Riflessione di fra Stanko Cosic sulla Pentecoste
Nella Solennità di Pentecoste, il compleanno della Chiesa, ascoltiamo nelle letture liturgiche due eventi apparentemente diversi tratti dagli Atti degli apostoli e dal Vangelo secondo Giovanni.
Negli Atti degli apostoli la discesa dello Spirito Santo è descritta come un potente vento e con lingue di fuoco. La moltitudine di persone sente gli apostoli parlare la propria lingua. Per questa ragione sono fuori di sè. Questo evento ha cambiato tutti i presenti.
Al contrario, secondo l’evangelista Giovanni, i discepoli hanno ricevuto lo Spirito Santo lo stesso giorno della Resurrezione mentre erano rinchiusi per paura degli ebrei.
Da un lato, negli Atti degli apostoli, un evento potente che porta immediatamente alla predicazione a tutte le nazioni. e dall’altro, secondo l’evangelista Giovanni, non c’è un evento pubblico, bensì una realtà silenziosa e segreta tra i discepoli che erano nascosti.
A prima vista i due racconti sembrano contraddirsi, ma entrambi presentano punti di vista in comune, perchè l’azione dello Spirito Santo racchiude entrambe le realtà: la testimonianza missionaria con l’azione all’esterno che si manifesta all’inizio della Chiesa e con l’azione all’interno che si manifesta nella preghiera e nelle celebrazioni liturgiche che si svolgono a porte chiuse.
Secono il Vangelo di Giovanni il giorno della Resurrezione alla sera Gesù è.venuto tra i discepoli che erano rinchiusi per paura degli ebrei. L’evangelista non specifica il luogo esatto, ma sottolinea che si tratta dello stesso giorno della Resurrezione. Il Vangelo vuole porre la prima celebrazione liturgica nel giorno di Pasqua, la domenica, e quindi mostrare che ogni santa Messa è l’estensione della Pasqua.
Gesù viene in mezzo a loro e li saluta con la parola “pace” che ripete due volte. La Sua pace è passata attraverso la passione e la croce, ma profonda, perchè basata sulla fiducia in Suo Padre. Ecco perchè la Sua pace tocca il profondo dell’uomo e ci introduce nei segreti della Sua comunità in modo che possiamo trarre la forza per vivere nel mondo.
E’ significativo il fatto che specifichi che Gesù stava nel mezzo. Nella prima celebrazione dei discepoli con il Risorto Gesù stava nel mezzo. E’ bene ricordare che in ogni celebrazione della Chiesa Gesù sta nel mezzo. Non una lezione morale o un argomento politico o una provocazione, ma la Vita e l’Annuncio di Gesù devono essere al centro.
Inoltre Gesù dona la pace. Per confermare i discepoli che è proprio Lui a stare in mezzo mostra loro le Sue Piaghe: Mani e Costato trafitti. Sangue e acqua scorrevano su quella Piaga. Nel Vangelo l’acqua è un simbolo dello Spirito Santo che non può essere ricevuto senza il Sangue di Gesù.
Gesù si mostra ai discepoli come il Donatore dello Spirito Santo che è sgorgato dal Suo Costato sulla croce e è diventato Fonte di Acqua Viva.
Come i discepoli non sono fuggiti dalle Ferite di Gesù anche noi non dovremmo fuggire dalle nostre, ma dovremmo permettere ad esse di diventare i nostri mezzi di salvezza. La fiducia che Dio può trasformare le ferite più profonde in una benedizione da speranza che si manifesta in pazienza e perseveranza.
L’incontro con il Risorto crea gioia nei discepoli. Ecco perchè la gioia è una caratteristica delle nostre celebrazioni domenicali.
Tertulliano, uno dei primi scrittori cristiani, ha detto: “La domenica è per la gioia”. Sottolinea l’importanza della gioia. Le celebrazioni della Messa non devono essere subordinate ad uno spirito depressivo e negativo.
Gesù annuncia la chiamata alla missione: “Come il Padre ha mandato Me anch’Io mando voi”. E’ importante capire che non ci manda a fare cose nuove, perchè la Chiesa non ha cose nuove da dire, ma da realizzare sempre la Presenza di Gesù.
Per i cristiani l’intimità con Gesù è l’inizio e la fine, l’alpha e l’omega, per la quale è necessaria una lunga e nascosta preghiera.
Alla fine del loro incontro Gesù soffia sui discepoli lo Spirito Santo.
Con la Pasqua avviene una nuova creazione.
Nel libro della Genesi Dio ha dato vita al primo uomo con il Suo Respiro e ora Gesù dona la Propria Vita ai discepoli con il Suo Respiro. Si connette indissolubilmente con loro.
Lo Spirito Santo è quell’Amore profondo che ci collega con l’Amato che ha promesso “sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo”.
Amen.
Fonte: ML Informazioni da Medjugorje