MaM
Messaggio del 4 marzo 2013:Cari figli, oggi vi invito ad aprirvi alla preghiera. Figlioli, vivete in un tempo in cui Dio concede grazie, ma voi non sapete come trarne vantaggio. Vi preoccupate di tutto il resto, tranne della vostra anima e della vostra vita spirituale. Svegliatevi da questo mondo stanco, dal sonno stanco della vostra anima e dite sì a Dio con tutta la forza. Decidetevi per la santità e la conversione. Cari figli, io sono con voi e vi invito alla perfezione e alla santità della vostra anima e di tutto quello che fate. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.

Padre Livio di Radio Maria intervista Saverio Gaeta

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Trascrizione della intervista andata in onda a "Radio Maria" il 1/11/2006

PADRE LIVIO –
Cari amici di Radio Maria, buona serata a tutti. Ci troviamo nella vigilia di Tutti i santi e in queste giornate siamo invitati a guardare al cielo, quel cielo si è aperto ed è sceso in qualche modo in mezzo a noi ormai da 25 anni, da quando cioè la Regina della Pace è venuta qui su questa Terra ad invitarci a guardare verso il cielo, la meta a cui dobbiamo tendere. Cade dunque in una circostanza davvero significativa questo incontro con Saverio Gaeta, autore del libro "Medjugorje, è tutto vero" edito da Piemme. Saverio ha voluto farci questo regalo in occasione del venticinquesimo anniversario delle apparizioni di Medjugorje. Saverio sei in onda?

SAVERIO GAETA – Certamente, e voglio salutare te e tutti gli ascoltatori.

PADRE LIVIO – Alla fine del libro troviamo scritto che si tratta della più completa inchiesta giornalistica sui 25 anni degli eventi di Medjugorje. Certamente in casi come questi la testimonianza del laico ha una sua importanza, soprattutto se è giornalista, perché ha il dono di saperla comunicare agli altri. Saverio è capo redattore di Famiglia Cristiana e insieme a me ha scritto vari libri. Vuoi ricordarceli?

SAVERIO GAETA – I due libri che abbiamo scritto assieme sono quelli dedicati alle apparizioni mariane: La Firma di Maria, il libro che parla delle apparizioni mariane in Europa quasi fossero uno scudo protettivo sul nostro continente, e Medjugorje in attesa del segno, un libro-intervista sulla vicenda di Medjugorje in cui tu reciti il ruolo di testimone della prima ora che racconta le origini di queste apparizioni e tutta la loro evoluzione. Nel libro che invece vogliamo ora presentare ho voluto approfondire un aspetto più concreto: quello della loro scientificità. Il motivo che mi ha spinto a realizzare questo lavoro è riassumibile in quella frase di Mirjana che una volta ha detto "puoi dire io credo o non credo alle apparizioni di Medjugorje, però quando andrai davanti al Signore non potrai dire non sapevo perché sai tutto". Si tratta dunque di apparizioni rispetto alle quali non si può far finta di nulla, bisogna prendere una posizione e bisogna farle conoscere. Con questi libri ho tentato di raccontare a chi magari ne sa poco o nulla, o anche chi ne sapeva abbastanza ma non ha avuto mai occasione di andare più a fondo in queste tematiche, cosa è accaduto a Medjugorje e quali sono i motivi per cui vale la pena di approfondire queste vicende. A questo punto il mio augurio è quello di poterci rendere conto, dopo aver compreso e conosciuto questi eventi, che la posizione giusta e l'unica posizione che è umanamente e razionalmente possibile è quella di dire: io credo a Medjugorje. Ma questa, ovviamente, si tratta di una libertà che ogni lettore ha ed è un dono di Dio che è per tutti noi.

PADRE LIVIO – Prima di entrare nel merito, vorrei farti una domanda biografica. Tu sei un pellegrino dell'ultima ora, ma ho notato che da quando hai iniziato ad interessarti da vicino a Medjugorje ho visto crescere in te una profonda convinzione in questo fenomeno straordinario. Come è avvenuto questo?

SAVERIO GAETA – Certamente si è trattato di un percorso che alle volte si compie più rapidamente e alle volte più lentamente, ma la meta è la stessa sia per chi cammina lentamente sia chi cerca di darsi da fare perché è arrivato più tardi. In questo devo ringraziarti perché tu mi hai accompagnato nel mio primo viaggio a Medjugorje raccontandomi in sintesi tutta la vicenda e poi approfondendola nei nostri libro-intervista. Per me Medjugorje non era un nome sconosciuto, però a Medjugorje non ci si arriva per caso o per volontà propria ma perché ci si sente chiamati o perché determinate circostanze ti fanno arrivare lì nel momento in cui è opportuno arrivare. Per me il fatto di essermi recato lì e di aver ascoltato il racconto dalla tua viva voce è stato uno stimolo a dedicarmi a questa avventura per quella che è la mia competenza di cronista e divulgatore, lasciando poi a te la parte del testimone. Per me è stato dunque l'incontro con te, cioé con una persona che ha creduto da tanto tempo a questa vicenda e fidandomi della tua testimonianza ho preso la mia responsabilità di divulgare questa vicenda al maggior numero di persone.

