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Messaggio del 25 giugno 2006:Cari figli, grazie per aver risposto alla mia chiamata. Pregate, pregate, pregate.

PADRE LIVIO FANZAGA: PACE,PACE, PACE: UN MONDO SENZA PACE

25/06/2016    2198     Padre Livio Fanzaga     Medjugorje  Pace  Padre Livio Fanzaga 
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Nelle varie presentazioni dei messaggi principali della Madonna a Medjugorje, la pace è buon ultimo, dopo la fede, la preghiera, il digiuno e la conversione. In realtà in questo elenco sintetico ad uso catechistico vi è una logica molto sapiente. Il cammino di fede infatti, alimentato dalla preghiera e dalla rinuncia, porta alla conversione e al ritorno a Dio.

L’esito finale è la pace divina nel cuore che, almeno per chi l'ha sperimentata, è uno dei doni più grandi che il Creatore possa concedere su questa terra. Nei primi anni che andavo a Medjugorje non avevo afferrato lo spessore del messaggio riguardante la pace, anche perché, come mi resi conto più tardi, la Madonna dava a questa espressione un significato diverso da come viene usato comunemente. Fu in una particolare occasione, mentre assistevo Vicka nell'accoglienza dei pellegrini su quella scaletta della sua casa ormai nota in tutto il mondo, che ebbi il presentimento della grandezza del messaggio della pace. Un pellegrino americano chiese a Vicka quale secondo lei, fosse il più importante dei messaggi. Con mia grande sorpresa Vicka rispose che quello che lei sentiva di più, come sua esperienza personale, era il messaggio della pace. Così dicendo si era messa una mano al cuore e con un largo sorriso indicava tutta la dolcezza di cui il cuore umano è ricolmo quando è in pace con Dio. Compresi in quella occasione che la pace di cui parliamo noi uomini è soltanto il riverbero di una realtà assai più profonda, che solo Dio può donare a chi gli apre il cuore. Che cosa sia la pace a cui la Madonna ci invita molti lo hanno sperimentato nel sacramento della riconciliazione.

È il perdono di Dio che scende come balsamo di guarigione sulle ferite e sui rimorsi di una vita dilaniata dal male. Nelle lunghe file di pellegrini che sostano davanti ai confessionali tu vedi i cercatori di quella pace che il mondo non può dare e che neppure conosce. La vedi scorrere lungo le guance con le lacrime del pentimento, per poi trasfigurare i volti con quelle della gioia. L'assoluzione che libera dal male il cuore contrito permette di gustare già su questa terra la pace divina del paradiso.

Non si può negare che negli ultimi decenni gli uomini abbiano moltiplicato gli sforzi per evitare al mondo l'esperienza di una nuova guerra mondiale che, con le micidiali armi a disposizione, avrebbe distrutto la terra e tutti i suoi abitanti. Si è passati dagli anni dell'equilibrio del terrore a quelli dei trattati internazionali per il disarmo atomico. Ma, mentre gli uomini si illudevano di aver conseguito "pace e sicurezza", la Regina della pace è apparsa in lacrime già il secondo giorno delle apparizioni implorando: "Pace, pace, pace e solo pace". Poi, sempre in lacrime, ha aggiunto per ben due volte: "La pace deve regnare tra Dio e l'uomo e tra gli uomini". Forse, non si è abbastanza meditato sul fatto che, mentre gli uomini pensavano di aver pacificato il mondo, la Madonna a Medjugorje si è presentata come Regina della pace in "un mondo senza pace". Questa espressione ricorre spesso nei messaggi. La Madre di Dio non guarda i trattati di carta, ma i cuori degli uomini, nei quali però non abita la pace divina. Quali basi può avere una pace quando nel cuore dell'uomo ci sono la superbia, l'egoismo, l'indifferenza, la cupidigia, la prepotenza e la violenza? Potrà un mondo che si consegna nelle mani del maligno vivere tranquillo? Colui che è mentitore e omicida fin dal principio non porterà forse il mondo prima alla disperazione e poi alla distruzione? Maria a Medjugorje ci ha messo in guardia dalle illusioni e dai falsi ottimismi.

