La matrice progressista della nuova tirannia

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di Juan Manuel de Prada

“Come si può parlare di ‘nuova tirannia’, quando mai prima d’ora gli uomini hanno goduto di tanta libertà e tanti diritti?”, potrebbe chiedersi un lettore sprovveduto. Le tirannie classiche, in effetti, si caratterizzavano per il fatto di reprimere la libertà e negare i diritti. Gli uomini avevano coscienza di tale usurpazione perché, privati di qualcosa che apparteneva loro per natura, si sentivano sminuiti.

La nuova tirannia a cui ci riferiamo, invece, esalta l’uomo fino all’adorazione, dandogli l’opportunità di trasformare i propri interessi e i propri desideri in libertà e diritti, che però non sono più inerenti alla sua natura, ma diventano “gentili concessioni” di un potere che li consacra legalmente. E così, trasformato in un bambino che contempla i suoi capricci mentre vengono ingigantiti e soddisfatti, l’uomo del nostro tempo è più che mai ostaggio di istanze di potere che gli garantiscono il godimento di una libertà onnicomprensiva e diritti in continua espansione. Nelle tirannie classiche al suddito restava almeno la consolazione di sapersi oppresso da un potere che violentava la sua natura; chi è sottomesso a questa nuova tirannia non ha invece altra consolazione che la protezione dello stesso potere che lo ha innalzato sull’altare dell’adorazione. E così l’uomo è divenuto, senza neanche rendersene conto, uno strumento nelle mani di chi lo accudisce con minuziosa cura, come le formiche accudiscono i gorgoglioni prima di mungerli.

In cambio di queste “gentili concessioni”, l’uomo accetta una visione egemonica del mondo che gli viene imposto e lo trasforma in oggetto d’ingegneria sociale. Chiameremo Matrice progressista questa visione egemonica: un miraggio, una grande illusione o trompe-l’oeil che viene accettata con spirito gregario. Chi osa mettere in dubbio il trompe-l’oeil è immediatamente raggiunto da anatemi, è considerato un reprobo o un blasfemo, un nemico dell’adorazione dell’uomo. La Matrice progressista, utilizzata dalla sinistra, è stata assimilata anche dalla destra, che ha rinunciato a dare battaglia laddove il confronto con l’avversario risulterebbe efficace e lusinghiero: nell’ambito dei principi. Nel suo claudicare, la destra si limita a introdurre varianti insignificanti nel funzionamento della grande macchina, ma non osa utilizzarne gli ingranaggi. Il che è come arare senza buoi.juan-manuel-de-prada

La Matrice progressista è così diventata una specie di fede messianica; ha instaurato un nuovo ordine, ha imposto paradigmi culturali inattaccabili, ha stabilito una nuova antropologia che, promettendo all’uomo la liberazione finale, gli riserva solo il futuro suicidio. E contro questo nuovo ordine, si erge solo l’ordine religioso, che restituisce all’uomo la sua vera natura e gli propone una visione corretta del mondo che mina le fondamenta del trompe-l’oeil su cui poggia la nuova tirannia, dissolvendo le sue falsificazioni. Una visione che il potere combatte con grande sforzo, essendo l’ordine religioso l’unica fortezza che gli resta da espugnare prima che il suo trionfo sia completo.

Il laicismo rampante accusa la Chiesa di mischiarsi nella politica, adducendo a pretesto quella sentenza evangelica che sono soliti sbandierare quanti non leggono il Vangelo: “Date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio”. Ma, cos’è proprio di Cesare? Le cose temporali, le realtà terrene; ma non, naturalmente, i principi di ordine morale che nascono dalla stessa natura umana, non i fondamenti etici dell’ordine temporale. La nuova tirannia, tanto attenta a espandere le “libertà” dei suoi sudditi, nega alla Chiesa quella di giudicare la moralità delle azioni temporali, poiché sa che tale giudizio include un radicale sovvertimento del trompe-l’oeil su cui sui fonda la sua stessa esistenza. Il potere anela una Chiesa farisaica e corrotta che rinunci a restituire all’umanità la sua vera natura e accetti quel “mistero d’iniquità” che è l’adorazione dell’uomo; spera in una Chiesa posta in ginocchio dinanzi a Cesare, trasformata in quella “grande meretrice che fornica con i re della terra” di cui parla l’Apocalisse.