PADRE LIVIO – Questo libro per me è particolarmente prezioso da due punti di vista: da una parte c'è la sintesi completa di questo mistero che va avanti da 25 anni in modo che possa essere colto nella sua complessità anche da parte di chi fin'ora può esserne rimasto estraneo, e dall'altro offre la sintesi di indagini scientifiche che sono state in tutto questo tempo. Queste indagini scientifiche sonoparticolarmente preziose perché a suo tempo il vescovo locale aveva cercato di bloccare il tutto, ma la Santa Sede, dopo aver visionato questi dossier medici, decise di avvocare a sé la causa perché sollevavano interrogativi cui la scienza non era riuscita a rispondere. Noi sappiamo come questi fatti, contrariamente a quanto era avvenuto a Beauring e a Lourdes, possono oggi essere oggetto di indagini approfonditissime che portano a porsi interrogativi precisi su quello che sta accadendo. Il merito di questo libro è dunque proprio quello di presentare in termini molto chiari i risultati di queste analisi. Incominciamo dunque dal secondo capitolo del tuo libro, quello dedicato alle prime indagini scientifiche.

SAVERIO GAETA – Quello che ho provato a fare in questo libro risponde un po' a quello che da tanti anni sentivo. Dopo aver lavorato per oltre venticinque anni nella pubblicistica cattolica, ho voluto provare a fare il giornalista e il cronista in termini divulgativi che tenta di aiutare sé stesso e i propri lettori che la fede è ragionevole. Anche noi cattolici molto spesso ci auto compiaciamo del fatto che la fede è un dono e una grazia e non ci poniamo il problema che non è soltanto questo, ma un qualcosa di cui possiamo impossessarci perché è ragionevole. Io ho provato a dire queste cose anche nelle mie pubblicazioni sui miracoli: la scienza non riusce a spiegarci determinate cose, e credo che non ci riuscirà nemmeno in futuro, quindi ci vuole per forza qualcuno che domini le leggi della natura e che possa cambiare delle cose che invece per la scienza non sono spiegabili. Ci sono dei fatti nella vita della Chiesa che danno forza alle fede perché sono ragionevoli. Medjugorje, a mio parere, è qualcosa che può essere creduta per fede: dopo essere stato a Medjugorje una persona si sente coinvolta in una avventura esistenziale cristiana, vede gli altri veggenti e pellegrini, ascolta testimonianze di conversione, ecc. Ma oltre a questo livello spirituale c'è anche un livello più materiale, quello di una ragionevolezza più pura, e questo non lo testimoniano delle persone per quanto affidabili, ma strumenti oggettivi che non si possono corrompere e che indicano qualcosa di ben preciso. È la sfida che da parte cattolica viene mandata al mondo laico e incredulo: se qualcuno sarà capace di dare una spiegazione a questi esperimenti allora si potrà discutere e andare oltre, ma fino al momento in cui anche gli scienziati sono costretti ad arrendersi e se viene a mancare una spiegazione ragionevole alla questione che ti sto ponendo, allora devi convincerti che c'è qualche intervento dall'altro che è in grado di cambiare le regole che un giorno Dio ha stabilito per la natura. Ma quali sono queste regole? Sono dei fatti che fino in tempi passati potevano essere verificati soltanto in maniera empirica: ad esempio la candela sotto la mano di Bernadette che non suscitava in lei reazioni, ma si trattava di fatti che potevano magari essere spiegati come una insensibilità al dolore provocata da qualche strano evento. Oggi invece tutti questi eventi sono misurabili. Le indagini scientifiche degli inizi furono proprio relativi agli stati di coscienza dei veggenti: durante le apparizioni scienziati e medici controllarono quale fosse la loro situazione dal punto di vista esteriore. Videro ad esempio che non recepivano i segnali che provenivano dall'esterno, videro che i ragazzi erano assolutamente normali quando venivano fatti loro dei test neuropsichiatrici, videro che negli stati di ipnosi c'era una conguità dei racconti rispetto quello che veniva vissuto e visto dall'esterno durante l'estasi. Questa corrispondenza stava a testimoniare che non c'era uno strato di trans o di malattia neurologica nei ragazzi al momento dell'estasi, bensì si trattava di uno stato fisiologico di serenità e di normalità che però presentava un di più: quella estasi che rimaneva inspiegabile. Questi furono gli esami che tra il 1981 e 1984-85 vennero verificati, e alcuni di questi sono stati la base di ulteriori esperienze scientifiche degli anni successivi. Uno dei più curiosi avvenne per opera di un sacerdote, membro della commissione episcopale, che infilò improvvisamente uno spillone da materasso nella schiena di Vicka nel giugno del 1984, ma Vicka non ebbe alcuna reazione e solo al termine dell'estasi si accorse che sulla sua camicetta c'era una macchia di sangue senza che riuscisse a spiegarsene il motivo. Ciò è confermato anche da un video che venne girato casualmente in questa occasione, dico casualmente perché nessuno era a conoscenza delle intenzioni di questo sacerdote. Negli anni successivi vennero compiuti ulteriori esperimenti sulla soglia di dolore dei veggenti.

PADRE LIVIO – Ciò che colpisce è che questi esperimenti sono stati compiuti nell'arco di 25 anni con apparecchiature sempre più sofisticate e con esperimenti sempre nuovi e sempre più precisi. Anche la continuità ritengo che dia una certa solidità a queste indagini scientifiche.