I trattati internazionali da soli non garantiscono il futuro dei popoli. Senza il cambiamento dei cuori l'odio cieco diventa una forza di distruzione inarrestabile. I tre anni e mezzo di guerra nelle terre dove sta apparendo la Regina della pace hanno dimostrato a quali limiti impensabili di ferocia possa arrivare il cuore umano. La guerra civile sembra in questi ultimi anni aver sostituito quella fra le potenze. Essa è ancora più feroce, come dimostrano le orrende stragi che si compiono in numerose parti del mondo, dal Ruanda all'Algeria. Senza il ritorno dell'umanità al Dio dell'amore la pace è impossibile. La pace è il frutto di tutti i messaggi che la Madonna ha dato a Medjugorje. Lei vede il mondo così com'è, nella sua verità davanti a Dio. È un mondo orgoglioso che presume di costruire se stesso senza Dio e che cerca nella ricchezza e nella potenza le ragioni di vivere e di operare. Per questo mondo inquieto non ci sono né futuro né salvezza eterna (25.01.1997). Perché l'umanità entri in un tempo di pace che il cuore di Maria "attende con impazienza" (25.06.1995) è necessario percorrere la via della conversione e del ritorno a Dio. Infatti, solo quando gli uomini avranno fatto la pace con Dio, ritornando ad essere suoi figli, potranno riconoscersi fra loro come fratelli.

Qualsiasi tentativo di realizzare la pace senza Dio è votato all'insuccesso. Se il Signore non costruisce la casa, invano faticano i costruttori. "Cari figli - avverte la Madonna alcuni mesi prima che divampi la guerra - oggi vi invito a decidervi per Dio, perché l'allontanamento da Dio ha come frutto la mancanza di pace nei vostri cuori. Solo Dio è pace. Per questo avvicinatevi a lui tramite la vostra preghiera personale e dopo vivrete la pace nei vostri cuori. Così la pace dei vostri cuori potrà scorrere come un fiume in tutto il mondo. Non parlate di pace, ma praticatela!" (25.02.1991). Chi non si ricorda con quale accuratezza Maria ci ha spronati alla preghiera e al digiuno durante gli anni del tremendo conflitto? "Solo con la preghiera e il digiuno si può fermare la guerra" (25.04.1992), affermava in uno dei momenti più torbidi del conflitto, quando satana cercava di "sedurre quante più anime possibile".

Mi ricordo che proprio in quei mesi un gruppo di alcune centinaia di italiani cercava di arrivare fino a Sarajevo, circondata dalle milizie contrapposte, per testimoniare la pace. Serviva questa marcia?, mi chiedevo, quando gli organizzatori mi sollecitavano a farla conoscere attraverso i microfoni di Radio Malia. Rimasi esitante finché non scambiai alcune parole con mons. Tonino Bello, uno degli organizzatori della marcia insieme a mons. Bettazzi.

Eravamo nel cuore dell'inverno. Questi uomini avevano deciso di procedere in mezzo al gelo, alla fame, alla miseria e al pericolo, per portare il messaggio della pace e della gioia a Sarajevo. Mons. Bello mi colpì molto, perché mentre colloquiavo con lui in preascolto, non mi sembrava neanche un vescovo tanto il suo modo di presentarsi era schivo e dimesso. Era già sofferente, minato da un tumore che di lì a non molto lo avrebbe portato in cielo. Parlava con l'umiltà ma nel medesimo tempo col fervore e lo zelo di un vero servo del Signore. Io avevo preparato una mia obiezione: "Monsignore, volevo dirgli, mi pare che più delle marce serva la preghiera". Ma poi non gli dissi nulla. Lo invitai a parlare senza paura della marcia per la pace attraverso i microfoni di Radio Maria. Avevo compreso che lui, molto più di noi, viveva il messaggio di Maria di essere "gioiosi portatori di pace in questo mondo senza pace" (25.06.1995).

Capii che in quel gesto, che conteneva il rischio della vita, vi era la forma più alta della preghiera e del digiuno. La Madonna ha guidato la parrocchia nel tenebroso periodo della guerra, chiedendo preghiere, digiuno, sacrifici e slanci di amore. Lei stessa alla fine ha ringraziato, per l'aiuto ricevuto al fine di schiacciare la testa al serpente dell'odio e della pulizia etnica: "Cari figli, oggi vi ringrazio per le vostre preghiere. Voi tutti mi avete aiutata affinché questa guerra finisca il più presto possibile. Io vi sono vicina e prego per ognuno di voi e vi supplico: pregate, pregate, pregate. Solo attraverso la preghiera possiamo vincere il male e proteggere tutto quello che satana desidera distruggere nella vostra vita" (25.02.1994). Perché è con la preghiera che si è potuto porre fine alla guerra? La ragione profonda è da ricercare nella radice stessa della guerra, la quale risiede in un cuore che vede nel fratello un avversario. Perché lo sguardo cambi e il nemico divenga un amico è necessario che nel cuore entri l'amore del Padre celeste.

