Matteo Rossi che ha accompagnato P.Jozo in tutto il viaggio, ora ci prova a sintetizzare così la sua catechesi...
Benvenuti! Vi saluto con tutto il cuore e con grande gioia! Vi ringrazio perché avete deciso di passare qui questa domenica pregando insieme. Dopo aver pregato, adesso rifletteremo un po' sui messaggi. Noi sappiamo che non siamo venuti qui per caso, ma siamo venuti ad ascoltare la Regina della Pace che appare da 21 anni e 6 mesi a Medjugorje. Molti di voi sono stati a Medjugorje, avete fatto un bel pellegrinaggio di cui, forse, avete un bel ricordo. Ma Medjugorje non è un posto che si visita e poi si dimentica, Medjugorje è diventato un movimento, un programma grande, mondiale. Se prendo in mano la lista dei Paesi che mi hanno invitato a visitarli l'anno prossimo, vi trovo la Mongolia, la Russia, Singapore, la Malesia, il Giappone, l'Indonesia, l'Australia e la Nuova Zelanda, l'Asia, l'Ucraina e molti altri luoghi. Sono appena tornato dalla Germania e oggi sono qui con voi per aiutarvi a prepararvi al Natale. E' importante che voi, amici della Vergine e pellegrini a Medjugorje, possiate oggi fare una preparazione pratica al Natale: la preghiera, la meditazione, l'Eucaristia e l'Adorazione di oggi ci aiutano a prepararci bene per la Nascita di Gesù.
Intervista con padre Jozo
Fra Jozo Zovko ofm è nato il 19 marzo 1941 a Uzarici Sirokj Brijeg, nei pressi di Mostar, provincia della Bosnia Erzegovina. Proviene da una famiglia contadina numerosa, che ha coltivato la sua vocazione religiosa. Ha studiato a Sarajevo, Lubjana e Graz, in Austria. E? sacerdote dal 1967. Si distingue per l'attività svolta a favore dei giovani che gli procura anche dei problemi con il regime di allora.
La Madonna vi ha chiamato, ti ha chiamato a Medjugorje e desidera che tu pensi nel tuo intimo: io non sono qui per caso, la mia presenza qui ha un grande scopo. Allora è importante che vi chiediate: cosa vuole la Madonna da me? Dovete sapere che lei vi chiama, lei vi parla.
Così ha scritto tra l’altro P.Jozo in una lettera indirizzata a tutti i pellegrini dopo l’anniversario. “... Sì, è stato un bel giorno, lavato nella pace e nella gioia, rivestito di preghiera. Anche da tutti i luoghi dell’Herzegovina, proprio come in passato, pellegrini sono venuti qui a piedi scalzi per pagare i loro debiti alla loro Madre... Noi abbiamo sentito nei nostri cuori la presenza di tutti voi che avete deciso di stare lontani: noi vi abbiamo rappresentato e abbiamo pregato per voi. Vi incontreremo di nuovo quanto prima... Ora celebriamo il ringraziamento perché tutto è andato così bene ed è stato così bello. Noi siamo stati guariti e incoraggiati, le nostre preghiere si sono sovrapposte ai cannoni. Non abbiate timore a venire! la tavola dell’amore e dell’unione preparata dalla Madre a Medj. è qui apparecchiata per voi...
Questo appello è rivolto da Siroki Brig a tutti i pellegrini di Medjugorje (...)“Oggi in questo luogo, dalle tombe dei nostri martiri, qui dove le armi e i coltelli comunisti si voltarono contro la Chiesa, la pace e la libertà e dove nel 1945 distrussero la vita di 69 nostri sacerdoti e fratelli francescani, qui sembra oggi, dopo 46 anni, che i resti del bolscevismo e del comunismo siano invincibili: per lo meno sembra così agli occhi dell’uomo. Hanno bisogno delle ultime riserve di violenza armata e mortale. Il nostro suolo sussulta e trema per le cannonate, le esplosioni, le granate. La nostra terra grida: Pace! Pace!! Le nostre città, costruite in tanti anni e secoli con tanto amore vengono distrutte. Gli edifici più preziosi e santi: le cattedrali, i santuari, le chiese e le cappelle a Dubrovnik, Sibenik, Zara, Osjek, Dakovo, Vinkovci, Spaiato, Sisak e in tutta la Croazia sono completamente o parzialmente distrutte. La nostra Chiesa ha fatto il possibile per conservare questi luoghi santi nel profondo del cuore. I nostri nemici non esitano a uccidere migliaia di uomini, compresi quelli negli ospedali, gli handicappati, i bambini, gli anziani negli ospizi...
Cari fratelli e sorelle, stimatissima famiglia di preghiera, Siamo nel tempo sacro dell’Avvento, che serve a prepararci e a preparare la strada per il Signore che viene. Egli viene soltanto per quei cuori e quelle famiglie che sono aperti. Egli viene dove e’ atteso. ...
Tihalijna è detta succursale di Medjugorje La chiesa, restaurata di recente dai pellegrini italiani, sorge su di un'altura, con a fianco il parcheggio e un cortile di aiuole fiorite davanti alla casa del parroco. Da una parte seminascosta dagli alberi l'antica mini scuola parrocchiale con la statua di S.Elia e dall'altra due edifici che ospitano i pellegrini con la cappella. Non dista che 33 Km. dal luogo delle apparizioni e ormai non c'è comitiva che non vi salga, come a una tappa obligata del suo pellegrinaggio, per incontrare P. Jozo, il primo parroco delle apparizioni. Ma d'inverno il luogo assume l'aspetto di un eremo, dove si avvicendano, settimana dopo settimana da Natale a Pasqua, gruppi di lingue diverse per quattro giorni di ritiro dalla domenica al giovedi. Qui P. Jozo educa alla preghiera del cuore piccoli gruppi che sono più creativi perchè aiutano una comunione nello Spirito. Sono circa 18 persone, di cui una decina di sacerdoti.
A conferma della piccola nota sui poteri dei sacerdoti nel liberare l'uomo dal vero male, —potere che il secolarismo imperante spesso ha fatto loro dimenticare—, ci sono state inviate queste testimonianze: 1° le parole con cui P. Jozo nella chiesa di Tihalijna benedice i sacerdoti prima di mandarli a benedire i fedeli lungo le navate; 2° alcuni fatti significativi che Madre Teresa di Calcutta ha raccontato ai sacerdoti nel ritiro romano di settembre.
Abbiamo sentito con quanta forza e sofferenza il nostro amato Papa Giovanni Paolo II ha gridato ai popoli Europei: "Non cancellate le radici cristiane, non cancellate Gesù perché la famiglia europea è nata dalla Croce; la sua storia e la sua cultura sono segnate dal Vangelo". Non lo hanno ascoltato! Hanno risposto: Abbiamo i soldi, abbiamo l'euro.
All'avvicinarsi della festa dell'Immacolata Concezione, abbiamo pensato di offrire ai nostri lettori un estratto da una catechesi che, proprio in occasione di questa ricorrenza, P. Jozo ha tenuto qualche tempo fa ai pellegrini italiani.