Omelia di Fra Ivan Filipovic - 2 agosto 2015
Sia lodato Gesù Cristo.
Il mio cuore è veramente gioioso, perchè posso salutarvi in questa diciottesima domenica dell’anno proprio da quest’altare durante il festival dei giovani.
Abbiamo sentito le letture previste per questa domenica.
Nella prima lettura tratta dal libro dell’Esodo noi ci siamo incontrati coi nostri amici, nostri conoscenti: il popolo d’Israele. Tutti conosciamo la storia di questo popolo.Tutti conosciamo la loro schiavitù in Egitto. Tutti noi sappiamo che era difficile per loro, che stavano male. In quella difficoltà hanno alzato lo sguardo verso il cielo. invocando l’aiuto del Signore. Sappiamo che il Signore ha mandato loro Mosè che li ha guidati dalla schiavitù alla libertà, dall’Egitto alla Terra promessa.
Sappiamo che questa strada non era facile. La via di nessuna conversione è facile. Vediamo gli israeliti che mormorano. Loro preferirebbero tornare in Egitto. Sotto quella schiavitù c’erano anche delle cose interessanti, c’erano anche dei piaceri. Non era tutto sofferenza.
Certi legami che ci legano al passato qualche volta sono molto forti. Penso che capiti nella vita di ciascuno di noi. Tutti noi qualche volta siamo schiacciati dal peccato e sentiamo il bisogno di una vita nuova, di incamminarci in una nuova libertà. San Paolo direbbe di abbandonare quell’uomo vecchio per rivestirsi di un uomo nuovo. Tutti noi abbiamo questo bisogno.
Tutti noi abbiamo un legame col passato e mormoriamo, come se fossimo legati da un elastico che qualche volta ci tira indietro, cercando di riportarci all’inizio. Sarebbe stato impossibile arrivare alla Terra promessa, alla libertà senza l’aiuto di Dio, se il Signore non ci fosse vicino, se Lui non fosse nostro vero amico come nella lettura di oggi. Egli manda agli israeliti la Manna, il pane dal cielo, che per loro è un segno che Dio gli amava e era con loro. La Manna era il segno di appoggio e sicurezza che erano sulla via giusta: “Perseverate. Io sono con voi!” Per loro era segno della presenza divina che Dio li vuole liberi.
Oggi, nel Nuovo Testamento e nella Chiesa, abbiamo qualcosa di più. Gesù dice nel Vangelo: “Io sono il pane vivo. Io sono il vero pane. Io sono il Figlio di Dio che il Padre ha mandatoe per voi è diventato il pane. Non sono un segno che Dio è con voi. Io sono il vero pane, vero Dio in mezzo a voi”.
Cari giovani, cari fratelli e sorelle, vi sarete fermati qualche volta nella vita davanti a questo grande mistero: la presenza di Gesù nel Pane Eucaristico. Così che avete veramente pensato: “Ma è possibile? E’ possibile che in quel pezzettino di pane, in quell’Ostia che il sacerdote nella preghiera eucaristica consacra sull’altare, ci sia Dio vivo? Dio vivo che è diventato pane. E’ possibile che nei nostri Tabernacoli, nelle nostre chiese abbiamo Dio vivo? Non un segno, non un simbolo, non una storia, ma Dio davvero vivo?”
Qualche volta vi siete posti questa domanda sul serio? Noi siamo uomini dalla mente ristretta. Qualche volta siamo schiacciati da problemi esistenziali. A causa del nostro caos qualche volta siamo anche superficiali e trattiamo i Sacramenti in modo superficiale.
Questo ve lo dico per mia esperienza personale, come sacerdote. Ma qualche volta veramente dobbiamo fermarci su questo Pane Eucaristico. Dobbiamo veramente chiederci: “Ma veramente credo che Quello è Gesù in mezzo a noi? Ma crede questo mio cuore? Sa questo mio cuore fermarsi, aprirsi e nella fede permettere che Gesù vivo lo abbracci e lo baci?”
Questo festival dei giovani, questo raduno a Medjugorje è proprio il momento in cui dobbiamo fermarci davanti al Pane Eucaristico a chiederci: “Gesù, ma Tu sei davvero vivo? Tu sei il Vero Dio che si è fatto pane per me? La nostra fede è così forte, così salda, per provare quell’incontro con Dio vivo nel Pane Eucaristico?”
Negli studi di teologia i professori sudano e si stancano per spiegarci il Mistero Eucaristico. Usano quelle lunghe frasi che neppure posso ricordare, per spiegarci in modo teologico che Gesù è nell’Eucaristia. Noi uomini, però, abbiamo un’intelletto che è troppo limitato per capire ciò. E’ come se volessimo travasare tutto il mare in un bicchiere. Ma chi può farlo? Chi può comprendere con l’intelletto il vero senso della presenza di Dio vivo in quel pezzettino di pane?
Questo è difficile farlo con la mente, ma sopratutto è difficile tenerlo nel cuore.
Ma c’è un’altra cosa: l’esperienza del cuore. Cioè quando il cuore sente Dio vivo nell’Eucaristia. Lì non c’entra l’intelletto. Quando il cuore prova Dio vivo e presente in mezzo a noi.
