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Messaggio del 10 ottobre 1981:«La fede non può essere viva senza la preghiera. Pregate di più».

Piangerei per questa gioia

30/05/2013    1946     Testimonianze su Medjugorje    Australia  Testimonianze 
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Ružica Polic vive a Sydney in Australia e si trova in Croazia per un breve periodo di vacanza. Ella si è recata in Autralia a 13 anni con i genitori, i fratelli e le sorelle. E’ sposata ed ha tre figlie. Ora lavora con gli ammalati, gli anziani e gli infermi. E’ stata anche a Medjugorje insieme al marito. Abbiamo conversato con lei di Medjugorje, ma anche della vita dei Croati in Australia. Fa parte di due gruppi di preghiera che ascoltano volentieri Radio “Mir” Medjugorje e leggono molto su Medjugorje. “Penso che i Croati trasmettano abbastanza i messaggi di Medjugorje tra gli Australiani. Questa è la terza volta che mi trovo a passare per Medjugorje. Le prime due volte sono venuta per curiosità. Questa volta sono venuta come pellegrina ed ho sperimentato la pace, ho avvertito l’amore di Dio. Spero di portare con me una parte di ciò che ho vissuto e di portare Medjugorje anche agli altri. Mi meraviglio quando vedo soprattutto gli uomini inginocchiarsi e pregare il Rosario.

Mi vengono le lacrime agli occhi, perché ciò non si vede spesso” – ci ha detto Ružica che ci ha anche raccontato un interessante aneddoto riguardante la conversione di un giovane, il suo ritorno sulla retta strada della fede, il tutto legato ancora una volta a Medjugorje. “Quel giovane si chiama Denis. Egli ha dato la sua testimonianza davanti a migliaia di persone ed io ho parlato con lui in seguito. La vita che conduceva a Melbourne era quella di un criminale. Venne arrestato a Sidney e processato in quella città. Mentre attendeva il processo in prigione, ricevette da un laico un libro su Medjugorje in cui si parlava delle apparizioni e che conteneva alcune preghiere. Egli cominciò a leggere il libro e, durante la lettura, iniziò a piangere. Quella notte non riuscì a dormire, riconobbe i propri peccati ed il genere di vita che conduceva. Quando gli altri detenuti lo videro, notarono che gli era successo qualcosa, un qualche cambiamento insolito. Quello stesso giorno sorse un problema tra i detenuti per cui di solito egli veniva alle mani, tuttavia quella volta non reagì a quella situazione e tutti lo guardarono con sorpresa.

Un altro giorno un detenuto lo picchiò e sanguinava tutto, ma egli non ha assolutamente reagito. Lui stesso comprese di aver cominciato a cambiare, cominciò a pregare e coinvolgeva gli altri detenuti nella preghiera. Anche se la maggioranza di loro non erano cattolici, lui fondò un gruppo di preghiera. Pregava con loro e per loro. In precedenza aveva perso ogni contatto con la sua famiglia, pur avendo una moglie e due figli. Fino ad allora non aveva visto il suo secondo figlio neppure una volta. Cominciò a scrivere alla moglie e ristabilì con lei un primo contatto. Giunse poi il giorno del processo. Mentre pregava diceva a se stesso che avrebbe detto soltanto la verità, anche se l’avvocato cercava di distoglierlo da ciò.

Quando giunse il giorno del processo, egli disse la verità, compreso ciò per cui non era stato accusato e che non era noto al giudice delle sue azioni criminose. Questa fu una sorpresa. Egli disse la verità sulla sua vita e sulla sua conversione. Ne seguì una ulteriore sorpresa: il giudice lo rimise in libertà ed egli tornò a casa. Si è riconciliato con la moglie e con i genitori ed oggi vive una vita stupenda con la moglie ed i figli. Converte gli altri e mostra loro dove li conduce una vita impura. Raduna i giovani e li istruisce. Opera in particolare con i detenuti e li aiuta (…). Lui stesso ha testimoniato tutto questo in Cattedrale. Osservavo le file di persone e di giornalisti che attendevano il suo discorso. Mi sembra che, sentendo il suo discorso e la sua testimonianza, abbiano pianto tutti di gioia. Anche il Vescovo ha pianto di gioia quando ha sentito come è cambiata la vita di Denis (…). Credo che questa testimonianza sia molto importante.

L’Australia è una terra ricca, ma è povera spiritualmente (…). Potete immaginare quanto sia difficile vivere la propria fede (…). Siamo molto poveri spiritualmente (…). Io credo che Medjugorje sia necessaria. Al momento Medjugorje ed i messaggi vengono vissuti. Tali messaggi ora si riferiscono alle nostre vite. Noi siamo la più fortunata generazione di Croati, perché viviamo in un tempo in cui la Madonna ci invia i suoi messaggi. Io piangerei per questa gioia!” – ha testimoniato questa interessante pellegrina.

Fonte: www.medjugorje.hr