SAVERIO GAETA – Pensiamo ai computer, che noi usiamo quotidianamente, e che ci sembra siano sempre esistiti. Solo a partire dal 1985-86 però niziarono ad uscire i primi computer di tipo IBM, quelli che oggi sono così diffusi. Questo cosa significa? Significa che proprio in quegli anni cominciarono per la prima volta ad essere disponibili strumenti collegati al PC. Le TAC, le tomografie o le ecografie sonodunque esami che negli anni '80 erano di carattere sperimentale. Solo questi ultimi vent'anni hanno permesso realmente di compiere verifiche strumentali precise, e il progresso della medicina per quanto riguarda l'aspetto legato alla strumentazione è stato veramente notevole, permettendo così misurazioni che fino a pochissimi anni fa sembravano impossibili. Mi riferisco in particolare agli esperimenti a livello celebrale: vent'anni fa si poteva al massimo compiere tomografie assiali computerizzate (le SAC) che mostravano cosa c'era nel cervello ma non permettevano di comprendere esattamente cosa avvenisse.
Oggi invece la scienza permette di applicare al cranio degli elettrodi in grado di registrare ciò che sta avvenendo all'interno del cervello dei veggenti. Dai risultati appare evidente che il momento dell'estasi non è un momento di estraniamento totale rispetto a quello che si sta vivendo, ma un momento in cui i veggenti sono vigili, consci, che non ci sono patologie neurologiche conosciute (come crisi epilettiche) ed hanno una percezione ben chiara di ciò che vedono, anche se vedono un qualcosa che è invisibile a tutti gli altri. Questo non lo dice dunque un osservatore esterno ai veggenti, ma lo dicono strumenti oggettivi che oggi servono a comprendere ad esempio se un paziente in coma ha ad esempio un cervello ancora relativamente vigile e attivo o meno. Uno degli esperimenti più curiosi che sono stati fatti ai veggenti è quello dei potenziali evocati: il corpo umano ha delle potenzialità che in certi momenti non possono essere espresse. Pensiamo ad esempio ad una persona che ha avuto un ictus e che quindi ci appare come paralizzato. In realtà molte di queste persone paralizzate pian piano nel corso di alcuni mesi riescono a recuperare le loro forze e arrivano a muovere gli arti. Questi potenziali evocati permettono oggi di riconoscere se questo paziente riuscirà a recuperare il movimento perché riescono ad andare all'origine dei nervi e a verificare se il potenziale di questa capacità fisica che viene evocata mediante degli impulsi elettrici è ancora sana e se quindi il paziente, una volta passata la fase acuta della malattia, sarà in grado di recuperare il movimento mediante la fisioterapia. Questo esame, compiuto sui veggenti di Medjugorje durante il momento dell'estasi, ha permesso di comprendere che, dato che loro non sentono e non hanno reazioni quando viene loro sparata nelle orecchie della musica ad alto volume, a livello interno sentono perfettamente questo rumore e il loro cervello lo registra. Quindi non hanno le vie uditive interrotte miracolosamente per cui non odono nulla se non la voce della Vergine; loro invece continuano ad udire i rumori esterni ma non vengono turbati da questi rumori anche se si tratta di rumori di una tale intensità che farebbero sobbalzare chiunque. Ciò dunque implica che i veggenti, durante l'estasi, non sono come tagliati fuori dal mondo, ma sono semplicemente immersi in uno stato di estasi da risultare insensibili alla realtà esterna. Al termine dell'estasi, che coincide con il termine dell'apparizione, tutto ritorna normale e le vie uditive, che sono sempre rimaste aperte, riprendono la loro funzione totale. Si tratta dunque di un blocco "interno", non a livello neurologico. Una spiegazione scientifica di un tale evento non esiste, e non credo esisterà mai. Pertanto mi pare plausibile che qualcun altro, e questo qualcun altri non può essere che Dio, agisce su di loro in questa maniera tale da consentire a loro il dialogo con la Vergine e modificando dunque quelle leggi della natura che lui stesso ha creato all'inizio del mondo.

PADRE LIVIO – Credo che valga la pena di vedere da vicino questi esperimenti che sono stati portati avanti all'inizio, soprattutto da equipe francesi ed italiane. La prima è stata portata avanti dal prof. Joyeux. Potresti sintetizzare questi primi risultati?

SAVERIO GAETA – Lo studio della equipe coordinata dal prof. Joyeux avvenne nel 1984. Iniziarono a giugno, e ad ottobre-dicembre fecero i successivi esperimenti. Lo studio avvenne con l'uso contemporaneo di elettroencefalogrammi (che misuravano l'attività cerebrale), elettrocardiogrammi (che misuravano quella cardiaca) e strumenti che permettevano di guardare come le pupille degli occhi si modificavano. Quello che si riuscì ad attestare senza ombra di dubbio, e che in seguito venne confermato con ancor più certezza dalle nuove strumentazioni impiegate, è il fatto che non si trattava di epilessia o di ltre malattie neurologiche, non si trattava di sonno né di sogno né di allucinazioni, e questo proprio perché con queste strumentazioni si registravano delle reazioni tipiche degli stati di veglia in cui si riconoscono le cose che accadono. Allo stesso modo poterono dimostrare che i movimenti del globo oculare dei veggenti cessavano simultaneamente all'inizio dell'apparizione e riprendevano simultaneamente alla fine dell'estasi. Gli strumenti video mostrarono che gli occhi convergevano tutti in un unico punto e dunque i veggenti, che erano sparsi nella stanza da un lato all'altro nell'arco di vari metri, guardavano esattamente nel medesimo punto. Questa osservazione andava a combaciare con il cadere in ginocchio contemporaneo di tutti i veggenti al momento in cui l'apparizione iniziava. Un altro segno è quello fonetico della ripresa della preghiera del Padre nostro a partire dalla seconda strofa, dopo che la Vergine aveva iniziato con le prime parole. Tutti questi fatti sono stati visti da molte persone, epersino filmati, ma dal punto di vista scientifico pongono interrogativi che non possono essere facilmente risolti, perché il loro comportamento combacia nei termini di frazioni di secondo.

