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Messaggio del 25 luglio 2016:Cari figli! Vi guardo e vi vedo persi, e non avete né la preghiera né la gioia nel cuore. Ritornate, figlioli, alla preghiera e mettete Dio al primo posto e non l'uomo. Non perdete la speranza che vi porto. Figlioli, questo tempo - ogni giorno - sia sempre più un cercare Dio nel silenzio del vostro cuore e pregate, pregate, pregate finché la preghiera diventi gioia per voi. Grazie per aver risposto alla mia chiamata

Intervista a Claudia Koll Dai microfoni di RADIO MARIA

17/11/2008    1960     Testimonianze su Medjugorje    Claudia Koll  Intervista  Radio Maria 
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Alberto – Un caro e cordiale saluto da Alberto di Giglio. Sono in compagnia di Claudia, Claudia Koll. Tutti conosciamo Claudia per il suo impegno nell’evangelizzazione e nella testimonianza. È una artista, una attrice con una grande sensibilità, ma una artista anche dal cuore grande, che si apre al mondo, ai fratelli e ai bisognosi. Questa conversazione è dedicata a lei soprattutto prendendo le mosse da lei come artista, perché di Claudia si può parlare come artista, come attrice. Perché lei non ha abbandonato il lavoro, non ha abbandonato la propria attività teatrale, cinematografica e televisiva, che certamente non disprezza. Ma questo coniugato con la fede, con la sua testimonianza, con l’annuncio. Perché Claudia ha saputo cogliere quel bello che è dato a noi e che libera e salva, come dice Dostoevskij. E voglio introdurre la conversazione con Claudia con un brano tratto dalla Lettera agli artisti di Giovanni Paolo II: «Nessuno meglio di voi artisti, geniali costruttori di bellezza, può intuire qualcosa del patos con cui Dio, all’alba della creazione guardò all’opera delle sue mani. Una vibrazione di quel sentimento si è infinite volte riflessa negli sguardi con cui voi, come gli artisti di ogni tempo, avvinti dallo stupore per il potere arcano dei suoni e delle parole, dei colori e delle forme, avete ammirato l’opera del vostro estro avvertendovi quasi l’eco di quel mistero della creazione, al quale Dio, il solo creatore di tutte le cose, ha voluto in qualche modo associarvi». Ecco Claudia, volevo introdurti, soprattutto con questa lettura per sentire dalla tua viva voce come queste parole di Giovanni Paolo II si sono compiute e si è manifestato ciò che abbiamo ascoltato, nella tua vita di donna, di artista, di testimone.

Claudia – L’incontro con il Signore ha trasformato profondamente la mia vita e mi ha reso consapevole anche della mia piccolezza di fronte al Creatore. Ho scoperto di essere fragile, debole e bisognosa, non solo dell’amore di Dio, ma anche della sua forza. E quindi incontrando il Signore pian piano ho cominciato a conoscerlo e a scoprire la potenza del suo Santo Spirito. Questo Spirito Santo che è la tenerezza di Dio e la dolcezza di Dio, che dobbiamo imparare a pregare e a invocare. Perché è un balsamo per le nostre ferite. E veramente ci distacca dalla sofferenza e ci fa affrontare le cose con amore e con una serenità, con una tranquillità che solo Dio ci può donare. Io ho imparato anche che nel mio mestiere lui è di grande aiuto, e la stessa scena si può interpretare con l’aiuto dello Spirito Santo, e può dare qualcosa di diverso, un valore aggiunto importantissimo! C’è la presenza del Signore che tocca i cuori, che passa. E ho imparato che non è tanto importante essere bravi. Anzi, il modo di parlare di Dio è un modo delicato. È piccolo. E quindi quando mi lascio condurre da lui, ecco, mi accorgo che in quel momento sono anche quasi incapace di recitare una scena. E mi sento molto piccola. Perché il Signore utilizza i piccoli e fa parlare i piccoli. E quindi è importante con Lui non sentirsi troppo importanti, e quindi non utilizzare corde rumorose, che possono in qualche modo dare un senso della bravura, perché è una recitazione piena. E invece a volte il signore passa proprio nelle piccole cose, e parla ai cuori. Perché al Signore interessa parlare al nostro cuore, ma in maniera delicata e senza schiacciare nessuno, senza dominare.


