sabato 26 gennaio 2013





II settimana del Tempo Ordinario

 

 


La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai  


Sabato 26 gennaio – Santi Timoteo e Tito, Vescovi
Dal vangelo secondo Luca (Lc 10,1-9)

In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due avanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. 
Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada.
In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra.
Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”».

   
Spunto di meditazione e di preghiera personale:



Gesù per proclamare l’annuncio della Buona Novella non soltanto ha riunito intorno a sé un nucleo che potremmo definire storico, i Dodici (un numero fra l'altro fortemente simbolico, perché allude alla salvezza da Israele e per Israele, che biblicamente conta dodici tribù... come non vederci il germe del nuovo Israele che è la Chiesa?), ma il Suo amore si è allargato a tutti popoli pagani, a tutti i continenti, sin dall'inizio.
Così Egli comincia già a formare nuovi 'apostoli', nuovi inviati al mondo, quindi anche attraverso questa seconda cerchia allargata comincia a formare la sua Chiesa, quella che metterà insieme gentiles e Israele, il Suo popolo santo che affiderà a Pietro, il primo dei Dodici, la Sua roccia (o anche 'pietra preziosa'), colui che può assumere il suo ruolo centrale perché ama (cf. Gv 21, 15-19) ma innanzitutto perché ha riconosciuto di essere amato, e per arrivare a questo ha dovuto passare attraverso la consapevolezza del rinnegamento e la gioia della misericordia e del perdono del Figlio dell’Uomo.
Gesù sa di aver portato un cambiamento epocale con la sua predicazione d’amore, speranza e salvezza; e sa anche che solo uomini dal cuore indiviso e libero, pronti ad umiliarsi e a morire per Lui, come Lui ha fatto per tutti noi, potranno essere capaci di avviare questa "rivoluzione  dell'amore" che parla di bene, di pace e di tenerezza di Dio per l'uomo, assoluta ed infinita, al di là del tempo e dei luoghi. La loro unica vera ricchezza? Il Vangelo. Per questo le sue parole risuonano ancora, ogni giorno, nei nostri cuori : “Io sto in mezzo a voi come colui che serve”