MaM
Messaggio del 25 luglio 1987:Cari figli! Vi prego di accogliere da oggi la via della santità. Vi amo, e per questo desidero che siate santi. Non voglio che Satana vi ostacoli su tale strada. Cari figli, pregate ed accogliete tutto ciò che Dio vi porge su questa via, che è dolorosa, ma per chi comincia a percorrerla Dio ne rivela tutta la dolcezza, in modo che risponderà volentieri ad ogni sua chiamata. Non date importanza alle piccole cose (di quaggiù) Tendete al cielo! Grazie per aver risposto alla mia chiamata!

Don Gabriele Amorth: come riconoscere le presenze malefiche

23/03/2025    1736     Don Gabriele Amorth    Esorcismo  Magia  Satana 
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Rosario on line

Entriamo nel vivo del problema che a noi interessa: quali sono i sintomi da cui si capisce che un male è malefico e non di origine naturale.

In base ai risultati di questo esame si procederà a indirizzare la persona o ai medici, o si farà una preghiera di liberazione, oppure un esorcismo. Quanto esponiamo è frutto di esperienza, ma ha un valore molto personale. Le poche regole suggerite dal Rituale sono del tutto insufficienti e non esistono libri che trattino questo argomento. Per cui anche tra gli esorcisti il modo di procedere è molto vario, dipendendo dall'esperienza che ciascuno ha fatto per proprio conto.

Qualcuno si aiuta facendo riempire un modulo con delle domande. Altri, i più, procedono a un interrogatorio della persona interessata e dei familiari: è molto importante anche la testimonianza dei familiari perché spesso chi è colpito da questi mali particolari non è in grado di rendersi conto con esattezza del suo comportamento e delle sue reazioni.

Lo svolgimento di questi procedimenti è molto importante perché è da qui che si distinguono quali sintomi sono significativi e quali no, per riconoscere se ci si trova di fronte a un male di origine malefica. Diciamo anche subito che di sintomi ce ne vogliono vari un sintomo solo, per quanto significativo, non può mai bastare; ma poi è solo con l'esorcismo che si univa alla certezza morale. Il metodo da me seguito è procederea un breve interrogatorio per vedere se ci sono sintomi di "sospetto": se questi mancano come mi capita il più delle volte, mi limito a qualche consiglio adatto al caso, ma non do neppure un appuntamento. Si noti che questo primo esame sono solito farlo per telefono o per lettera; per questo è molto breve. E un metodo reso necessario dal grandissimo afflusso di richieste.

Se riscontro segni di "sospetto" fisso un appuntamento e inizio senz'altro con un esorcismo di indagine, che può essere più o meno lungo secondo le reazioni che riscontro. Si noti un aspetto che considero fondamentale! Ritengo che l'esorcismo abbia non solo effetto curativo di liberazione, ma anche, e prima di tutto, diagnostico. È molto interessante osservare il comportamento durante l'esorcismo; spesso è ancor più significativo vedere l'effetto dell'esorcismo a distanza di giorni; in molti casi è fondamentale tener conto delle evoluzioni che avvengono durante una serie di esorcismi: sia riguardo al comportamento della persona, sia riguardo alle conseguenze.

Talvolta mi è capitato che, solo dopo una serie di esorcismi, si è potuto giungere a una diagnosi sicura; altre volte è avvenuto che il comportamento della persona esorcizzata ha seguito un'evoluzione del tutto imprevedibile lungo il corso degli esorcismi, ma tale da evidenziare sempre più la natura del male e giungere alla liberazione. Nell'interrogatorio preliminare chiedo, per prima cosa, perché hanno pensato di rivolgersi a un esorcista e in base a quali sintomi. Spesso emergono motivi banali, tali da liquidare la richiesta con poche battute.

Qualche esempio.

«Ho sentito parlare di mali, malefici e vorrei vedere se ne ho»; ma la persona si mostra priva di qualsiasi sintomo significativo. «Preghi, si accosti spesso ai sacramenti, viva conforme alla legge del Signore e cacci via ogni falsa paura»: il caso è chiuso.

«Padre, mio figlio sta diventando nervoso; ho paura che gli abbiano fatto qualcosa». Anche qui, alle mie domande, si evidenzia la mancanza di qualsiasi sintomo, tale da destare sospetto; dò i soliti consigli generali e basta.

«Padre, mio marito m'ha lasciata per andare con un'altra donna. Mi voleva tanto bene! Certamente gli hanno fatto una fattura»; pure in questo caso, con poche domande, si vede che non c'è nessun sintomo positivo che desti sospetto; le fatture non c'entrano affatto, per cui si danno i consigli opportuni e basta.

