MaM
Messaggio del 13 marzo 2010:Cari Figli, anche oggi vi voglio invitare al perdono. Perdonate , figli miei! Perdonate gli altri, perdonate voi stessi. Cari Figli, questo è il tempo della Grazia. Pregate per tutti i miei figli che stanno lontano da Mio Figlio Gesù, pregate che tornino. La Madre prega con voi , la Madre intercede per voi. Grazie che anche oggi avete accolto i miei messaggi.

Intervista dell'8 settembre 2007 con il nuovo parroco di Medjugorje

26/08/2010    1763     Testimonianze su Medjugorje    Padre Petar Slavic  Testimonianze 
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Padre Petar, quest'anno lei è stato nominato nuovo parroco di Medjugorje. Ci può dire qualcosa della sua vita e della sua opera fino a questo momento?
Sono nativo della parrocchia di Gorica-Sovici, comunità di Grude. Sono stato ordinato sacerdote nel 1966 a Sarajevo.

Ho completato il primo ciclo di studi nella mia città natale, Sobici, poi sono andato a Zagabria, dove ho frequentato le scuole superiori che ho concluso con la maturità nel 1959. Dopo la scuola elementare sono entrato in seminario a Sinj e a Zagabria. Nel frattempo ho prestato servizio nell'esercito per 23 mesi, a Belgrado e a Novi Sad. Dopo la maturità ho studiato per un anno alla facoltà di teologia di Lubiana. Poi mi sono trasferito a Sarajevo e lì ho studiato teologia fino al 1966. Nel 1966 sono stato ordinato sacerdote quale membro della Provincia Francescana dell'Erzegovina. Poi ho iniziato il mio servizio sacerdotale: sono stato parroco e padre guardiano in diverse località. Nel 1981 ho ricevuto la parrocchia di Blagaj nell'est dell'Erzegovina. Lì sono rimasto come parroco fino al 1999. Poi chiesi al Provinciale di esonerarmi dal servizio di parroco. In seguito venni a Medjugorje, anche se non era una cosa che desiderassi molto poiché sapevo che qui c'è moltissimo lavoro e che non sarebbe stato facile per me, che ne avevo già passate tante e avevo tanti anni di servizio. Inoltre quelli che operano qui devono parlare almeno una o due lingue straniere per poter comunicare più facilmente con i pellegrini. Ma dopo aver ascoltato le parole di Padre Tomislav Pervan, acconsentii ugualmente e venni qui nel 1999. Ormai sono qui da quasi otto anni. Dopo otto anni sono stato eletto parroco dal nostro capitolo di Mostar, con la convalida anche del Vescovo.

Durante questi otto anni ha potuto vedere ciò che accade a Medjugorje, dove tanti pellegrini vengono nella speranza di trovare la pace. Adesso lei è pur sempre il parroco e per prima cosa tutti cercheranno lei.
La parrocchia di Medjugorje, di cui sono a capo, è un dono speciale di Dio e di Maria. Questa parrocchia non può essere paragonata a nessun'altra. Medjugorje è la parrocchia di tutto il mondo perché qui si radunano pellegrini di tutto il mondo.

Vorrei spiegarmi meglio: vede, proprio oggi ne siamo testimoni, oggi che è il compleanno della nostra Madre celeste, la Santa Vergine Maria. Basta guardare il Krizevac, la Collina delle Apparizioni e in chiesa. Quanti fedeli c'erano alla Messa delle 11! I pellegrini vengono da tutte le parti del mondo. Per poter capire ancora meglio che cosa rappresenta Medjugorje, basta pensare alla festa della gioventù di quest'anno. Dalle statistiche ufficiali sappiamo che c'erano giovani di 53 Paesi, circa 50.000 ragazzi. Oggi questo è per noi un dato molto importante. Qui non offriamo delle superstar, dei cantanti o degli attori... Qui offriamo Dio, il Paradiso, la Madonna, la preghiera, il digiuno, la penitenza e la confessione. Non facciamo neanche una grande pubblicità. I giovani lo sanno, sono bene informati su questo raduno. Mi stupisco che questi ragazzi, che vengono da una vita del tutto normale, siano pronti a restare qui per tutto il giorno, nella piazza davanti alla chiesa parrocchiale, dalle 9 del mattino fino a tarda sera.

