martedì 29 gennaio 2013



III  Settimana del Tempo Ordinario

Il seminatore uscì a seminare



Mercoledì 30 gennaio – Santa Giacinta Marescotti, vergine (Terzo Ordine regolare di S. Francesco, Viterbo)
Dal vangelo secondo Marco (Mc 4,1-20)
In quel tempo, Gesù cominciò di nuovo a insegnare lungo il mare. Si riunì attorno a lui una folla enorme, tanto che egli, salito su una barca, si mise a sedere stando in mare, mentre tutta la folla era a terra lungo la riva. Insegnava loro molte cose con parabole e diceva loro nel suo insegnamento: «Ascoltate. Ecco, il seminatore uscì a seminare. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. Un'altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c'era molta terra; e subito germogliò perché il terreno non era profondo, ma quando spuntò il sole, fu bruciata e, non avendo radici, seccò. Un'altra parte cadde tra i rovi, e i rovi crebbero, la soffocarono e non diede frutto. Altre parti caddero sul terreno buono e diedero frutto: spuntarono, crebbero e resero il trenta, il sessanta, il cento per uno». E diceva: «Chi ha orecchi per ascoltare, ascolti!»......


Spunto di meditazione e di preghiera personale:

Nella parabola del seminatore ritroviamo allegorie simili a quella dei talenti o dell’olio per le lampade. Qui siamo di fronte però ad un passaggio fondamentale e "fondante", per così dire, rispetto alle altre tematiche: Gesù si sofferma sulla dinamica della Parola, da cui tutto prende avvio... Perchè accogliere la Parola è accogliere Cristo stesso, Parola (Verbum) incarnato.
Il seme è appunto la Parola di Dio e Gesù ci dice che essa rivela la natura del terreno su cui cade: interrogarsi seriamente sulla qualità del nostro terreno, sul nostro cuore, è fondamentale perchè altrimenti possiamo rischiare o che la Parola passi senza lasciare traccia, senza che nulla spunti (e quindi la nostra vita rimane arida e polverosa come un viottolo di terra battuta), spazzata via rapidamente dall'azione vorace del maligno; o che questa Parola ci affascini, ci penetri un po', fecondandoci davvero, ma non trovi poi terreno sufficiente (trovi cioè un cuore superficiale ed incostante, incapace di perseveranza, incapace di interiorizzare e custodire); o infine, caso più triste di tutti, che penetri e inizi a portare frutto, apparentemente, ma poi resti soffocata da altre male piante, erbacce, più robuste e aggressive (Gesù ne cita due, terribili: le preoccupazioni e le ansie per la vita materiale e, parente stretta delle medesime, la seduzione della ricchezza). Benedetto invece il momento in cui noi riusciamo ad accoglierla fino in fondo e a metterla in pratica, a rinforzarci nella fede e nell’amore e riusciamo così a dare il frutto per cui siamo stati creati (30, 60, 100 VOLTE TANTO!  è una misura straordinaria, iperbolica... Perchè indica la Vita piena, quella divina).
In realtà è un po’ l’obiettivo che ci siamo prefissi in questo blog di riflessione, seminare la Parola di Dio in ognuno di noi e “concimarla ed innaffiarla” ogni giorno affinchè essa porti frutti nei nostri cuori e nella nostra vita, rinsaldando il rapporto filiale con Dio.