martedì 19 febbraio 2013


  

I Settimana di Quaresima

 

 Voi dunque pregate così...

 


Martedì 19 febbraio – San Mansueto, Vescovo
Dal vangelo secondo Matteo (Mt 6, 7-15)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Pregando, non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiediate. Voi dunque pregate così: Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non abbandonarci alla tentazione, ma liberaci dal male.
Se voi infatti perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe».


Spunto di meditazione e di preghiera personale:

Gesù ci dona, in questo Vangelo di Matteo, la “Preghiera” al Padre: Dio non è più invocato come Signore e come l’Onnipotente creatore, che rischia comunque - anche se la tradizione di Israele ha sempre annunciato un Dio molto presente nella storia; così presente, per esempio, da stendere il Suo braccio per combattere accanto al Suo popolo - di apparire un Dio lontano da noi, irraggiungibile nei Suoi cieli, a cui al massimo si può arrivare in modo mediato tramite il sacrificio di animali o addirittura di uomini (questo è l'uso dei Cananei, riprovato dal Dio di Israele, non senza però aver obbligato prima Abramo ed Isacco a confrontarsi con questa tragica visione dell'atto di culto). Dio in realtà non ci mette alla prova - conosce benissimo 'di che pasta' siamo fatti, cosa c'è dentro di noi ... siamo noi che non lo sappiamo! - ma piuttosto entra in un dialogo profondo e anche difficile con noi, affinché scopriamo che ci ama tutti perché tutti siamo Suoi figli.
Quel gap, quella distanza che ancora in qualche modo separava Dio e l'uomo nella rivelazione veterotestamentaria  (in cui YHWH è per definizione "santo", kadosh, "separato" dal nostro mondo, dalle creature... è "totalmente Altro") viene annullata, superata, per l'iniziativa di Dio stesso: “sia fatta la tua volontà come in cielo, così in terra”, le cose accadono in maniera speculare sia in cielo, sia in terra.
Scopriamo quindi che Dio non sta milioni di anni luce da noi in un punto non ben identificato dell’universo, ma che è estremamente vicino, "uno di noi e con noi", come ci ha ricordato il Natale. Egli, facendosi presente su quest'atomo insignificante che è la Terra, ha assunto in sé tutta la creazione e nella Sua pasqua ne ha avviato la definitiva trasfigurazione.
Dio si rivela come puro Amore fuori e dentro di noi, infinitamente 'piccolo', al punto tale da assumere, come dice S. Paolo, nel Suo Verbo la "forma di Servo", da diventare vulnerabile e fragile per essere accolto nei nostri cuori; ma anche infinitamente grande, di quella grandezza che è la pienezza della Vita che non finisce.
Gesù inoltre qui ci insegna a rivolgerci a Lui come 'Padre': quindi ci inserisce, attraverso il Suo sacrificio  sulla croce, come un fratello maggiore generoso e sapiente, in un rapporto straordinario che non è (più) esclusivo! Dio non è solo il Padre di Gesù, ma è il Padre di tutti noi. E nell'invocarlo come Padre scopriamo tutta l’intensità dell’amore e della fede... Dio ci conosce tutti, siamo tutti suoi figli e nelle parole di Gesù, nostro fratello, scopriamo che è il Padre di tutti, il Padre Nostro!
E nel chiedere perdono, con la prieghiera che Gesù stesso ci ha insegnato e lasciato in eredità, abbandoniamoci alla Sua infinita misericordia paterna che ci accompagnerà in ogni istante della nostra vita terrena ed ultraterrena, come veri Figli del Padre.