PADRE LIVIO – Bisognerebbe partecipare a qualche apparizione per rendersi conto che anche senza esperimenti scientifici l'apparizione è un fenomeno che colpisce sotto il profilo proprio dell'analisi razionale. Una volta ho partecipato all'apparizione di Marija nella sua abitazione a Monza ed allora aveva i bambini piccoli che le andavano addosso e la strattonavano. In quella occasione lei cercava di tenerli buoni in qualche modo dando loro qualche giocattolo ecc., ma quando si verificò l'apparizione e i bambini ritornarono lì a strattonarla lei non mosse ciglio, come se loro neppure ci fossero. Sono cose che colpiscono molto. Vorrei però che tu parlassi ora di un altro fenomeno che si nota soprattutto nell'estasi di Vicka, perché Vicka, rispetto agli altri veggenti, parla ad alta voce ed è quindi più facile notare questo fatto. Accade cioè che durante l'apparizione le scompare la voce ma si sente chiaramente lo schioccare delle labbra. Inoltre pare che le corde vocali vibrino regolarmente. La voce poi ricompare a metà dell'apparizione quando recita il Padre nostro e il Gloria per poi riscompare nuovamente quando parla con la Madonna. Questo fenomeno della scomparsa e ricomparsa della voce, che tutti possono constatare, come è stato studiato?

SAVERIO GAETA – Alcuni strumenti sono stati applicati alla gola e all'apparato laringoiatrico, i quali permettono di registrare le vibrazioni vocali. Con il laringofono gli scienziati hanno verificato che le vorde vocali dei veggenti durante l'estasi continuano normalmente a muoversi ma in realtà il suono non esce perché evidentemente c'è un intervento divino che blocca il suono. Anche questo è uno dei problemi assolutamente inspiegabili, perché nessuno di noi è in grado di far vibrare le corde vocali senza che venga emesso alcun suono. Lo schiocco delle labbra e il muoversi della lingua sono connessi a questi suoni, ma il fatto che i suoni non ci siano è un po' come se noi vedessimo un cantante in televisione che sta cantando e abbassassimo il volume: noi vedremmo il cantante muoversi senza però sentire alcun suono. Allo stesso modo è come se Vicka avesse una sorta di volume interno che può abbassare, ma nel corpo umano questo fatto non esiste e dunque per gli scienziati rimane un enigma inspiegabile così come risulta inspiegabile quello che scoprirono nel 1985 i medici Frigerio e Mattalia di Milano. Costoro si recarono a Medjugorje con uno strumento per la misurazione del dolore insieme ad un altro strumento in grado di verificare la reazione dell'occhio quando veniva appoggiato all'interno del globo oculare un filamento di nylon in modo da toccarlo con una certa pressione. Pensiamo a quando ci accade quando ci arriva un pulviscolo in un'occhio: questo corpo estraneo ci provoca un bruciore incredibile che ci costringe a strofinare l'occhio con la mano e a battere le ciglia in modo da cercare di farlo uscire. Proviamo ad immaginare ciò che accadrebbe con un filamento di nylon che è grosso all'incirca come una setola di uno spazzolino da denti: immediatamente cominceremmo a lacrimare, a chiudere le palpebre e a tentare di liberarci di questo fastidioso corpo estraneo. A tre veggenti, per realizzare questo esperimento, venne appoggiato sulla cornea questo strumento (che si chiama estesiometro) in modo da poter misurare la pressione che esercitava su di essa. Si vide in pratica che durante lo stato normale di veglia avevano reazioni identiche a chiunque altro, per cui la reazione avveniva ad una pressione molto bassa che rientrava nella media (si trattava di uno stimolo di circa 4 mg). In Jakov, quando fecero l'esperimento durante l'estasi, il suo riflesso di chiusura della palpebra dell'occhio non avveniva nemmeno quando lo stimolo veniva portato a 100 mg. Si fece poi un altro esperimento sul dolore, che ricorda un po' quello che fecero a Bernadette con la differenza che ora si potevano compiere delle misurazioni in maniera molto più precisa di quelle che avvennero all'epoca delle apparizioni di Lourdes. Lo strumento impiegato è chiamato algometro ed è un misuratore del dolore costituito da una placchetta di metallo che viene riscaldata a 50° e che viene poggiata sul palmo della mano. Normalmente chiunque di noi reagisce in pochissimi decimi di secondo ritraendo automaticamente la mano in seguito alla reazione al dolore provocato dall'intenso calore del metallo. Si fece questo esperimento sui veggenti durante l'estasi, ma i medici furono costretti a toglierlo dopo 4-5 secondi perché altrimenti avrebbero provocato una ustione mentre i veggenti rimanevano impassibili. La certezza che questo riscaldamento avrebbe dovuto provocare un dolore era precisissima, e il fatto che non avvenisse era ed è tuttora senza spiegazione. Tutto questo non può essere facilmente controbattuto perché si tratta di esperimenti che servono alla medicina attuale per diagnosticare delle malattie e gli strumenti impiegati sono ritenuti assolutamente credibili ed efficaci per verificare lo stato di patologia di qualche paziente che manifesta dei sintomi.

PADRE LIVIO – Vorrei ora passare da queste prime ricognizioni medico-scientifiche francesi editaliane a quelle che sono state compiute negli ultimi anni. Cosa è stato accertato di nuovo?