Alberto – È poi lo scopo per cui siamo stati creati… San Ignazio dice nei suoi Esercizi spirituali: «L’uomo è creato da Dio Padre per lodare, riverire e servire Dio nostro, per salvare in questo modo la propria anima». E dice ancora il curato d’Ars, San Giovanni Maria Vianney: «Il compito dell’uomo è pregare ed amare. Questa è la felicità dell’uomo sulla terra». Ecco, con queste forti immagini di questi due testimoni della fede, lo potresti declinare nel corso della tua vita, del tuo modo di avvicinarti alla preghiera e a questa urgenza dell’amore? Perché sappiamo, ne parleremo più tardi di come sei stata raggiunta da questo messaggio dell’Amore misericordioso, della Divina Misericordia.

Claudia – Mah, la preghiera non è un modo per chiedere, ma è un modo per dialogare con il Signore. La preghiera è uno stare cuore a cuore con il Signore. Bisogna cercare di pregare sempre con il cuore e non troppo con le labbra. Mantenere quindi il cuore sempre rivolto a lui, anche mentre si fanno le cose nella casa, si riordina, si rimette a posto. Un modo di meditare il Rosario potrebbe essere proprio questo. Di leggere la parola di Dio che si riferisce al mistero del Rosario, poi pregarlo e lasciare operare questa parola dentro di noi, dopo aver pregato la decina, e fare le cose meditando ancora con il cuore e con la mente a quello che si è pregato. Cioè, rimanere in contatto con il Signore, sempre. Non perché si sta facendo qualcosa di diverso bisogna dimenticarlo. Ecco, questo “Gesù, confido in te!” vuol dire anche fare tutte le cose con Lui. Averlo come amico. E quindi la preghiera è un modo per parlare, per rimanere in comunione con lui. L’amore è il linguaggio di Dio! Dio è amore, e per rimanere in comunione con Lui dobbiamo rimanere nell’amore.


Alberto – Diciamo che questo tuo modo di comunicare, di testimoniare la preghiera, è anche in qualche modo un tuo criterio di discernimento. Perché sappiamo che noi ci troviamo dinnanzi a delle decisioni da prendere. A volte sono decisioni difficili. Ecco, volevo chiederti Claudia, qual è l’atteggiamento che tu adotti ogni volta che devi prendere una decisione? Quali sono i criteri di discernimento imprescindibili che ti permettono di dire questa è la scelta giusta per me?

Claudia – Mah, l’albero si vede dai frutti. Se poi la scelta è giusta lo si capisce anche vivendola quella scelta, vedendo appunto che frutti porta. Però normalmente cerco di leggere la Parola di Dio, ascoltare dentro il cuore cosa mi dice quella parola, e soprattutto consegno la mia scelta al Signore. E quindi cerco di non portare me stessa in quella scelta, ma di capire veramente se la volontà del Signore, e consegnargliela.


Alberto – poi c’è un rapporto particolare – l’abbiamo già accennato – con Maria, con il Rosario, con questa “dolce catena che ci rannoda a Dio”. Quanto è importante Maria nella tua vita di donna, di cristiana, di testimone e di artista?

