MaM
Messaggio del 2 marzo 2018:Cari figli,grandi cose ha fatto in me il Padre Celeste, come le fa in tutti quelli che lo amano teneramente e fedelmente e devotamente lo servono. Figli miei, il Padre Celeste vi ama e per il suo amore io sono qui con voi. Vi parlo: perché non volete vedere i segni? Con lui è tutto più semplice: anche il dolore, vissuto con lui, è più lieve, perché c’è la fede. La fede aiuta nel dolore, mentre il dolore senza fede porta alla disperazione. Il dolore vissuto ed offerto a Dio, eleva. Mio Figlio non ha forse redento il mondo per mezzo del suo doloroso sacrificio? Io, come sua Madre, nel dolore e nella sofferenza sono stata con lui, come sono con tutti voi. Figli miei, sono con voi nella vita: nel dolore e nella sofferenza, nella gioia e nell’amore. Perciò abbiate speranza: la speranza fa sì che si comprenda che qui sta la vita. Figli miei, io vi parlo; la mia voce parla alla vostra anima, il mio Cuore parla al vostro cuore. Apostoli del mio amore, oh quanto vi ama il mio Cuore materno! Quante cose desidero insegnarvi! Quanto il mio Cuore desidera che siate completi, ma potrete esserlo soltanto quando in voi saranno uniti l’anima, il corpo e l’amore. Come miei figli vi chiedo: pregate molto per la Chiesa e per i suoi ministri, i vostri pastori, affinché la Chiesa sia come mio Figlio la desidera: limpida come acqua di sorgente e piena d’amore.Vi ringrazio.

Primo incontro dei responsabili con Padre Slavko (di P. Remo Sartori)

?
il 13-15 novembre 1987 a Tocco da Casauria (PE), con l'accoglienza molto generosa dei Padri Francescani, si è tenuto il PRIMO INCONTRO FORMATIVO DELLE GUIDE DI PELLEGRINAGGI E ANIMATORI DEI GRUPPI DI PREGHIERA, sorti con i fatti di Medjugorje. Fu un incontro sostanzialmente di preghiera, animato e guidato da P. Slavko Barbaric della comunità Medjugorje, che veniva da una settimana in Irlanda per poi andare in Polonia e Austria. I partecipanti erano circa 250 provenienti da ogni parte d'Italia, da Bolzano a Cosenza.
Già il trovarsi insieme, in maniera tanto fraterna, unanimi nel pregare, con persone diverse, mosse da un fatto che da alcuni continua ad essere discusso, mentre trova sempre più accoglienza in ogni parte della terra, questo trovarsi insieme concorde di alcuni rappresentanti dei gruppi italiani, è stato un notevole avvenimento.

ACCETTARE LA PACE, DONO DI DIO

Il tema del ritiro, più che convegno, è stata la PACE: vivere un'esperienza di pace, dono del Signore per farne vivere gli altri. P. Slavko cominciò dicendo subito che la pace facile non esiste e non è quella che viene dai saggi della Regina della Pace di Medjugorje.
La pace dipende da come guardiano e accettiamo la Croce”. Maria ha il coraggio di parlare di Croce e di invitarci a consacrarci alla Croce, perché Lei, prima di noi, è andata fino in fondo per questa via e l’ha accettata, e quindi sa cosa porta e dove porta.
La pace è dono divino, è presenza del Signore e di Maria in noi e quindi la si riceve, e la si riceve aprendo totalmente i cuori a questa presenza e abbandonandosi totalmente al Signore e all‘amore materno di Maria. La pace quindi dipende dalla nostra preghiera, dalla profondità della preghiera. La prima e continua cosa da fare è pregare; così insegna la Regina della Pace. E si può dire che trasmettere agli altri la Pace è invitarli anzitutto a pregare. Di lì inizia un cammino da cui verrà tutto il resto.

SPIRITO RETTO E SPIRITO SBAGLIATO NEI PELLEGRINAGGI

Quanti sono i gruppi di preghiera sorti in Italia? Non se ne è fatto e non se ne vuole fare il censimento, ma sembrano molti e molti, grazie a Maria e a chi ha accettato il dono di servirla! Nello scambio finale sull’organizzazione e la guida dei pellegrinaggi e sulla formazione e conduzione dei gruppi di preghiera sono state fatte diverse osservazioni. Eccone alcune delle più utili.

