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Gospa: parole di pace (e un film tutto italiano)

07/10/2020    1527     Testimonianze su Medjugorje    Testimonianze 
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In questi giorni che spirano venti di guerra è risuonato particolarmente chiaro e pregnante il messaggio della Vergine a Medjugorie: «La pace è in pericolo, perciò, figlioli, pregate e siate portatori della pace e della speranza in questo mondo inquieto». Simone Vistentini ed Emanuele Marzani raccontano il loro film

Si può essere cosi innamorati della Gospa e colpiti dai messaggi di Medjugorje, tanto da volerne fare un film?

Sembrerebbe proprio di sì! Ci stanno provando Simone Visentini e Emanuele Marzani. Fare un film non è certo facile, soprattutto se si è alle prime armi, ancor più difficile, se il soggetto è a carattere religioso; inoltre, se il film ha come tema le apparizioni di Medjugorje, sembrerebbe quasi una missione impossibile.

Ma Simone e Emanuele ci credono e non demordono. Attorno al loro progetto hanno radunato molti professionisti: montatori, truccatori, scenografi, musicisti, attori, comparse, circa 120 persone e tutte legate a Medjugorje. Non mancano nomi famosi come: gli attori Beatrice Fazi e Pietro Sarubbi, i cantautori Roberto Bignoli e Debora Vezzani. Il regista del film sarà Simone Visentini, l’attore protagonista e sceneggiatore, Emanuele Marzani, che ha avuto l’ispirazione per il film, durante un apparizione a Vicka.

Ho rintracciato sia il regista, che lo sceneggiatore ed attore protagonista, ho parlato con loro di questo progetto.

- Simone e Emanuele, da quello che ho capito questo film, scaturisce dalle vostre storie, dalle vostre esperienze di vita, vi chiedo di raccontarcele.

Simone, sei il regista di “In fondo alla salita”, il vostro film in cantiere, che parlerà di Medjugorje. Puoi raccontarci di questo vostro progetto?

Ci tengo a precisare che io non sono (ancora) un regista cinematografico. Ma se la Madonna ha scelto me per questo progetto, è perché forse non Le interessa tanto lo stile o l’estetica o la tecnica di ripresa. Le interessa, credo, usare una persona convertita e sinceramente legata a Medjugorje, che senta la necessità di comunicare, testimoniare e perseverare nella divulgazione dei suoi messaggi.

- Hai detto che sei un convertito e capisco che sei legato in particolar modo a Medjugorje, come è avvenuta questa tua conversione?

Ho poco più di quarantanni, sono mantovano, ho avuto sempre una grande pas- sione, quella per il teatro e per la musica. Una passione nata nell’oratorio del mio paese. Fin dall’età di 11 anni ho cominciato a calcare i palcoscenici: il coro, il gruppo teatrale, con i primi testi classici, ma anche il gruppo musicale nel quale cantavo. Nel 1990, ho dovuto fare una scelta cruciale: se iscrivermi al DAMS di Bologna o ad un’Accademia Teatrale, oppure, andare su una carriera più sicura, come la facoltà di giurisprudenza. Alla fine ho scelto la seconda opzione. Negli anni di giurisprudenza a Milano, iniziò il mio declino spirituale: il teatro diventa quello di estrema sinistra, la musica contesta la Chiesa, le letture sono un inno all’idolatria, tutto va nella direzione opposta rispetto al mio punto di partenza. Nell’aprile del ’97, ho scoperto che dovevo diventare presto padre e mi sono sposato. Solo due anni dopo si consumerà la rottura con mia moglie. Una rottura che era scaturita dalla mia decisione, da lei non condivisa, di fondare una cooperativa teatrale, invece che investire sulla mia carriera di avvocato.

- Fin qui, la tua storia è fatta di inquietudini e sofferenze, da dove è partita la tua conversione?