Claudia – Maria è la figlia prediletta del Padre, di Dio Padre, e allora è alla sua scuola che impariamo a essere figli, figli nel Figlio, figli del Padre e figli di Dio! Il signore ama l’umiltà, ama la semplicità, la docilità al suo Santo Spirito. Quindi Maria ci insegna! Ecco, la scuola migliore è proprio quella del Rosario. Questa fedeltà al Rosario quotidiana, dove Lei opera. Opera. Ed è potente la sua intercessione con il Figlio. E quindi a volte, quando sento la mia fragilità, mi appello alla Mamma, perché so che Lei mi sostiene nelle mie debolezze e nelle mie fragilità, e sa come porgere la preghiera al Figlio. Sa come chiedere al Figlio. Ecco, San Giovanni della Croce mi ha insegnato un modo di pregare legato proprio a Maria. Maria, nelle nozze di Cana non chiede niente al figlio, ma presenta il problema, e dice al Figlio: «Non hanno più vino…». Questo credo sia il modo migliore per amare il Signore e chiedere. Cioè presentare il problema, ma lasciare libero il Signore di compiere la sua volontà. È il modo più bello, perché altrimenti mettiamo i paletti. Chiediamo secondo il nostro punto di vista, e invece bisogna lasciare libero, perché l’amore ha bisogno di libertà. e soprattutto è anche un modo molto umile, perché noi non possiamo capire veramente fino in fondo il senso della situazione che abbiamo davanti. E quindi glie la consegnamo al Signore. Ecco, questo è il modo con il quale cerco di rapportarmi al Signore, consegnando tutto a Lui: le gioie, i dolori, le sofferenze e anche le mie fragilità, le mie preoccupazioni, le mie incapacità di gestire delle situazioni. Ecco, questo riportare tutto a Lui… perché tutto gli appartiene. E confidare nella sua grazia, che tutto trasforma, tutto illumina, tutto rende bello. Perché il Signore è Bellezza, e trasforma tutte le cose! Anche la sofferenza Lui la sa rendere bella.
Ecco, ho raccontato un episodio di un mio caro amico che conosco da un po’ di anni ormai. Lotta con l’Aids da 17 anni. Si chiama Ciro, e pochi giorni fa siamo entrati nel santuario della Divina Misericordia con una amica, e lui ci ha prese sotto il braccio e ci ha detto ridendo: «Non so perché, ma il Signore vuole che anche quando soffriamo siamo contenti». Ecco, in questa affermazione, che poi l’ha detta in una maniera che ci ha aperto il cuore e ci ha fatto ridere di cuore, c’è un piccolo segreto: cioè questa “perfetta letizia” di San Francesco. La fiducia completa in Dio che è amore e che vuole il nostro bene, e saprà trasformare tutto in un bene più grande. E allora con questa serenità dobbiamo affrontare la vita e consegnare tutto a Lui. Lui sa di che cosa abbiamo bisogno!

Alberto – Ci hai rivelato quindi, Claudia, che i cristiani, i credenti, sono in qualche modo nella situazione in cui si trovano – qualunque sia questa situazione – i testimoni, possiamo dire, i cantori della gioia e la esprimono nella loro vita. Ci sono molti cristiani musoni, tristi, col volto smunto, tristi, depressi, lamentosi. Tu sei riuscita a fare una diagnosi, a capire il perché di questo corto circuito spirituale?

Claudia – Abbiamo bisogno tutti di essere sempre guariti e sanati dal Signore. Abbiamo tante ferite nel cuore, e quindi queste dobbiamo consegnare al Signore, e chiedere. In questo caso chiedere proprio di accogliere la volontà di Dio con gioia. Ecco, ‘è un’altra preghiera che mi hanno insegnato, che è molto bella: «Maria, Madre del Buon Consiglio, insegnami ad accogliere con gioia la volontà del Figlio tuo!». Questo dobbiamo chiedere al Signore.

Alberto – Molti letterati, scrittori, poeti, santi, hanno dedicato delle poesie, delle preghiere bellissime. Qual è la preghiera a Maria della letteratura, della patristica, che ti colpisce maggiormente? Magari ti viene in mente qualche strofa…

Claudia – Allora, c’è una preghiera di Dante che è un inno a Maria, che spesso si recita…

Alberto – Maria, figlia del tuo Figlio… Bellissimo!

Claudia – Posso leggervi qualche strofa?

Vergine Madre, figlia del tuo Figlio,
umile e alta più che creatura,
termine fisso d’eterno consiglio.
Tu sei colei che l’umana natura
nobilitasti si, che il suo Fattore
non disdegnò di farsi sua fattura.
Nel ventre tuo si raccese l’amore
per lo cui caldo, nell’eterna pace,
così è germinato questo fiore.
Qui sei a noi meridiana face
di caritate, e giuso intra i mortali,
sei di speranza fontana vivace.
Donna, sei tanto grande e tanto vali,
che qual vuol grazia e a te non ricorre, sua disianza vuol volar sanz’ali!
La tua benignità non pur soccorre
a chi domanda ma molte fiate
liberamente al dimandar precorre.
In te misericordia, in te pietate,
in te magnificenza, in te s’aduna
quantunque in creatura è di bontate.