Allora colui che tu volevi annientare diviene un fratello da abbracciare. Ma questo è possibile solo se nella preghiera si fa l'esperienza dell'amore col quale Dio ama infinitamente e senza eccezione tutti gli uomini. Un mondo senza Dio e senza preghiera è inevitabilmente un mondo senza amore e senza pace. Per questo mondo non c'è futuro se non lo spettro dell'autodistruzione. Ma se l'uomo torna a Dio e sperimenta la sua pace, allora il futuro vedrà la civiltà dell' amore.

"DIO MI PERMETTE DI REALIZZARE CON LUI QUESTA OASI DI PACE"

La mia impressione è che noi cristiani non abbiamo ancora compreso in tutto il suo immenso valore il messaggio evangelico della pace. Quando si parla di pace andiamo quasi istintivamente col pensiero a quelle parti del mondo dove c'è la guerra. Quasi mai ci soffermiamo a meditare sul nostro cuore, che sovente non è in pace né con se stesso, né con il prossimo, né con Dio. Un uomo in pace ti colpisce al solo sguardo. Vedi nei suoi occhi la luce, la tranquillità dell'animo e l'umile accoglienza. È sereno, disponibile, ottimista e persino gioioso. Le bufere della vita increspano le onde alla superficie, ma non turbano la pace profonda. Non c e nulla di più grande della pace di Dio. Essa è l'inizio del paradiso. La Madonna per descriverci la vita divina dice che in cielo ci sono la pace e la gioia. Queste due espressioni sono spesso usate insieme nei suoi messaggi.

Ebbene, il suo desidero e il suo programma sono che la pace e la gioia di Dio si riversino nei nostri cuori fino a colmarli, per poter così donarli a coloro che ne sono privi (25.10.1997). In questo suo intento Maria si colloca nel solco profondo del messaggio evangelico. Quando è risuonato per la prima volta nei cieli l'annuncio divino della pace? Non è forse nella notte di Natale, quando Gesù è venuto nel mondo? E il primo saluto di Cristo risorto, vincitore del male, non è forse stato quello della pace rivolto agli apostoli rinchiusi nel cenacolo? La pace divina è il frutto della Redenzione. È l'annuncio fondamentale del Natale e della Pasqua. Maria a Medjugorje ci vuole dare qualcosa di essenziale, senza cui non si può vivere. Se a Lourdes si è presentata come l'Immacolata Concezione e a Fatima come la Madonna del Rosario, a Medjugorje il nome di Maria è "Regina della pace". Così si è chiamata fin dall'inizio e già il terzo giorno delle apparizioni aveva dato in pianto il suo messaggio principale. Più volte ripeterà che questo è il programma che ha ricevuto da Dio, specialmente in occasione della festa di Natale: "Cari figli, vi chiamo alla pace! Vivete la pace nel vostro cuore e nel vostro ambiente, affinché tutti possano conoscere la pace che non viene da voi, ma da Dio... Celebrate la nascita di Gesù con la mia pace, la pace con la quale sono venuta come vostra madre, Regina della pace" (25.12.1988). Il vero problema è quello di capire, anzi di sperimentare che cosa sia la pace divina. Essa è il cuore colmo dell'amore di Dio. Quando ci manca l'amore siamo inquieti. Non siamo in pace e la cerchiamo.

Quando l'amore ci sazia, e questo è possibile solo con l'amore divino, allora ci sentiamo in pace e trabocchiamo di gioia. Il paradiso è già presente in noi come caparra, secondo l'espressione di san Paolo. Tutti i messaggi della Madre di Dio a Medjugorje sono finalizzati a questo obiettivo. La fede, la preghiera, la penitenza, la conversione e l'inizio del cammino di santità ci portano a gustare fin da questa vita la pace e la gioia divine. Questo è quanto il cuore umano desidera e che invano cercherebbe altrove. Tutti coloro che si sono lasciati guidare dalla Madonna sanno che la vera felicità non è una chimera e che è possibile sperimentarla già in questa vita, anche portando ogni giorno la nostra croce. Per realizzare il suo piano di "far regnare la pace su tutta la terra" (25.12.1990), la Madonna vuole costruire a Medjugorje "un'oasi di pace". Questa espressione ha colpito molto i seguaci della Gospa, anche se non subito è stata compresa in tutta la sua profondità. È nata perfino una famiglia religiosa che porta questo nome. Non facciamoci illusioni.