SAVERIO GAETA – Il fatto più significativo di quanto accade a Medjugorje è la ripetitività quotidiana dell'apparizione, fatto che consente agli studiosi di poter predisporre una sorta di mini laboratorio scientifico in un certo orario ben preciso dato che si conosce esattamente a che ora accade l'evento dell'estasi e quindi possono predisporsi a registrarlo. Nel corso di questi 25 anni sono stati veramente moltissimi i momenti in cui medici, scienziati, psicologi, neurologi e neuropsichiatri hanno potuto fare queste verifiche con la massima disponibilità dei veggenti che, con grande pazienza e fiducia, si sono affidati nelle mani di questi "persecutori", dal momento che li hanno sottoposti a piccole torture che per molti di noi sarebbero stati dei piccoli atti di crudeltà sia fisica che mentale. Non solo è certificato che non sono matti, ma che anzi sono perfettamente normali. Nel corso degli anni si è dunque sperimentato che il fenomeno non cambia e non solo si è verificato che con strumenti sempre migliori e più aggiornati il risultato non cambia, ma ancor più con ulteriori strumenti era possibile verificare sempre nuovi dettagli. Nel 1998 ci furono delle analisi dirette da Padre Andreas Resch, titolare del corso di psicologia dell'inconscio presso la Pontificia Università Lateranense. Egli ha assodato che tutto ciò che avviene non ha nulla a che fare con quello che normalmente si crede appartenere ad una dimensione paranormale o magica, ma ha a che fare con qualcosa che non è normale, cioè con qualcosa che non è spiegabile con le leggi della natura che tutti conosciamo e che studiamo a scuola, ma è spiegabile unicamente dando riferimento ad un intervento divino che può agire al di là delle regole del mondo. Questo fu verificato in Italia in un esperimento che si fece a Cambiago Intimiano in provincia di Como con Marija, Vicka e Ivan, mentre per gli altri l'esperimento fu fatto a Medjugorje. Padre Resch fece una indagine neuropsichiatrica: li sottopose ad una serie di domande prima in stato di veglia e poi sotto ipnosi indotta da uno esperto. In quella occasione ci fu una esperienza di ipnosi durante la quale i veggenti furono richiamate a quelle che furono le esperienze dei primi giorni delle apparizioni e si constatò che quanto avevano sempre raccontato era realmente dentro di loro come qualcosa che era acquisito dal più profondo dell'intimo. Se infatti chiunque di noi dice qualcosa mentendo, può tranquillamente convincere l'altro perché sa fingere bene, ma quando si va in fase di ipnosi emergono facilmente queste fratture tra la verità e la fantasia e ci si accorge che c'è un livello di menzogna. Padre Resch riuscì invece a dimostrare che quello che raccontavano i veggenti durante la fase di veglia corrispondeva esattamente a ciò che avevano interiorizzato e che quindi era la testimonianza più chiara di ciò che avevano realmente vissuto. Oltre non è possibile andare, e tutto ciò rappresenta la massima prova dal punto di vista esterno che i veggenti continuano ad essere credibili, veritieri e continuano sempre a raccontare qualcosa che non soltanto li ha convinti in profondità ma che realmente loro hanno vissuto e che realmente è accaduta.

PADRE LIVIO – Aggiungo che in occasione del venticinquesimo anniversario è andata a Medjugorje un'altra equipe francese i cui risultati delle indagini verranno pubblicate nei prossimi mesi. Il fatto che mi ha colpito è che, mentre i veggenti sono stati sottoposti per l'ennesima volta a queste indagini, la gente che viveva a Medjugorje cominciò a rumoreggiare quasi che si volesse dare un basta a queste cose e che fosse finalmente giunto il momento di credere dal momento che tutto quanto c'era da accertare è stato accertato. Credo che questa reazione istintiva della gente sia molto motivata.

SAVERIO GAETA – Ti riferisci alla spedizione del giugno 2005 guidata dal prof. Phillipe Loron, i cui risultati sono stati anticipati in sintesi su un quotidiano ma che a tutt'oggi non sono ancora disponibili nella loro pubblicazione definitiva. Da quanto anticipato però non mi pare vi siano ulteriori novità se non il confermare che si tratta di fatti inspiegabili, sulla scia dei precedenti esami scientifici. Gli altri capitoli del libro che stiamo presentando si inseriscono in questo percorso, in cui ho voluto raccontare cos'altro nella vita della Chiesa attuale corrobora questa credibilità.

PADRE LIVIO – Esatto, perché certamente la tematica scientifica ha una sua importanza, ma i motivi di credibilità sono molti di più.

SAVERIO GAETA – Tante altre cose si vanno ad aggiungere a queste, e nel libro le descrivo come se fossero delle tessere di un mosaico che pian piano finisce per comporre il quadro finale, perché in fondo tutte le esperienze scientifiche e tutte le altre prove di credibilità sono singoli pezzetti di un grande mosaico che finisce per rafforzare la credibilità del fenomeno nel suo complesso.

PADRE LIVIO – Per riassumere questi motivi di credibilità direi che possiamo citare la credibilità dei veggenti, la credibilità dei messaggi e soprattutto i frutti straordinari che inducono a prendere seriamente sul serio questo fenomeno.

SAVERIO GAETA – Anche le guarigioni sono dei segni esteriori. Per ora non è previsto un comitato scientifico come a Lourdes, però anche esperti di Lourdes hanno dichiarato che molte dei fatti che sono stati visti a Medjugorje, come le guarigioni dei primi anni che vennero analizzate in maniera consistente, sono assolutamente fuori dalla logica normale con cui le guarigioni avvengono, vuoi per l'incurabilità della malattia, vuoi per l'istantaneità della guarigione. Torniamo sempre alla ipotesi dell'intervento di Dio per intercessione della Beata Vergine Maria. Si tratta di centinaia e centinaia di casi sui quali i medici continuano a fare ricerche a livello personale ma che poi non hanno la possibilità di essere portate fino in fondo perché attualmente non esiste un organismo che, dal punto di vista complessivo, dia una autenticazione alle vicende. Per quanto riguarda noi credenti poi non possiamo, come dici tu, trascurare la credibilità dei messaggi e il fatto che in 25 anni e in circa 400 messaggi pubblici dati tramite la Parrocchia, per non parlare di quelli personali dati ai singoli veggenti, non si legge mai alcunché che sia in contrasto col Vangelo o con un altro messaggio. Ciò che si sente ripetere non è altro che la testimonianza del Vangelo tradotta in parole valide per il momento attuale che stiamo vivendo.