Alberto – Straordinaria! Ogni volta che si riascoltano queste parole, questa preghiera, ci sentiamo trafiggere il cuore. Credo che sia veramente una sintesi straordinaria di quello che è il tuo essere credenti oggi e anche la tua vita artistica, perché il modo con cui pronunzi queste parole, il modo in cui ti addentri, si sente proprio che c’è questo donare te stessa a Colui che ci ha donato la vita e anche i talenti che tu hai, e sono molti. Ma tra questi, appunto, c’è questo della comunicazione di questa Bellezza, di questa Bellezza nascosta. E mi viene in mente questa frase di Benedetto XVI che, rivolgendosi ai cristiani in una veglia di Pentecoste – la prima veglia di Pentecoste da Pontefice - «La bellezza di essere cristiani e la voglia di comunicarlo». Ecco, la comunicazione è un aspetto fondamentale, importantissimo, perché il cristiano non è colui che sta in una grotta, in un eremo, chiuso dentro casa come una monade, ma è colui che deve annunciare e testimoniare. Ma c’è anche un’esortazione apostolica di Giovanni Paolo II, la Christi fidelis laici, ai cristiani laici appunto, che dice che tutti siamo chiamati a evangelizzare sulle strade del mondo attraverso i vari mezzi, che sono il cinema, la televisione, il teatro… Ecco, come senti questa esortazione nella tua vita? Quali sono le iniziative che hai già intrapreso in questa direzione e quelle che magari hai già in progetto? Sentivo dire che c’è in progetto uno spettacolo… sappiamo che tu non sei uscita dalle scene, ma sei un’artista, sei presente nel panorama artistico italiano.

Claudia – Mah, per quanto riguarda le testimonianze, l’evangelizzazione, la nostra fede dipende dalla predicazione. Quindi per me è una grande gioia e sento che il Signore mi arricchisce ogni volta che Lo testimonio. Non solo, è un’esperienza bella perché mi sostiene con il suo Spirito, con lo Spirito Santo. E quindi è come se fossi condotta dallo Spirito Santo, e non mi basta mai. E di conseguenza non mi fermo a testimoniarlo, perché ne sono innamorata dello Spirito Santo! Della sua dolcezza, della sua leggerezza. E sento che nello stesso tempo il Signore benefica anche quelli che ascoltano la testimonianza, e sono rafforzati nella fede. Del Resto il Signore ci ha lasciato questo mandato di testimoniarlo: «Andate in tutto il mondo…» Fino ai confini della terra! E sento anche che mi conduce Lui. In queste testimonianze mi conduce per mano. E d’altra parte, quando si incontra Dio è una tale forza dentro, che non si può tacere! È qualcosa che ti porta a dirlo a tutti. Perché prima ero nelle tenebre, oggi sono nella luce e so che esiste Dio, che ci aiuta, che è grande nell’amore, che ci sostiene nella sofferenza, che anzi nei momenti della sofferenza dobbiamo stringerci a Lui, perché Lui combatte per noi il male! E questo non lo posso tacere, perché l’ho sperimentato e lo continuo a sperimentare, e questo può aiutare altre persone. È un dono troppo grande, che non si può tenere per se. Perché, vedete, il Signore è un fuoco che brucia e ti porta con sé e ti conduce perché questo amore passi anche agli altri e venga riversato negli altri. E quando tu lo riversi agli altri, Lui te ne dona ancora. E quindi è entrare nel dinamismo dell’Amore trinitario. È veramente: «Amerai il Signore, tuo Dio, con tutte le tue forze, con tutta la tua mente, con tutta la tua anima. E amerai il prossimo tuo come te stesso».
Così ha fatto il Signore con me. Io all’inizio non sapevo amarmi. Il Signore mi ha aiutato perdonandomi quando non ero in grazia e quindi non frequentavo la Chiesa, non ero una buona cristiana. E quindi nel momento di massima debolezza Lui si è chinato su di me e mi ha aiutata perdonandomi, e quindi in me è sgorgata una grande gioia, gratitudine per Lui, perché era come se mi ridesse una nuova vita, salvandomi. Ma questa gratitudine si è trasformata in amore man mano che lo conoscevo. E il Signore mi nutriva del suo amore, di sé. Attraverso poi i Sacramenti. Attraverso l’Eucaristia principalmente. E guidandomi con la Sua Parola in questo cambiamento di vita, in questa conversione, che non è altro che desiderare di essere sempre più immagine e somiglianza di Dio. Lasciare sempre più vivere Cristo in noi proprio attraverso l’Eucaristia. Questo Corpo del Signore che entra dentro di noi e ci trasforma.
E poi pian piano ho cominciato a vederlo, a riconoscerlo. Gesù crocifisso, Gesù sofferente, nelle persone che soffrono. Ho cominciato quindi a amarlo concretamente con carezze, sorrisi, consolazione, negli altri. Poi pian piano ancora il Signore a mostrarmi che mi amava così com’ero. E mi ha insegnato ad amarmi. E così come mi ha insegnato ad accettarmi come sono, mi ha portato a guardare gli altri e ad amarli anche nelle loro debolezze. E quindi ha fatto – e sta ancora compiendo – un’opera di trasformazione del cuore. Il segreto è non sentirsi migliori degli altri, e quindi avere un atteggiamento sempre di umiltà e mai di sentirci, appunto, superiori agli altri. Questo bloccherebbe completamente il passaggio della grazia, e soprattutto impedisce poi che il Signore regni in mezzo a noi.

