MaM
Messaggio del 9 febbraio 1984:«Pregate. Pregate. Molte persone hanno abbandonato Gesù per seguire altre religioni o sette religiose. Si fabbricano i loro dei e adorano i loro idoli. Come soffro per questo. Quanti miscredenti ci sono. Quando riuscirò a convertire anche loro? Potrò riuscirci soltanto se mi aiuterete con le vostre preghiere».

In colloquio con sr. Emmanuel:Il Pane vivo, centro della nostra vita

30/10/2006    1900     Testimonianze su Medjugorje    Medjugorje  Suor Emmanuel 
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Mi chiedevi che cosa desiderassi condividere questa volta con i lettori dell’Eco…

Pregandoci su, mi è venuto un pensiero che spero sia un’illuminazione di Dio. Da tanti anni la Vergine Maria ci invita a cose molto chiare, semplici e concrete. Il problema è che noi abbiamo un po’ la tendenza ad abituarci e a non prendere sul serio il fatto che, se la Madonna si sposta dal Cielo per venirci a parlare, deve esserci una ragione molto importante. Penso in particolare alla sua grande insistenza affinché mettiamo l’Eucaristia, e quindi Gesù vivo nel suo Corpo e nel suo Sangue, al centro della nostra vita. È molto chiaro il passo del Vangelo in cui si dice che Maria “serbava tutte queste cose nel suo cuore”. Che cosa erano tutte queste cose? Erano la contemplazione di Gesù vivo davanti ai suoi occhi ed anche dopo, quando non lo vide più fisicamente, il Figlio continuava a vivere nel cuore della Madre: continuava ad essere al centro delle sue idee, dei suoi pensieri, dei suoi sentimenti, della sua vita, delle sue reazioni, delle sue parole; era il centro, era il punto di impatto con il cielo. Noi invece siamo de-centrati.

Nella società attuale è difficile trovare il tempo per pregare quando si svolge un lavoro normale di otto ore al giorno (come in un’azienda), perché tutta la società è basata sul principio che Dio non esiste; semplicemente non è preso in considerazione. Tutto è organizzato senza Dio e quando lo si vuole raggiungere si è in difficoltà, perché abbiamo riempito il tempo con un gran numero di altre occupazioni, più o meno importanti. La s. Vergine è venuta ad offrirci una controcultura. O meglio, a donarci la vera cultura - quella dell’amore - per invitarci a contrapporre l’odierna mentalità mettendo Gesù vivo al centro della nostra esistenza. In questo modo ritroveremo finalmente la vera gioia, la vera pace e quella sicurezza che noi cerchiamo disperatamente e che abbiamo sostituito con mille altre cose per crearci sicurezze illusorie. Non è un caso che si moltiplichino i contratti con le società di assicurazioni per garantirsi la salute quando si è malati: si vuole assicurare la propria vita, che poi non serve più a niente quando si è morti! La Gospa è venuta per darci la vera sicurezza, la vera assicurazione.

Se noi la ascoltassimo, ci renderemmo conto che è Gesù il vero centro della nostra vita e non il lavoro, la famiglia, la salute, il corpo, la sessualità, i divertimenti, gli hobbies, ecc. Fintanto che non avremo riposizionato tutta la nostra vita a partire da questo centro, non cominceremo a vivere il messaggio di Maria. Lei continua ad apparire per ricordarci con molta umiltà, con pazienza, dolcezza e perseveranza che Gesù è il centro e che non esistono altri “centri”. Uno sguardo sul digiuno ci aiuta a comprendere meglio questo concetto.

Non tutti hanno ancora compreso che la Madre di Dio parla del digiuno in rapporto all’Eucaristia. È risaputo che a Medjugorje (secondo i veggenti) Maria non ha mai legato la pratica del digiuno due volte la settimana all’idea della penitenza o del sacrificio, ma ha chiesto di digiunare il mercoledì e il venerdì per una ragione molto semplice: il mercoledì è il giorno che precede il giovedì e il venerdì è il giorno che segue il giovedì. È come se Lei avesse voluto circondare il giovedì con uno schermo di protezione e di grazia. Infatti, Maria desidera che ogni giovedì sia per noi una festa in cui celebrare il Pane di Vita, in memoria dell’ultima Cena che si e svolta in quel giorno a Gerusalemme - la cena del passaggio celebrata dagli Ebrei.

La ragione più importante, quindi, per cui Maria ci chiede di digiunare il mercoledì è per prepararsi al giovedì, e anche per dimenticare le distrazioni del cibo, per entrare con libertà di cuore nella contemplazione del pane per meglio capire il Pane di Vita. Perché proprio il pane?

Esiste un amore comune per il pane che non ha niente a che vedere con il giorno di digiuno… La s. Vergine ama in modo speciale il pane perché è la materia che Gesù ha scelto per trasformare in esso il suo Corpo. Penso che anche Maria, come ogni donna, preparava il pane, e lo immagino anche un po’ speciale! Nella vita di s. Caterina da Siena si racconta che un giorno la giovane, desiderando di fare il pane, si accorse di non avere più farina. Pregò allora la Madonna che la aiutasse ed Ella lo fece, moltiplicando la farina e impastando con lei il pane. Chi poi lo mangiò ebbe ad esclamare: “Ma cos’è questo pane celeste che hai fatto, è qualcosa di straordinario! Dove hai trovato la ricetta?!”. Maria ci chiede di mangiare il pane il mercoledì per indurci a contemplare un cibo fatto con della farina.

