Cinigiano (Grosseto), 8 settembre 2011 - SU UN COLLE che domina la valle dell’Ombrone e scruta l’orizzonte senza ostacoli, il monastero di Siloe a Poggi del Sasso è aperto all’accoglienza di visitatori e pellegrini. Ma capita che qualche settimana di riposo, di rigenerazione spirituale, possa essere l’inizio di un cammino inaspettato. Come è successo all’infermiere dell’ospedale di Correggio, Alcide Casani che lo scorso mese a 44 anni ha preso i voti definitivi. Immerso nel bosco, lontano dalla quotidianità rumorosa ma inserito a pieno nel mondo anche grazie alle moderne tecnologie, il monastero accoglierà oggi il primo maremmano, l’avvocato Flavio Pellegrini, che stamani farà la professione semplice di fede alla presenza del vescovo di Grosseto, Franco Agostinelli. Il trentaquattrenne di Borgo Santa Rita, quindi, dopo un anno di noviziato indosserà l’abito dei benedettini e vestirà una vita di preghiera e di lavoro, secondo la regola «Ora et labora».

 

Entrare in monastero. Se lo sarebbe mai immaginato?
«No, assolutamente. Fino a quattro anni fa non frequentavo la chiesa, non andavo mai a Messa. Mi definivo ateo, anche se ho sempre creduto che esistesse un’entità superiore».
 

Una conversione improvvisa?
«Ho ricevuto i sacramenti come da tradizione, ma il cambiamento è iniziato da adulto quando ho sentito l’esigenza di avere dei punti forti nella mia vita e di mettermi alla ricerca di Dio».
 

Laureato, un lavoro a Firenze, gli amici. A Siloe la svolta?
«Mi sono laureato in Giurisprudenza all’università di Siena nel 2004, poi ho frequentato la scuola di specializzazione per le professioni legali a Firenze, dove ho portato avanti il tirocinio per avvocato. Giornate imperniate essenzialmente sul lavoro, poi le uscite con gli amici, qualche partita a calcetto. Ma sentivo che questo non rispondeva al mio bisogno di realizzazione. Quando tornavo in Maremma, dalla casa dei miei genitori vedevo questa costruzione che poi è diventata il monastero di Siloe. Ho cominciato a andarci solo dopo che è scattato l’input della ricerca interiore e di Dio. Ho conosciuto padre Mario, il priore, una guida spirituale che mi ha aiutato a capire dove volevo condurre la mia esistenza. Dopo un periodo di prova, il postulariato, ho iniziato il noviziato».
 

E come hanno reagito in famiglia?
«I miei genitori, Eraldo e Carmelina, sono rimasti a bocca aperta. Grande stupore anche tra la gente del paese. Del resto nemmeno io me lo sarei mai aspettato di diventare monaco».
Saio e sandali in ogni stagione, ma anche cellulare e Internet, utili per la diffusione del Vangelo. Il monastero ha uno splendido sito on line, corredato di notizie e foto, e un profilo su Facebook. Ai momenti di spiritualità si alternano altri di lavoro sia di tipo domestico che agricolo. Infatti i monaci di Siloe producono olio, zafferano e peperoncino che si trova anche in alcuni supermercati. Aperti all’ascolto, sempre pronti a ospitare chi cerca la pace nella semplicità e nell’essenzialità. Per qualche giorno o magari per sempre.