Alberto – Preghiera, testimonianza, annuncio, ma anche opere…

Claudia – Misericordia e fiducia in Dio e quindi diffondiamo anche “Gesù, confido in te”.

Alberto – Questo lo avevi accennato anche poco fa quando hai rivelato quasi il segreto di cosa muove tutto questo, questa spinta, questo slancio, questa necessità e il dovere di essere presenti dove c’è bisogno. E il segreto è appunto questo incontro con la divina Misericordia, questa rivelazione di Suor Faustina Kowalska, che è una delle priorità della tua vita di testimone e di cristiana. E sappiamo quanto tu cerchi di essere presente con questa realtà e di non sottrarti mai alla testimonianza della divina Misericordia. Com’è nato questo incontro con la sua spiritualità e questo messaggio: “Gesù, confido in te”? Sappiamo che reciti la coroncina della Divina Misericordia tutti i pomeriggi alle 15. Ecco, quale è il segreto e perché c’è questa urgenza? È qualcosa di imperioso questo messaggio della Divina Misericordia? Qual è stata la cosa che ti ha convinto maggiormente?

Claudia – Mah, il mio incontro con il Signore accaduto in un momento in cui non ero in grazia, ero in peccato mortale. Quindi io ho sperimentato la misericordia di Dio. C’è un Amore che è più grande del nostro peccato e che si china sulla nostra debolezza per rialzarci. Quindi mi sono sentita perdonata dal Signore proprio perché si è chinato in un momento in cui gridavo e chiedevo aiuto. E il Signore è intervenuto.
Racconto l’episodio non perché mi piace esibire ciò che è accaduto ma perché è strettamente poi legato alla coroncina della Divina Misericordia. Ecco, il messaggio della Divina Misericordia io l’ho incontrato in un secondo momento dopo che avevo cominciato a camminare con il Signore. Avevo incontrato anche San Giovanni della Croce, Santa Teresina di Lisieux, che avevano cominciato a parlarmi del Signore. Santa Teresina soprattutto ha cominciato ad annunciare l’Amore Misericordioso. Quindi Santa Faustina con il suo diario è arrivata in un secondo momento, ma mi ha spiegato veramente molte cose da lei vissute con il Signore. La cosa che vi posso dire e che concretamente può avere un senso per voi, è la coroncina della Divina Misericordia. Quando io ho incontrato il Signore, la prima volta è accaduto nella mia stanza. Mi sono trovata da sola e attaccata da uno spirito del male, il quale mi ha proprio provocata dicendomi, ordinandomi… mentre il Signore è così educato e dolce, il male invece è autoritario. Comanda e schiaccia sempre. Cerca di dominare. Ecco, questo spirito mi ordinò di odiare. E in quel momento io sentii proprio di non appartenere a questa cosa, perché in tutta la mia vita, anche sbagliando, ho sempre desiderato amare e sentirmi amata. Quindi ho sentito in quel momento di rispondere, nonostante i miei molti peccati, come un fanciullo, semplicemente: “Io sono fatta per amare”. Non posso dimenticare questa mia risposta, perché mi ha parlato di Dio. Mi ha parlato dell’impronta di Dio che c’è dentro di me. Perché io ho capito di essere stata creata a immagine e somiglianza di Dio, in quel momento, quando ho sentito di non appartenere al male, ma anzi di sentirne repulsione.

