giovedì 14 febbraio 2013



 

QUARESIMA – Venerdì dopo le Ceneri

Quando lo sposo sarà loro tolto, allora digiuneranno



Venerdì 15 febbraio – Ss. Faustino e Giovìta, martiri
  Dal vangelo secondo Matteo (Mt 9, 14-15)
In quel tempo, si avvicinarono a Gesù i discepoli di Giovanni e gli dissero: «Perché noi e i farisei digiuniamo molte volte, mentre i tuoi discepoli non digiunano?». E Gesù disse loro: «Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto finché lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto, e allora digiuneranno».


Spunto di meditazione e di preghiera personale:
Gesù questa volta è interrogato non dai farisei, ma direttamente dai discepoli di Giovanni Battista. Abbiamo già segnalato che nei Vangeli si può leggere - e nemmeno tanto tra le righe - come si fosse creata questa frattura tra i discepoli di Giovanni e Gesù, perché quelli si rendevano interpreti di tensioni che, in definitiva, erano segno ancora di un'attesa messianica tipicamente veterotestamentaria. Infatti, identificavano il loro Maestro con il Messia annunciato dai profeti.
Gesù, quindi, per l'ennesima volta deve affrontare critiche riguardanti il rispetto della Legge mosaica, provenienti anche da coloro i quali - se avessero davvero compreso le parole profetiche del Battista, loro maestro - avrebbero dovuto piuttosto seguirlo e sostenerlo.
Il vero Maestro, il Messia dei Vangeli, risponde a loro e a tutti i suoi detrattori con una metafora: “Possono forse gli invitati a nozze (i discepoli di Cristo, primi invitati al banchetto messianico, i portatori dell’annuncio della Buona Novella) essere in lutto (digiunare, fare ammenda del peccato attraverso l'ascesi) finché lo sposo (Gesù) è con loro?” "No", è la risposta implicita, perché evidentemente si stanno formando attraverso una modalità completamente nuova, non con l'ascesi ma con l'intima unione personale con il Dio di Israele (lo Sposo, già nell'A.T.) incarnato, con Cristo, Sposo dell'umanità.
Ma c'è spazio anche per il digiuno, nella loro vicenda: così, anticipando i tempi della Sua passione e morte, “... verranno giorni (Passione) quando lo sposo sarà loro tolto (Crocifissione e Morte sul Golgota), e allora digiuneranno”.
Il digiuno di cui parla Gesù non sarà per gli Apostoli un'ascesi penitenziale, ma piuttosto, lo "spazio vuoto" esistenziale che viene preparato per accogliere Dio, proprio nel momento in cui la Sua presenza è velata: è un digiuno di "nostalgia" (o meglio, di "memoria") e di "attesa" dello Sposo, che tornerà nella Parusìa... un digiuno dello Spirito e nello Spirito, non della carne, che prepara uno "spazio" che sarà colmato dalla pienezza del Cristo Risorto e dello Spirito Santo che opererà in loro.