Tutto ha avuto inizio quando ho incontrato Manuela, una mia vecchia compagna di scuola, con una storia simile alla mia. Lei ha avuto una figlia nel ’97, con una storia di matrimonio civile naufragato. Manuela lavora nella danza, lei ballerina e io attore, una coppia perfetta! Conviviamo da subito e fondiamo L’Officina delle Arti, ancora oggi una nota Scuola di Danza, di Teatro e di Spettacolo. Nascono altri due figli, la  nostra vita è apparentemente felice. La Madonna chiama Manuela a Medjugorje, io non potevo andare, ero trattenuto a Mantova per motivi di lavoro. Quel suo pellegrinaggio segnerà, per sempre, il futuro della nostra famiglia. Manuela, al suo ritorno dal pellegrinaggio, mi parla di veggenti, di una Madonna che appare, di gente convertita, di miracoli fisici e spirituali, ma soprattutto mi dice che è necessario che anche io vada a Medjugorje. A ottobre con tutta la famiglia partiamo per la Bosnia. Quel mondo che, solo raccontato, mi aveva fatto incuriosire, ma delle volte anche sorridere, diventa una realtà solida, palpabile, che trasformerà la mia, la nostra vita. A Medjugorje scopro, durante una confessione, che la Chiesa mi considera ancora legato alla mia ex moglie; avevo una fede tiepida e ero anche ignorante su le questioni dottrinali. Ha inizio il lungo e tortuoso cammino per richiedere l’annullamento del matrimonio. E fra rosari, Messe quotidiane e digiuni, non mancano gli appuntamenti con gli avvocati. Intanto una notizia meravigliosa riempie di luce la nostra famiglia, attendiamo il terzo figlio. Il 4 maggio un’ecografia rivela che la bambina è affetta da trisomia 18 e che ha una gravissima forma di malformazione cardiaca, incompatibile con la vita. Non riuscirà a respirare fuori dalla pancia della mamma, nemmeno intervenendo sul suo piccolo cuore. In quei momenti ci tornava in mente Medjugorje, il senso della croce, la consapevolezza che il Signore spesso ci prepara per le prove più difficili. Mi sovviene qui la frase di Don Bosco che dice, all’incirca:“Se sei solo, ma hai Dio con te, siete la maggioranza”. Infatti quell’1% di possibilità di restare in vita, Maria Teresa se lo prende tutto, se lo beve fino in fondo, fino all’8° mese, un vero miracolo. Maria Teresa nasce, tenta di respirare, ma se ne va. Un angelo in più che il Signore ha chiesto in cielo. Ma un miracolo che ha deciso di realizzare in terra. Perché Maria Teresa è stata, ed è tuttora, una grazia per tante persone, è ancora viva nelle testimonianze che Manuela è chiamata a fare, con me a fianco. A tutto questo si aggiungono le difficoltà per l’annullamento del mio precedente matrimonio. Annullamento che si concretizzerà solo dopo tre anni. Sabato 18 aprile 2015, con Manuela ci uniamo in matrimonio nella Chiesa della Parrocchia di Curtatone, dove ora abitiamo. Pochi giorni dopo il nostro matrimonio, ho un appuntamento sugli Appennini reggiani. All’inizio di quel mese, infatti, mi aveva cercato un ragazzo di nome Emanuele (Lo guarda e ride compiaciuto), aveva un progetto importante, forse folle: un film su Medjugorje, che gli aveva chiesto direttamente la Madonna. Gli serviva un regista ... convertito. Io avevo tutte le caratteristiche che cercava. Quando Maria chiama ... Così è iniziata questa nostra avventura.

- Un regista convertito ed un attore protagonista convertito. Emanuele puoi raccontarci della tua storia?

Fin da giovanissimo, sono cresciuto avendo tante amicizie, purtroppo non tutte erano buone. Alcuni amici erano coinvolti nella droga, pasticche, fumo, anche l’alcool e poi c’era il sesso facile. Queste cose, mi rendevano molto triste, erano ragazzi di animo buono, ma fragili, caduti in quel vortice di sofferenza. Da quando avevo quattro anni d’età, ogni anno andavo in pellegrinaggio a Medjugorje, con tutta la mia famiglia. In quei pellegrinaggi, ho avuto occasione di ascoltare tante testimonianze di conversione e di fede; mi colpivano quelle dei ragazzi ex tossicodipendenti, che vivevano nelle comunità. Il mio sogno, fin da bambino, era quello di diventare un attore, quello di riuscire un giorno, ad entrare in una qualche importante produzione cinematografica. I miei genitori, non erano molto favorevoli a quel mio progetto di vita, perchè lo vedevano pericoloso, sopratutto per un ragazzo giovane come me. Una scelta, che avrebbero sostenuto solo con la mia maggiore età. Il 21 giugno dell’anno passato, insieme ai miei genitori, ero all’incontro con Vicka, una delle veggenti di Medjugorje. Ascolto alcune testimonianze, partecipo alle preghiere e all’apparizione della Madonna. Ero molto arrabbiato e deluso, ormai avevo perso la mia fiducia verso la Madonna. Durante l’apparizione, ho guardato la statua della Vergine, ho fatto una preghiera e ho chiesto a Maria: “Mamma, io non so se tu mi stai ascoltando, però voglio chiederti una cosa. Ti prego, sai che desidero fare l’attore, dammene la possibilità”. Subito dopo, ho avvertito nel mio cuore, come una voce materna, che mi diceva: “Figlio mio, voglio che tu realizzi un film su Medjugorje”. Ad un tratto, nella mia mente, vedevo le scene del film, era come se lo stessi guardando alla televisione. La trama, veniva impressa nell’intimo del mio cuore. In quel momento dissi con immensa gioia e gratitudine il mio sì a quel progetto, con la piena convinzione che Lei mi sarebbe stata sempre accanto e mi avrebbe aperto la strada per realizzarlo. Infatti dopo poco tempo mi ha fatto conoscere il regista: Simone, che ha accolto con gioia e forte entusiasmo questo mio progetto. Insieme vogliamo realizzare questo film, affinché possa essere uno strumento per diffondere il messaggio della nostra Madre Celeste.”