PADRE LIVIO – Io vorrei dire un qualcosa di più: benché infatti i ragazzi siano diversi, è sempre la medesima persona che parla e non ci sono mai cadute di stile. Quindi non è soltanto la purezza e la coerenza della dottrina ma è il fatto che è proprio la Madonna che parla, è un cuore materno che parlo.

SAVERIO GAETA – Una delle cose più originali di questo volume rispetto ai precedenti è il mostrare come Giovanni Paolo II è sempre stato testimone di una sua personale fede nelle vicende di Medjugorje. Sono tutti fatti che fino all'aprile del 2005, cioè fino alla sua morte, si conoscevano parzialmente per il semplice motivo per cui un Papa non interviene come arbitro per bloccare lo svolgimento di un fatto che è in corso ma segue gli eventi dall'esterno. In tutti questi anni di pontificato Giovanni Paolo II ha raccontato ai vescovi e alle varie persone che lo circondavano la propria fiducia negli eventi di Medjugorje, ma non ha mai dato una espressione pubblica a questa sua convinzione. Immediatamente dopo la morte, però, sono uscite varie testimonianze, sia per iscritto sia orali che sono state documentate da testimoni di prima mano. Posso dire che queste cose saranno contenute nella documentazione ufficiale per la causa di beatificazione, come mi ha confermato Mons. Slawomir Oder, postulatore della causa di beatificazione di Giovanni Paolo II, al quale ho chiesto esplicitamente in una intervista se tutte le cose che si dicono in relazione al Papa saranno tolte o inserite nella documentazione di ciò che lui pensasse anche delle vicende soprannaturali. Mons. Oder mi ha confermato che tutto quello che la postulazione sta raccogliendo verrà inserito nella documentazione che verrà presentata alla Congregazione per le cause dei santi e per il processo di canonizzazione di Papa Wojtyla. Dunque fra un po' di tempo potremo avere tutti i documenti, mentre per ora quelli che pur parzialmente ho raccolto nel volume costituiscono comunque una ulteriore prova di credibilità morale su questa vicenda. Il fatto che un Papa santo come Giovanni Paolo II, fedele ed innamorato della Madonna, fosse convinto a livello personale a Medjugorje è per noi un ulteriore rafforzamento di quella che è la nostra convinzione. Infine, quella che è un po' una ciliegina sulla torta, è la vicenda di Civitavecchia che tanti conoscono per la lacrimazione nelle mani di Mons. Girolamo Grillo di quella statuetta che era stata comprata a Medjugorje ed era stata donata proprio da un parroco che era stato in pellegrinaggio a Medjugorje alla famiglia Gregori perché la famiglia stava ritornando nell'alveo della Chiesa Cattolica dopo un piccolo momento in cui erano stati in un gruppo di testimoni di Geova. La statuetta era stata messa nel cortile, e lacrimò per 15 volte, l'ultima delle quali proprio nelle mani del vescovo di Civitavecchia. Di questo sangue è stata fatta l'analisi e si è appurato che si tratta di sangue umano. Avendo io potuto leggere documenti che ancora sono coperti dal segreto posso testimoniare a livello personale che Giovanni Paolo II aveva una chiara percezione della veridicità di questa vicenda e che quello che ha detto il Vescovo è che la presenza della Vergine Regina della Pace a Civitavecchia è stata una chiara manifestazione della sua volontà di confermare anche le vicende legate a Medjugorje. Infine ho una notizia che mi è stata confermata proprio in questi giorni da una autorevole personalità vaticana: quanto è stato detto in questi mesi in merito alla richiesta dell'episcopato croato della Bosnia Erzegovina di una nuova commissione di inchiesta vaticana è effettivamente in corso di preparazione. All'interno della Congregazione per la Dottrina della Fede si sta ragionando per costituire una commissione di indagine che a 15 anni dalla Dichiarazione di Zara del 1991 prenda nuovamente in esame l'intera vicenda in una maniera più oggettiva perché la distanza dai primi anni permette uno sguardo un po' più attento e senza cadere nei singoli personalismi che in questi anni qualche volta hanno un po' fuorviato anche il giudizio ecclesiale dando degli 'stop' forse non troppo opportuni. Questa commissione sarà formata a livello internazionale e sulla quale, anche per esplicita richiesta dei vescovi della Bosnia Erzegovina, dovrebbe essere di celere costituzione. Poi i lavori probabilmente inizieranno in forma riservata, quindi non sapremo con esattezza i singoli passaggi, però il desiderio è quello di dare finalmente una parola un po' più chiara, anche se non definitiva, sullo svolgersi degli eventi e magari dare anche indicazioni più precise sul livello di pastorale da attuare a Medjugorje in modo che i pellegrini possano essere aiutati a vivere con maggiore serenità e chiarezza di fondo questa esperienza spirituale.