Il canto, la preghiera, la confessione, le conferenze, sono la loro gioia, la loro felicità. Penso che non trovano queste cose nel mondo, soprattutto la confessione. I nostri confessionali sono affollatissimi tutto il giorno. Spesso si sente dire che nel mondo occidentale non ci si confessa più tanto. Qui avviene proprio il contrario. Il mondo occidentale viene da noi a Medjugorje e si confessa. Questo è un miracolo.

Noi padri confessori spesso ci sorprendiamo quando qualcuno viene a dirci di non essersi accostato alla confessione ormai da 15 o 20 anni. Sicuramente, quando qualcuno dice così, non è di poca importanza il fatto che questa persona sia venuta proprio a Medjugorje per riconciliarsi con Dio, con la sua famiglia, con la Chiesa e con il prossimo. Questo è un dono di grazia che non si può comprare. Questo è semplicemente l'amore di Dio. La nostra Madre celeste qui ci invita proprio a ciò che Dio ci ha già rivelato nel Vangelo. Il Suo richiamo e il Suo messaggio sono l'essenza del Vangelo. Perché siamo un pensiero per la nostra Madre? Ci comportiamo continuamente come bambini e diciamo: mamma, mamma! Domandiamo e cerchiamo la mamma. E la nostra mamma buona, vera e giusta, ci sente e ci ascolta. Non ci lascia soli poiché sa che per mezzo Suo arriveremo più facilmente a Suo Figlio: "per Mariam ad Jesum". Per mezzo di Maria si arriva più facilmente a Suo Figlio e questo significa che per mezzo di Maria si arriva a Dio. Una madre giusta non abbandona i suoi figli ma dà sé stessa, la propria vita, affinché suo figlio possa sopravvivere.

Anche oggi, nel giorno del compleanno della nostra Madre celeste, mi rallegro che siate venuti qui da noi e ci abbiate fatto visita affinché possiamo festeggiare qui, tutti insieme, il Suo compleanno con la preghiera, il dialogo, il digiuno e il sacrificio. Per tutto quello che facciamo qui abbiamo bisogno della grazia e dell'amore di Dio. Infatti, senza amore non c'è vita e il nostro Dio, in cui crediamo, che onoriamo, che ringraziamo per tutto ciò che ci ha donato, è amore.

Questa sera qui ci saranno molti sacerdoti e durante la notte giungeranno i pellegrini a piedi dalle zone circostanti. Domani tutti i pellegrini saliranno sul Krizevac. Il Krizevac ha qui un ruolo molto importante. Il Krizevac attira gli uomini come una calamita. Mi stupisco quando vedo uomini e donne anziane salire sul Krizevac col bastone in mano e mi meraviglio di questa fede che li spinge ad andare avanti. Non c'è differenza tra loro e i giovani. Tutto questo è un'unica grazia ed è Dio che dà questa forza.

Padre Petar, si vede che lei irradia pace e amore. L'hanno visto certamente anche i suoi confratelli. Spero che dimostrerà anche al Vescovo che c'è una sola strada, e cioè la strada dell'amore.
Vede, come sacerdote, come membro di un Ordine, ho passato tutta la vita nella comunità religiosa. Sono stato educato a rispettare la gerarchia della Chiesa, la gerarchia della mia comunità francescana. Lo considero qualcosa di normale, poiché senza gerarchia una comunità non può funzionare. Gesù ha fondato la Chiesa ed a capo vi ha posto il Santo Padre, il Papa, come guida visibile, insieme allo Spirito invisibile, affinché guidino la Sua comunità. La Chiesa di Cristo vive sempre, è una comunità viva. lo, come membro di questa comunità, posso morire e sparire, ma la Chiesa non svanirà. Lo stesso avviene nella famiglia. La famiglia migliore è quella che ascolta il padre. I padri non devono essere dei filosofi o degli scienziati; ma se i figli rispettano il padre e la madre, e se a loro volta, i genitori rispettano i figli, allora si ha una famiglia ideale. Lo stesso è anche nella nostra Chiesa. Durante tutta la mia vita monastica e sacerdotale ho rispettato la gerarchia, quella della Chiesa così come quella dell'Ordine. Quindi rispetto anche il nostro Padre Vescovo e credo che tutto si possa risolvere in pace per mezzo dell'amore, poiché la stima e l'amore sono le cose più importanti affinché oggigiorno una famiglia e una grande comunità possano reggersi.

Fonte: Medjugorje Un invito alla preghiera – Maria Regina della Pace n. 74