Altre volte la spinta a rivolgersi all'esorcista viene da persone sospette. «Padre, mi dia un appuntamento; ho una fattura». «E chi glielo ha detto?». Spesso la persona si trova imbarazzata a rispondere; capisce di essersi basata su un motivo che zoppica o che forse le meriterà un rimprovero. Ma si fa coraggio, costretta dalla domanda: «E stata una zingara — Estata una santa persona, di molta preghiera, che mi ha dato una benedizione — Sono andata da un cartomante; mi ha detto che mi hanno fatto una fattura e mi ha chiesto cinque milioni per toglierla. Io ho pensato bene di venire' da lei. — Faccio parte di un gruppo di preghiera; hanno pregato su di me, hanno fatto discernimento e hanno visto che io ho dei mali malefici per cui ho bisogno di ricorrere all'aiuto di un esorcista — Sono andato da un sacerdote molto buono, che benedice, benché non faccia veri e propri esorcismi; ho avuto delle reazioni violente: ho urlato, mi sono buttato per terra, ho bestemmiato; alla fine il sacerdote mi ha detto che avevo bisogno di esorcismi — Sono andato da un guaritore, o pranoterapeuta, non so bene; mi ha fatto certi riti, mi ha fatto bere dell'acqua particolare; in seguito mi sono sentito molto male e ho capito di avere qualcosa che non và.

Potrei continuare a lungo... la serie di queste dichiarazioni. Oggi siamo pieni di persone stimate sante, di guaritori, di cartomanti, di maghi, di zingari, di veggenti, di carismatici e simili. Non è facile orientarsi. Sono contrario alle soluzioni di comodo: «Tutte storie, tutte falsità». E invece necessario discernere perché, anche se è vero che nella maggioranza dei casi si tratta di falsi allarmi o di imbrogli, talvolta si tratta invece di avvertimenti seri, giusti e che meritano di non essere disattesi. In molti casi l'imbroglio o la magia è evidente. Negli altri casi procedo all'interrogatorio come ho esposto in preceden-za, per vedere se vi sono sintomi sospetti; e in questo caso accordo l'appuntamento e procedo. Quali sono i primi sintomi di sospetto, in seguito ai quali fisso un primo incontro? Possono essere tanti; qui mi limito ai più ricorrenti. I familiari in genere sono loro; più raramente la persona che è direttamente interessata mi dicono che i medici non riescono a formulare una diagnosi precisa e che nessuna medicina ha effetto. Si noti che quando parlo delle medicine che "non hanno alcun effetto", non intendo dire che le medicine non guariscono il male; ma intendo dire che le medicine non ottengono neppure quell'effetto immediato che sarebbe loro proprio. Ad esempio, quando i sedativi o i sonniferi sono del tutto inefficaci o ottengono l'effetto contrario, benché assunti in dosi molto forti.

La incapacità a formulare una diagnosi e l'inefficacia delle medicine può essere un primo sintomo sospetto. Poi mi dicono che quel loro familiare, un tempo praticante, non riesce più a pregare, non va più in chiesa e si arrabbia se viene invitato ad andarci; talvolta bestemmia o si urta alla vista di immagini sacre. L'avversione al sacro è senz'altro un sintomo significativo. Se aggiungono che la persona ha crisi di rabbia, di violenza, contrariamente al suo carattere; insulta, bestemmia, e poi non ricorda più niente di queste sue crisi, anche questo è un sintomo sospetto specie per le bestemmie, anche se è in comune con mali psichici. A questo punto passo ad un'altra serie di domande.

Chiedo da quanto tempo dura il male e se è ricollegabile a un fatto particolare.Potrebbero così emergere dati significativi. Ad esempio se la persona ha fatto sedute spiritiche, seha frequentato maghi, se la sua cerchia di amicizie comprendeva persone dedite a droga, o a occultismo, o a certe discoteche. Generalmente emerge una causa a cui si attribuisce l'inizio dei guai; spesso si tratta di una persona particolare. Chiedo come è cambiato, da quel momento, il comportamento della persona; se ha fatto stranezze, in quali casi manifesta più violenza. Spesso i familiari stessi, nel corso dell'interrogatorio, si meravigliano di come vengano in mente dei fatti, dei particolari a cui non avevano dato importanza e che invece si dimostrano indicativi. Molte volte la prima benedizione così normalmente chiamo gli esorcismi, parlando con le persone si riduce a poco.

Capita spesso che le persone, nel desiderio di ottenere un appuntamento, esagerino i disturbi che, alla prova dei fatti, si dimostrano assai meno preoccupanti. Molte volte, proprio tante, mi capita di dover dire: «Qui non ci vogliono esorcismi, ma ci vuole una conversione». Infatti le persone che vengono, sovente sono completamente lontane dalla preghiera e dai sacramenti; la messa festiva è trascurata con estrema facilità: nel sacramento della riconciliazione me ne sono accorto da tempo i penitenti neppure se ne accusano più. Da troppi anni i comandamenti di Dio e i precetti della Chiesa non sono più insegnati. Spesso poi si riscontrano situazioni matrimoniali anormali, irregolari e ingarbugliate.