PADRE LIVIO – A Medjugorje sono stati in questi anni circa 35 milioni di pellegrini provenienti da tutte le parti del mondo, quindi è giusto che la Chiesa debba poter esprimersi in modo tale che le persone pssano partecipare serenamente a questo grande evento. Lasciamo ora anche la possibilità a qualche radioascoltatore di porre qualche domanda.

Le domande degli ascoltatori



DOMANDA DI GIANCARLO – Questo evento straordinario che da 25 anni coinvolge milioni di persone nel mondo non viene mai preso in considerazione dalla televisione, tranne in alcune puntate di "Excalibur" di Antonio Socci. Ad eccezione di quelle puntate io non ho mai visto alla televisione commentare un evento straordinario, non fosse altro per il numero di persone che coinvolge, mentre sono pronti ad invitare ospiti e a fare speciali per commentare qualunque sciocchezza che accade. Come mai?

PADRE LIVIO – Il motivo è semplice: i giornalisti addetti ai lavori non sono preparati e non conoscono il fenomeno. Posso però darti una notizia, visto che l'ho trovata pubblicata sull'ANSA: la televisione sta preparando uno sceneggiato in due puntate proprio su Medjugorje. Io mi auguro, siccome so che tra i consulenti figurano persone preparate, che questa fiction sia fatta bene e che sia in grado di presentare il fenomeno nel suo grande significato che ha oggi. C'è stata una scommessa sul fatto che questo sceneggiato possa avere un riscontro sul pubblico. Noi staremo a vedere. Io mi auguro che sia di qualità.

SAVERIO GAETA – Anche io ho avuto esperienza di quanto ha detto l'ascoltatore dato che durante quest'anno l'unica altra trasmissione che ha trattato il tema di Medjugorje è stata quella di Don Giovanni d'Ercole nella sua trasmissione "Sulla via di Damasco" al sabato mattina su RaiDue che ha dedicato l'ultima delle sue puntate di mezz'ora alla ricostruzione di Medjugorje, peraltro fatta molto bene. Ho provato anche a livello personale, con vaticanisti che conosco molto bene, a lanciare il suggerimento e devo dire che non ho raccolto molta attenzione credo principalmente per due motivi. Il primo è che esiste un po' di confusione e c'è il timore di andarsi a impelagare in una vicenda più grande di sé stessi e di non riuscire a dare un giudizio chiaro su una vicenda che poco si conosce. Il secondo motivo è perché si comprende che è un evento di fronte al quale non si può essere asettici e non si può descriverlo senza prendere una posizione: anche nel modo con cui lo si presenta c'è già un giudizio di valore e una propria corresponsabilità in senso positivo o negativo. Nella classe professionale dei giornalisti non c'è dunque la volontà di favorire la conoscenza di esperienze di questo tipo. Si preferisce rifugiarsi nell'anonimato astenendosi dal prendere una posizione e la maniera più semplice di astenersi sta nel non parlarne e nel non proporre questa vicenda come un possibile servizio giornalistico ma di rimanere in un cantuccio a guardare. Magari un giorno tutti cambieranno opinione, anche perché gli eventi di Medjugorje non sono assolutamente finiti ma anzi stanno cominciando ad entrare nel vivo.

DOMANDA – Ho ascoltato le informazioni che avete dato in merito al fatto che sono stati condotti una serie di esperimenti sui veggenti che hanno dato determinati risultati e che confermano la loro credibilità e la loro buona fede. Io però mi domando se è opportuno fare tutte queste indagini perché a me pare chesi tratti più che altro di un problema di fede. Chi ha fede ci crede, chi è scettico purtroppo ben difficilmente si convincerà per via di un esperimento fatto, e troverà sempre un motivo in più per dubitarne. È dunque opportuno farli?

SAVERIO GAETA – Io sono convinto che è opportuno farli perché, come si dice, le vie del Signore sono infinite. Io ho esperienze dirette di persone che hanno letto determinate cose relative agli eventi di cui mi occupo. Queste persone non si sono certamente convertite in seguito ad aver letto qualcosa in relazione alla credibilità dei miracoli o alla veridicità di Medjugorje o perché hanno compreso che la scienza non riusciva a spiegare certi fatti. Costoro però hanno iniziato ad approfondire queste tematiche perché solleticate dal punto di vista intellettuale ed in base ai risultati che gli esperimenti avevano dato. Io pertanto ritengo che le persone non si convertiranno perché la scienza ha dichiarato di non riuscire a spiegare determinati fatti, ma almeno si sentiranno stuzzicati nel compiere degli approfondimenti personali. va poi ricordato che la fede non è un qualcosa in cui ci si deve buttare in maniera cieca e assoluta, ma un qualcosa che può essere corroborata ed incrementata dal fatto che la ragione continua a funzionare. Forse è questo il motivo che spinge anche gli scienziati ad andare a fondo di queste esperienze e a proporre i risultati che hanno ottenuto.

DOMANDA DI GIUSEPPE – Concordo con Saverio Gaeta che purtroppo dai personaggi della stampa e dei mass media non possiamo aspettarci un granché, nel senso che la gente non si convertirà certo guardando un programma in tv. Una cosa che però non riesco a spiegarmi è come tutt'ora, dopo 25 anni, c'è ancora una parte del mondo cattolico, e anche nel clero, che ancora non riesce ad essere attirati da Medjugorje. Io faccio un appello soprattutto ai sacerdoti: andate! vedrete i regali che vi farà la Madonna perché attraverso di voi e ritornando a casa riuscirete veramente a portare tante altre anime a Gesù e a Maria! Come mai c'è ancora questa resistenza all'interno del mondo cattolico?

