«Noi non consideriamo Susie come una mamma, quanto piuttosto una zia speciale». A parlare così sono Jerry Mahoney e Drew Tappon, una coppia omosessuale newyorkese che ha passato parecchi mesi a cercare su internet una possibile donatrice di ovuli, venendo subito a scontrarsi con le difficoltà di un’operazione di questo tipo.
BRUTTO NASO, BRUTTI CAPELLI. Jerry ha raccontato al New York Times di aver speso ore e ore a consultare profili, foto, curriculum, biografie, statistiche, cercando tra foto in bassa qualità e autoscatti intenzionati a fare bella figura. L’offerta di denaro che proponevano era di 8 mila dollari, anche se qualche candidata cercava di trattare sul prezzo, una in particolare voleva 30 mila dollari, in virtù del fatto di essere bionda, alta, sportiva e laureata ad Harvard. Le candidate venivano a mano a mano sfoltite dopo un consulto con il compagno Drew, perché non scherziamo, «una di quelle straniere sul web ci avrebbe dato il dna dei nostri figli. C’era chi aveva un naso troppo grosso, chi aveva brutti capelli, sopracciglia troppo sporgenti. Le abbiamo depennate tutte in fretta». La soluzione era lì sotto gli occhi di entrambi: «La sorella di Drew, Susie, ha sentito che cercavamo una donatrice di ovuli, e si è offerta di donarceli. Ed era esattamente quello che cercavamo in una donatrice, bella, simpatica, intelligente e con personalità artistica. Quindi abbiamo deciso di procedere».
IL TRIANGOLO. Un medico, dopo aver visitato Susie, le ha detto che quella sarebbe stata probabilmente la sua unica possibilità di gravidanza, visto che le sue ovaie non erano in buono stato, e non avrebbe potuto che produrre cinque ovuli. Da questa fecondazione assistita sono nati due gemelli, Bennet e Sutton, e anche Susie ha avuto una bambina con il suo compagno. Jerry è molto grato a Susie, la sorella del suo uomo, e dice «vedo un po’ di tutti noi tre nei volti dei due bambini che girano per casa. Le saremo sempre grati».