E la mia risposta è stata pulita, semplice, diretta. E anche questo mi ha parlato di Dio, pur con i miei molti peccati. Quando ho risposto così, questa entità si è arrabbiata e mi ha detto che era la morte, e che voleva uccidermi. E ha cominciato a stritolarmi con delle spire, dal basso. Fisicamente sentivo dolore. Quindi ho cominciato a spaventarmi, perché ho capito la mia debolezza in quel momento. Il Signore mi ha fatto sperimentare attraverso questo episodio la mia povertà spirituale. Perché avevo tutto, e quindi non mi mancava denaro, anche i riconoscimenti da parte del mondo, ma quelli non mi potevano salvare in quel momento. E quindi mi ha fatto sperimentare la mia povertà e mi ha fatto capire che solo lui salva. Solo lui è la vita che vince la morte! E allora, in quel momento, mi sono rivolta a Dio, ho cominciato a pregare il Padre nostro tenendo fra le mani un crocifisso, perché da bambina ero andata a vedere un film, “L’esorcista”, e quindi sapevo della potenza di Cristo, della potenza della croce. Io non ne avevo a casa di crocifissi, quello mi era stato regalato da un collega qualche giorno prima. Quindi pensate, il Signore aveva preparato la strada per la mia salvezza. E con questa croce in mano ho cominciato a camminare su e giù per la stanza per impedire a questa spira di continuare a salire. Quindi era un mio modo di combattere fisicamente e spiritualmente. Ero completamente rivolta a Dio. E quando il mio grido è diventato proprio un grido del cuore, la mia preghiera è diventata un grido, il Signore è intervenuto. Improvvisamente tutto era finito. Ho sentito solo una grande pace che scendeva dentro di me. E io cercavo Dio in cielo guardando dalla finestra, guardandomi intorno, ma noi il Signore non lo possiamo vedere, ma dai segni noi riconosciamo la sua presenza. Quindi questa pace profonda mi ha portato poi a ritornare in Chiesa, a confessarmi, a nutrirmi del Signore, dell’Eucaristia.

Ma perché mi sono soffermata nel dettaglio su questa scena? Perché, che cos’è la coroncina della Divina Misericordia? Preghiamo il Padre, chiediamo misericordia al Padre per i meriti della passione e morte di Cristo. Ed è esattamente quello che ho vissuto nella mia stanza. Il Padre mi ha dato, mi ha concesso la misericordia e mi ha aiutato per un atto di misericordia. Quindi in quel momento io chiedevo misericordia al Padre per i meriti della passione e morte di Cristo. Io tenevo in mano un crocifisso, quindi Gesù intercedeva per me. Ecco perché diffondo anche il messaggio della Divina Misericordia e questa preghiera, perché ne ho sperimentato la potenza. La potenza della croce di Cristo, la potenza dell’intercessione di Cristo con il Padre. Perché Gesù ha pagato per i miei peccati e per i peccati di tutti quanti. Per le sue piaghe noi siamo stati guariti!


Alberto – Ecco, ti ringraziamo, Claudia, per ciò che hai detto. Vuoi leggere qualcosa del diario di suor Faustina?

