INDIA/ Indù uccidono un cattolico: bruciato perché accusato di stregoneria

- La Redazione

Un indiano di religione cattolica è stato ucciso da un gruppo di indù. Ne hanno poi bruciato il corpo perché accusato di essere uno stregone dedito ai riti magici

indu_R400 Un dio indù, foto Infophoto

India orientale: un indiano di fede cattolica è stato assassinato e il suo corpo dato alle fiamme. Il motivo è l’accusa di essere un praticante della stregoneria. E’ accaduto nell’arcidiocesi di  Cuttack-Bhubaneswar, in Orissa, regione dell’India orientale. E’ successo lo scorso 3 marzo quando Goresa Mallick, un uomo di 50 anni residente nel villaggio di Salimagocha aveva preso parte a una riunione o a una festa, i dettagli non sono chiari, insieme a sedici abitanti di un villaggio vicino al suo, tutti di religione indù. Sembra che tutti avessero bevuto non poco. Tutti insieme poi stavano tornando verso le loro abitazioni  quando i sedici indù lo hanno assalito e ucciso tagliandogli il collo. Hanno poi dato alle fiamme il corpo lasciandolo nella foresta. Il cadavere è stato rinvenuto il giorno dopo: i familiari dell’uomo ucciso hanno sporto denuncia alla polizia che ha fermato i presunti assassini. Dalle indagini in corso il movente dato per giustificare la morte dell’uomo è quello di aver praticato la stregoneria. La moglie e i tre figli di Mallick ovviamente negano l’accusa. Padre Nayak vice parroco della chiesa di Sant’Antonio di Padova condannando l’uccisione dell’uomo ha detto che Mallik si era da poco convertito al cattolicesimo e che non si era mai occupato di stregoneria. Non ha voluto parlare di persecuzione contro i cristiani, solo dire che i probabili assassini sono tutta gente analfabeta, profondamente ignorante e che crede nelle superstizioni. Anche in recente passato, ha detto ancora il sacerdote, ci sono stati episodi analoghi con tre persone uccise perché sospettate di praticare la stregoneria. Se è vero, ha concluso il prete, che non siamo davanti a un caso di persecuzione e di fanatismo indù nei confronti dei cristiani è pur vero che, ha detto, che “la Chiesa, la società e il governo dovrebbero esercitare una maggiore responsabilità per educare la gente dei villaggi a far prevalere la ragione sulla superstizione”. Sebbene questo caso possa non essere incluso in un fanatismo anti cristiano, è pur vero che in molte zone dell’India fanatici indù o islamici, le due maggiori religioni del Paese, si sono macchiati di veri atti di persecuzione, incendiando chiese sia dei cattolici che dei protestanti, e resi protagonisti anche in taluni casi di atti di violenza.

Dal Vietnam intanto giunge la notizia che due cattolici sono stati condannati per quella che è stata definita attività di propaganda anti governativa. Una donna è stata condannata a cinque anni di carcere e un uomo a tre. In realtà i due sono stati condannati solo perché impegnati nella loro fede cattolica, amici di un sacerdote da molti anni rinchiuso in prigione.





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