Oggi la famiglia non prega: guarda il televisore, per cui non c'è neppure dialogotra i membri. Se vedo che non c'è motivo di sospetto, dò una semplice benedizione, se è opportuno, recitando la preghiera del Rituale sui malati. In caso contrario procedo all'esorcismo, normalmente breve la prima volta, ma che può durare più o meno lungamente, secondo le reazioni che riscontro. Termino con i soliti ammonimenti circa la preghiera, i sacramenti, la vita di grazia. Varie volte ho costatato che una buona confessione generale che raccomando sempre come punto di partenza con la ripresa di una intensa vita di preghiera e di grazia ottiene la cessazione dei disturbi lamentati. Mentre senza preghiera e una vita di grazia gli esorcismi non hanno efficacia. Mi tengo tuttavia informato circa l'esito dell'esorcismo fatto, soprattutto se si tratta di casi dubbi.

E capitato, infatti, che, alle volte, durante l'esorcismo, non vi sia stata nessuna reazione particolare, ma che in seguito si sia manifestato un effetto positivo, durato per lungo tempo o, più spesso, per qualche giorno soltanto. Questo è già un sintomo sufficiente per dover insistere con altri esorcismi. In varie situazioni, procedendo negli esorcismi, la persona sempre più manifestava sintomi di presenze malefiche; incominciava col rivoltare gli occhi in alto o in basso, nel modo molto ben conosciuto dagli esorcisti; le volte successive, diventava progressivamente sempre più furiosa, esplodendo in urla e bestemmie; a un certo punto la forza del demonio, ormai interamente scoperto, si dimostrava anche col dialogo, rispondendo alle domande. Ho seguito dei casi in cui, dopo mesi di esorcismi, e una volta anche dopo due anni, la presenza malefica si è palesata con tutta la sua forza. Chi avesse atteso che si fossero manifestati i tre segni elencati nel Rituale, sia pure a titolo di esempio parlare lingue sconosciute alla persona, avere una forza sovrumana, rivelare cose occulte, non avrebbe mai incominciato a fare gli esorcismi. Inutile dire che, più il caso si presenta grave, e più occorre raccomandare di pregare e far pregare.

È necessario, inoltre, ricercare se esiste qualche impedimento alla grazia, che debba essere rimosso. Si può trattare di situazioni irregolari da sistemare riguardo al matrimonio, al lavoro, alla gestione patrimoniale, se si sono commesse in radice gravi ingiustizie.... Un discorso particolare, per la sua grande importanza, va fatto sempre a proposito del perdono di cuore. Alle volte si sa con quasi certezza chi ha causato quei disturbi; o comunque ci si può trovare in situazioni di tensione, con familiari o con altri, per gravi torti subiti. È necessario perdonare di vero cuore, abbandonare ogni risentimento, pregare intensamente per quelle persone. In molti casi è stata questa la via per rimuovere gli ostacoli alla grazia e ottenere la liberazione. Dall'andamento degli esorcismi si ha l'impressione che prima il male debba emergere tutto; solo dopo inizia la liberazione. Si arriva sempre alla guarigione totale?

Quanto tempo ci vuole? Sono due domande difficili. Già s. Alfonso, parlando degli esorcismi, avvertiva che non sempre si arriva alla guarigione, ma sempre si riesce a dar sollievo alle persone colpite. Di fronte a certi miei momenti di scoraggiamento per gli scarsi risultati, p. Candido assai spesso mi ha ripetuto che noi dobbiamo fare tutta la nostra parte, lasciando a Dio le decisioni; e non si è stancato di ripetermi: «Se lei sapesse quante vite salviamo!».

Infatti si ha l'impressione, anzi, lo si tocca con mano, che in molti casi l'esorcismo infonde nella persona colpita la forza di accettare il suo stato e di andare avanti. E però giusto notare che nella grande maggioranza dei casi si arriva alla guarigione, e spesso alla guarigione completa. Ma non possiamo prevedere quanto tempo ci vorrà. Dipende dalla gravità del caso; da quanto il male è radicato nella persona. Dipende dall'impegno di preghiera e di totale abbandono in Dio da parte della persona stessa, dei suoi cari, di quanti l'aiutano. Dipende dai piani che Dio ha su quella persona, per cui ha permesso quella sofferenza.

Molte volte, in casi di una certa gravità, sono stati necessari tre, quattro anni di esorcismi. Personalmente ritengo che vi sia un duplice beneficio nella lunghezza del tempo richiesto, per giungere alla liberazione: per la persona colpita, che ritorna a una vita di costante e abituale preghiera, di grazia, di fiducia in Dio. Non sempre ciò accade nei casi di breve durata. I casi risolti in breve tempo talvolta hanno dato occasione ad un abbandono totale di ogni pratica religiosa, determinando poi una più grave ricaduta nel male. Ma vi è un secondo beneficio anche per le persone dei parenti e degli amici, che si sentono maggiormentestimolati alla preghiera e a credere con fede nelle realtà invisibili. Tanta gente, che oggi non crede più a queste cose, farebbe bene ad assistere a certi esorcismi!

Ne avrebbero bisogno anche molti ecclesiastici. Certamente quando Dio permette il male è sempre per ricavarne un bene maggiore. A questo punto, prima di proseguire, pongo una domanda: sono sempre necessari gli esorcismi? Non esistono altri mezzi? E una domanda molto pratica e importante, a cui cercherò di rispondere nel capitolo seguente.


Fonte: Nuovi Racconti di un esorcista