Claudia – Sono le litanie attraverso le quali poi il direttore spirituale di Santa Faustina compose le litanie alla Divina Misericordia. «L’amore di Dio è il fiore e la misericordia è il frutto. L’anima dubbiosa legga queste considerazioni sulla misericordia e diventi fiduciosa.
Misericordia di Dio che scaturisci dal seno del Padre, confido in te.
Misericordia di Dio, massimo attributo della Divinità, confido in te.
Misericordia di Dio, mistero inconcepibile, confido in te.
Misericordia di Dio, sorgente che scaturisce dal mistero della Santissima Trinità, confido in te.
Misericordia di Dio che nessuna mente umana né angelica può comprendere, confido in te.
Misericordia di dio da cui scaturisce ogni vita e felicità, confido in te.
Misericordia di Dio, al di sopra dei cieli.
Misericordia di Dio, sorgente di miracoli e di eventi eccezionali.
Misericordia di Dio che abbracci tutto l’universo.
Misericordia di Dio venuta nel mondo nella persona del Verbo incarnato.
Misericordia di Dio che sei sgorgata dalla ferita aperta del cuore di Gesù.
Misericordia di Dio rinchiusa nel cuore di Gesù per noi e specialmente per i peccatori.
Misericordia di Dio imperscrutabile nell’istituzione della Santa Eucaristia.
Misericordia di Dio nell’istituzione della Santa Chiesa.
Misericordia di Dio nel sacramento del Santo Battesimo.
Misericordia di Dio nella nostra giustificazione per mezzo di Gesù Cristo.
Misericordia di Dio che ci accompagni per tutta la vita.
Misericordia di Dio che ci abbracci specialmente nell’ora della morte.
Misericordia di Dio che ci doni la vita immortale.
Misericordia di Dio che ci segui in ogni momento della vita.
Misericordia di Dio che ci difendi dal fuoco dell’inferno.
Misericordia di Dio che converti i peccatori induriti.
Misericordia di Dio, meraviglia per gli angeli, incomprensibile ai santi.
Misericordia di Dio insondabile in tutti i misteri di Dio.
Misericordia di Dio che ci sollevi da ogni miseria.
Misericordia di Dio, sorgente della nostra felicità e della nostra gioia.
Misericordia di Dio che ci hai chiamati dal nulla all’esistenza.
Misericordia di Dio che abbracci tutte le opere delle sue mani.
Misericordia di Dio che coroni tutto ciò che esiste ed esisterà.
Misericordia di Dio in cui tutti siamo immersi.
Misericordia di Dio, dolce sollievo dei cuori affranti.
Misericordia di Dio, unica speranza delle anime disperate.
Misericordia di Dio, riposo dei cuori e serenità in mezzo alla paura.
Misericordia di Dio, delizia ed estasi delle anime sante.
Misericordia di Dio che infondi speranza contro ogni speranza


Alberto – Bellissimo questo meraviglioso inno alla misericordia! Speriamo veramente che possa contagiare i tanti, tantissimi, amici in ascolto. Ma soprattutto per contrastare questa ondata di fango nero che ci invade attraverso i mezzi di comunicazione. Soprattutto la televisione. Karl Popper già diceva profeticamente che la televisione è cattiva maestra. E anche Pasolini in un modo pronunciato ci aveva avvisati sul pericolo della televisione. Appunto, come questi cattivi maestri, di questi profeti di sventure. Anche la Madonna a Medjugorje ha detto in più occasioni, non ricordo esattamente quali, di “Spegnere la televisione”.

Claudia – Io personalmente non la guardo la Tv, perché non ho tempo. Però so che quando mi è data la possibilità di testimoniare in televisione, molte persone sono beneficate. E questo perché è il Signore che opera, non sicuramente la mia piccola e povera persona. E quindi penso che dovrebbe dare più spazio – la televisione – ad argomenti alti, ad avere coraggio, a interrogare l’uomo, a parlare di Dio. Invece c’è una sottile censura nei confronti soprattutto di quello che riguarda Gesù. C’è una sottile censura… Non è dato spesso di parlare di Dio in televisione. E credo che gli dovrebbero dare più spazio.

Alberto – Soprattutto anche il modo di trattare la donna. Sappiamo come la donna è stata profanata, oltraggiata in televisione. Veline e quant’altro. Dinnanzi a questa desacralizzazione della figura della donna, della femminilità, tu hai una proposta, che poi è una tua diretta testimonianza di vivere la femminilità, una femminilità vissuta in un modo diverso, nuovo. Ecco, ci puoi dire come si può vivere questa femminilità in un modo puro, bello?

Claudia – Eh, bisogna fare un cammino con il Signore! Poi lui guarisce le ferite del corpo e dell’anima e pacifica anche molte nostre contraddizioni. Personalmente Maria mi ha accompagnato in questa trasformazione dove è fondamentale capire che si è tempio di Dio. E quindi il corpo va rispettato. C’è una dignità che va al di là di quello che noi immaginiamo, perché Gesù ha dato la sua vita per la nostra salvezza. E quindi siamo preziosi agli occhi di Dio, e siamo importanti. E quindi non possiamo disprezzarci e disprezzare li altri. Ma questo è un cammino. È un cammino profondo che bisogna fare con il Signore, anche per recuperare un rapporto con noi stessi, con la nostra interiorità. E quindi di conseguenza anche guardare gli altri con altri occhi. Io ho una femminilità pacificata, meno aggressiva. Capisco che non è dominando che si entra nel cuore dell’altro, ma è amando. E l’amore è qualcosa di misterioso, ma anche semplice.