Voi sapete che nel 2005 si è svolto a Roma il Sinodo dei Vescovi con tema “l’Eucaristia”. Hanno chiamato una suora, Madre Elvira Petrozzi che ha fondato la comunità Cenacolo alla quale appartengo anc’io come sacerdote. Quando è arrivato quest’invito alla nostra casa centrale di Saluzzo tutti noi abbiamo pensato che qualcuno volesse prenderci in giro. Pareva strano che un invito venisse dalla curia di Roma per una suora a partecipare al Sinodo dei Vescovi dove si discuteva Di Eucaristia. Quando abbiamo capito che questo era vero e non uno scherzo tutti siamo rimasti shockati. “Ma cosa fa suor Elvira in mezzo a Cardinali e Vescovi? Cosa può dire lei dell’Eucaristia?”
Dopo la seconda lettera che è arrivata abbiamo capito: l’hanno invitata come testimonianza, perchè la Chiesa in quella comunità ha visto il Miracolo Eucaristico. Ha visto che quella suora si è incamminata in quell’avventura credendo solo a Dio e a Gesù nell’Eucaristia. Hanno visto una suora che ha avuto il coraggio di mettere gli uomini che si erano persi nella vita in ginocchio davanti a Gesù Eucaristico, mentre tutti le dicevano che avevano bisogno di uno psicologo, psichiatra, medicine, istruzione. Lei non aveva nulla. Aveva solo la fede. Sapeva che Gesù è vivo nell’Eucaristia. Lei diceva: “Gesù ha aiutato me. Se loro Lo incontrano sarà per loro sufficiente. Dall’Egitto passeranno nella Terra promessa. Quel Pane disceso dal cielo anche per loro riempirà i vuoti della loro vita e li libererà da ogni male”. Questa pareva una cosa stolta da parte di una suora, ma alla fine ha portato un grande frutto.
Proprio per queste esperienze io credo che Gesù è vivo, è presente nel Pane Eucaristico. Credo che non ci sia bisogno di andare lontano per convincersi di questo. Basta che ciascuno guardi nella propria vita. Abbiamo qualche esperienza di Gesù Eucaristico?
Io, personalmente, non posso spiegare nè a voi nè a nessuno al mondo come da tossicodipendente da eroina, legato con le catene dal maligno che mi portava a fare del male a me stesso e agli altri e a ferire le persone attorno a me e a distruggere la mia vita, oggi sono sacerdote della Chiesa Cattolica.
Come si può spiegare questo passaggio dal mio Egitto, dalla mia morte, dal mio uomo vecchio all’uomo nuovo, alla Terra promessa, alla piena libertà? Non ci sono spiegazioni, se non Gesù vivo e presente nel Pane Eucaristico. Quello è il vero Dio. Nella mia conversione tutto ciò che è più importante è avvenuto davanti all’Eucaristia. Ogni passo che mi ha portato alla vita nuova nel sacerdozio è avvenuto davanti all’Eucaristia. Non sarebbe onesto se non avessi detto davanti a tutti voi: “sì, io sono un miracolo eucaristico!”
Ciascuno di questi fratelli che sono con me nel Cenacolo è un miracolo eucaristico. Ognuno di voi, a modo, è un miracolo eucaristico.
Questo Dio vivo, questo Gesù nell’Eucaristia è il cuore della nostra Chiesa. Lui è il cuore e l’anima della Chiesa Cattolica.
Nella Chiesa e anche nel Cenacolo sono radunate persone fragili, povere. E’ incredibile come questa Chiesa viva da duemila anni nonostante i nostri peccati: peccati dei Papi, dei Cardinali, di ogni credente. Questo continua ad accadere, ma la potenza eucaristica la rialza. Continua a costruire. Anche in questi momenti difficili è un Segno di speranza per questa umanità.
Quando oggi ho pensato all’omelia per questo incontro mi sono ricordato di alcune persone care che mi hanno portato a Gesù Eucaristico. Vorrei aprofittare di quest’occasione per dare a voi i consigli che esse hanno dato a me.
Voi che venite spesso a Medjugorje e vi sentite figli di Medjugorje avrete sicuramente sentito parlare di fra Slavko Barbaric.