PADRE LIVIO – Tu Saverio sei capo redattore di "Famiglia Cristiana" e sei riuscito quest'anno a scrivere un articolo su Medjugorje, ma sappiamo bene come "Famiglia Cristiana" e "Jesus" e in genere le riviste paoline hanno fatto una bella guerra per demolire Medjugorje. Secondo te come mai c'è questa prevenzione in una buona parte del mondo cattolico?

SAVERIO GAETA – La mia risposta da giornalista è forse un po' cattiva... è che se si va a Medjugorje poi si corre il rischio di cambiare sul serio direzione di marcia mentre c'è chi preferisce continuare a navigare un po' a vista nella mediocrità che connota l'esperienza cristiana di oggi. Molto spesso ho visto che persone a cui ho regalato il libro, e che sono anche ad un certo livello della esperienza ecclesiale, ma che dopo mesi mi hanno confessato di non averlo ancora letto perché non sentivano che era interessante per loro, ecc. A quel punto però ho detto: se non lo leggi allora non potrai mai replicare alle mie osservazioni in maniera coerente. Posso garantire che tutti quelli che hanno letto questo volume non hanno mai avuto obiezioni concrete da poter fare. Forse si tratta davvero del timore di essere poi costretti a cambiare vita e a diventare dei credenti sul serio mentre si preferirebbe aspettare un attimo rimanendo un po' in quella tiepidezza spirituale tipica del mondo di oggi. Forse la sfida più grande è quella di continuare ad insistere nel proporre Medjugorje dicendo che andarci ne vale la pena, avendo qual coraggio apostolico che nella vita già usiamo in altre occasioni. Per esempio se vado in un buon ristorante, lo consiglio al mio amico. Perché non fare lo stesso dopo aver sperimentato Medjugorje?

PADRE LIVIO – Io però non mi farei troppe illusioni. Sappiamo che anche Gesù Cristo predicava ed ha avuto momenti in cui aveva al suo seguito aveva tanta gente, ma ha avuto anche momenti in cui ne ha avuta poca. Ci sarà però un tempo, quello dei Dieci Segreti, in cui anche coloro i quali non si interessano di Medjugorje saranno costretti ad interessarsi, specialmente quando si verificherà il segno sulla montagna. Io credo che in quel momento avverrà una svolta radicale nella umanità.

DOMANDA DI GUGLIELMO – Da alcune ricerche che ho fatto su internet ho visto che il vescovo di Mostar continua a negare l'esistenza delle apparizioni. Non vorrei fare la parte dell'avvocato del diavolo, come si suol dire, ma anche la disubbidienza dei francescani che non hanno voluto lasciare la Parrocchia, ecc. Ecco, io non ricordo bene, ma ci sono dei fatti che lasciano perplessi...

PADRE LIVIO – Sì, sono tutte cose note. Io direi di non esagerare con l'importanza data al vescovo. Ioho sentito in questo venticinquesimo anniversario la massima autorità francescana che è venuta a Medjugorje che ha ringraziato pubblicamente il vescovo durante la Messa del 25 giugno perché onostante egli sia personalmente avverso alle apparizioni ha comunque permesso, tramite la Curia di Mostar, la crescita straordinaria di questo Santuario. I sette francescani presenti nella Parrocchia hanno tutti la licenza del vescovo e la Parrocchia stessa è sotto la dicitura del vescovo. Si tratta di un fatto che sta sotto gli occhi di tutti: ciò che la Parrocchia di Medjugorje è diventata con le sue molteplici attività di Santuario internazionale è avvenuto perché il vescovo l'ha permesso. L'avversione del vescovo è di carattere personale ed è storicamente motivata, ma di fatto il vescovo si è sempre comportato in termini equilibrati lasciando che il Santuario crescesse così come è cresciuto in tutti questi anni.

SAVERIO GAETA – Sì, tutte quelle obiezioni sono ormai sono smontate dal tempo. Che il vescovo sia di parere contrario alle apparizioni è un fatto noto, ma dal punto di vista ecclesiastico attualmente il parere del vescovo vale come il parere di qualsiasi altra persona. Questo avviene perché la Santa Sede ha avvocato a sé il caso quando la Congregazione per la Dottrina della Fede, rispondendo ad un vescovo che poneva la domanda su Medjugorje, chiarì che le opinioni espresse dal vescovo di Mostar sono opinioni personali del tutto legittime ma che riguardano soltanto lui. Quindi il vescovo in quel momento non parla in qualità di vescovo avente la potestà giuridica sulla sua diocesi e che quindi può dare un giudizio definitivo su una data vicenda, ma semplicemente parla come uno dei tanti coinvolti in una vicenda. Molti altri vescovi hanno invece espresso opinioni personali favorevoli, ed in quanto si tratta di opinioni personali sono tutte legittime. Quello che conterà un giorno sarà solo l'opinione della Chiesa, intanto ognuno di noi può credere o non credere in base alla propria esperienza personale. Per quanto riguarda i francescani, ve ne sono alcuni che sono stati sospesi a divinis perché hanno resistito a queste intimazioni del vescovo di lasciare alcune parrocchie che non sono quella di Medjugorje, ma altre parrocchie della zona, e si sono posti loro fuori dalla Chiesa, ma costoro non hanno niente a che fare con Medjugorje. Sono francescani del tutto estranei a questa vicenda. I francescani che operano a Medjugorje hanno invece l'autorizzazione del vescovo a celebrare e a stare in quella parrocchia e tutto ciò che accade in quella parrocchia avviene col permesso del vescovo e dunque è di fatto in comunione con la Chiesa. (trascrizione di Aldo Galli)

Fonte: Radio Maria