MaM
Messaggio del 25 settembre 1995:Cari figli! Oggi v'invito ad innamorarvi del Santissimo Sacramento dell'altare. Adoratelo, figlioli, nelle vostre parrocchie e così sarete uniti con tutto il mondo. Gesù vi diventerà amico e non parlerete di lui come di qualcuno che appena conoscete. L'unità con Lui sarà per voi gioia e diventerete testimoni dell'amore di Gesù, che ha per ogni creatura. Figlioli quando adorate Gesù siete vicini anche a me. Grazie per aver risposto alla mia chiamata!

Agosto 1993: LO STRANO MESSAGGIO ELETTRONICO

30/06/2016    2120     Medjugorje: gli anni 90    Suor Emmanuel 
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MESSAGGIO del 25 Agosto 1993. "Cari figli, voglio che voi capiate che sono vostra Madre e che desidero aiutarvi e invitarvi alla preghiera. Soltanto attraverso la preghiera potete capire e accettare i miei messaggi e metterli in pratica nella vostra vita. Leggete la Sacra Scrittura, vivetela e pregate per poter capire i segni di questo tempo. Questo è un tempo speciale; per questo sono con voi: per avvicinarvi al mio Cuore e al Cuore del mio Figlio Gesù. Cari figlioli, voglio che voi siate figli della luce e non del!e tenebre. Perciò, vivete quello che vi dico. Grazie per aver risposto alla mia chiamata". 

Parigi, maggio 1994. La mia amica Bernadette P. mi aveva organizzato una conferenza alla chiesa Saint Léon, nel quartiere in cui avevo abitato prima.

Tre minuti prima di prendere la parola avevo le solite preparazioni: dovevo verificare l'altezza e l'intensità del microfono, sistemare il leggio, metterci il libro dei messaggi in modo che non scivolasse, invitare le persone stipate in fondo alla chiesa a venire avanti, ricordare al parroco la pronuncia esatta di "Medjugorje" per la sua breve introduzione, sapere che la signora che doveva occuparsi dei fiori non era arrivata, e consolare l'altra signora alla quale avevo affidato quel compito, mantenere gli "occhi bassi" per non riconoscere nell'assemblea tanti cari amici e non correre a salutarli, preparare nella mia testa l'avvio delle prime parole e nel mio cuore l'unzione di Maria, senza la quale tutte le parole sarebbero inutili... in breve, è proprio quello il momento che Francois ha scelto per comparire, per afferrarmi fortemente per le braccia e dirmi con voce supplichevole: - Suora, suora! Devo parlarle subito, è incredibile, sorella, devo dirle quello che mi sta capitando.

Lei non mi crederà! Devo raccontarle... - Non l'avevo mai visto, non lo conoscevo ma non potrò mai più dimenticano, perché il suo look sorpassava per i colori tutto quello che un teatro avrebbe potuto mettere in scena. La miseria del mondo, fisica e morale, era concentrata in questo essere uscito da non so quale film drammatico. Un'angoscia indicibile traspariva dal suo sguardo allucinato. Mi scusi signore, ma devo cominciare fra due minuti! - Questo non può aspettare, me lo lasci dire, non capisco nemmeno quello che sta succedendo, nè perché sono qui questa sera... - Se lei non lo sa ora, lo saprà presto nel corso della conferenza! - Di cosa parlerà? - Di Fatima e di Medjugorje. - Cos'è? - E' proprio quello che lei scoprirà! - Tremava dalla testa ai piedi e impediva a tutti di avvicinarsi.

Aveva tolto di tasca una piccola agenda elettronica e me la metteva davanti agli occhi perché leggessi quello che era scritto sullo schermo. - Cosa legge sorella? Le sue mani erano scarnite e livide come il suo viso. - Le prometto, signore, che leggerò tutto tranquillamente dopo la conferenza; venga a vedermi di nuovo qui. Ma intanto si sieda là e ascolti bene ogni parola della conferenza: ci saranno dei messaggi per lei! - In un attimo i suoi occhi si sono illuminati e io mi sono eclissata rapidamente. Il mio tempo per parlare era strettamente limitato a un'ora. Che difficile scommessa per salvare le anime! Sapevo che l'assemblea era piena di gente che non metteva mai piede in chiesa perché avevo detto ai miei amici: 'Portate i non credenti, parlerò per loro". In breve, avevo una cortissima ora per far loro scoprire e amare Dio...

Poveramente, ma con gioia, ho fatto del mio meglio... Naturalmente il piccolo signore mi aspettava all'uscita, brandendo più che mai la sua agenda elettronica. - Sorella, mi ha promesso... - Dopo aver parlato brevemente con qualcun altro mi sono seduta con Francois dietro un pilastro. L’avevo tenuto per ultimo indovinando che la sua storia sarebbe stata molto, molto speciale... La sua angoscia era visibilmente diminuita, ma le sue parole affannose mostravano ancora una grande agitazione interiore. - Ho ascoltato tutto molto bene! Non avrei mai creduto che tutto questo potesse esistere... La sua storia mi è molto piaciuta e ora capisco bene perché sono venuto qui... sono completamente sconvolto! Mentre parlava, scrutavo il suo povero viso disfatto. I suoi capelli mezzoscoloriti e tinti di biondo, arricciati artificialmente, le sue sopracciglia depilate con cura e il suo anello d'oro all'orecchio sinistro, non facevano che evidenziare la sua disperazione. Forse sto parlando con un condannato a morte, mi sono detta, è così scarno!

