PAKISTAN/ Ospedale cristiano, musulmani vogliono espropriarlo

- La Redazione

Alcuni musulmani hanno cercato di impadronirsi di un ospedale cristiano ricorrendo a false accuse, con l'appoggio della polizia locale. L'intervento del vescovo di Islamabad

Cristiani_PakistanR400 Immagine d'archivio

L’ospedale di Taxila, aperto nel 1922 da un gruppo di missionari  della Chiesa presbiteriana, è stato vittima di un tentativo di esproprio illegale da parte di alcuni islamici. Un gruppo di influenti e potenti musulmani della zona, con l’appoggio di esponenti del partito islamico PML-N ha depositato una accusa, dimostratasi poi completamente inventata, secondo la quale l’ospedale era stato venduto a loro e il contratto non rispettato. I personaggi hanno anche accampato accuse di blasfemia nei confronti del personale medico, accusa che però non è stata aggiunta all’esposto presentato all’autorità giudiziaria. Senza porre in atto alcuna verifica, uomini della polizia si sono recati nell’ospedale arrestando quattro dirigenti. Il direttore Ashchenaz M. Lall ha rigettato ogni accusa chiarendo che solo l’amministrazione della chiesa presbiteriana può intavolare trattative di vendita, trattative che non erano mai state messe in atto. C’è voluto però l’intervento del vescovo cattolico di  Islamabad-Rawalpindi, Rufin Anthony, per riuscire a risolvere la faccenda. Grazie all’intervento della chiesa cattolica è stato possibile aprire una inchiesta e rivelare che l’accusa degli islamici era del tutto inventata. Il vescovo di Islamabad ha detto che non è la prima volta che si cerca di prendere possesso di una proprietà appartenete ai cristiani con l’inganno e ha anche aggiunto che in caso di bisogno, la chiesa cattolica pachistana è sempre pronta a intervenire in aiuto di altri cristiani anche se appartenenti ad altre confessioni.

Approfondendo l’argomento, è stato denunciato come i musulmani pachistani usino pretesti religiosi per portare a termine operazioni che nascondono solo interessi economici.





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