In cinquemila per la veggente E la Madonna appare a Varese

VARESE L’apparizione è avvenuta davanti ai cinquemila del PalaWhirlpool: la Vergine è apparsa su una nuvola, sorridente. Ha benedetto i fedeli intervenuti. E così il miracolo di Medjugorje si è compiuto anche questo pomeriggio a Varese.
Un miracolo che è una «intuizione personale e irripetibile» di qualcosa di vero, di buono, di bello. Infatti «non ci solo le vie cognitive e razionali per confermare la fede», precisa monsignor Giacomo Martinella, delegato della Pontificia Accademia dell’Immacolata. Anche lui oggi è stato ospite al palazzetto di Masnago con la “Varese che incontra Medjugorje”.

E da una giornata come quella di oggi, con spalti gremiti e tanto di palco piantato sul parquet del campo da basket, si aspettava tutt’altro che un quadretto da spettacolo itinerante per richiamare gente. «Mi aspettavo un incontro e così è stato, senza orpelli, ma un incontrano che nella fede rende più certa la vocazione cristiana».

In mezzo a quella gente, compresi scettici, curiosi, credenti “di superficie”, è emerso prima di qualunque altra cosa un segno più grande, secondo Martinella, che è segno di un desiderio più grande e più vero dell’uomo, che unisce. «Ogni singola persona che è venuta al palazzetto lo ha fatto liberamente, qualunque fosse la motivazione che si è dato», chiarisce il delegato, «e con la scelta di andarci ha risposto alla chiamata che Dio ha rivolto alla sua responsabilità,

dicendo sì». Allo stesso modo, anche il risultato dell’incontro è qualcosa che solo il singolo può riconoscere, a maggior ragione dato che Medjugorje non rientra ancora tra i miracoli riconosciuti. «La Chiesa non è solo gerarchia ma lascia spazio alla libertà e alla responsabilità personale del singolo fedele di aderire o meno. Non sta a noi dall’esterno dare un giudizio».

s.bartolini

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