MaM
Messaggio del 25 giugno 2018:Cari figli! Questo è il giorno che mi ha dato il Signore per ringraziarLo per ciascuno di voi, per coloro che si sono convertiti e che hanno accettato i miei messaggi e si sono incamminati sulla via della conversione e della santità. Figlioli, gioite, perché Dio è misericordioso e vi ama tutti con il Suo amore immenso e vi guida verso la via della salvezza tramite la mia venuta qui. Io vi amo tutti e vi do mio Figlio affinché Lui vi doni la pace. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.

Il Purgatorio

10/04/2004    3730     Il Purgatorio    Aldilà  Purgatorio 
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Le anime che, sorpresi dalla morte, non sono tanto colpevoli da meritare l’Inferno, né tanto buone da essere ammessi immediatamente in Paradiso, dovranno purificarsi nel Purgatorio.
L’esistenza del Purgatorio è verità di fede definita.

1) Sacra Scrittura
Nel secondo libro dei Maccabei (12,43-46) si trova scritto che Giuda, generale in capo delle truppe ebree, dopo aver combattuto una sanguinosa battaglia contro Gorgia, durante la quale molti dei suoi soldati erano rimasti sul terreno, chiamò a raccolta i superstiti e propose loro di fare una colletta in suffragio delle loro anime. Il raccolto della colletta fu spedito a Gerusalemme, perché si offrissero sacrifici espiatori a tale scopo.
Gesù nel Vangelo (Matt. 25,26 e 5,26) fa espressa menzione di questa verità quando dice che nell’altra vita ci sono due luoghi di punizione: uno dove il castigo non finisce mai «se ne andranno al supplizio eterno»; l’altro dove il castigo finisce quando tutto il debito verso la Divina Giustizia sia pagato «fino all’ultimo centesimo».
Nel Vangelo di S. Matteo (12,32) Gesù dice: «Chi avrà bestemmiato contro lo Spirito Santo non potrà essere perdonato né in questo mondo, né nell’altro». Da queste parole appare chiaro che nella vita futura c’è remissione di certi peccati, che non potranno essere che veniali. Questa remissione non può aver luogo che nel Purgatorio.
Nella prima Lettera ai Corinzi (3,13-15) San Paolo dice: «Se l’operato di taluno sarà trovato deficiente, sarà privato della sua mercede. Egli però sarà salvato at traverso il fuoco». Anche in questo passo si parla chiaramente del Purgatorio.

2) Magistero della Chiesa
a) Il Concilio di Trento, nella XXV sessione, proclama: «Illuminati dallo Spirito Santo, attingendo dal la Sacra Scrittura e dall’antica Tradizione dei Santi Padri, la Chiesa Cattolica insegna che c’è uno “stato di purificazione, Purgatorio, e le anime trattenute trovano aiuto nei suffragi dei credenti, specialmente nel Sacrificio dell’altare a Dio accettevole” ».
b) Il Concilio Vaticano II, nella Costituzione «Lumen Gentium - cap. 7 - n. 49» afferma l’esistenza del Purgatorio dicendo: «Fino a che il Signore non verrà nella sua gloria e tutti gli Angeli con Lui, e, distrutta la morte, non gli saranno sottomesse tutte le cose, alcuni dei suoi discepoli sono pellegrini sulla terra, altri, passati da questa vita, stanno purificandosi, ed altri godono della gloria contemplando Dio».
c) Il Catechismo di S. Pio X, alla domanda 101, risponde: «Il Purgatorio è il patimento temporaneo della privazione di Dio e di altre pene che tolgono dall’anima ogni resto di peccato per renderla degna di vedere Dio».
d) Il Catechismo della Chiesa Cattolica, ai numeri 1030 e 1031, afferma: «Coloro che muoiono nella grazia e nell’amicizia di Dio, ma sono imperfettamente purificati, sebbene siano certi della loro salvezza eterna, vengono però sottoposti, dopo la loro morte, a una purificazione, al fine di ottenere la santità necessaria per entrare nella gioia del Cielo.
La Chiesa chiama “Purgatorio” questa purificazione finale degli eletti, che è tutt’altra cosa dal castigo dei dannati».