Prima delle apparizioni Medjugorje non era meglio di tante altre parrocchie della cristianità. Anch'essa era parte di questo mondo inquieto e senza pace. Dio ha misteriosamente eletto questo pezzetto di terra per farne un'oasi di pace da dove potesse irradiare in tutto il mondo la pace divina. La Madonna annuncia questo progetto celeste, chiamando i parrocchiani alla collaborazione: "Cari figli, Dio mi permette di realizzare con lui questa oasi di pace. Desidero invitarvi a conservarla in modo che sia sempre pura. Ci sono quelli che con la loro indifferenza annientano la pace e la preghiera. Vi invito a testimoniare e ad aiutare, con la vostra vita, a conservare la pace" (03.07.1986). Con infinita pazienza la Regina della pace pone mano al suo progetto.

E’ necessario innanzi tutto che ci sia la riconciliazione con Dio. Un'invito insistente alla confessione acquista così il suo vero valore. Si tratta innanzi tutto di ritrovare l'amicizia divina, diversamente ogni sforzo è inutile: "Non potete, figlioli, realizzare la pace, se non siete in pace con Gesù. Perciò vi invito alla confessione, affinché Gesù sia la vostra verità e pace" (25.01.1995). La Madonna è certamente riuscita nel corso degli anni a incidere nei cuori e a costruire quanto desiderava, sia pure con i limiti relativi alla condizione umana. Infatti chi arriva a Medjugorje respira veramente, anche se non ne è consapevole, un clima di pace, che difficilmente si sperimenta altrove. Questo accadeva anche i primi anni, quando il regime comunista controllava e non di raro cercava di infastidire la popolazione. Mi sono chiesto più volte che cosa abbia Medjugorje di straordinario. All'apparenza nulla. Eppure, appena uno vi arriva entra in un'atmosfera spirituale di grande serenità, come se la Madonna avvolgesse col suo manto tutta la grande conca racchiusa da una cerchia di monti. Lo stesso nome di Medjugorje significa "in mezzo ai monti".

La Madonna ha voluto fare di questo villaggio un bellissimo fiore ricolmo di Dio, affinché tutti coloro che vi arrivano possano sentire il profumo della pace celeste. Ho notato che molti pellegrini desiderano ritornarvi. Alcuni sono andati in pellegrinaggio a Medjugorje decine e decine di volte. Raramente questo succede con altri santuari. In che cosa consiste il richiamo segreto, al quale è difficile resistere? È senza dubbio la presenza di quella pace divina che il cuore umano desidera, anche se il più delle volte non se ne rende conto. La gente è contenta di stare a Medjugorje. Quando è ritornata alle proprie case ne parla con nostalgia. Là ha sperimentato qualcosa che altrove difficilmente si può trovare.

La Regina della pace in questo luogo lascia in modo particolare il profumo della beatitudine celeste. Anche entrando nelle famiglie avverti questo clima. Gli slavi, in generale, e i croati, in particolare, hanno un temperamento piuttosto infiammabile e combattivo. La Madonna li ha saputi perfezionare nel corso degli anni. Nei primi tempi delle apparizioni aveva avvertito i veggenti che satana tentava di insinuarsi fra di loro. E mirabile come questi sei ragazzi così diversi si siano conservati un gruppo compatto e affiatato. La Madonna, quando è stato necessario, è intervenuta per preservare la parrocchia dalle divisioni e dalle contese seminate dal demonio: "Cari figli, ammonisce, oggi vi prego di smettere con i pettegolezzi e di pregare per l'unità della parrocchia, perché io e mio Figlio abbiamo un progetto speciale per questa parrocchia" (12.04.1984). Numerosi poi sono i richiami alla riconciliazione nelle famiglie e al perdono reciproco. Non facciamoci illusioni: anche a Medjugorje non mancano coloro che, come dice la Madonna, "con la loro indifferenza annientano la pace e la preghiera Non c'è campo di grano dove il nemico non semini la sua zizzania. La Madonna avverte del pericolo: "Cari figli - dice -, sapete che vi ho promesso un'oasi di pace, ma sapete che accanto all'oasi esiste il deserto, dove satana sta in agguato e cerca di tentare ciascuno di voi" (07.08.1986). Ciononostante si può dire che il piano di Maria di costruire in anticipo a Medjugorje un angolo di quella che sarà la futura civiltà dell'amore si è attuato. A ben pensarci il vero fascino di Medjugorje, che non verrà meno neppure con la cessazione delle apparizioni, risiede proprio in questo progetto divino.

