martedì 26 febbraio 2013



II Settimana del Tempo di Quaresima


Chi tra voi è più grande, sarà vostro servo 


Martedì 26 febbraio - Sant’Alessandro, Vescovo Patriarca di Alessandria (313 - 328)
 

 Dal Vangelo secondo Matteo  ( Mt 23,1-12)

In quel tempo, Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli dicendo:
«Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. Praticate e osservate tutto ciò che vi dicono, ma non agite secondo le loro opere, perché essi dicono e non fanno. Legano infatti fardelli pesanti e difficili da portare e li pongono sulle spalle della gente, ma essi non vogliono muoverli neppure con un dito.
Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dalla gente: allargano i loro filattèri e allungano le frange; si compiacciono dei posti d'onore nei banchetti, dei primi seggi nelle sinagoghe, dei saluti nelle piazze, come anche di essere chiamati “rabbì” dalla gente.
Ma voi non fatevi chiamare “rabbì”, perché uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli. E non chiamate “padre” nessuno di voi sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello celeste. E non fatevi chiamare “guide”, perché uno solo è la vostra Guida, il Cristo.
Chi tra voi è più grande, sarà vostro servo; chi invece si esalterà, sarà umiliato e chi si umilierà sarà esaltato».


Spunto di meditazione e di preghiera personale:
 
Ancora molto vicino ai giorni nostri il Vangelo di oggi. Perché tocca un "punto caldo" di sempre: il senso dell'autorità spirituale, che può diventare potere.
Gesù affronta il problema di una categoria speciale di "potenti" dei suoi tempi, coloro   che detenevano appunto il potere spirituale, attraverso il controllo dell'interpretazione della Legge consegnata da Dio a Mosè.
Gesù non li critica in modo distruttivo, anzi dice a tutti: "rispettateli perché essi sono i custodi della Legge mosaica e rispettate ciò che dicono"; ma aggiunge: "non seguite però il loro esempio, perché essi dicono ma non fanno". Queste persone, con tutta la loro sapienza e supponenza, ostentano opere, azioni, si dichiarano maestri degli altri, si sono seduti sui gradini più alti dell'insegnamento e del mantenimento delle tradizioni, ma il loro comportamento in realtà non corrisponde alle cose che dicono e che dovrebbero rispettare per primi.
In loro, dice il Figlio di Dio - unico vero “Maestro”-, non c’è semplicemente una contraddizione tra il dire e il fare dovuta all'umana fragilità, c'è una malattia molto più profonda. Nei loro cuori non c'è traccia di Dio, del rispetto e dell'adesione alla Sua Parola, ma solo la volontà di mettersi in mostra, di cercare di emergere. C'è l'ego, ancora una volta...
Gesù lascia un’altro messaggio ai Suoi discepoli: li esorta a non farsi chiamare maestri, perché di maestro ce n'è uno solo; a non auto-glorificarsi mai, ma restare umili e ricordarsi che ognuno di loro dovrebbe rimanere sempre presente a se stesso ed al Signore, nel servizio e disponibilità ai fratelli.
Lui stesso era venuto al mondo per servire e non per essere servito: questa sarà anche la risposta che Gesù darà a Pilato quando gli chiederà se lui è davvero Re, sarà pronto a non operare “miracoli” per salvarsi ma a lasciare che gli uomini lo mettano in Croce, si donerà completamente ai Suoi fratelli per la loro salvezza.
L'unica autorevolezza è quella dell'Amore, e il pensiero non può non andare, leggendo queste righe del Vangelo, allo stesso Amore che in questi giorni ci insegna Benedetto XVI, sull'esempio di Gesù... lui l’uomo capo della Chiesa di Dio sulla Terra, l’uomo che siede sulla cattedra di Pietro, l’uomo che veste di bianco e che riassume in sé tutta l'autorità soprannaturale della Chiesa,  sceglie di rimettere tutto questo nelle mani di Dio e di rientrare nel silenzio della preghiera e del servizio più umile e 'oscuro' ai suoi fratelli. Un atto di umiltà e di Amore, il dono della rinuncia in vista di un bene più grande che lui misteriosamente intravede, il ritorno ad essere servo e non maestro, coerentemente con quanto annunciato fin dall'inizio del Suo pontificato... Ecco davvero un uomo che compie l'insegnamento evangelico, un umile lavoratore nella vigna del Signore!