J’ACCUSE/ E ora la Spagna di Zapatero “vieta” anche le messe ai cristiani

- Luca Volontè

In Spagna la deriva anticattolica non si ferma tra sit-in di protesta contro la visita del Papa e messe vietate in Università per motivi di sicurezza. Il racconto di LUCA VOLONTE'

Zapatero_PsoeR400 José Luis Rodriguez Zapatero (Foto Ansa)

In Spagna la deriva anticristiana, e in particolare anticattolica, non si ferma. Paradossalmente, il Psoe, pur essendo destinato a una sconfitta catastrofica alle prossime elezioni regionali, accelera nella sua campagna. Ovviamente, nella Spagna cattolica, quest’azione culturale del Governo Zapatero, assume sempre più le caratteristiche di una campagna demolitrice della storia e della società nazionale. Le università, dopo l’assurda legge sulle discriminazioni e sull’educazione civica, sembrano essere entrate nel mirino di atei e socialisti spagnoli.

A fine febbraio, all’università di Madrid si sono dati appuntamento diversi esponenti della linea oltranzista: cantanti blasfemi, supporter di gay e lesbiche, ex ambasciatori, uomini di spettacolo. Tutti uniti con l’unico scopo di protestare per la decisione del Papa di tenere la prossima Giornata Mondiale della Gioventù a Madrid. L’iniziativa, che ha avuto il permesso del Rettorato universitario, è stata organizzata dall’Associazione madrilena degli atei e dei liberi pensatori e ha voluto unire tutti coloro che “sono  contrari alla visita del ‘senor Benedicto’”.

L’argomento principale delle tesi, o meglio degli insulti al Papa, è la spesa economica che l’amministrazione pubblica sopporterà per l’organizzazione della Giornata Mondiale. Lo stesso argomento era stato usato dagli atei inglesi e, pare incredibile, i cugini spagnoli non hanno preso atto dell’incredibile successo del viaggio del Santo Padre a Londra.

Il 13 gennaio, dopo che nelle settimane precedenti gruppuscoli di giovani laicisti intolleranti avevano disturbato la celebrazione della santa Messa nella cappella universitaria, l’Università di Barcellona ha deciso di vietare la celebrazione della Messa quotidiana, fino a quando “non potrà essere assicurata la sicurezza dei partecipanti”.

 

Dal 10 novembre dello scorso anno al 1° dicembre c’erano stati “sit-in” e tafferugli da parte di giovinastri che volevano impedire la partecipazione alla celebrazione eucaristica. Una situazione “lamentevole”, dice il comunicato ufficiale del Rettorato e della facoltà di Economia dell’univeristà, che ha spinto le istituzioni dell’ateneo a cedere, con la scusa della sicurezza, alle richieste degli studenti progressisti, apertamente in “guerra contro i cattolici”.

 

Tuttavia, il Decano dell’Università ha assicurato che “verrà fatto tutto il possibile per preservare l’esercizio della libertà di culto e dei diritti fondamentali e della libera espressione” ai cattolici. Infatti, la soluzione trovata dall’Università è stata quella di introdurre una “lista negra”. Il 20 gennaio il Rettorato obbliga coloro che desiderano partecipare alla Messa o pregare nella Cappella a identificarsi personalmente e chiedere il permesso al proprio Preside di facoltà o direttamente al Rettorato.

In poche parole, Cappella chiusa, la Messa non si può celebrare liberamente, ma solo dopo la consegna  delle generalità e ottenuto il permesso scritto. Bella libertà e tolleranza, puntuale rispetto dell’esercizio di “libertà di culto e dei diritti fondamentali”.

 

Che dire di più? Ora si comprende la vera ragione per la quale il Ministro degli Esteri spagnolo ha così tanto lavorato per impedire l’approvazione a livello europeo di un chiaro documento a favore dei cristiani in Medio Oriente. Se avesse sostenuto l’idea di Frattini avrebbe dovuto mettere sotto accusa anche il proprio Governo.







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