La storia

Il gancio di Giulia
in mezzo al cielo

Aveva un grande talento per la scrittura. Ora esce il libro-testimonianza sulla sua malattia. A 14 anni ha scritto: «Non temo la morte»

La storia

Il gancio di Giulia
in mezzo al cielo

Aveva un grande talento per la scrittura. Ora esce il libro-testimonianza sulla sua malattia. A 14 anni ha scritto: «Non temo la morte»

Giulia Gabrieli, una piccola donna di Bergamo ma grande per le parole di cui ebbe il dono nella breve vita, che fu di 14 estati e l'ultima è terminata il 19 agosto scorso. C'era già un sito per farla conoscere - realizzato da familiari e amici - intitolato congiulia.com e ora c'è un libro con tutte le parole che aveva messo per iscritto e che sono tante e belle: «Un gancio in mezzo al cielo», pubblicato dalle Paoline.


Il volumetto ha questo attacco trascinatore: «Sogno di scrivere un libro per raccontare una storia. La mia storia. Perché anch'io, prima, avevo paura. Avevo paura della malattia, avevo il terrore dell'ospedale». Leggi queste due righe e già sai che «poi» Giulia non ha più avuto paura, ovvero ha imparato a governare la sua paura e a guardare alla paura degli altri, sperando di poterla alleviare.


Leggi le parole «perché anch'io, prima, avevo paura» e senti che Giulia è una scrittrice nata. Ascoltiamola per un momento: «Io ora so che la mia storia può finire solo in due modi: o, grazie a un miracolo, con la completa guarigione, che io chiedo al Signore perché ho tanti progetti da realizzare. E li vorrei realizzare proprio io. Oppure incontro al Signore, che è una bellissima cosa. Sono entrambi due bei finali».


Queste parole Giulia le scrive quando la informano che il sarcoma la sta sopraffacendo. Muore nella casa dei genitori - che è nel quartiere di San Tomaso dè Calvi, in Bergamo - e il suo vescovo, Francesco Beschi, che l'ha conosciuta nella malattia, ne dà notizia a Madrid ai mille ragazzi bergamaschi che erano là con lui per la Giornata della gioventù. Tornato a Bergamo il vescovo visita la famiglia e la invita a pregare così: «L'eterna gioia donale Signore, splenda a lei la tua luce perpetua».
Il talento della scrittura comporta il dono della brevità. «Io lotto per la vita, loro la buttano via» dice dei ragazzi che «sfidano la vita». Da vera scrittrice Giulia vuole lasciare un segno e dice proprio così, quando le spiegano la gravità della malattia: «Mi sono detta: io voglio lasciare un segno. Volevo che si pensasse: di qui è passata Giulia Gabrieli». E l'ha ottenuto. Oggi noi possiamo dire, pensando alla vita nostra e di tutti: di qui è passata Giulia.


In questo libro ci sono i suoi appunti di diario, le lettere, le esercitazioni fatte a scuola, una divagazione sulla canzone tanto amata di Claudio Baglioni (cantata da Laura Pausini) «Strada facendo»: è da essa che è stato ricavato il titolo del volume, quando dice «strada facendo troverai anche tu un gancio in mezzo al cielo». Ci sono i propositi per il domani, se ci sarà: «Noi non ci rendiamo conto di quanto quello che abbiamo valga veramente. Quando le cose vengono a mancare, ti accorgi di quanto veramente sono importanti e quanto sono profonde e servono per andare avanti. Io quando sarò guarita, se guarirò, devo fare qualcosa per i giovani che non hanno ancora conosciuto questo grande amore del Signore».


Confida che è di notte che il più delle volte - vegliando per il dolore - le vengono le «parole giuste». Come queste: «L'amore è il più grande sentimento, è il più grande e il più bel sentimento che esista su questa terra perché racchiude sia gesti e anche altri sentimenti. È tutto in uno. Tutto sta nell'amore. Io faccio un pensiero d'amore, faccio un gesto d'amore, provo amore nel parlare, provo serenità, provo allegria. È come provare amore, è tutto amore, tutto rafforza l'amore, tutto porta all'amore. E - guarda caso - anche Dio è proprio, si chiama Dio Amore».
Credo che qui Giulia abbia detto parole degne della teologia dell'amore di Joseph Ratzinger che così parlò il 7 giugno 2009: «Dio è tutto e solo amore, amore purissimo, infinito ed eterno (...) e l'essere umano porta nel proprio "genoma" la traccia profonda di Dio-Amore».


Come la vediamo nelle foto del sito che le è stato dedicato, Giulia era bella, ridente, arguta. È stata un dono per chiunque l'abbia conosciuta e di quel dono ora possono cogliere un riflesso i lettori del libro.

LUIGI ACCATTOLI16 febbraio 2012 (modifica il 17 febbraio 2012)© RIPRODUZIONE RISERVATA

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