HALLOWEEN/ L’esperto: un business pagano cavalcato da una cultura anticristiana

- int. Paolo Gulisano

PAOLO GULISANO  ci spiega la dinamica con la quale è avvenuto che la festa di Ognissanti venisse trasformata in una celebrazione dalla quale sono stati espunti gli elementi cristiani.

halloweenR425 Immagine d'archivio

Che Halloween, benché a ridosso di due feste cristiane – Ognissanti e la Commemorazione dei Defunti – di cristiano non abbia alcunché, è noto. Ma è un caso la sua collocazione? Intanto, il giudizio del cardinale Carlo Caffarra, arcivescovo di Bologna, e di quello di Torino, monsignor Cesare Nosiglia, è netto: il primo ha parlato di una «brutta resa al relativismo dilagante» mentre, per il secondo, «Halloween fa dello spiritismo e del senso del macabro il suo centro ispiratore». Paolo Gulisano, scrittore ed esperto di letteratura e cultura anglosassone, spiega a ilSussidiario.net l’operazione culturale che è avvenuta. «Accanto ad alcuni elementi di neopaganesimo, la festa associa un business neopagano che ha estromesso del tutto gli elementi cristiani originari». Per comprendere la dinamica precisa, è necessario risalire agli inizi. «All’800, quando gli immigrati irlandesi approdarono in America. Da dove venivano, la festa era radicatissima. Si era installata, infatti, su una festività celtica precedente di grande significato. Non era la notte dell’orrore o della paura, ma l’inizio di una nuova stagione. Rappresentava l’inizio dell’anno nuovo. Gli irlandesi, un popolo agricolo, quando andavano incontro all’inverno e alle sua incognite chiamavano in aiuto, nell’affrontare questo passaggio, i propri cari defunti. Era un momento positivo in cui aveva luogo una comunione tra generazioni». Con lo sbarco negli Usa cambia tutto. «Trovarono una società costituita dai discendenti dei puritani che aveva completamente espulso le feste cattoliche. Tuttavia, la festa celebrata dagli irlandesi era talmente bella che decisero di appropriarsene, secolarizzandola». Negli anni a venire, quindi, «venendo completamente meno il senso cristiano della morte, è rimasto esclusivamente l’aspetto horror».  L’aspetto relativo al business, oggi, è evidente. Ma non è il solo. «Ad esempio, Halloween viene cavalcata in chiava anticristiana da alcune sette che hanno approfittato dell’alone magico della festa per introdurre alcuni elementi new age o esoterici. Si tratta, in ogni caso, di ambienti pericolosi ma minoritari». C’è un trend, invece, che minoritario non è. «In Halloween si riscontra un meccanismo particolare. Dando vita ad una celebrazione tra il carnevalesco e l’esoterico, si è realizzata la parodia del cristianesimo. Per dirla tutta, si tratta di un meccanismo di sostituzione del cristianesimo con delle sue parodie».

Non stupisce, in effetti, se si pensa che qualcosa di simile è accaduto sotto i nostri occhi da anni. «Il Natale, per sempre più persone, non è più la nascita di Cristo, ma la festa di Babbo Natale. In Inghilterra, addirittura, augurare il Buon Natale, è diventata cosa disdicevole. Negli auguri ufficiali, nella cartoline, nella mail, nella vetrine dei negozi, si scrive “Season’s  greetings”, auguri di stagione». Inevitabile chiedersi di chi sia la colpa. «Difficile – conclude  – individuare autori ben precisi. C’è un clima generale e una diffusa cultura postmoderna che vuole disfarsi di ogni retaggio del cristianesimo e si impegna in queste operazioni».

 





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