Trema per la debolezza. Forse ha un virus che lo sta distruggendo. - Mi è appena successa una grande disgrazia. Vivevo con qualcuno che è morto di AIDS due settimane fa. Lo amavo talmente tanto da non poter vivere senza di lui. Mi chiedo continuamente: "Dov'è? Dov'è?" Lo chiamo, so che è assurdo, ma era il mio amico e non ho più nessuno! Ieri ho preso la mia agenda per cercare un numero e cosa ho visto sullo schermo? Un messaggio incomprensibile che io non avevo scritto! Leggo, rileggo, impossibile capire come si siano scritte quelle righe, dato che tengo sempre l'agenda con me. Prenda, guardi lei stessa.

Ho guardato lo schermo e ho letto : "Martedì 17 maggio, ore 20, Saint Léon". - Ma è la conferenza di questa sera! - Si, ma come mai la scritta è apparsa sullo schermo? Lo chiedo a lei! Quando l'ho vista mi sono detto subito "ci siamo, è il mio amico che mi dà un messaggio, è sicuramente lui, è un incontro che mi fissa da qualche parte. Ma Saint Léon non mi diceva niente. Ho cercato, cercato, ho guardato se non ci fosse per caso una stazione di metro con quel nome, un albergo, un ristorante... niente! Poi qualcuno mi ha detto: "Forse Saint Léon è una chiesa, è il nome di un santo..."

Nessuno conosceva questa chiesa. Allora sono entrato nella chiesa del mio quartiere, la persona all'ingresso ha consultato un libretto e mi ha detto: "E' nel XV° distretto, vicino alla Motte Piquet...". Ecco come sono arrivato qui questa sera, senza sapere dove andassi a finire... Deglutisco, cerco di raccogliere le idee, faccio un attimo di silenzio per invocare il Signore, ma Francois non mi lascia cinque secondi. - E adesso, cosa devo fare? - Questa domanda mi ricorda qualcosa, negli Atti degli Apostoli, quando la gente chiede a Pietro il giorno della Pentecoste: "Cosa dobbiamo fare?" Francois è in ascolto come un bambino affascinato o piuttosto come un naufrago dell'amore che ha appena trovato l'ancora di salvezza e che aspetta da una persona la parola chiave che fa cambiare la sua vita dall'inferno al cielo. E questa sera, sono io quella persona! Bisogna rispondere in fretta qualcosa di molto semplice.

La chiesa è ancora piena, ma si sentono già rumori di chiavi, le porte saranno chiuse fra poco. - E' molto facile, - gli dico per confortare lui, e anche me - Compra una Bibbia questa sera stessa allo stand in fondo e il libro dei Messaggi. Te ne imbevi ogni giorno e comincia a pregare come ho spiegato questa sera. La Madonna stessa ti guiderà per mezzo dei suoi messaggi nel libro. Poi, vieni appena puoi a trovarci a Medjugorje. Là, vedrai, è un posto in cui il tuo cuore si dilaterà e dove troverai una grande pace. - Ma dov'è, come ci si va? - Vai a parlare con quella signora in fondo, è la mia amica Geneviève che organizza pellegrinaggi e ti darà tutti i particolari. - E' pazzesco come mi sento bene con lei, qui, in mezzo a tutti voi. Si vede che avete la luce. Capisco adesso... E' sicuramente il mio amico che ha scritto il messaggio perché venissi qui a scoprire tutto questo. - Il tuo amico, oppure... la Madonna? E' tua madre, desiderava che tu la conoscessi... Ma devo confessare che è la prima volta che la vedo trasmettere un messaggio elettronicamente! Sono partita il giorno dopo per Medjugorje e, tre mesi dopo, ho visto arrivare Francois con un gruppo di pellegrini.

Aveva completamente cambiato testa, non tremava più e le sua guance si erano un po' riempite. Aveva raggiunto una certa serenità. Un gruppo di preghiera l'aveva accolto. Aveva trovato la fede e cominciava a vivere la vita sacramentale a modo suo. Il lavorio della grazia si scavava un sentiero in lui, attraverso i meandri allucinanti delle sue ferite, attraverso le stigmate di un'infanzia e di una giovinezza di cui solo la misericordia avrebbe il diritto di parlare. Non so cosa sia diventato oggi, non so neppure se sia vivo o morto. Francois, se il Signore ti ha ripreso, aiutaci dall'alto del cielo a attirare verso il cuore di Dio tutti quelli che hanno sofferto come te. Se sei vivo, sappi che la tua sorellina di Medjugorje prega per te ogni giorno e che spera tanto di avere tue notizie.

Fonte: Suor Emmanuel