28/06/2011, 00.00
COREA DEL SUD
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L’ondata anti-cristiana arriva a Seoul: nel mirino il presidente Lee

di Joseph Yun Li-sun
Il leader conservatore si inginocchia a un raduno cristiano di preghiera, e le immagini vengono trasmesse in tutto il Paese. “Sdegno” persino dei media conservatori, mentre per i buddisti il gesto è “imperdonabile”.
Seoul (AsiaNews) - L’ondata di livore nei confronti dei cristiani sembra aver colpito anche la Corea del Sud, Paese tradizionalmente aperto alla libertà religiosa e dove la comunità cattolica è cresciuta del 10% in meno di dieci anni. Nella nazione è infatti in corso un dibattito molto acceso sulla laicità dello Stato dopo che il presidente Lee Myung-bak, nel corso di un incontro di preghiera nazionale, si è inginocchiato per pregare (nella foto) su invito del pastore protestante che dirigeva il raduno.

Le immagini sono state trasmesse da tutte le televisioni nazionali e hanno scatenato una ridda di polemiche. In Corea del Sud, circa la metà della popolazione si professa “non credente”; il rimanente si divide fra buddisti, cristiani e animisti. Dal punto di vista politico, poi, la Costituzione scritta dopo la divisione della penisola nel 1953 vieta una religione di Stato e impone con forza ai leader politici di “non innalzare una religione sopra un'altra”.

I leader sudcoreani che si sono susseguiti al comando di Seoul hanno sempre professato in pubblico un sostanziale ateismo: alcuni hanno dichiarato di appartenere a una fede, ma senza mai manifestarla in pubblico. L’ordine buddista Jogye ha definito le immagini di Lee in ginocchio “imperdonabili” e persino i media conservatori – espressione della parte politica del presidente – lo hanno attaccato con violenza.

Secondo una fonte di AsiaNews, il gesto del presidente è un “messaggio cifrato con cui ha cercato di farsi perdonare dalla comunità protestante, di cui fa parte da tempo, per averla multata pesantemente dopo l’invio non autorizzato di aiuti umanitari al Nord”. La politica attuale di Seoul nei confronti di Pyongyang, infatti, proibisce l’invio di generi alimentari o sanitari nel regime di Kim Jong-il.

Ma un gruppo evangelico, molto attivo e potente nel Paese, ha sostanzialmente ignorato il bando inviando farina e vermifughi. Il governo ha reagito imponendo una multa molto pesante e una sorveglianza continua per il leader della congregazione. E inginocchiandosi “ha cercato di chiedere scusa. Ma si è attirato addosso le ire di tutto il resto della nazione”.

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