Nel tempo della guerra, che infuriava proprio in Bosnia-Erzegovina, Medjugorje non ha perso la sua caratteristica di "oasi della pace". Non sono mai mancati i pellegrini, ma soprattutto non e mai mancata la preghiera. In occasione di alcune festività ho visto posteggiati centinaia di automezzi, provenienti da ogni parte d'Europa, in particolare dall'Italia, carichi di aiuti per le popolazioni più colpite, a qualsiasi gruppo etnico appartenessero. Mai come in quegli anni la preghiera si è intimamente congiunta alla carità. In quel periodo così difficile la veggente che più di tutti è rimasta sul posto è stata Vicka. La guerra è una dura necessità, alla quale non è possibile sottrarsi. Anche i tre fratelli di Vicka hanno dovuto rispondere alla chiamata alle armi. Ho spesso parlato con loro per conoscere da vicino la situazione. Mi ha sempre molto colpito la serietà del loro atteggiamento. Si trattava in sostanza di fare quanto necessario per difendere i propri villaggi e la propria terra, senza inutili violenze e desiderando quanto prima una generale pacificazione.

Negli oltre tre anni del durissimo conflitto Vicka si è distinta per la sua infaticabile presenza non solo nell'accoglienza dei pellegrini, ma anche e soprattutto nell'assistenza ai feriti e ai malati, nella distribuzione degli aiuti e nel conforto ai soldati. Si prodigava perché andassero al fronte dei combattenti riconciliati con Dio, dopo aver ricevuto i sacramenti della confessione e della comunione. Nel tempo di guerra Medjugorje è apparsa come un miracolo di preghiera e di carità che la Regina della pace ha posto dinanzi agli occhi del mondo. Ha dato un segno della sua presenza che solo i ciechi non hanno voluto vedere. La vicina città di Mostar, distante solo venti chilometri in linea d'aria, è stata quasi interamente distrutta. In particolare la cattedrale e il convento francescano sono stati sventrati dalle bombe. I serbi dalle alture intorno a Mostar tenevano puntati i cannoni e i lanciarazzi contro la chiesa dai due campanili.

Non c'era da farsi illusioni. Chi può contare le chiese cattoliche distrutte sistematicamente in quegli anni? Fobiettivo dell'esercito serbo era di ridurre Medjugorje a un cumulo di macerie. Non bisogna dimenticare che la Croazia aveva proclamato la sua indipendenza, staccandosi dalla federazione jugoslava, proprio il 25 giugno 1991, decimo anniversario delle apparizioni. Colpire e distruggere questo simbolo religioso era per i serbi un obiettivo prioritario per fiaccare il morale dei croati. Mi ricordo che in quel periodo molti che mi interrogavano sull'andamento della guerra in Bosnia, mi chiedevano notizie su Medjugorje, meravigliandosi molto che non fosse stata ancora colpita. Vi era una specie di muta attesa nell'opinione pubblica internazionale. "Vediamo se scende dalla croce", dicevano i nemici di Gesù, facendosi beffe di lui. "Vediamo se la Madonna salverà Medjugorje", insinuavano i nemici irriducibili delle apparizioni, forse più numerosi di quanto non si pensi.

Una mattina mi recai come al solito in edicola per acquistare i giornali per il mio programma giornaliero di commento alla stampa. Con mia meraviglia e dolore vidi che i giornali riportavano con evidenza la notizia che Medjugorje era stata bombardata. Perfino il giornale cattolico "Avvenire", che per ragioni prudenziali non toccava quasi mai questo argomento, pubblicava la notizia in prima pagina. Ritenevo l'avvenimento possibile, perché le vie di Dio non sono le nostre, ma nel mio intimo non lo ritenevo credibile. Presi il telefono e chiamai la famiglia di Vicka. Miracolosamente presi subito la linea, nonostante la quasi impossibilità di comunicare telefonicamente in quel tempo di guerra. Mi rispose la mamma che misi in diretta a Radio Maria. La tranquillità della sua voce, anche se parlava croato, persuase il nostro pubblico che la situazione non doveva essere così catastrofica. Le chiesi notizie sui bombardamenti.

