MaM
Messaggio del 25 novembre 2006:Cari figli, anche oggi vi invito: pregate, pregate, pregate. Figlioli, quando pregate siete vicini a Dio ed Egli vi dona il desiderio d’eternità. Questo è il tempo in cui potete parlare di più di Dio e fare di più per Dio. Per questo non opponete resistenza, ma lasciate, figlioli, che Egli vi guidi, vi cambi ed entri nella vostra vita. Non dimenticate che siete pellegrini sulla strada verso l’eternità. Perciò, figlioli, permettete che Dio vi guidi come un pastore guida il suo gregge. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.

Gennaio 1990: TRIPLA DOSE PER RAFFAELE!

30/06/2016    2268     Medjugorje: gli anni 90    Suor Emmanuel 
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MESSAGGIO del 25 Gennaio 1990. "Cari figli, oggi v'invito a decidervi di nuovo per Dio e a scegliere Dio prima di tutto e sopra tutto, perché Lui possa compire meraviglie nella vostra vita e perché, di giorno in giorno, la vostra vita diventi gioia per Lui. Perciò, figlioli, pregate, e non permettete a Satana di operare nella vostra vita attraverso malintesi incomprensioni e mancanza di accoglienza degli uni verso gli altri. Pregate per poter comprendere la grandezza e la bellezza del dono della vita. Grazie per aver risposto alla mia chiamata". 

La notte già scende. Nemmeno un cartello che indichi questo villaggio sperduto, dal nome impronunciabile! Esisterà veramente? Che cosa ci faccio qui? Io, contestatore convertito a forza dallo Spirito Santo e ribattezzato per immersione in una chiesa protestante, libera. Raffaele, il mangiapreti, nel paese dei devoti del rosario. Se il pastore mi vedesse... ma io volevo capire una volta per tutte. Allora ho detto al Signore: "OK, i cattolici avranno pure lo Spirito Santo, anche quando stanno in ginocchio davanti a statue di gesso, ma io voglio che Tu mi spieghi questa storia delle apparizioni di Maria!"

Dopo Ars, mi sono diretto a Roma e a Medjugorje, senza orario, senza programma. Noi siamo tutti uno più protestante dell'altro, salvo Pietro, un uomo d'affari in piena depressione, non credente, al secondo tentativo di suicidio. L'ho imbarcato con i suoi due figli per paura che si colpisse di nuovo con il coltello in nostra assenza. Do un'occhiata nello specchietto, lui discute animatamente con Alex, il professore mennonita (Protestante fondamentalista). Caterina, una "figlia di Lutero", chiacchiera del più e del meno con mia moglie. Dopo la curva ecco apparire le due torri della chiesa che spicca nitida sul fianco di questo paesino sorto dal nulla. - Non c'è niente qui, nessun albergo, nessun ristorante, nemmeno un negozio.

Duemila chilometri per vedere questa chiesa in mezzo ai campi! - Pietro brontola un po'. Un contadino ci ha prestato qualche metro d'ombra per piantarci le tende. Bisogna essere discreti a causa dei comunisti. Là in alto c'è questa immensa croce monolitica, visibile da chilometri di distanza. Ci si organizza, i contadini dividono con noi la loro acqua malgrado la scarsa quantità che stagna in fondo al pozzo. Non piove da mesi. Tutta la vallata è bagnata da una luce di seta e il tempo è sospeso sulla cupola pastello, posata sulle montagne che la circondano.

L’indomani pomeriggio, mentre leggo la Bibbia in chiesa, sento improvvisamente dell'agitazione dietro di me. Qualcuno grida qualche cosa in croato. Dopo un velocissimo segno di croce ci precipitiamo all'uscita. Che sia un colpo dei comunisti? Esco. Una cinquantina di persone guarda verso la croce sul Krizevac. Sgrano gli occhi che si riempiono di luci immense che si allargano per più di un chilometro intorno alla croce. Il cielo danza intorno alla croce come se un numero sterminato "di soli" di un colore blu chiaro, sconosciuto, s'alzassero e scomparissero in un istante. Li, però, non c'è una nuvola e il sole non ci abbaglia. "Ci siamo, sono fuso!

Devo guardare da un'altra parte e non lasciarmi influenzare".Tutto intorno è normale. Un cane annusa la base di un albero. Dò un'occhiata verso l'alto: la danza delle luci continua per parecchio. Rientro nella tenda perplesso. Il terzo giorno facciamo un picnic sotto gli alberi e chiacchieriamo animatamente.