Un elemento che, a sua volta, proviene dal grano di frumento: Gesù nel Vangelo lo usa spesso in riferimento alla propria vita. Per arrivare al pane, infatti, bisogna che prima il chicco di frumento cada in terra e muoia: un’immagine che richiama la Passione di Gesù, la sua messa a morte e la sua deposizione nella tomba. Quando poi il seme nella terra è morto, riproduce se stesso moltiplicando i grani, simbolo della risurrezione della vita che si moltiplica e della Risurrezione di Gesù, con tutti i frutti che ne conseguono. Infine, quando la spiga è matura, il mietitore la raccoglie e poi la miete, il grano viene schiacciato e si realizza qualche cosa che appartiene alla vita di Gesù. Sì, perché Egli è stato schiacciato per amor nostro - come dice il bellissimo testo del profeta Isaia (52) nel carme del servo sofferente - affinché noi potessimo avere la vita… Dunque, il grano racconta la storia del nostro Salvatore! Il mercoledì dunque ci si ferma… Non si fanno spese, non si riempie la casa di buoni odori di cibo e ci si concentra sul pane, per rientrare nel cuore di Maria e con Lei nella vita di suo figlio Gesù e nella contemplazione dell’amore che Egli ha avuto per noi facendosi Pane. Come gli ebrei, che sono stati preparati per lunghi anni da Dio per mezzo del pane venuto dal cielo - la manna - un pane che aveva un sapore speciale che corrispondeva al gusto di ciascuno; un pane dato da Dio fin da allora per preparare il cuore degli uomini a ricevere più tardi Gesù, il Pane di Vita.

Il giovedì diventerà una vera esplosione! È il vero Pane di Vita che ci è dato nella celebrazione del giovedì; facciamo quindi festa nel nostro cuore e specialmente cerchiamo di andare in chiesa per entrare nel mistero dell’Eucaristia. Il giovedì è anche il giorno in cui siamo invitati a pregare per i sacerdoti, per coloro che hanno la possibilità di far discendere il Pane del Cielo sulla terra, Pane vivo nelle loro mani attraverso la Parola di Gesù. Poi arriva il venerdì, un altro giorno di digiuno… Che vuol dire che abbiamo talmente amato questo Pane di Vita, che la Vergine vuole lasciarci ancora una giornata con il sapore del pane. Ci è chiesto di restare nel pane per non rientrare in fretta nelle distrazioni di fare la spesa, di cucinare, di rigovernare; ci è chiesto di mantenere il più a lungo possibile il gusto di questo alimento semplice per non cadere troppo velocemente nel sistema, cioè nell’ossessione del cibo. Gli Ebrei non hanno questa fede nel Pane di Vita, nell’Eucaristia. Essi celebrano lo Shabbat il venerdì sera e tutto il sabato, fino al tramonto del sole; si fermano così sino al momento in cui ricomincia il primo giorno della settimana. Celebrano lo Shabbat con tutto il cuore e, quando sta per terminare, recitano delle preghiere come se volessero impedire che esso vada via, perché sanno che il Messia verrà nel giorno di Shabbat. Lo vogliono trattenere per avere ancora una piccola opportunità che Egli arrivi prima che venga il primo giorno della settimana.

Ho l’impressione che la s. Vergine abbia questo stesso spirito. Il venerdì - e ancor più il giovedì con la celebrazione - si trattiene il gusto del pane, lo si prolunga il più possibile per amore del Pane di Vita, per il desiderio di restare il più a lungo possibile con l’Eucaristia. Ecco il digiuno che Maria ci chiede; quando si entra in questa mentalità, si vive la gioia dell’incontro con Gesù vivente e si perde l’idea di penitenza. La Regina della Pace ci accompagna… …e ci vuole fare entrare più profondamente nel mistero del suo Figlio che è il Pane di Vita, un pane molto buono perché è il nutrimento della vita. E che cos’è il pane? È qualche cosa che entra nel nostro corpo e che raggiunge tutte le nostre cellule, anche quelle di cui non abbiamo coscienza. Questa è l’immagine che Gesù ha scelto quando si è fatto nutrimento Lui stesso. Egli desidera raggiungere l’intimità della nostra anima in modo così forte, che non vuole che nessuna zona della nostra anima sia lasciata chiusa a Lui. Ecco perché ha preso l’idea di farsi cibo. E così ogni parte della nostra anima è raggiunta dal Dio vivente per illuminarla, per risuscitarla, per guarirla, per toccarla dall’interno, per liberarla dal male, per darle l’impulso verso il Regno e verso l’Amore e per comunicarsi a lei. Gesù comunica se stesso.

Fortunata l’anima che l’accoglierà con cuore aperto, senza dubitare, senza aver paura e, soprattutto, senza essere distratta. Penso che il Signore si manifesterà in un modo molto più evidente attraverso il suo Corpo Eucaristico, perché Maria è sempre venuta per formare Gesù, per donarcelo ed aiutarci ad accoglierlo. Per questo viene anche oggi, dopo tutti questi anni di apparizioni. Noi già ora l’abbiamo, e non dimentichiamoci di accostarci a Lui sempre con grande amore.

(da registrazione tradotta dal francese)

Fonte: Eco di Maria nr.175