Tra i tanti argomenti toccati dal segretario del Partito comunista cinese nel suo ultimo discorso all’apertura del 18mo Congresso del Partito, Hu Jintao ha detto: «Dovremmo aumentare la nostra capacità di sfruttare le risorse marine e salvaguardare i diritti e gli interessi del paese per trasformare la Cina in una potenza marittima». Queste parole non avranno fatto piacere ai paesi del Sudest asiatico, a partire dal Giappone e dalle Filippine, visto che tutti si contendono qualche isolotto con la Cina, che li ha unilateralmente dichiarati suoi.
SOTTOMARINI NUCLEARI. Ma c’è un altro motivo per cui le parole del segretario comunista destano preoccupazione in tutto il mondo occidentale. Proprio mentre Hu parlava, infatti, il Congresso degli Stati Uniti rilasciava un rapporto secondo cui nei prossimi due anni la Cina raggiungerà la tecnologia adeguata per costruire sottomarini in grado di lanciare missili nucleari. Non solo, la Cina «è anche sul punto di dotarsi realisticamente di missili balistici nucleari intercontinentali di terra e aerei in grado di lanciare bombe nucleari».
L’ARMONIA MADE IN CHINA. È sempre stato uno degli obiettivi di Hu Jintao quello di costruire una «società armoniosa» rafforzando la marina militare. A settembre il Dragone ha messo in mare la sua prima portaerei, acquistata dall’Ucraina, un’altra mossa per «costruire una difesa nazionale forte e potente al passo col ruolo internazionale della Cina». È chiaro che sottomarini dotati di missili nucleari cambierebbero di molto i rapporti di forza all’interno delle dispute nel Mar cinese meridionale e orientale, ricchissimo di giacimenti di gas naturale e petrolio.
ATTIVI TRA DUE ANNI. I nuovi sottomarini e i nuovi missili JL-2, secondo il rapporto del Congresso americano, garantiranno alla Cina «il primo credibile potenziale nucleare marittimo» e potrebbero essere attivi già tra due anni.