Quella mattina l'Italia medjugorjana, frastornata dalle notizie dei giornali e dei telegiornali, seppe che effettivamente il bombardamento c'era stato. Alcuni ordigni serbi, sparati dalle colline a ridosso di Mostar, avevano sorvolato i due campanili ed erano scoppiati in un campo, uccidendo una povera mucca. Satana non aveva ottenuto di più. Ancora oggi si può vedere una grossa bomba caduta vicino alla chiesa e rimasta inesplosa. Maria aveva protetto l'oasi di pace che lei e suo Figlio avevano costruito.

"VI INVITO AD AIUTARE TUTTI CON LA VOSTRA PACE"

La pace divina del cuore è lo sbocco di tutti i messaggi di Medjugorje. Chi la possiede sperimenta già durante il pellegrinaggio terreno la beatitudine del cielo. La Madonna, che ci vuole portare tutti in paradiso con lei, desidera che ne sentiamo il profumo già qui sulla terra, affinché non si smarrisca più la strada che conduce nel cuore dell'amore trinitario. Il progetto di Maria è che gli uomini gustino già in questa vita la pace e la gioia che Dio desidera riversare nei loro cuori. Sarebbe fuorviante presentare Medjugorje come un messaggio minaccioso. Più volte ho sentito i veggenti affermare che la Madonna non è venuta per impaurirci. Alcuni fanno impropriamente riferimento ai "segreti" per presentare un futuro in chiave apocalittica.

In realtà, la Madonna è venuta come Regina della pace e i suoi sono progetti di bontà per il mondo intero. Medjugorje è un disegno sublime dell'amore misericordioso di Dio come forse mai si è manifestato nella storia cristiana. Non a caso si è andato realizzando in concomitanza con un pontificato di chiara impronta mariana, fra i più significativi che la Chiesa conosca. Non devono ingannare la piccolezza dei mezzi e l'irrilevanza sul piano monda no dei protagonisti. Dio ha sempre compiuto opere grandi, che hanno cambiato l'umanità, con strumenti poco visibili al mondo.

La Madonna non ha mai nascosto la grandiosità del piano, nel quale ognuno di noi ha un posto importante (25.01.1987), e ci invita "a costruire con lei il mondo nuovo della pace" (25.12.1992). Potrebbe un progetto essere più ambizioso? Nessuno più di Maria è consapevole della situazione difficile del mondo nel quale "c’è molta mancanza di pace". Ma proprio perché è Madre e ci ama, non ci vuole lasciare in questa situazione in cui gli uomini sono senza Dio, senza amore, senza gioia, senza futuro e senza salvezza eterna. Nella prima fase del suo piano la Madonna ha incominciato a costruire un oasi della pace dove gli uomini, attraverso il risveglio della fede, il fervore della preghiera e il cambiamento di vita incominciassero a gustare la dolcezza della pace divina del cuore.

Successivamente ha ricolmato della sua tenerezza di Madre i pellegrini provenienti da ogni parte del mondo, affinché sperimentassero in quest'oasi celeste quanto è buono e soave il Signore. Infine con coloro che ormai sono suoi e sono ripieni del suo amore materno vuole portare la soavità dell'amore di Dio a tutti gli uomini.

Quante volte, specialmente in questi ultimi anni,abbiamo ascoltato il suo accorato richiamo! "Cari figli, io vi amo e desidero guidarvi tutti verso la pace che solo Dio può dare e che arricchisce ogni cuore. Vi invito a diventare i portatori e i testimoni della mia pace in questo mondo senza pace" (25.07.1990). "Vi invito a diventare apostoli dell'amore e della bontà. In questo mondo senza pace testimoniate Dio e il suo amore e Dio vi benedirà e vi darà quello che gli chiedete" (25.01.1993). "Figlioli, desidero che diventiate portatori di pace e della gioia di Dio nel mondo di oggi senza pace" (25.10.1997). Che cosa dobbiamo aspettarci per il futuro? Se aiuteremo la Regina della pace ad attuare il suo piano, donando ai fratelli inquieti e disperati la pace, la gioia e l'amore che Dio riversa nei nostri cuori, non c'è dubbio che verrà presto sulla terra un tempo di pace che il cuore di Maria "attende con impazienza" (25.06.1995). Se corrisponderemo, un grande sogno potrebbe diventare presto una realtà!

Fonte: “Perché credo a Medjugorje” di Padre Livio Fanzaga SUGARCO EDITORE.