— Uno dei grandi problemi dei pellegrinaggi è come motivare la gente che vi partecipa. Da Medjugorje viene una grande motivazione, bisogna aiutare a coglierla. Il problema non è la curiosità: la curiosità è spesso un inizio un dono di Dio. Il problema è cane guidare e aprire questa curiosità. La chiamata a Medjugorje è un dono di Dio. E’ un dono per chi è chiamato; e per chi trasmette e accompagna i chiamati, è pure un dono e insieme un dovere, un compito. Bisogna accogliere quelli che rispondono positivamente e includerli subito nella preghiera.

— Riguardo ai pellegrini, P. Slavko che ne conosce più di tutti, osservava che è inimmaginabile il numero e la varietà di tipi di pellegrini e pellegrinaggi che arrivano a Medjugorje. I più pericolosi, secondo lui, sono quelli che vanno solo a confermare le proprie idee (di estrema destra o di estrema sinistra). Medjugorje è voce del Vangelo: preghiera, digiuno, conversione per la Pace. Chiedeva ancora di lottare contro lo spirito magico: il Signore dà e vuole dare “segni” perché ci ama, ma non bisogna fondare la realtà di Medjugorje su “segni” dati personalmente a qualcuno. Bisogna ancora educare e lottare contro il culto delle persone, sia dei Francescani come dei veggenti. La S. Messa è importante, la comunità parrocchiale è importante, riconciliarsi e aiutare gli altri è importante; chi fa la comunione eucaristica degnamente è più importante di un veggente. Badare sempre alle cose fondamentali. Attenzione inoltre a non strumentalizzare Medjugorje per affermare se stessi. Imitiamo Lei, Maria, l’umile Serva di Dio!

COME CONTINUARE LO SPIRITO DI MEDJUGORJE? COI GRUPPI

Il lavoro più importante da fare viene dopo il pellegrinaggio. E qui si impone subito la necessità e l'importanza dei gruppi di preghiera, dove i pellegrini possono continuare il cammino di conversione iniziato. Il dopo non va chiesto tanto a Medjugorje, ma ciascuno si deve chiedere come può fare e con chi può fare il cammino spirituale. Medjugorje è l'impulso permanente a ritornare a Dio, all’Evangelo, alle fonti della salvezza. E dura e durerà solo se accolto e custodito nel cuore. Importante è quindi concretamente, sapientemente favorire tante cose e iniziative positive.

- Il primo gruppo di preghiera è la famiglia. Gli altri gruppi più ampi possono essere diversificati, e trovarsi in tempi, luoghi e modi diversi. Si favorisce anche il sorgere di piccole gruppi. Un gruppo grande all’inizio, durante il cammino può crescere spiritualmente e distinguersi in gruppi più piccoli con caratteristiche differenti. I gruppi grandi infatti facilmente possono diventare impersonali. Meglio se c'è un prete che in nome della chiesa accompagna il gruppo; se non c'è, non scoraggiarsi. E’ bene che i gruppi ogni tanto si trovino per una giornata di ritiro. Ogni membro del gruppo di preghiera si ricordi che il gruppo a cui partecipa non è solo un luogo dove si prende, ma anche dove si va ad investire. Si riceve e si dona e così si cresce.

— E dove non se ne vuole sentire parlare? Il gruppo non si fa contro nessuno. Se qualcuno si oppone, non lo fa per cattiveria. Si oppone chi non ha capito qualcosa che tu non devi giudicare. Si continui a pregare e se non si apre quella porta a cui si è picchiato, se ne apriranno altre.

— Infine si diceva: chi può combattere o distruggere i gruppi di preghiera sono i nostri stessi del gruppo, che si prestano alle insidie del nemico. Come dicevano gli antichi profeti: “Perditio tua, ex te, Israel!” Sei tu, o popolo di Israele, a operare la tua rovina!

E RIGUARDO AI “SEGRETI” E AL FUTURO?

La Madonna nei suoi messaggi ne parla così poco! I segreti svegliano uno spirito apocalittico. Questo discorso è accettabile solo nella misura in cui ci fa vivere bene la conversione e la fede oggi. Se crea delle attese sbagliate nuoce alla fede e alla speranza. La fede di molti una fede che aspetta, ma se non aspetta bene finisce per stancarsi. Il più grande segreto, diceva P. Slavko, è rivelato: la Pace è possibile, dipende da te!