La Cei categorica sulle leggi morali:
"Niente sesso prima del matrimonio"
"Viviamo in una periodo di banalizzazione dellʼamore", proprio per questo per i vescovi italiani "la castità e il pudore rimangono valori da custodire"
La legge morale non cambia anche se viviamo "in un contesto in cui sembra prevalere una banalizzazione dell'amore sotto forma di puro erotismo". Nel nuovo "Orientamenti pastorali sulla preparazione al matrimonio e alla famiglia", i vescovi italiani ribadiscono il "no" della Chiesa ai rapporti prematrimoniali e alle convivenze provvisorie o di prova, e ripropongono "la bellezza dell'amore umano con i valori correlati del pudore e della castità".
Secondo la Cei la preparaizone al matrimonio non è qualcosa d'improvvisato, ma "un cammino graduale e continuo", da proporre "per tempo". Solo in questo modo i fidanzati possono giungere a considerare la loro come una "relazione matura" in cui si ravvisino i tre elementi della "identità", della "reciprocità" e della "progettualità" come coppia.
Credendo "alla possibilità di educare e crescere nell'amore", il documento si propone di offrire "linee rinnovate per i percorsi verso il matrimonio". Dentro questo orizzonte, il primo aspetto che il documento affronta è quello dell'affettività e innamoramento".
Gli Orientamenti evidenziano che anche le
fasi successive dell'innamoramento e della conoscenza reciproca
del fidanzamento debbono trovare proposte nuove che si
qualifichino come veri itinerari di fede: il testo chiede che
siano formulati dalla comunità cristiana, che in nessun modo
siano appaltati ad altri; chiede di partire almeno un anno
prima delle nozze e con un minimo di dodici incontri e
un'attenzione particolareggiata alle persone dei fidanzati e
alle coppie, in cammini che partano dalle loro concrete
situazioni. "Siamo davanti, spesso, ad un'autentica nuova
evangelizzazione - ha sottolineato in proposito monsignor
Enrico Solmi, vescovo di Parma e presidente della Commissione
Episcopale per la famiglia - della quale si fa carico la
Chiesa, alla pari dell'iniziazione cristiana e di altre forme
di catechesi".
Il documento testimonia pure l'attenzione dei vescovi
italiani a fenomeni come la convivenza e la presenza di persone
di culture e religioni diverse, "per una lettura veritiera
della situazione attuale e per offrire linee pastorali che vi
possano corrispondere in modo sereno ed efficace".