Sono venuto in comunità stanco della vita, più morto che vivo. Ho cominciato, seguendo suor Elvira, a recarmi davanti all’Eucaristia, a pregare anche se non capivo nulla, a dedicare qualche ora del mio sonno alla preghiera. All’inizio del mio cammino un gruppo di noi giovani si è incontrato con fra Slavko, grande amico di questa comunità. Lui ci parlava del digiuno, della preghiera. Uno di noi gli ha detto: “Ma fra Slavko, non posso andare all’adorazione Eucaristica, perchè quando vado mezz’ora in silenzio non riesco a concentrarmi. La mia testa và in diverse direzioni: ho due fratelli in guerra, la mamma ammalata. Io mi sono drogato. Mi sono distrutto la vita. Ho distrutto la vita a tante persone. Quando mi metto in silenzio la mia testa và a destra e a manca. Non riesco a concentrarmi Nemmeno sapendo che sono davanti a Dio. Allora cosa devo farne della preghiera?” Fra Slavko gli ha risposto e questo gli è rimasto scritto nel cuore. Questo è un grande consiglio di preghiera. L’ho accettato e l’ho messo in pratica anche nella mia vita. Lui ha risposto: “Tutte queste preoccupazioni che tu hai e che non ti fanno concentrare devono diventare la tua preghiera. La sostanza della preghiera. Per poterlo fare hai bisogno dell’aiuto della Madonna. Quando entri nella cappellina chiedi alla Madonna che ti aiuti a mettere tutte le preoccupazioni nelle Mani e nel Cuore di Gesù. Tutto ciò che ti disturba deve diventare la sostanza della preghiera. Lascia a Gesù le preoccupazioni. Tutto quello che ti opprime nella vita, quello che non ti lascia in pace, i tuoi pensieri, ciò di cui non ti puoi liberare, ciò che pensi sempre perchè ti preoccupa, tutto questo con l’aiuto della Madonna mettilo nel cuore di Gesù. Quando hai messo tutto nelle Sue Mani e nel Suo Cuore non preoccuparti. Tutto andrà bene. Con Lui andrà tutto bene”.
Quando fra Slavko ha detto queste parole tutti i grandi pesi sono caduti dalle mie spalle. E’ incredibile come quelle parole abbiano facilitato la mia vita.
Questo sia un consiglio per questi giorni qui a Medjugorje. Quando siamo davanti a Gesù la Madonna ci aiuti ad affidare tutto a Lui.
Adesso vi trasmetto un altro evento eucaristico che è rimasto nel mio cuore. L’incontro in piazza San Pietro con Papa Francesco il giorno della Pentecoste del 2013. C’erano radunati i movimenti e le comunità laiche della Chiesa. La piazza era piena di gente. Un gruppo nostro della comunità Cenacolo era presente sotto il sole. Era una giornata pesante a causa del sole e del caldo. Il Papa è venuto e ha cominciato a parlare. Da diversi movimenti sono state poste al Santo Padre cinque domande. Sapete cosa ha detto? “Devo dirvi la verità: sembra che queste cinque domande che mi avete posto io non le conosca. Invece non è vero. Me le hanno dette alcuni giorni prima e io mi sono preparato le risposte”. Poi ha aggiunto: “Tutto deve partire dalle ginocchia piegate nell’adorazione eucaristica”. Ha detto: “Possiamo fare tantissimi incontri, possiamo organizzare lezioni, catechesi, scrivere libri, discutere dei problemi del mondo, della nuova evangelizzazione, possiamo fare tante cose. Tutto questo, però, è inutile se prima non abbiamo un vero incontro con Dio inginocchiati davanti a Gesù Eucaristico”. Ci ha confidato: “Ogni sera, magari anche stanco, prima di addormentarmi vado in cappella davanti a Gesù. Non so nemmeno cosa dirGli. Tante volte a causa della stanchezza mi addormento addirittura. Ma già la coscenza del mio cuore che è vivo nel Pane Eucaristico e mi guarda rende tutto più facile. Tutto è già a posto. Sono già pronto per una nuova giornata”.
Cari giovani, vorrei lasciarvi anche questa testimonianza di Papa Francesco come consiglio. Sia a voi che a me. I giovani hanno grandi ideali, grandi sogni. E’ bello sognare tante belle cose, ma sognate con la Madonna e con Gesù. Per tutto quello che dovete realizzare partite sempre dalle ginocchia. Partite dall’incontro con Gesù nell’Eucaristia: dalla santa Messa e dall’Adorazione.
Ieri è venuto un sacerdote dall’Honduras e mi ha detto: “Sono venuto a Medjugorje con la speranza di incontrarti, perchè ho letto in un libro la tua storia, come da tossicodipendente sei diventato sacerdote. Noi abbiamo tantissimi problemi in Honduras: narcotraffico, omicidi, lotte tra gruppi mafiosi. Non so come aiutare”.
La prima cosa che mi è venuta in mente è stata: “Signore mio, perchè mi ha trovato? Cosa posso dirgli?” Mi avrebbe fatto dispiacere lasciarlo andare senza suggerimento dopo che ha fatto tantissimi chilometri. Insieme siamo arrivati alla conclusione: “Partiamo inginocchiati. Partiamo dall’Adorazione Eucaristica. Così tutti questi problemi, come ci ha insegnato fra Slavko, con l’aiuto della Madonna li mettiamo nel Cuore e nelle Mani di Gesù. Lasciamo che sia il Signore a risolvere i problemi dell’Honduras e noi con umiltà Lo seguiamo”.
Andiamo con Lui, perchè sicuramente non ci perderemo mai.
La beata Vergine Maria veramente ci aiuta in questo incontro con Suo Figlio che incontreremo anche in questa Eucaristia e nell’Adorazione Eucaristica di questa sera.
Vi benedica questo Pane disceso dal cielo.
Amen.
Fonte: ML Informazioni da Medjugorje