II settimana del Tempo Ordinario
La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai
Sabato
26 gennaio – Santi Timoteo e Tito, Vescovi
Dal vangelo
secondo Luca (Lc 10,1-9)
In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e
li inviò a due avanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi.
Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli
operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua
messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa,
né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada.
In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa
casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui,
altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di
quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate
da una casa all’altra.
Quando entrerete in una città e vi accoglieranno,
mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite
loro: “È vicino a voi il regno di Dio”».
Spunto di meditazione e di preghiera personale:
Gesù per proclamare l’annuncio della Buona Novella non soltanto ha riunito intorno a sé un nucleo che
potremmo definire storico, i Dodici (un numero fra l'altro fortemente simbolico, perché allude alla salvezza da Israele e per Israele, che biblicamente conta dodici tribù... come non vederci il germe del nuovo Israele che è la Chiesa?), ma il Suo amore si è allargato a tutti popoli pagani, a tutti i continenti, sin dall'inizio.
Così Egli comincia già a formare nuovi 'apostoli', nuovi inviati al mondo, quindi anche attraverso questa seconda cerchia allargata comincia a formare la sua Chiesa, quella che metterà insieme gentiles e Israele, il Suo popolo santo che affiderà a Pietro, il primo dei Dodici, la Sua roccia (o anche 'pietra preziosa'), colui che può assumere il suo ruolo centrale perché ama (cf. Gv 21, 15-19) ma innanzitutto perché ha riconosciuto di essere amato, e per arrivare a questo ha dovuto passare attraverso la consapevolezza del rinnegamento e la gioia della misericordia e del perdono del Figlio dell’Uomo.
Così Egli comincia già a formare nuovi 'apostoli', nuovi inviati al mondo, quindi anche attraverso questa seconda cerchia allargata comincia a formare la sua Chiesa, quella che metterà insieme gentiles e Israele, il Suo popolo santo che affiderà a Pietro, il primo dei Dodici, la Sua roccia (o anche 'pietra preziosa'), colui che può assumere il suo ruolo centrale perché ama (cf. Gv 21, 15-19) ma innanzitutto perché ha riconosciuto di essere amato, e per arrivare a questo ha dovuto passare attraverso la consapevolezza del rinnegamento e la gioia della misericordia e del perdono del Figlio dell’Uomo.
Gesù sa di aver portato un cambiamento epocale con la sua predicazione
d’amore, speranza e salvezza; e sa anche che solo uomini dal cuore indiviso e libero, pronti ad
umiliarsi e a morire per Lui, come Lui ha fatto per tutti noi, potranno essere
capaci di avviare questa "rivoluzione dell'amore" che parla di bene, di pace e di tenerezza di Dio per l'uomo, assoluta ed infinita, al di là del tempo e dei luoghi. La loro unica vera ricchezza? Il Vangelo. Per questo le sue parole risuonano ancora, ogni giorno, nei nostri cuori : “Io
sto in mezzo a voi come colui che serve”