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Messaggio del 5 agosto 1986: Imparate a vedere Gesù in ogni persona, anche sotto la maschera. Impegnatevi con amore lì dove vivete.

Civitavecchia, un mistero lungo dieci anni

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 «L'albero si riconosce dai frutti». Monsignor Girolamo Grillo cita il Vangelo per rispondere a chi gli chiede, dieci anni dopo, un giudizio sulla vicenda della Madonnina che piangeva sangue. Tanti ne sono passati, infatti, dal 2 febbraio 1995, quando il fenomeno si manifestò per la prima volta. E il vescovo di Civitavecchia, che il successivo 15 marzo fu testimone diretto di una delle lacrimazioni, oggi salta a pie' pari tutti i discorsi sul «vero o falso», e ricorda un colloquio avuto proprio in quei giorni con il cardinale Joseph Ratzinger. «"Eminenza" - gli dissi - se non si tratta di un fatto soprannaturale tutto si sgonfierà da sé. Ma se lo fosse, nessuno potrà fermare la Madonna». E lui mi rispose: «Sì è proprio così».

Che cosa è accaduto, dunque, in questi dieci anni?
«Giudichi lei stesso. Da allora la presenza dei pellegrini non solo non è mai venuta meno, ma si è purificata da ogni scoria di sensazionalismo. Le persone che vanno a Pantano sono spinte da un grande bisogno di conversione. E lo sta a dimostrare il fatto che ho dovuto provvedere alla presenza continua di cinque confessori. I quali mi raccontano di aver potuto riconciliare con Dio tanta gente che era lontana anche da moltissimi anni, non di rado anche delinquenti. Circa un migliaio di famiglie dissestate, a causa di divorzi o separazioni si sono ricomposte e al giorno d'oggi non è un fatto certamente usuale. Tante donne hanno ottenuto la maternità desiderata e poi vengono a battezzare lì il loro bambino. Molti, infine, hanno chiesto il battesimo, anche ex musulmani. E allora perché non far conoscere al mondo questi frutti positivi?»

Avete in mente qualche iniziativa particolare per il decennale?
«È stato preparato un Dossier, che sarà pubblicato tra breve a livello nazionale. E poi ci sono i 44 registri, pieni di firme e di pensieri dei visitatori, che a mio parere raccolgono tutte le angosce del nostro tempo. Ma anche tutte le speranze di chi si rivolge a Maria».

E in questi giorni è prevista una celebrazione particolare?
«Ogni anno, nella notte tra l'uno e il 2 febbraio, i fedeli partono dal centro della città e raggiungono la località Pantano, percorrendo a piedi i 12 chilometri del tragitto. Quest'anno erano 1500 e hanno sfidato il freddo intenso. Tenga presente che fino a 20 anni fa Civitavecchia era considerata "la Stalingrado del Lazio": il 60 per cento di comunisti, una città anticlericale e anarchica. Oggi credo che questo fatto abbia lasciato il segno. Certo, se è davvero la Madonna che ha pianto, non credo abbia pianto solo per Civitavecchia».

Dal punto di vista pastorale che cosa ha rappresentato per lei questo evento?
«Come vescovo sono molto contento perché la parrocchia di Sant'Agostino a Pantano è diventata un centro di evangelizzazione non solo per la città, ma per l'Italia e il mondo intero. Nell'ultimo registro delle presenze, che riguardava i mesi di novembre e dicembre 2004, ho contato 12 pellegrinaggi esteri, dallo Sri Lanka all'America Latina. Noi ci sforziamo di indicare la vera devozione a Maria, che è colei che porta a Cristo. E credo che questo insegnamento sia ampiamente recepito. Del resto, penso che queste cose abbiano bisogno di sedimentazione, attesa e grande pazienza. Il soprannaturale, specie in un mondo che non crede in Dio e che ha perduto i valori, non si può dimostrare se non dai frutti».

E per il vescovo Grillo quali frutti ha portato?
«Dopo quella mattina del 15 marzo sono rimasto sotto shock per due o tre anni. La Madonnina ha scombussolato la mia vita e mi ha spinto a una maggiore interiorizzazione, ha aumentato da parte mia lo sforzo di essere attento e aperto alle necessità dei fedeli. Per questo mi sono dedicato molto di più alla direzione spirituale, oltre che al lavoro pastorale».

Ha mai parlato della Madonnina con Giovanni Paolo II?
«Nel corso dell'ultima visita ad limina il Santo Padre mi ha chiesto dell'eventualità di costruire un santuario. Gli ho detto che ero pronto a farlo, ma gli ho anche chiesto di aiutarmi ad aprire a Civitavecchia una casa delle suore di Madre Teresa di Calcutta. Vorrei, infatti, che i frutti spirituali e materiali di un santuario vadano anche e soprattutto a favore dei poveri».

Fonte: Avvenire