(Emanuele è visibilmente commosso, mentre racconta la sua storia. È molto giovane, ha solo 18 anni, quasi non riesce a conte- nersi)

- Simone puoi raccontare brevemente la trama del Film?

Il personaggio principale, che sarà interpretato da Emanuele, è un ragazzo di 17 anni che vive con la madre, interpretata da Beatrice Fazi. Il padre del ragazzo, ha abbandonato la famiglia cinque anni prima. Emanuele, intelligente e sensibile, è comunque coinvolto in storie di droga, alcool, sesso e musica satanica. Eccezionalmente e per puro sbaglio viene a contatto con delle realtà cristiane. Incontra un ragazzo disabile, Luca Ongaro, che nel film, interpreta se stesso, che lo invita a lasciare quella cattiva strada. La madre Beatrice, già da tempo in un cammino di fede e di preghiera, scopre di avere un cancro in stato avanzato. Ne parla con il parroco Don Pietro, interpretato da Pietro Sarubbi, è molto preoccupata, non tanto per sé, quanto per il figlio. In accordo con Don Pietro, mamma Beatrice dà la notizia della malattia al figlio, invitandolo a recarsi a Medjugorje. Emanuele arrivato in Bosnia vive una settimana di rivoluzione interiore totale. Il pellegrinaggio al Podbrdo, la Confessione, la Santa Messa, la convivenza obbligata nella stessa stanza con il disabile Luca, le chiacchierate sulla castità, gli fanno scoprire un mondo per lui sconosciuto. Emanuele torna a casa. Ha capito che la medicina, che la madre gli chiedeva di cercare a Medjugorje, quella che l’avrebbe fatta guarire, era semplicemente la Madonna. Ma quella medicina non era per lei, ma per lui, era lui che voleva salvare. Il seguito e il finale, speriamo che tutti, lo possano vedere su uno schermo cinematografico.

- Sicuramente un progetto interessante, come pensate di riuscire a trovare i finanziamenti necessari alla sua realizzazione?

Abbiamo pensato anche di muoverci attraverso una campagna di Fundrising, ovvero una raccolta di donazioni, fatta tramite internet, facendo leva sul fatto che Medjugorje attira migliaia di persone. “In fondo alla salita” è un film senza fini di lucro, il cui soggetto è di proprietà della Associazione “Una Mano dal Cielo”. Questa associazione è stata fondata appositamente, da me e dalla famiglia di Emanuele, perché lui al momento della sua costituzione, era ancora minorenne. Ora il nostro obbiettivo è quello di riuscire a reperire i fondi necessari, lo stiamo facendo anche mediante sottoscrizioni. Anzi invitiamo tutti a visitare la nostra pagina Facebook, oppure il nostro sito www.infondoallasalita. com perché anche un piccolo contributo è fondamentale per poter iniziare questa meravigliosa avventura. Inoltre abbiamo fatto appello a qualsiasi privato, società, fondazione o associazione, che nel rispetto delle finalità del nostro progetto, possa proporsi come produttore. Lo so, che per Medjugorje, è un momento delicato e difficile. Un momento nel quale, forse è meglio non esporsi troppo, ma quello che sentiamo e che vogliamo trasmettere noi è la sincerità di questo film. Il desiderio non di fare scoop o notizia come stanno facendo, da un po’ di tempo, in tv o sul web. No, non ci interessa questo! Stiamo cercando di promuovere il film, con il solo fine di rendere pubblico, un progetto veramente e sinceramente legato alla Gospa e ai suoi messaggi. Nel nostro progetto, non entrerà nessun produttore e nessun distributore, che non sia in piena linea con la missione che ci siamo posti: la divulgazione del messaggio Mariano a Medjugorje. Certo, per realizzare questo progetto occorrono i soldi, è giusto avere il coraggio e l’umiltà di chiederli a tutti coloro che credono in Medjugorje, che sentono il legame forte con la Gospa.

- Un progetto ambizioso, ma sicuramente interessante. Se la Madonna ci ha messo la sua mano ... sapete come si dice a Medjugorje? Farà in modo di spianarvi tutte le strade, di condurvi per mano alla sua realizzazione. Con l’augurio che presto possa realizzarsi il vostro progetto, per poter vedere il film quanto prima sugli schermi, vi ringrazio per le vostre testimonianze.

Fonte: La Croce Quotidiano


Fonte: R. Lauri