III Settimana del Tempo Ordinario
L'uomo getta il seme e dorme; e il seme germoglia e
cresce
Venerdì 1 febbraio – Santa Verdiana e S. Severo, Vescovo
Dal vangelo secondo Marco (Mc 4,26 - 34)
In quel tempo, Gesù diceva [alla folla]: «Così è
il regno di Dio: come un uomo che getta il seme sul terreno; dorma o vegli, di
notte o di giorno, il seme germoglia e cresce. Come, egli stesso non lo sa. Il
terreno produce spontaneamente prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco
pieno nella spiga; e quando il frutto è maturo, subito egli manda la
falce, perché è arrivata la mietitura». Diceva: «A che cosa possiamo paragonare
il regno di Dio o con quale parabola possiamo descriverlo? È come un granello
di senape che, quando viene seminato sul terreno, è il più piccolo di tutti i
semi che sono sul terreno; ma, quando viene seminato, cresce e diventa più
grande di tutte le piante dell'orto e fa rami così grandi che gli uccelli del
cielo possono fare il nido alla sua ombra». Con molte parabole dello stesso
genere annunciava loro la Parola, come potevano intendere. Senza parabole non
parlava loro ma, in privato, ai suoi discepoli spiegava ogni cosa.
Spunto di meditazione e di preghiera
personale:
Gesù ci spiega che la grandiosità nell’annuncio del Vangelo e del Regno di Dio sta nella sua semplicità. Serve un sostrato semplice di terreno (la vita concreta della persona, o più precisamente quel 'centro operativo' della stessa che la Scrittura chiama 'cuore'), un piccolo seme (la Parola, Cristo) l'atto di seminarlo (l'azione dello Spirito, che porta Gesù al cuore dell'uomo e lo feconda), e già, prodigiosamente, come avviene nel terreno, appare quella tenera pianticella che promette un frutto pregiato, la vita nuova in Cristo. Certo, questo seme dovremo curarlo (sempre sotto l'azione dello Spirito, che ci trasforma nell'amore) e quindi annaffiarlo (la fede come apertura fiduciosa al Padre è fondamentale, e quindi la preghiera), nutrirlo (i Sacramenti...). Così, indipendentemente dal fatto che sia notte o giorno (la presenza del male e del bene - tenebre e luce - nell’ambiente circostante) la pianta crescerà a dismisura e darà i suoi frutti.
Quando poi la pianta della vita nuova in Cristo sarà cresciuta, servirà da riparo per gli altri: solo se ci rinforziamo nella fede e nell’amore verso Dio e noi stessi, riusciremo ad amare ed essere di aiuto e conforto agli altri fratelli e sorelle. Ecco due orizzonti che ci apre Gesù: l’accoglienza e la capacità di donare e condividere l’amore di Dio, di mettersi in gioco ed affidarsi a Lui cercando ogni giorno lo straordinario nell’ordinario!
“Chi ha orecchi per intendere, intenda”