Pene del Purgatorio
È certo che le pene del Purgatorio sono così forti e intense, che nessun uomo sarà mai capace con la sua piccola mente di comprenderne l’acerbità. I paragoni e le immagini più vive non possono darcene che una sbiadita figura. San Tommaso d’Aquino, che è sempre così misurato nelle sue parole, dice che «la più piccola pena del Purgatorio sorpassa senza misura la più grande pena di questa vita».
E dottrina della Chiesa che, come nell’Inferno, così nel Purgatorio vi è una doppia pena: quella del senso e quella del danno.
1) La pena del senso consiste in tormenti sensibili prodotti da un fuoco la cui misteriosa potenza fa soffrire l’anima come se avesse il corpo. Questo è quanto insegnano generalmente i Teologi, fondati su molte testimonianze dei Santi Padri, alcuni dei quali dicono che questo fuoco è sostanzialmente uguale a quello dell’Interno, con la sola differenza che non è eterno.
2) La pena del danno invece consiste nella temporanea separazione da Dio.
Col peccato, anche veniale, l’anima si lascia trascinare o si rivolge volontariamente alle creature, e si al lontana e volta le spalle a Dio, suo Creatore. Per questo, in punizione, nel Purgatorio Dio la tiene forzata mente lontana da sé, mentre lei sente più che mai potente il bisogno di unirsi a Lui, centro del suo amore e della sua felicità.
Adesso su questa terra, sprofondati nel mondo sensibile, imprigionati nella materia, noi non possiamo comprendere profondamente che cosa vuol dire per un’anima, priva del corpo, essere separata da Dio. Tuttavia, riflettendoci un poco, possiamo intravedere qual che cosa.
Infatti chi è Dio?... Dio è la verità, la sorgente della felicità, la perfezione infinita, il centro di attrazione di tutte le anime. In altre parole, Dio è l’essere infinitamente perfetto, unicamente per il quale siamo stati creati, al quale l’anima nostra tende necessariamente come a suo centro. Egli soltanto può soddisfare tutte le sue brame, appagare tutto il suo essere, tutte le sue facoltà. Ebbene, finché l’anima è imprigionata nel corpo, non sente in tutta la sua forza questo bisogno di Dio, questa attrazione verso di Lui. La materia che la circonda le impedisce di conoscere perfettamente la sua bellezza, la sua bontà, il suo amore infinito, le sue perfezioni infinite. Ma appena essa sarà liberata dal corpo, abbraccerà con un solo sguardo il Bene in finito che è Dio, sentirà potentemente di essere fatta per lui, per vederlo, possederlo, goderlo, per amarlo eternamente. Quindi si sentirà attratta a Lui con una forza irresistibile, con una potenza che nessuno potrà mai moderare o estinguere. Allora l’anima si slancerà naturalmente verso questo abisso di felicità dove troverà la sua pace, la soddisfazione di tutte le sue esigenze.
Ecco la pena più grande del Purgatorio: mentre l’anima sente il bisogno potente e irresistibile di unirsi a Dio, Questi l’allontana perché macchiata di colpa, le impedisce di possederlo, di goderlo, di partecipare alla sua felicità infinita, e la rinchiude in un carcere tormentoso dove essa dovrà soffrire immensamente tormentata dalla brama di unirsi al Bene Assoluto che ardentemente sospira. Questo è il tormento che supera ogni altro tormento e che purifica l’anima purgante.
3) Quanto tempo dureranno queste pene?
La durata della permanenza nel Purgatorio non è uguale per tutte le anime, perché dipende dalle pene da espiare. In questa vita predomina la misericordia di Dio, nell’aldilà predomina la sua giustizia. Su questa terra con poco possiamo espiare molto, nel Purgatorio invece con molto si espia poco. Quindi per certe anime la permanenza in Purgatorio potrà essere molto lunga.
4) I suffragi per le Anime del Purgatorio
Noi, su questa terra, abbiamo la possibilità di venire in loro aiuto affinché le loro pene siano alleviate e abbreviate. E verità di fede.
Noi possiamo aiutare le Anime del Purgatorio con la preghiera, con le indulgenze, con opere di carità, con qualunque opera buona applicata a loro suffragio. Il mezzo però più efficace è la S. Messa. Quando essa viene celebrata in suffragio delle Anime del Purgatorio, è Gesù stesso che prega per loro, si sacrifica per loro sull’altare.
A questo punto non va dimenticato che noi possiamo purificarci in terra prima di morire, e non è escluso il caso di chi, accogliendo con pazienza certe prove della vita, possa raggiungere direttamente il Cielo senza passare per il Purgatorio.
Inoltre conviene riflettere che mentre in Purgatorio ci si può solo purificare, sulla terra invece le preghiere, le opere buone, le sofferenze accettate, oltre ad essere purificatorie, sono anche meritorie e quindi fonte di maggior gloria e felicità in Paradiso.
La terra dunque può sostituire il Purgatorio, o al meno farcelo abbreviare. Purtroppo in terra la maggior parte dei cristiani non vuoi sapere di sofferenze e di mortificazioni volontarie per espiare i propri peccati. Molti anzi si lamentano e non sono affatto rassegnati alle croci quotidiane. Di bene ne fanno poco e quel poco è fatto con negligenza.
Inoltre si commettono con molta frequenza peccati veniali e difetti di ogni specie e non si fa alcuno sforzo per evitarli o diminuirli. Ebbene riflettiamo che se non vogliamo diminuire ed espiare le nostre colpe su questa terra, bisognerà poi rassegnarsi a lunghe e dolorose sofferenze nel Purgatorio.