I figli di Pietro giocano in una vigna. - Venite a vedere! Gira, gira! Il piccolo Michele pesta i piedi vicino a me. Nessuno gli presta attenzione. Mi tira un lembo della maglietta. Esasperato, mi alzo. - Che cosa ti succede? - Guarda, gira!- dice lui. Punta il suo ditino verso la collina. Mi sposto da sotto gli alberi e levo gli occhi alla croce. Il mio primo pensiero è: "allucinazione". L’immensa croce gira su se stessa. Ho un bel fregarmi gli occhi, guardarmi i sandali, pensare alla mia azienda, toccare una manciata di terra molto dura, la croce gira sempre, sempre più forte, diventa trasparente, sparisce perfino. Tuttavia i miei neuroni hanno l'aria di funzionare perfettamente.

Chiamo discretamente Alex, il prof, senza dir niente, senza spaventarlo, con un gesto vago. -Vedi qualcosa Alex? Fa una smorfia e i suoi occhiali fanno un salto fino alla punta del naso. Impossibile, la croce gira!- Zitto! Non dire niente. Chiamò gli altri senza informarli e tutti e sette contempliamo il fenomeno per circa un quarto d'ora, orologio alla mano. La valanga di segni continua.

Pietro ha una lunga cicatrice, dovuta alla coltellata che si era dato all'addome dopo la partenza di sua moglie; spesso stiamo a torso nudo nel campeggio. Mi si avvicina a bocca aperta. - Guarda!- La cicatrice è quasi scomparsa. Non ne posso proprio più di tutti questi segni. "No Signore, non posso pregare Maria, recitare le preghiere come una favola ripetuta cento volte. Permetti che assista alle apparizioni nella cappella. So che è riservato ai religiosi, ma tu puoi farlo".

Quella sera attendo presso la porta della cappella. Un francescano fa la guardia; io prego interiormente. Qualcuno mi tira per la manica: è il frate. Mi dice qualcosa che non capisco e mi spinge all'interno della cappella. Mi trovo in prima fila quando arrivano i veggenti. Prego Dio di proteggermi dal maligno: i veggenti cominciano a pregare l'Ave Maria: osservo con discrezione la gente immersa in questa preghiera. Poi c'è un gran botto e i veggenti, con un sincronismo perfetto, cadono in ginocchio a gambe unite. Ho male alle rotule per loro. Quelli della prima fila posano la mano sulla spalla dei veggenti. Poso la mia sul braccio di Vicka.

Ho letto in un libro che i veggenti in estasi diventano completamente insensibili al dolore e pesanti come dei massi. Nessuno mi guarda, pizzico Vicka sempre più forte. Nessuna reazione. Boh, anche i fachiri si piantano aghi nel corpo! Allora la spingo, dapprima dolcemente, faremmo davvero una brutta figura se cadessimo tutti e due faccia a terra. Niente... Mi sistemo bene, seduto sui talloni. Vicka prega "a squadra", in equilibrio precario, e io la spingo con tutta la forza dei miei 80 chili ed ecco che mi ritrovo faccia a faccia con il soprannaturale: spingo un blocco di granito e ho davanti a me un'adolescente. Brivido, qui sta succedendo qualcosa...

Faccio uscire il mio periscopio e capto la pace di questo luogo, talmente reale che la posso toccare. Chiedo ancora a Dio di proteggermi, forse sto passando vicino all'essenziale. Per la prima volta nella mia vita, prego la Madonna: "Se Tu ci sei, se sei nel piano di Dio, mostramelo, fa che ne sia sicuro Levo gli occhi verso il posto sopra il tavolo che affascina i veggenti: una luce appare, come un raggio di sole attraverso il vetro, ma dello spessore di un ramo e vedo questo raggio scendere dolcemente verso di me e penetrare nel mio cuore.

Appena il raggio di luce tocca il mio petto, sento tutte le mie preoccupazioni dissolversi, svanire. Non ho mai sentito una pienezza cosi profonda, tutto il mio essere si dissolve in un bagno di dolcezza, d'amore. Non esiste altro che questa tenerezza avvolgente. Avrei potuto morire li, di puro amore... I miei ricordi ricominciano sul sentiero vicino alla tenda, Alex mi guarda e dice, corrugando le sopracciglia: - Cosa ti succede? Si direbbe che il tuo viso splenda di luce!Tre.

Ho impiegato tre mesi a ritornare sulla terra. Tre mesi nei quali tutto era veramente facile: pregare, amare, morire. Mi ero riconciliato con la Chiesa, con Maria e con me stesso. Pietro si è convertito ed è diventato responsabile di un gruppo di giovani cristiani. Gloria a Dio!

Fonte: Suor Emmanuel