Oggi in Occidente si sta ingaggiando questo grande scontro, che la nuova tirannia maschera molto abilmente da “battaglia ideologica”. Ma se questa fosse veramente una “battaglia ideologica”, il potere non la considererebbe un sovvertimento; poiché l’ideologia è proprio il terreno fertile che favorisce il suo dominio, in quanto instaura una “demo-rissa”, cioè una lotta “democratica” di tutti contro tutti, capace di trasformare gli uomini in bambini indispettiti che lottano per le loro “libertà” e i loro “diritti”, così come i costruttori di Babele lottavano, in mezzo alla confusione, per erigere una torre che raggiungesse il cielo.

La battaglia che oggi s’ingaggia non è ideologica, ma antropologica, poiché tende a restituire agli uomini la loro autentica natura, permettendo loro di uscire dalla confusione babelica fomentata dall’ideologia, fino a raggiungere il cammino che conduce ai principi originali. Se si vincesse – se la Matrice fosse disattivata – gli uomini scoprirebbero che non hanno bisogno di costruire torri per raggiungere il cielo, per il semplice motivo che il cielo è già dentro di loro, anche se la nuova tirannia cerca di strapparglielo.

Gli articoli raccolti in questo volume sono bollettini di questa battaglia, emessi dalle tribune che benevolmente il giornale “ABC” e la rivista “XL Semanal” mi concedono ormai da più di 13 anni, e che “L’Osservatore Romano”, “Capital” e “Padres y Colegios” hanno inaugurato da poco. Il lettore curioso constaterà che in questi “bollettini di battaglia” convivono la diatriba e l’introspezione, l’invettiva e l’elegia, la riflessione di indole politica e la divagazione artistica; troverà persino una selezione di cronache scritte in una primavera romana che cambiò il corso della mia vita, poiché fu allora – nei giorni che seguirono la morte di Giovanni Paolo II – che aderii definitivamente alla “vecchia libertà”, l’antidoto contro tutte le tirannie del mondo. In un’epoca di incertezze che lasciano l’uomo smarrito in un oceano d’inquietudini, Roma si erse dinanzi a me, all’improvviso, come uno scoglio di salvezza: non mi riferisco solo alla salvezza religiosa, ma anche a quella culturale, poiché considero la fede di Roma una fortezza che chiarisce i termini della nostra genealogia spirituale e ci difende dalle intemperie nelle quali vorrebbe gettarci la nuova tirannia. Rinnegare questo illimitato possesso equivale a firmare un atto di morte sociale; assumerlo come proprio non costituisce un atto di sottomissione, ma di orgogliosa e gioiosa libertà.

La rivoluzione eterna del cristianesimo consiste nel rivelarci il significato della vita, restituendoci la nostra natura; da questa scoperta nasce una gioia senza data di scadenza. Quando a questa gioia si aggiunge una minima sensibilità artistica, la vita diviene una festa dell’intelligenza. Scriveva Chesterton che la gioia, che è la piccola pubblicità del pagano, diveniva il gigantesco segreto del cristiano. Io, che sono un cristiano un po’ impudico, ho cercato di rendere pubblico in questi articoli, o almeno di far intravedere, questo segreto gigantesco che m’invade e mi trascende.

Madrid, marzo 2009.

Juan Manuel de Prada, “La nueva tiranía. El sentido común frente al Mátrix progre”, Libros Libres, Madrid, 2009.

19 pensieri su “La matrice progressista della nuova tirannia

  1. Molto bello, pieno di spunti interessanti, e l’impronta di Chesterton lasciata in fondo si intravvede anche nel resto! (quello, oppure sono fissato io con GK, oppure entrambe le cose). Il libro esiste anche in traduzione italiana?

  2. Mt 22: 15 Allora i farisei, ritiratisi, tennero consiglio per vedere di coglierlo in fallo nei suoi discorsi. 16 Mandarono dunque a lui i propri discepoli, con gli erodiani, a dirgli: «Maestro, sappiamo che sei veritiero e insegni la via di Dio secondo verità e non hai soggezione di nessuno perché non guardi in faccia ad alcuno. 17 Dicci dunque il tuo parere: È lecito o no pagare il tributo a Cesare?». 18 Ma Gesù, conoscendo la loro malizia, rispose: «Ipocriti, perché mi tentate? 19 Mostratemi la moneta del tributo». Ed essi gli presentarono un denaro. 20 Egli domandò loro: «Di chi è questa immagine e l’iscrizione?». 21 Gli risposero: «Di Cesare».
    .
    *** Allora disse loro: «Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio». ***

    … 22 A queste parole rimasero sorpresi e, lasciatolo, se ne andarono.

    domande :
    1. se tutto è di Dio cosa rimane da dare a “Cesare”
    2. i discepoli rimasero sopresi dalla risposta. (nel Vangelo di marco “E rimasero ammirati di lui”) che in me risuona : ” senza parole, senza risposta, senza argomentazioni per dibattere” quindi erano impreparati.
    3. che fine fecero i discepoli quanto portarono queste notizia ai farisei [mandanti]???
    questo passo adattato ad oggi p visibile come :
    Cesare = finanza
    discepoli dei farisei = conniventi, collusi e corrotti
    Gesù = i Cristiani “non da salotto” (cit papa francesco) i quali tentano cercano aspirano di imitarlo.
    E’ applicabile all’articolo?

