MaM
Messaggio del 25 giugno 2006:Cari figli, con grande gioia nel mio cuore vi ringrazio per tutte le preghiere che avete offerto per le mie intenzioni, in questi giorni. Sappiate, figlioli, non vi pentirete nè voi, nè i vostri figli. Dio vi ricompenserà con grandi grazie e meriterete la vita eterna. Io vi sono vicino e ringrazio tutti coloro che, durante questi anni, hanno accettato i miei messaggi, li hanno trasformati in vita e hanno deciso per la santità e la pace. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.

Un coma di luce?

02/08/2022    916     Testimonianze su Medjugorje    Suor Emmanuel  Testimonianze 
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La testimonianza di Padre Tim Deeter, raccolta ieri sera, rallegrerà tutti i cristiani che rifiutano di lasciarsi piegare da una cultura di morte! Un malato in coma è un’anima che vive delle esperienze segrete con Dio e Dio talvolta permette di conoscerle…

Mentre era vice-parroco della Parrocchia S. Teresa nel Texas, Padre Tim era anche cappellano di notte di un grande ospedale cattolico. Questo lo portava ad incontrare molti pazienti nelle ore in cui i medici avevano finito gli esami e le visite ed i visitatori erano usciti. I pazienti, alcuni dei quali dovevano essere operati il giorno dopo, rimanevano soli. Era proprio in quel momento, più che durante la giornata, che loro cercavano un sacerdote.

Tutte le sere Padre Tim faceva visita ad una persona in particolare. Elena era in coma da diverse settimane (spesso le persone in coma possono ancora udire perché l’udito è l’ultimo senso a sparire). Ogni sera, recitava vicino a lei un Padre Nostro, una Ave Maria ed un Gloria, poi le raccontava le ultime notizie della giornata, sport, meteo, ecc… Una sera Padre Tim, che aveva molti malati da visitare, aveva pensato di non andare da Elena. Dicendo tra sé, che non sarebbe stato tanto importante, visto che lei non rispondeva mai. Tuttavia, finite tutte le visite, il pensiero che doveva comunque andare a trovarla, non lo abbandonava e così alle 3 di mattina, entrò nella stanza senza accendere la luce, poiché la luna illuminava abbastanza il luogo.

Seduto su una seggiola vicino al letto di Elena, cominciò a recitare velocemente le solite preghiere, pensando che questo sarebbe stato sufficiente. Ma sentiva nel cuore che doveva fare qualcosa di più per questa donna. Qualcosa (o Qualcuno?) gli diceva che doveva offrirle di ricevere il Sacramento della Riconciliazione; forse non aveva avuto l’occasione di confessarsi prima della sua malattia? Così Padre Tim le propose l’assoluzione dicendole che le dava qualche minuto di silenzio per riconoscere i peccati davanti a Dio nel suo cuore. Poi ha recitato l’Atto di Dolore ed ha chiesto ad Elena di pregare in silenzio con lui. Poi le ha imposto le mani e le ha dato l’assoluzione di tutti i suoi peccati. (Ricordatevi che la parola”assoluzione” non vuole dire “perdono”, ma “liberazione”.)

Mentre il Padre pronunciava le ultime parole dell’assoluzione, improvvisamente Elena si tirò su seduta sul letto! Con gli occhi spalancati, tese le braccia in avanti e sorridendo gridò: “GESU’!” Scioccatissimo, Padre Tim ebbe veramente paura. Voltandosi verso il muro che Elena fissava con intensità, vide un piccolo crocifisso di legno, e mentre si girava di nuovo verso di lei, la vide abbandonata sul cuscino, morta! Ci vollero diversi minuti a Padre Tim per comprendere cosa era successo.Qualcosa nella vita di questa donna l’aveva trattenuta in vita, ma una volta sciolto questo legame, era stata libera di andare da Gesù.

Il giorno dei funerali, la sorella di Elena andò a ringraziare Padre Tim, avendo saputo che l’ aveva assistita nel momento della morte. Il Padre le disse che le aveva dato l’assoluzione, benchè fosse in coma. La donna, piena di riconoscenza, gli disse: “Quando Elena ed io eravamo piccole, ci avevano insegnato a pregare tutte le sere per ricevere la grazia di “una buona morte” (= morte in stato di grazia). Adesso sono certa che il Signore ha ascoltato le nostre preghiere e Lo ringrazio che mia sorella sia morta nella pace”.

Alcune volte Padre Tim domandava ai pazienti in coma di stringergli la mano se desideravano ricevere l’assoluzione. Spesso con le loro poche forze, rispondevano con una lieve pressione della mano, indicando che avevano sentito e capito tutto e che desideravano ricevere il sacramento. Questi fatti vanno proclamati sui tetti al giorno d’oggi!

di Suor Emmanuel


Fonte: https://sremmanuel.org/newsletter/15-giugno-2008/