Alberto – Claudia, siamo verso la fine della nostra conversazione e… c’è un altro segreto, diciamo, che… già lo abbiamo rivelato, la preghiera, la testimonianza, ma è di avere questa familiarità, questa assiduità con la Sacra Scrittura. Perché forse chi ci ascolta, ma anche tra i cristiani c’è poca familiarità con la Bibbia e con i Vangeli. Invece so che per te è un nutrimento costante e quindi anche fecondo, perché si vede proprio dal modo che tu hai di esprimerti, addirittura di percepire, di concepire il tempo, diciamo, in modo diverso. Perché la Sacra Scrittura ci fa in qualche modo entrare in una dimensione diversa e travolge quell’ansia, quegli appetiti smodati che ci impediscono di comprendere e di fare pieno discernimento. Ecco,, se volevi dire qualcosa sul tuo rapporto con la Sacra Scrittura per comunicare questa bellezza, appunto, di recuperare, di ricominciare dai Vangeli, dalle Scritture.

Claudia – Mah, mi fa ritornare coi piedi per terra, la Scrittura. Perché quando ti fermi a leggere ricuperi anche il rapporto con te stesso. E quindi anche quando vedi cose troppo negative, ecco, si dissipano le tenebre leggendo la Sacra Scrittura. Soprattutto la passione di Cristo. Mi è capitato, per esempio, in un viaggio, in uno di questi miei spostamenti in aereo, di sentirmi stanca, affaticata, magari anche nello spirito. E proprio in aereo ho letto la passione di Cristo. Mi sono soffermata sulla sofferenza di Cristo, e quando sono scesa, sono rinata. Avevo una forza, una luce e appunto un sorriso, una apertura che prima non avevo. Quindi capisco che la Parola di Dio è viva, è penetrante e opera. Bisogna solo trovare il tempo per lasciarla agire, operare, per lasciarla parlare al nostro cuore.
Alberto. Se vogliamo comunicare a chi ci ascolta la bellezza di questo approccio, soprattutto leggendo… Ecco, ti propongo di leggere un brano a tuo piacimento, proprio per comunicare questo godimento nel sostare, nel fermarsi su questa lettura. Ecco, dal Cantico dei Cantici di Salomone: «Mi baci con i baci della sua bocca! Si, le tue tenerezze sono più dolci del vino. Per la fragranza, sono inebrianti i tuoi profumi, profumo olezzante è il tuo nome, per questo le giovinette ti amano. Attirami dietro a te, corriamo! Mi introduca il re nelle sue stanze; gioiremo e ci rallegreremo per te, ricorderemo le tue tenerezze più del vino. A ragione ti amano!» (Cantico dei cantici, cap. 1)

Alberto – Benissimo! Grazie Claudia per questa tua disponibilità, per questa tua testimonianza, per questo impegno, e soprattutto per questo godimento spirituale che ci hai regalato con questo approccio bello, intenso, con questa bella interiorizzazione della parola di Dio, con la preghiera e i sacramenti. Ecco, soprattutto per questo modo nuovo che tu hai trovato di declinare la tua professione, attraverso la Parola di Dio e la testimonianza a questo Amore Misericordioso che ti ha conquistata e ti ha trafitto il cuore. E tu ti sei aperta con cuore grande, con cuore generoso. Desidero quindi salutarti con le parole di papa Giovanni Paolo II, presto beato, che sappiamo ti è molto caro e che lo preghi molto. Ecco, proprio per la tua attività professionale e per continuare questa testimonianza così bella, così profonda, così benefica.
È la bellezza che salva! Ecco, siamo alle soglie del terzo millennio e Giovanni Paolo II la scrisse appunto nel 1999. questa lettera, della quale abbiamo letto un brano all’inizio: «Auguro a tutti voi, artisti carissimi, di essere raggiunti da queste ispirazioni creative con intensità particolare. La bellezza che trasmettete alle generazioni di domani sia tale da destare in esse lo stupore di fronte alla sacralità della vita e dell’essere umano. Di fronte alle meraviglie dell’universo l’unico atteggiamento adeguato è quello dello stupore».
Con queste parole, Claudia, voglio salutarti, ti ringrazio e saluto i nostri amici in ascolto.

Claudia – Che il Signore vi colmi del suo amore!... Gesù, confido in te!

Alberto – Ecco, era Claudia Koll. Cari amici in ascolto Alberto di Giglio vi saluta.