  3. vale

    a fagiolo,sulla matrice progressista della nuova titannia che s’avanza, stamane m’imbatto in( autori i centri sociali padovani.diffuso all’università):
    http://www.corrispondenzaromana.it/volantino-alluniversita-di-verona-lunica-chiesa-che-illumina-e-quella-che-brucia/
    un assaggio:
    16 maggio
    Il testo del volantino:
    Nuovo appuntamento con le proiezioni selvagge. A seguito della recente “Marcia per la Vita” di Roma, medievale adunata clerico fascista contro il diritto all’interruzione di gravidanza, la libertà e l’autodeterminazione femminile
    …….
    Per una società emancipata dai fanatismi e dai dogmi religiosi.

  4. Ettore Gotti Tedeschi parla Alla Università Pontificia della Santa Croce (di Cristo):

    :“La finanza è il tipo strumento che è sfuggito dalle mani dell’uomo – precisa in aula – Il rischio – dice – è che l’uomo perda il senso della vita. E di chi è la colpa? La colpa è dei preti che non insegnano la dottrina”.

  5. Erika

    A me sembra che questa fantomatica “matrice progressista”, spacciata per entità unica e uniforme, sia il tentativo di creare un nemico definito laddove non ci sarebbe, chiudendo in tal modo qualsiasi possibilità di confronto e dunque qualsiasi possibilità di incidere davvero nella società.

    1. Lalla

      O il tentativo di ragionare con occhi aperti e mente libera laddove farebbe comodo che si continuasse a conformarsi e a pensare “dov’è poi questo male?”

    2. Quella di De Prada è una metafora, ma è a dir poco evidente che esista tutta una galassia composita – forze politiche, concentrazioni di poteri economico-finanziari, mass-media, intellettuali “progressisiti”, agenzie professionali – interessata, a vario titolo, all’espansione dello stato nella società. Questo non significa che questo blocco sia guidato da un’unica centrale operativa. Si tratta di una convergenza di interessi. Poi chiamiamolo per comodità “Matrix progressista”, “classe dominante” o come ci pare, ma negare, fuor di metafora, che sia in corso una battaglia culturale – ne parlava già diversi anni fa il sociologo Peter L. Berger nel suo “The War over the Family” – sui temi della cosiddetta “biopolitica” non è davvero realistico.

  6. vale

    Che si chiamino scientismo, relativismo, progressismo o ecologismo le nuove ideologie mostrano sempre la medesima presunzione che l’uomo possa prendere il posto non più occupato da Dio e finalmente, lontano da ancestrali fantasie religiose e superstiziose, realizzare il mondo giusto, equo, fondato sul diritto e su una morale al passo con i tempi.
    Qualcuno parla del cristianesimo o del cattolicesimo come di un’ideologia, mentre come ha ben sottolineato Papa Benedetto XVI nell’enciclica Deus caritas est: «All’inizio dell’essere cristiano non c’è una decisione etica o una grande idea, bensì l’incontro con un avvenimento, con una Persona, che dà alla vita un nuovo orizzonte e con ciò la direzione decisiva».

    http://www.tempi.it/blog/le-ideologie-non-sono-affatto-morte-lantidoto-e-partire-dalla-realta

  7. Juan Manuel de Prada nato a Baracaldo, 1970) è uno scrittore e opinionista spagnolo.
    Sono molto interessanti i suoi libri. Molti anche i premi il romanzo La vita invisibile (La vida invisible) (2003) ottenne il Premio Primavera de Novela e il Premio Nacional de Narrativa nel 2004.
    Devo documentarmi di questo famoso scrittore.

  8. Questo articolo si apre con una considerazione sulla metamorfosi della tirannia in senso “progressista”, non più tirannia di stampo classico, repressivo, ma di stampo moderno, neo-oscurantista. Qualche riga dopo, questo stesso articolo si chiude con l’esaltazione della rivoluzione eterna e del potere rivelatorio non della religione, ma di UNA religione: il cristianesimo. Mi chiedo se non sia l’imposizione di un modello unico di rivelazione l’unica ombra di tirannia presente in questo articolo.

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