abbiamo accennato al maleficio come ad una causa per cui una persona può incolpevolmente venire assalita dal demonio. Essendo questo il caso più frequente è necessario parlarne a parte. Cercherò anche di precisare l'uso dei termini: una terminologia universalmente accettata non c'è, per cui ogni scrittore deve precisare in che senso usa le parole. Considero maleficio un vocabolo generico. Viene comunemente definito "nuocere ad altri attraverso l'intervento del demonio". È una definizione esatta, ma che non precisa in quale modo tale male viene causato. Da qui le confusioni; per cui, ad esempio, alcuni autori considerano il maleficio come sinonimo di fattura o di stregoneria. Invece la fattura e la stregoneria sono, a mio parere, due modi diversi di compiere un maleficio. Senza pretesa di completezza e basandomi solo sui casi che mi sono capitati, prendo in considerazione queste forme di maleficio: 1 la magia nera; 2 le maledizioni; 3 il malocchio; 4 le fatture. Sono forme diverse, ma non a compartimenti stagni; le interferenze sono frequenti.

Esorcismi alle case

Nella Bibbia non ne troviamo nessun esempio, ma l'esperienza ce ne mostra in certi casi la necessità e i frutti. Anche il Rituale non contempla questa forma di esorcismo. E vero che alla fine dell'esorcismo di Leone XIII viene detto di benedire il luogo in cui tale preghiera viene fatta; ma tutto il contenuto è volto ad invocare la protezione di Dio sulla Chiesa contro gli spiriti maligni, senza nessun riferimento ai luoghi.

Acqua, Olio e Sale

Tra i mezzi di cui gli esorcisti e i non esorcisti fanno largo uso, citiamo in primo luogo l'acqua esorcizzata o almeno benedetta, l'olio d'oliva esorcizzato, il sale esorcizzato. Qualunque sacerdote può recitare le preghiere del Rituale per esorcizzare questi tre elementi; non occorre nessuna autorizzazione particolare. Piuttosto è molto utile conoscere l'uso specifico di questi tre sacramentali che, adoperati con fede, sono di grande giovamento.

Don Gabriele Amorth: effetti dell'esorcismo

Se la persona aveva delle negatività, anche senza che queste manifestassero dei segni particolari durante l'esorcismo, spesso il soggetto ne ha subito dei vantaggi. Generalmente non si tiene conto del giorno in cui l'esorcismo è stato fatto: possono esserci benesseri o malesseri, intontimento o sonnolenza, comparsa di lividi o scomparsa di dolori; sono cose prive d importanza. È invece importante valutare le conseguenze dal giorno dopo in poi. In qualche caso uno sta male per un giorno o due e poi sta meglio per un certo periodo; in genere sente subito un beneficio, che può durare pochi giorni o molti giorni, secondo la gravita del male. Se uno non ha dimostrato nessun segno di negatività durante la benedizione e se non sente nessun effetto dopo, vuoi dire il più delle volte che non ha nessuna negatività; i suoi disturbi dipendono da altre cause. Ma l'esorcista può invitare ad un'altra benedizione, se ha motivi per sospettare che il demonio possa essersi nascosto.

Don Amorth: La testimonianza di una persona colpita da un maleficio

Questo capitolo non è mio, ma è una testimonianza scritta con rara chiarezza. Pure per l'esorcista più esperto, è sempre difficile immedesimarsi e capire ciò che provano gli ossessi. E anche quella che può apparire un'infestazione di media gravita, nasconde sofferenze che lo stesso paziente fa fatica a descrivere. È stato questo lo sforzo principale di G.G.M.: cercare di esprìmere l'inesprimibile, confidando di essere capito soprattutto da chi è affetto da un male analogo.

Come si comporta il demonio

Diciamo subito, in linea di massima, che il demonio fa di tutto per non essere scoperto, che è assai avaro di parole, che cerca tutte le vie per scoraggiare il paziente e l'esorcista. Per maggior chiarezza distinguiamo tale comportamento in quattro fasi: prima d'essere scoperto, durante gli esorcismi, in prossimità dell'uscita, dopo la liberazione. Avvertiamo anche che non esistono mai due casi uguali. Il comportamento del maligno è quanto mai vario e imprevedibile. Quello che scriviamo si riferisce solo a certi aspetti di comportamento che più spesso si sono riscontrati.

Le prime "benedizioni"

È utile usare un linguaggio eufemistico con questo tipo di pazienti. Gli esorcismi li chiamo sempre benedizioni; le presenze del maligno, una volta accertate, le chiamo negatività. Ed è un vantaggio che le preghiere siano in latino. Tutto questo perché non si debbono usare linguaggi allarmistici, che potrebbero essere controproducenti, causando suggestioni ingannevoli. Ci sono di quelli che hanno la mania di avere un demonio; si può stare quasi sicuri che non hanno niente. Per la loro mente confusa, il fatto di ricevere un esorcismo può diventare una prova sicura che hanno un demonio; e nessuno glielo caverà più dalla testa. Quando non conosco ancora bene le persone, insisto nel dire che do una benedizione, anche se faccio un esorcismo; molte volte do semplicemente la benedizione del Rituale sui malati.

Esorcismo: Il punto di partenza

Un giorno un vescovo mi ha telefonato per raccomandarmi di esorcizzare una certa persona. Come prima risposta gli dissi di provvedere lui a nominare un esorcista. Mi sentii controbattere che non riusciva a trovare un sacerdote che accettasse l'incarico. Purtroppo questa difficoltà è generale. Spesso i sacerdoti non credono in queste cose; ma se il vescovo offre loro di fare gli esorcisti, si sentono addosso i mille diavoli e rifiutano. Più volte ho scritto che si fa molta più rabbia al demonio a confessare, ossia a strappare al demonio stesso le anime, che a esorcizzare, che è sottrargli i corpi. E ancor più si causa rabbia al demonio a predicare, perché la fede germina dalla parola di Dio. Perciò un sacerdote che ha il coraggio di predicare e di confessare non dovrebbe avere nessun timore a esorcizzare.

Paura del diavolo? Risponde S. Teresa di Gesù

Contro le ingiustificate paure del demonio, riportiamo una pagina di S.Teresa d'Avila, tratta dalla sua Vita, capitolo 25, 19 22. È una pagina incoraggiante, a meno che non siamo noi ad aprire al demonio la porta....